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03 dicembre 2019

Belle Époque


Roma, 3 dicembre 2019

Mi è capitato di assistere a una retrospettiva dei fratelli Lumière.
I signori Lumière, distillando il lavoro dei decenni precedenti, sgomentarono le platee parigine alla fine del 1895 (28 dicembre) proiettando, nel Salon Indien du Gran Café de Paris, L’uscita degli operai dalle Officine Lumière e il fatidico Arrivo del treno alla stazione de La Ciotat.
Da quella data ogni fotografo, curioso o artista anela la cinepresa.
Centinaia di operatori, più o meno improvvisati, si sguinzagliano per il mondo, ormai ridotto a sgabuzzino dell’essere umano, piazzando i nuovi occhi a registrare il quotidiano.
Mosca, Roma, Vancouver, New York saltano dalla realtà all’immagine divenendo fruizione: per il pubblico sempre meno scelto: alla fin fine per il mondo tout court.

Già nel 1896 abbiamo una vasta scelta di immagini. I Francesi conoscono in diretta le capitali d’Europa, gli Americani i sobborghi londinesi, i Canadesi il Ponte Ripetta a Roma; l’Occidente si fa stretto, l’Atlantico si prosciuga, l’Europa si rimpiccolisce a vista d’occhio. Decadono la meraviglia e l’arte, subentra la cronaca minuta.

07 agosto 2018

Monarchia Universalis



Roma, 7 agosto 2018

Certe questioni andrebbero adagiate sul lettino dell'anatomista; spesso, però, si preferisce un coltello da squartatore.

La questione della globalizzazione, a esempio. Sarebbe bene eliminare questo termine, ormai usurato da vani e opposti estremismi.
Le parole vanno e vengono.
Sostituirei globalizzazione con Monarchia. Universale.
Monarchia è ciò che ci attende, al di là degli strepiti decennali che ci hanno ingannato.

Ricordo, in una tramissione di RAI3 del 1992, Milano, Italia, un neroricciuto Gad Lerner esibire sul palco, come fa l'imbonitore coi propri mostriciattoli, Maurizio Boccacci, allora guida spirituale del movimento Meridiano Zero, di matrice filofascista o parafascista (o consonante a quel che rimaneva del fascismo).
Nel 1992 si stava cucinando, almeno per l'Italia, provincia ancora opulenta, ma arretrata ideologicamente, il Mondo Nuovo a venire.
Lerner aveva il compito di introdurre, al pubblico esterreffatto dal crollo del regime post ’45, un nuovissimo dramatis personae (ovvero i soggetti che avrebbero dominato la scena sino a oggi) apprestando, al contempo, con finta premura, l'exeunt omnes di ciò che più non sarebbe servito alla Monarchia incipiente.