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22 febbraio 2020

Passaporto per l'eternità


Roma, 23 febbraio 2020

Avemo vinto, poppolo!
Er poppolo bue!
La Brecsit dirompe la struttura funebre e totalitaria dell'UE!
E da dove traspare questa rivoluzione, signori miei? Perché il sottoscritto non se n'è mica accorto di tale sottosopra ...
Ma dal passaporto, ovvio, cioè dalla massima espressione della libertà del poppolo inglese, simbolo dell'indipendenza, della fierezza e, anche, se permettete, a ben guardare, dell'anima dei mortacci nostri ... ché un poppolo più bue di noi non si trova!
Stretto fra il coglionavirus e il campionato di calcio, l'Italiano, ormai Europeo, ormai niente, non presta soverchia attenzione allo svolgersi umoristico della propria esistenza futura - esistenza che non si conterà in anni o decenni, e nemmeno in secoli, ma secondo la linea comatosa dell'eternità.
E com'è composto tale passaporto, il passaporto di Boris Johnson, blu stavolta, in odio al bordeaux pregresso dei tecnici vampiri di Bruxelles?
Dalla consueta diarchia: usura e politicamente corretto.

03 febbraio 2020

XanaX (orazione del mattino)


Roma, 3 febbraio 2020

Sono, da sempre, sin dalla più tenera età, un cultore dei giochi di parole. Cambi di vocale, sciarade, anagrammi; e il palindromo: il palindromo semplice (“ottetto”), a frase (eccone uno grazioso di Marco Buratti: “E poi Martina affoga la goffa anitra miope”), sillabico (“Ne-ro-ne”).
Il palindromo non va confuso coll’antipodo per cui è lo spostamento della lettera iniziale al fondo della novella parola mutila a generare sé stessa au contraire (“m-ottetto”; “ottetto-m”) e nemmeno col bifronte laddove l’inversione genera un vocabolo ulteriore (“edile”; “elide”). Il palindromo, insomma, è del tutto sterile. Suo corrispettivo è lo specchio. L’ora di mezzanotte (00.00) gli si avvicina di molto. In uno specchio, a mezzanotte, può scorgersi il diavolo, l’entità sterile per eccellenza (il suo sperma è ghiacciato). La nostra epoca sterile si nutre di specchi e palindromi, tautologie e circoli viziosi.
A essere abolita è la creatività. Creare qualcosa di differente, pur da elementi preesistenti, vien visto quale atto eretico, da prontamente boicottare.
Il circolo vizioso determina la nostra vita civile e filosofica. Il palindromo XanaX cura, fallacemente, le ansie del circolo vizioso della waste land.

16 dicembre 2018

Einstein on the beach


Roma, 16 dicembre 2018

Ho recentemente riletto, per merito di Massimo Fini, che l’ha riproposta, la famigerata “Lettera su Dio” di Albert Einstein.
Non intendo certo parlare della multiforme grandezza di Einstein come fisico né inoltrarmi nell’attento soppesamento delle benemerenze (gli apporti della moglie e dei predecessori) bensì esaminare un limitatissimo campo della sua azione di pensiero.
Come “politico” e “uomo dell’ordine civile”, a esempio, Einstein è, concettualmente, un mio nemico.
Egli, infatti, è un pacifista; un pacifista che vuole assicurare la pace tramite un governo mondiale:
L'unica speranza di protezione sta nell'assicurare la pace mediante organi sovranazionali … Occorre creare un governo mondiale che sia in grado di risolvere i contrasti fra le nazioni con decisioni vincolanti: un governo fondato su una costituzione non ambigua che sia approvata da tutti gli Stati e che conferisca solo ad esso la disponibilità di armi d'offesa. Si è davvero amanti della pace solo se si è disposti a cedere la propria forza militare alle autorità internazionali e a rinunciare ad ogni tentativo o addirittura ai mezzi per far valere i propri interessi con la forza”.

19 novembre 2018

Pasquini e pasquinate


Roma, 19 novembre 2018

La mia biblioteca si è fatta, nel tempo, via via più esigente; non vi entrano più libri senza una doverosa riflessione. Le nuove entrate le pongo in una sorta di limbo, alla rinfusa, su uno scaffale di buon legno, all’ingresso di casa. Lì gli aspiranti alla biblioteca aspettano. Mesi; o anni, addirittura. Ogniqualvolta entro o esco li nobilito di un’occhiata; intanto la vita scorre; nuove esperienze e delusioni arricchiscono o appesantiscono le mie spalle di despota bibliofilo; lo sguardo, in virtù di ciò, muta costantemente seppur in strane sfumature che sfuggono alla percezione superficiale. E accade, perciò, che un di tali libretti da limbo trovi la sua scalata al paradiso dello scaffale maggiore: è accaduto a Gómez Dávila, a esempio. Mi sono interrogato a lungo: lo promuovo o no? Quegli aforismi mi insospettivano … troppo pulviscolari … e così il buon Gomez ha soggiornato per anni sui ripiani purgatoriali finché di lui non lessi, per caso, queste fatidiche parole: “Questo secolo sprofonda lentamente in un pantano di sperma e di merda. Per maneggiare gli avvenimenti attuali gli storici futuri dovranno mettersi i guanti”; e quindi, a cascata: “I Vangeli e il Manifesto del Partito Comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia”, una profezia ampiamente esatta e che condivido a pieno: Coca Cola e pornografia, infatti, vanno delibate in poltrona, alla luce di un tramonto apocalittico; oppure: “Le verità passano, lo stile dura”: son d’accordo, poiché lo stile ordina il caos, come ebbe a riconoscere anch’Egli; e ancora: “L’uomo oggi è libero come un viandante sperduto nel deserto”: giusto, la libertà di cui conciona la sedicente democrazia questo è: un deserto, ovvero il labirinto più ambiguo, lo stesso in cui si perdono, e trovano la morte, miliardi di uomini; in cauda: “I ricchi sono inoffensivi solo dove un’aristocrazia li disprezzi”, il che è notevole poiché, per il Colombiano, aristocratico è anche il monaco (o Alceste) nella sua celletta.

21 settembre 2018

Non enim vivere bonum est, sed bene vivere


Roma, 21 settembre 2018

Novanta (90) suicidi all’ora. Nel mondo. Circa 800.000 all’anno, quindi. 800.000/8.000.000.000: il conto fatelo voi. Ancora pochi. La crisi, la paranoia, l’austerità, le guerre, la disoccupazione, la distruzione dei ruoli sociali, la folle competizione postmoderna, il narcisismo eretto a sistema. Ci si aspetterebbero dati più alti: alienazione, claustrofobia metropolitana, sovraffollamento, stress post-traumatici. E invece … e invece il suicidio appare, come già scrissi, più una soluzione razionale che una soluzione effettivamente praticata … Il suicidio, per chi abbia a cuore sé stesso e l’Italia e l’uomo, per chi sia umanista integrale, è una risposta naturale. Di fronte al deserto i disperati non possono che togliersi la vita. Eppure … eppure non è così, per il fatto, semplicissimo, che l’umanità ha trovato una parvenza di felicità, la distrazione.

[Qui dobbiamo intenderci. Il suicidio, diretto, senechiano, morselliano, da fine dell’epoca, il suicidio per troppa sapienza, è questione che attiene agli aristocratici: “non enim vivere bonum est, sed bene vivere”. Il resto dell’umanità ha scelto - o è stata scelta - per la dissoluzione suicida, che è altra cosa. Terrificante nella sua ineluttabile vastità.]