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28 giugno 2017

Quella sporca ventina (di milioni)


Pubblicato su Pauperclass il 5 dicembre 2016

Perché ha vinto il no?
Non sono uno stratega, un economista, un demografo, un sociologo.
So, tuttavia, che il potere è da sempre lo stesso, e che la verità dei suoi moventi si cela nei dettagli.
I dettagli sono rivelatori poiché trascurati, in quanto apparentemente irrilevanti, dalla sua volontà di menzogna.
Perché ha vinto il “No”?
Ieri sera, per puro trastullo (i risultati erano già evidenti), ho digitato “Ministero Interno” su google.
Mi è apparso il link principale (www.interno.gov.it) e, sotto, una serie di link minori.
Eccoli:

Elezioni e Referendum
Cittadinanza: consulta la pratica
Concorsi
Immigrazione e asilo
Cittadinanza
Contatti

In parole povere: il Ministero dell’Interno della (sedicente) Repubblica Italiana, ovvero quello che dovrebbe occuparsi del proprio territorio e dei sessanta milioni di individui che lo abitano, ha metà dei sottolink impegnati nel rendere la vita facile a chi Italiano non è.

25 giugno 2017

L'umanità è inutile


Pubblicato su Pauperclass il 27 giugno 2015

Per il potere l’umanità è ormai inutile.
Si dovrebbe far nostra questa semplice e implacabile realtà. Per rassegnarci, o per tentare un’azione finale.
Gli esseri umani sono pedine di un gioco planetario, vecchi donne e bambini, così come sono tasselli del gioco le esistenze di intere nazioni: l’Iraq, l’Iran, l’Egitto, la Siria, la Grecia, l’Italia; Mesopotamia, Persia, Sicilia, Alessandria, Damasco; vi dicono qualcosa tali nomi? Sono i centri creatori della filosofia, del diritto e dell’arte: più che luoghi geografici vaste regioni dell’animo. Rappresentano la storia, la fede, la conoscenza e la morale come l’abbiamo vista fondare e vivere da millenni; e ora assistiamo alla loro svendita, come un oggetto su ebay.
Una cosa è sicura: se prima il ricco aveva bisogno del povero e del dominato per prosperare ulteriormente, ora no, non ne ha più bisogno. Tecnologia e finanza congiurano all’inessenzialità del dominato, dell’uomo nella sua più intima essenza. Carne d’avanzo, insomma. Altro che dialettica marxista-brechtiana! Altro che antropocentrismo rinascimentale! Addio uomo di Vitruvio!
Siamo alla fine dei tempi, stiamo lentamente discendendo il tubo del tritarifiuti.

Prepararsi alla morte


Pubblicato su Pauperclass il 31 agosto 2016

Sento che la vita, quel trito susseguirsi di fatti a cui mi costringe la società attuale, il Conglomerato Plutocratico della Bontà e del Progresso, ha poco significato.
Riecheggio Montale: "La vita è questo scialo/di triti fatti, vano/più che crudele".
Non mi riferisco al suicidio, in tal caso, ma al tramonto di un mondo che non è più (il mio) e al sorgere di un’esistenza nuova e diversa, che mi rifiuto di godere e vivere, e da cui voglio sempre più rendermi straniero, in una sorta di romitaggio intellettuale, morale e fisico.
Ogni uomo che, in cuor suo, combatte non solo contro un nemico che odia, ma che sente quale assolutamente altro, un nemico che intende sradicare e soppiantare ex novo il suo mondo, quel mondo che donava barlumi di senso all'agire e al persistere su questa terra - questo tipo di uomo sa quando occorre appartarsi.
Egli presagisce sicuro la sconfitta, e quella sconfitta, che sa già rovinosa, non sarà una resa a chi è superiore, o un banale cedimento di territorio, e nemmeno un'onta possibile a  riparare con una vendetta in un futuro più o meno prossimo.
No.

18 giugno 2017

Un altro passo verso gli Stati Uniti d'Europa


Pubblicato su Pauperclass il 22 marzo 2016

Di fronte agli attentati di Bruxelles mi assale un sentimento abissale di stanchezza e sconforto.
L’ondata che seguirà alle stragi sommergerà, definitiva, le nostre vite.
Non abbiamo scampo, evidentemente.
La retorica del regime ha già sentenziato: “più Europa”.
E così sarà.
Le quadrate legioni del “più Europa” già fanno echeggiare il passo dell’oca del “più Europa” su ogni media e social, su ogni centimetro quadro di fogliaccio di propaganda.
Il capo del governo francese, la nullità Valls, spetezza: “Nous sommes en guerre!”.
La pletora dei consueti esperti (evocata dai comodi sacelli di accademie e fondazioni) cicala a stupidità unificata travolgendo la razionalità.
E credetemi, non sono certo gli armigeri di un complotto.
La maggior parte di loro è in buona fede.
Son solo conformisti. Più realisti del Re del mondo. E tengono famiglia.
Accendo la radio per venti secondi e un professore (un esperto!) tuona con voce grave: “Ci vuole un cambio di passo e un cambio di strategia nonché un cambio di metodologia …”.
Addirittura! Non si preoccupi, caro Lei, il cambio di passo ci sarà.

13 maggio 2017

Gli Italiani e la finta di Garrincha


Pubblicato il 5 maggio 2015

Alle centinaia (migliaia, decine di migliaia) di analisi, a volte acute, talvolta profonde, che possiamo leggere sull'attuale crisi politica, economica e morale dell'Italia, manca sempre la coda: che fare?
Lo dissi anche a Eugenio Orso, in un commento a un suo post, perso nella notte dei tempi: dopo tutta la nostra sapienza, la nostra acribia, il sarcasmo, la rabbia ... che fare? Allora, piuttosto ingenuamente, citavo l'omonimo romanzo antizarista di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij: Che fare?
Ora la situazione è molto più chiara di qualche anno fa, ma la risposta rimane sostanzialmente inevasa.

Manoel Francisco dos Santos, in arte Garrincha, la più grande ala destra della storia. Basso, storto, con una gamba più corta dell'altra, tabagista e alcolista sin dall'età scolare, puttaniere, ingestibile, autodistruttivo.
Eppure vinse due Mondiali, nel 1958 (decisivi in finale i suoi assist), e nel 1962, stavolta da dominatore assoluto.
Il suo dribbling era semplice, ma irresistibile: puntava il terzino, si fermava, fingeva la penetrazione al centro e, invece, scattava bruciante sulla destra. Una due tre volte. Garrincha poteva dribblare, tornare indietro, e ridribblare il malcapitato, se gli andava, perché no. Lo fece pure in una amichevole con la Fiorentina: dribbling su Robotti, dribbling sul portiere: porta vuota. Tira? Macché, aspetta ancora Robotti, lo rimette col culo a terra, poi segna sghignazzando.
Il segreto del dribbling era vellicare l'istinto dell'avversario. Il difensore sapeva che Garrincha avrebbe fatto ciò che avrebbe fatto, ma il suo corpo, e i muscoli, in quelle frazioni infinitesime di secondo, obbedivano a impulsi ciechi, sedimentati nella massa del paleoncefalo, e sdegnavano la ragione, e tutti i buoni consigli che la ragione si porta appresso.
E l'istinto lo portava a sbagliare, catastroficamente.
L'istinto ha un doppio taglio.

05 novembre 2016

Liberarsi dai diritti civili


Pubblicato il 1 aprile 2015

Quale eresia. Si vuole forse divenire razzisti, antisemiti, illiberali, sopraffattori della donna, reazionari, sessuofobi, omofobi e quant'altro?
Le gioie del progresso sociale, le sorti progressive dell'immaginario comune dell'Occidente, l'inevitabile - ormai inevitabile - allargarsi della democrazia: contro le regioni residue dell'oscurantismo: Medio Oriente Russia Cina Indonesia et cetera.
Chi non è d'accordo con la libertà, il libero amore, la parità di genere, il voto a tutti, la libera circolazione degli uomini e delle merci e dei diritti, tanti diritti, diritti a tutti, diritti a cascata.
A questi diritti rinuncio volentieri. Non li voglio.
A dirla tutta mi disgustano. Mi disgusta l'Occidente nel suo complesso.
Mi sobbarcherò - non volentieri, perché è una pena indicibile - tutti gli insulti che da questo rifiuto deriveranno.
E perché lo faccio? Proprio ora che il mondo pare irreversibilmente avviato verso la landa dell'oro della felicità, dell'attuazione dei tre feticci libertà uguaglianza fratellanza?
Credetemi, ho cercato risposte razionali - o anche meno razionali - ho cercato una risposta qualunque ... l'unica che mi sembra accettabile e che questa nuova Bengodi della democrazia sia semplicemente una menzogna.