25 giugno 2017

L'umanità è inutile


Pubblicato su Pauperclass il 27 giugno 2015

Per il potere l’umanità è ormai inutile.
Si dovrebbe far nostra questa semplice e implacabile realtà. Per rassegnarci, o per tentare un’azione finale.
Gli esseri umani sono pedine di un gioco planetario, vecchi donne e bambini, così come sono tasselli del gioco le esistenze di intere nazioni: l’Iraq, l’Iran, l’Egitto, la Siria, la Grecia, l’Italia; Mesopotamia, Persia, Sicilia, Alessandria, Damasco; vi dicono qualcosa tali nomi? Sono i centri creatori della filosofia, del diritto e dell’arte: più che luoghi geografici vaste regioni dell’animo. Rappresentano la storia, la fede, la conoscenza e la morale come l’abbiamo vista fondare e vivere da millenni; e ora assistiamo alla loro svendita, come un oggetto su ebay.
Una cosa è sicura: se prima il ricco aveva bisogno del povero e del dominato per prosperare ulteriormente, ora no, non ne ha più bisogno. Tecnologia e finanza congiurano all’inessenzialità del dominato, dell’uomo nella sua più intima essenza. Carne d’avanzo, insomma. Altro che dialettica marxista-brechtiana! Altro che antropocentrismo rinascimentale! Addio uomo di Vitruvio!
Siamo alla fine dei tempi, stiamo lentamente discendendo il tubo del tritarifiuti.
Tale realtà emerge inevitabile da qualsiasi autore di controinformazione con un minimo di sensibilità e fiuto. Anche quando sembra parlare d’altro ognuno d’essi torna, prima o poi, più o meno velatamente, a questa verità agghiacciante.
Recentemente ho riletto, con piacere immutato, un pamphlet di Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione. Alla fine del libro - un trattato di teologia negativa - fa la sua apparizione un misterioso personaggio, un contatto di Blondet, fonte di preziose informazioni e rabdomante di notizie sepolte nella melassa della propaganda ufficiale. Il figuro, facondo e poliglotta, incalza Blondet, sommergendolo di verità sbalorditive; infine lo spinge a scrivere un romanzo entro cui dissimulare la verità vera dei nostri tempi; con un romanzo, infatti, com’egli afferma “si possono raccontare fatti che altrimenti non si possono raccontare. Si possono mandare segnali per i lettori comuni, certi altri per lettori diversi, molto particolari”. A tal proposito cita alcuni estratti da un libro di Marc Saudade (pseudonimo di un celeberrimo giornalista), Bersagli mobili, ambientato in un demi-monde oscuro e segreto in cui si muovono servizi segreti, satanisti, stragisti, finanzieri, pedofili e associazioni internazionaliste:

Il denaro e gli esseri umani hanno preso strade diverse … per un certo tempo sono  stati una cosa sola. Durante la rivoluzione industriale. Avevi bisogno della gente per fare prodotti, Adesso non c’è più bisogno di corpo umani per fare prodotti. Allora li usi diversamente, ne fai commercio, guerriglia, li sprechi … l’uomo  e il denaro non hanno più bisogno l’uno dell’altro. Il denaro si produce da solo. E l’uomo verrà speso o sarà investito come lo è stato il denaro in passato. Il rischio allora era di perdere tutto il denaro. Adesso il rischio è di mettere in pericolo moltissima gente”.

Dopo la citazione dal libro di Saudade, il misterioso interlocutore di Blondet chiosa:

Così la pensano all’Onu. E pensano lo stesso nella haute finance, nel neocapitalismo. Da qualche parte  è stato deciso: niente più sviluppo economico, basta con lo sviluppo industriale. E nemmeno più democrazia. Non serve più, a loro: oggi moltiplicano il denaro attraverso il denaro, senza bisogno di produrre nulla. Così i corpi umani diventano low cost stuff. Disposable commodities. In certe zone del mondo vale già pochissimo, la prima materia umana”.

Perfetto. Non aggiungerei una virgola.
Quale ulteriore chiosa vorrei proporre alcuni passi di un bellissimo post di Marco Della Luna, dal titolo Comunitarismo e realismo. Vale la pena di leggerlo con attenzione:

[Si sta inverando un] tipo di organizzazione socio politica ed economica che si sta realizzando, fortemente accentrante e omogeneizzante, individualistica e competitiva: Malthus, Darwin … Ma il fatto che l’organizzazione che si sta realizzando ha queste … indesiderabili caratteristiche  … non è accidentale, bensì conseguenza di fattori facilmente riconoscibili e straordinariamente potenti. In pratica, sta avvenendo una evoluzione del metodo di controllo sociale dovuta allo sviluppo tecnologico, il quale oggi consente alle poche persone che lo hanno a disposizione di organizzare il governo della popolazione in modo zootecnico, interamente controllato, senza quasi più spazi per spontaneità e libertà di scelte, tanto meno autonomie, analogamente a come avviene con bestiame allevato in stalla. Il genere umano già ora si ritrova suddiviso in recinti di contenimento e di gestione più e meno differenziata, recinti che sono gli ex Stati nazionali, entro i quali gli esseri umani vengono monitorati e gestiti praticamente in tutto, dall’alimentazione ai farmaci ai trasporti all’istruzione agli spostamenti ai consumi, attraverso smart grids, reti di distribuzione e controllo di servizi essenziali, reti centralizzate nelle mani di pochissimi grandi gruppi multinazionali che si muovono al di sopra dei governi … I legami solidaristici, comunitaristici, i valori legati alle comunità naturali e locali, compresa la famiglia, vengono sistematicamente dissolti  o svuotati, resi insignificanti. Non è solo la fine di modelli sociali e politici tradizionali, è la fine della civiltà occidentale e dell’umanità occidentale … Oggi il dominio sociale è però sempre più attuato mediante strumenti principalmente tecnologici, si avvale di grandi capacità di sorveglianza e tracciamento di persone, beni, attività; ma anche mediante la costruzione di dipendenze rigide da reti di distribuzione monopolistiche. La stessa crisi economica è stata indotta in modo deliberato, programmaticamente, e viene mantenuta anche se si potrebbe uscirne con strumenti monetari disponibili, perché essa è uno strumento di realizzazione del sistema di controllo zootecnico della specie umana, in quanto consente di fare vivere la gente nell’insicurezza e della povertà, creando false e artificiose scarsità, soprattutto monetarie, così da renderla disponibile ad accettare, come condizione per ritrovare un poco di sicurezza e benessere, riforme politiche costituzionali tecnocratiche e un sistema di sorveglianza, tracciatura e condizionamento,  a cui essa altrimenti farebbe resistenza. Insomma, l’astuzia del sistema adopera ai propri fini anche la sofferenza che il suo modello genera.

Questo tipo di organizzazione sociale è per sua natura globale e standardizzante, è il modello universale odierno. Il vero progetto politico  dei nostri tempi, è la sua realizzazione, non la ricerca illimitata del profitto, il quale ormai conta poco in sé, anche perché ha perso significato: oggi è un dato essenzialmente contabile, che viene generato mediante la creazione di strumenti finanziari elettronici, quindi il sistema bancario lo può produrre in modo praticamente illimitato, ad libitum, mediante giochi di scritturazioni elettroniche reciproche: un procedimento in cui lavoratori e consumatori, cioè i popoli, non servono praticamente più, sicché non serve più rispettare le loro esigenze esistenziali né ottenere il loro consenso: sono divenuti superflui e fungibili … Tutto questo, restando nel campo dell’ingegneria sociale, cioè senza parlare dell’ingegneria genetica sul genoma umano, che pure è già iniziata e che indubbiamente avrà un crescente e minaccioso peso sulle condizioni di vita generali, assieme alla biometria. Il sogno di ogni dittatore – controllare il mondo ma anche ogni singolo uomo dalla sua scrivania in tempo reale – è reso realizzabile dalla tecnologia.

In un simile quadro, in cui è praticamente certo che la vita umana verrà degradata e resa pessima, indegna di essere vissuta, mentre non ci sarà possibilità di resistenza efficace, è sempre più chiaro che un progetto realistico e razionale è necessariamente un progetto di rinuncia e distacco di tipo buddhista o stoico, che includa anche la preparazione psichica e filosofica al suicidio, ad esser pronti a sfuggire da attacchi e oppressioni insopportabili. Ossia, è giunto il tempo di progettare non la prosecuzione della vita, non la sua riproduzione, non il suo miglioramento, ma la sua ultimazione, la sua liquidazione, la sua estinzione consapevole e volontaria. L’orrore per ciò che sta avvenendo all’uomo impone il mutamento delle mete esistenziali, la scelta di obiettivi possibili seppur diversi da quelli usuali. È tempo di prepararsi ad andarsene. È tempo di prendere coscienza pratica che effettivamente desiderio e attaccamento sono causa di sofferenza e oscurità. È il tempo in cui tormentosamente finiscono i piaceri, e la gioia può rinascere dallo sciogliersi degli attaccamenti e dal lasciar andare le identificazioni tutte, assieme a tutte le paure, a tutte le nostalgie”.

In una nota, rispondendo a una commentatrice, Della Luna nota definitivo:

Vero è che ogni sistema di potere, storicamente, si è guastato ed è morto, quindi probabilmente anche quello in via di consolidamento oggi è destinato a finire un domani; ma è anche vero che i sistemi di potere possono durare decenni e secoli, occupando e degradando la vita di intere generazioni; quindi è opportuno prepararsi una via di fuga, non escluso il suicidio”.

Sono parole che hanno la forza di un testo stoico; ultime, testamentarie.
Potrebbe pronunciarle un Seneca mentre s’incide le vene; o un Karl Kraus alla fine del mondo. Questi concetti da finis terrae tornano costantemente, anche in autori che la pensano in modo opposto. Sono affini, ad esempio, a quelle di Paolo Barnard, È ora di seguire Gandhi. Morire col sorriso:

Non credo più in nessun metodo di lotta ideologica, democratica, intellettuale. Sono cazzate che il Vero Potere ha già scontato 30 anni fa. Chi non se n’è accorto, fra gli ‘intellettuali’, è solo un idiota e ignorante. Il Vero Potere ha vinto, stra-vinto da 30 anni, e non sto più a discutere con nessuno su questo. Sarebbe come perdere tempo a discutere con fessi se la Terra è piatta o no”.

Barnard elenca poi consigli per un suicidio di massa.
A tale invito ha risposto Eugenio Orso, con il suo Lasciamo stare Gandhi.
Tale scritto, che indica un metodo di lotta e di testimonianza diametralmente opposto, è, però, dettato dalle stesse paure e dalle identiche convinzioni di Barnard; Eugenio Orso, insomma, ha intercettato lo stesso spirito dei tempi di Barnard, di Marco Della Luna e dell’interlocutore di Blondet. États d’esprit.
Uno spirito maligno dell’aria,insomma, esala dalla palude neocapitalista e impregna, più o meno consciamente qualsiasi dibattito; sino a materializzarsi, a volte, col suo autentico volto, così come i vapori mefitici della brughiera di Macbeth s’addensavano nelle figure delle tre Streghe fatali, le Weird Sisters. Ecco Eugenio Orso:

Ho persino il sospetto (non da solo!) che le élite neocapitaliste prive di ogni scrupolo - la situazione della popolazione greca, ma molto di più di quella siriana sono lì a dimostrarlo - gradiscono arrivare a un punto di svolta demografico, nel pianeta, con conseguente diminuzione della popolazione, evitando anche gli innalzamenti ‘eccessivi’ della vita media dei dominati, nei prossimi decenni”.   

Entrambi, insomma, presagiscono il sacrificio incipiente dell’umanità, un sacrificio immane, già delineato, un autodafé che avverrà coll’approvazione delle stesse vittime; come ricorda il misterioso figuro di Blondet: vulgus vult decipi, ergo decipiatur, il popolo vuole essere ingannato; che lo si inganni allora.
Sullo stesso sito che ha ospitato la disputa gli autori che testimoniano tale Zeitgeist abbondano. Solo nell’ultima settimana abbiamo Paul Craig Roberts:

La totale stupidità dei popoli li rende indifesi dagli artigli dei rapaci. Il popolo greco chiede la propria stessa distruzione

Oppure, lo stesso autore, in un articolo sull’Ucraina:

Gli anziani ucraini, ritenuti ‘bocche inutili da sfamare’ e buttati letteralmente nel cestino dell’immondizia

Ed ecco Emmanuel Todd:

Come tale, le sue popolazioni [dell’Europa] sono ‘expendable’, liquidabili: o sul campo di battaglia o in una sala di scambi del mercato. Si confida nella tv e nei computers per anestetizzare tutta la società media”.

Si potrebbe continuare col gioco delle citazioni per ore.
L’immolazione futura dell’umanità, miliardi di esseri trattati come carne avariata, fa capolino persino nel mainstream, con toni ormai chiari e sfacciati.
Basta guardare il serial britannico Utopia. La prima stagione è davvero consigliabile.
Il protagonista vero del serial è il Network, organizzazione segreta e potentissima, volta a realizzare una operazione di eugenetica su scala mondiale, chiamata Giano; operazione che mira alla riduzionedell’umanità a circa 500 milioni di individui. Ecco il dialogo fra uno dei membri del Network e un esponente della Resistenza:

Siamo oltre sette miliardi, sul pianeta. Quando sono nato, eravamo poco sopra i due. Il prezzo del cibo è in crescita, il petrolio sta finendo. Quando le risorse finiranno, tra vent’anni, con tutto quello che sapete sulla nostra specie, pensate davvero che condivideremo quel che resta?”
“Quindi la soluzione è una specie di genocidio?”
“No, non è così! Non è un genocidio. La nostra soluzione è Giano. Giano è composto di una proteina e di un aminoacido … quando vengono uniti in un soggetto, agiscono come un innesco genetico che previene la divisione cromosomica. Le cellule prese di mira non possono duplicarsi, e diventano inutili. La modifica è permanente ed ereditaria”.
“E quali cellule vengono prese di mira?”
“Quelle che controllano la fertilità … Lo scopo di Giano è di sterilizzare l’intera umanità. Prevediamo che la popolazione si assesterà sui 500 milioni in poco meno di 100 anni. Per allora, i tassi di riproduzione dovrebbero riprendere normalmente, ma in un pianeta un po’ più vuoto …”
“Sei un pazzo del cazzo!”
“Non fare niente è da pazzi! Ci accusate di volere un genocidio. Non agire è un genocidio. Da dove credete che venga il cibo? Un terzo del terreno coltivabile mondiale è inutilizzabile, a causa del degrado del suolo, eppure sforniamo ancora bocche da sfamare. E la vostra soluzione qual è? Lampadine a risparmio energetico? Ma stiamo facendo qualcosa. Stiamo cambiando qualcosa. Sai chi ha avuto il più grande impatto ambientale sul pianeta? Gengis Khan, perché ha massacrato 40 milioni di persone. Nessuno coltivava più la terra, le foreste ripresero a crescere. Il carbonio usciva dall’atmosfera. E se questo mostro non fosse esistito, oggi ci sarebbe un altro miliardo di persone a sgomitare per un po’ di spazio, su questo pianeta morente. Invece, Giano non massacra nessuno. E’ senza violenza. Sapete cosa vedo? Un pianeta trasformato in un deserto. Miliardi di anime affamate che muoiono. E noi possiamo fermare tutto questo. Con Giano”. 

D’altra parte il documento NSM 200 (National Security Memorandum 200) redatto, nel 1974, sotto la direzione politica di Henry Kissinger, parla chiaro:

Le strategie e i programmi mondiali in campo demografico dovrebbero contemplare due obiettivi primari:
a) interventi per permettere una crescita stabile della popolazione mondiale fino a 6 miliardi, per la metà del secolo 21°, senza deprivazioni massificate o mancanza assoluta di speranze di sviluppo, e
b) interventi per contenere il tetto massimo il più vicino possibile agli 8 miliardi, e non permettergli di arrivare ai 10, o 13 miliardi, o ancora di più.
Un crescente numero di esperti ritiene la situazione demografica mondiale molto più grave, e molto meno addomesticabile con misure volontarie, di quanto generalmente si pensi … per evitare una insufficienza di risorse ed altre catastrofi demografiche ancora maggiori di quelle previste, siano necessarie misure d’intervento ancora più radicali, che ci porteranno ad affrontare questioni di delicato ordine morale. Ciò include, ad esempio, una revisione delle nostre stesse abitudini consumistiche, pianificazioni obbligatorie, o uno stretto controllo sulle nostre risorse alimentari …”. 

Per quel filantropo di Kissinger (premio Nobel per la Pace), insomma, siamo vicini al tetto fatale. Sorprese in arrivo? Chissà quale coniglio dal cappello estrarrà l’altro Premio Nobel per la Pace al potere, Obama il Genocida. Terza Guerra Mondiale? Nuova Depressione? Carestie di massa?

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