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23 dicembre 2017

Aspettando il grande botto (il potere ci frega alla grande)


Pubblicato su Pauperclass il 1 ottobre 2015
 
A cosa ci siamo ridotti?
Ma non erano le forze della controinformazione a dover liberare il mondo?
Non eravamo noi tutti, tramite il magico mondo virtuale, a doverci unire, pian piano, per denunciare al popolo del Mondo Connesso i sotterfugi ignobili e criminali del potere e agire di conseguenza?
A cosa ci siamo ridotti?
A qualche isterico che sbraita soluzioni da saltimbanco e non riuscirebbe a portare verso di sé manco una maggioranza qualificata dell’assemblea condominiale?
A qualche squilibrato che crede a tutti i complotti e, quindi, di fatto, non crede più a niente?
A qualche vecchio umanista cattolico che spurga un po’ di veleno, ma sa già, in cuor suo, che le sue mura sono state abbattute dalle trombe di Gerico della propaganda e le trincee improvvisate già travolte da una artiglieria disinformativa mai vista (e sospettata) prima?
A qualche arnese che blatera di economia e vaticina ogni settimana la fine del mondo finanziaria?
A professorini insultanti che pontificano narcisisti, ma poi, all’atto pratico (armiamoci!), vengono seguiti da dodici-persone-dodici?
A chi crede che il petrolio è finito e quindi …
A chi crede che alluvioni e terremoti sono gestiti dalla CIA …
A cosa ci siamo ridotti?
Ve lo dico io: a gente che aspetta il botto.
Siccome non sappiamo fare più niente aspettiamo il botto fine-di-mondo che ci libererà dai tiranni a cui non sappiamo manco fare il solletico.