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05 giugno 2018

Beppe Grillo, la Bocca della Verità


Roma, 4 giugno 2018 

Una cosa devo confessarla: Beppe Grillo mi è simpatico. Anzi, lo ammiro.
In lui ritrovo il mestiere, l’artigianato lungamente appreso in periodi oscuri e umidi di gavetta, e in decenni di fuoco sul palco; il mestiere, quello che oggi tutti cercano di scansare ricorrendo a scorciatoie e trucchi. I ballerini, i cantanti, i pittori, tutti ambiscono di arrivare alla vetta in poche settimane, come se una tradizione potesse rifluire nelle distratte circonvoluzioni del cervello con una portentosa iniezione digitale. Ma lui no: egli sa. Seguo da tempo i suoi spettacoli, ero anche a San Giovanni, alla chiusura elettorale del 2013. Lui conosce il pubblico perché, in fondo, lo ama. Appena entra in un’arena sa chi è con lui e chi contro di lui, a naso, come un vecchio segugio sulle tracce di una volpe; allo stesso tempo conosce l’arte di blandire, facendosi suadente o ricorrendo alle astuzie dell’insulto ben temperato.

31 maggio 2018

Solusioni (soluzioni e illusioni) [Il Poliscriba]

 [Il Poliscriba]

Estraggo e cito in corsivo, lungo l’estensione di questo mio sfogo misantropo, alcune perle reazionarie dal Vocabolario filosofico-democratico edito nel 1799, scritto da Ignazio L. Thjulen, pensatore che s’impegnò in una ricostruzione semantica della vulgata democratico-rivoluzionaria giacobina, riconoscendo, molto prima dell’avvento degli spin-doctor, come è facile condizionare le masse mutando il significato antico di certi lemmi, nel loro contrario. 

Si parlava, si scriveva, si promulgava Libertà, Uguaglianza, Diritti, Sovranità, Leggi, Governi, Religione, Superstizione, ed infiniti altri vocaboli, in una maniera che, insensibilmente, perdevano le vere idee corrispondenti ai vocaboli, e, conservando l’antico suono materiale, e le prime impressioni materiali, mossero nei Popoli un entusiasmo generale di correr dietro a Irreligione, Scostumatezza, Schiavitù e Povertà, immaginandosi di correre in braccio alla Libertà ed alla Felicità.

Salvini. Ha capito che il federalismo italiano non era più perseguibile perché il nemico “non” era interno, e lui ci perdeva in consensi.
Eliminare dal brand o Logo-Lega il riferimento cardinale Nord, significava compattare le fila, serrare i ranghi; occorreva dichiarare “guerra ideologica” al nemico “esterno”: gli eurocrati.
L’ennesimo funambolo sulla piazza del mercato, un mero esecutore di scene scritte dai soliti autori, ci crede o ci fa…? Ai lettori l’ardua sentenza.

22 aprile 2018

Lebbra sulle labbra [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

A forza di scrivere il dai e dai della vita, si diventa dei forzati del blabla e si pretende, impunemente, di essere liberati dai lettori.
Che narcisismo mal simulato il pontificare su questo e quello.
Poi ti viene in soccorso l’intimismo, la diaristica agostiniana o ti dai al confessionale laico: puro distillato d’arte linguistica.
Ci sei tu, il monitor, le tue stracche considerazioni sulla vita, sul trememondo, sul florilegio di sessi che si accoppano preterintenzionalmente.
Ergo, ti ergi ad accusatore, difensore, giudice di stramaledette intonazioni dies irae: scorregge intellettuali da una testa borlotto immersa in una zuppa demografica indigesta.
Fuori dal proprio pandemonio, incastrato tra le orecchie e il collo, esiste un circondario infestato da bipedi a te estranei, una sorta di centro smistamento frutta e ortaggi, ma tu credi di essere la bilancia, il sacchettino bio da 0.02 cent che abbatte il massacro ecologico o il guanto trasparente non riciclabile che riporta la plastica in auge sui profili social.
Tasto numero 9 … scontrino.
Siete stati pesati e siete stati trovati insufficienti.
Altro che spade di Damocle!