"Qui merdam ...", parodia alchemica del XVI secolo |
Roma, 18 aprile 2018
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Credo di sì, gli eventi danno ragione agli ottimisti, l'Impero è in via di disgregazione. Alberto Bagnai, chino su sudate carte, vergate con penna d'oca e calamaio consacrato da Keynes, presto stilerà un vigoroso e inattaccabile "non serviam" che Juncker e compagnia accetteranno senza riserve.
O, forse, non siete proprio soddisfatti. Per caso avvertite, occulto e languido, uno scivolare anguiforme, per cui il senso, le prospettive e gli sfondi mutano impercettibilmente. Figure ritenute importantissime sino a poco tempo fa sfumano lontane; personaggi a malapena intravisti dietro le quinte dell'irrilevanza acquistano, invece, improvviso prestigio. Come il generale Norman Schwarzkopf, un vecchio trippone scaldasedie che, dall'oggi al domani, divenne il Rommel della Mesopotamia. Il quoziente intellettivo di Norman? 180! Così giuravano i giornali. Oppure: vi ricordate Colin Powell? Gianni Riotta ne lodava l'impeccabile lucidità delle calzature nere. Anch'egli un genio. E Condoleezza? Quella sapeva quattro lingue, dialogava in arabo, turcomanno e aramaico, mica come quel coglione di Alceste che insulta i vigili da un finestrino del 64.