Visualizzazione post con etichetta Piergiorgio Odifreddi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Piergiorgio Odifreddi. Mostra tutti i post

25 febbraio 2020

Pezzenti [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Volete confondere le speranze del misero, ma il Signore è il suo rifugio.
Sal 13,6

Siamo tutti miseri, è una constatazione antropologica.
Non serve dirci per abominevole autostima: noi possiamo.
Possiamo cosa? Quale potere da noi promana?
Quale forza esprimiamo che non sia impotenza?

L’Essere Supremo. Ad un certo punto, in un certo luogo del mondo, un uomo si paluda da sacerdote della Ragione e dichiara terminato il millenario rapporto tra gli umani e gli Dei, la frattura definitiva tra il misero e il mis(t)ero.
Per quanto deriso, e di lì a poco ghigliottinato, quel folle rivoluzionario, nella sua allucinazione che apparentemente non varcò la sua persona sbeffeggiata dall’arguzia popolare assiepata al Campo di Marte, drogata dallo stesso stupefacente che mutò Prometeo da creatura a creatore del suo destino, comprese che i popoli hanno bisogno di fede, lui che nella fede fu educato sin dall’infanzia e di quella fede, invano, cercò di sbarazzarsi.

Ateismo. Non c’è ateo che non sia credente, non v’è adoratore del caos primigenio, dell’indistinto sobbollire del brodo primordiale, che non sia officiatore di cerimonie per il Progresso, che non si genufletta alle infinite capacità dell’uomo di scalare vette, di spingere il pesante masso oltre la cima, come antiSisifo, per liberarsene gettandolo dall’altro versante, l’inesplorato, il dirupo   che mena agli abissi di se stesso, gli unici che l’uomo, custode del caso e della necessità, non vuole guardare con coraggio, con occhi di martire che osserva il piano inclinato del proprio essere cronodivorato. 

Caduta. Freud avvertì la comunità degli psicoanalisti di Vienna, da lui fondata, che il gioco ebraico dell’interpretazione dei sogni - che rese numinoso agli occhi del faraone, Joseph, forse l’Imothep costruttore della Piramide di Saqqara e dei suoi immensi granai - era terminato negando il transfert, l’ingresso nel vero mondo occulto dell’individuo, l’indivisibile, evitandolo come la peste.

16 dicembre 2018

Einstein on the beach


Roma, 16 dicembre 2018

Ho recentemente riletto, per merito di Massimo Fini, che l’ha riproposta, la famigerata “Lettera su Dio” di Albert Einstein.
Non intendo certo parlare della multiforme grandezza di Einstein come fisico né inoltrarmi nell’attento soppesamento delle benemerenze (gli apporti della moglie e dei predecessori) bensì esaminare un limitatissimo campo della sua azione di pensiero.
Come “politico” e “uomo dell’ordine civile”, a esempio, Einstein è, concettualmente, un mio nemico.
Egli, infatti, è un pacifista; un pacifista che vuole assicurare la pace tramite un governo mondiale:
L'unica speranza di protezione sta nell'assicurare la pace mediante organi sovranazionali … Occorre creare un governo mondiale che sia in grado di risolvere i contrasti fra le nazioni con decisioni vincolanti: un governo fondato su una costituzione non ambigua che sia approvata da tutti gli Stati e che conferisca solo ad esso la disponibilità di armi d'offesa. Si è davvero amanti della pace solo se si è disposti a cedere la propria forza militare alle autorità internazionali e a rinunciare ad ogni tentativo o addirittura ai mezzi per far valere i propri interessi con la forza”.