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18 marzo 2019

Soluzione finale


Roma, 18 marzo 2019

A me Greta Thunberg piace.
All’inizio ero scettico, ma, lo ammetto, a furia di riguardarla, nelle immagini innumerevoli, dai fotomontaggi maliziosi alle posizioni e pose più varie, mentre fa sega a scuola o parla dalle maggiori tribune mondiali, mi è divenuta simpatica.
Il facciotto aggrottato, gli occhietti dolcemente porcini, il berrettone fantozziano da cui scendono le trecce da dodicenne; soprattutto: lo spaesamento che cogliamo nei suoi tratti quando la consapevolezza - anche lei ne ha una - risale alla sua coscienza di bimba, la sensazione, terribile, che traspare da alcuni scatti in cui lei, proprio in quel momento, si rende conto, pur oscuramente, che le quinte alle sue spalle sanno un po’ di sdrucito … In fondo è una ragazzina, dai! Non si può essere così cafoni e maleducati! Strumentalizzata! Gretina! Scema! E i volgari argumenti ad mocciosam! Lasciamola stare. L’accanimento dei contrari, e la tetra stupidità dei compagni di viaggio, me la rendono amica.

Vorrei darle un casto bacio sulla fronte, e quindi prenderle la mano e accompagnarla a casa, discutendo di fatti irrilevanti, del più e del meno; le racconterei, quindi, un paio di storielle, in cui sono maestro, e, strada facendo, insinuerei il tema del clima - fa un po’ freschino qui da voi - e del mio progressivo smottamento nel vegetarianesimo - causa famiglia - pur avendo in odio sia i vegetariani militanti che i vegani: