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06 dicembre 2018

Love power (The power of love)


Roma, 6 dicembre 2018

Cosa fare di questo mirabile mondo nuovo che, fra mille strepiti inutili, avanza ogni giorno?
Osteggiarlo? Non se ne ha certo la forza.
Ritardarlo? E come? E, poi, perché? Certe agonie sono patetiche.
Disprezzarlo? Questo è troppo facile.
Riderci sopra? Ciò mi si attaglia di buon grado; ed è pure gratis.

Il potere dell’amore. Dell’amore universale. Imagine. Imagine, ideata da John Lennon, su istigazione ideologica della strega Yoko Ono, giapponese per caso, la Marina Abramovich del tramonto del rock. Imagine mette d’accordo tutti, è sempre in testa alle più stupide classifiche, ai sondaggi più cretini: “La canzone più bella di tutti i tempi”, “L’inno della pace”, “L’abbraccio cantato della fratellanza planetaria”. Il Papa, il Presidente degli Stati Uniti, Angelina Jolie, Moscovici, Laura Boldrini, il Dalai Lama, Bono Vox potrebbero cantarla in coro su un palco ecumenico; e non escludo che lo faranno! Al coretto, inoltre, presto o tardi, si uniranno tutti: iraniani, russi; persino i musulmani dovranno bofonchiarla; pure i rabbini. Non escludo, del pari, ch’essa possa assurgere a sigla funebre dei tempi a venire. Potreste dire che sono un sognatore, eppure … l’avete mai letto a fondo il testo? Ve lo propongo, oggi, in vena di barzellette, perché, a volte, le verità più segrete son esposte in evidenza. 

18 giugno 2017

La dittatura delle minoranze


Pubblicato su Pauperclass il 21 marzo 2016

Il potere (uso ancora tale inadeguata parola per pura convenienza letteraria) aveva un bel problema con l’Occidente. Come disinnescare un’etica e una morale millenari? Come fiaccare il senso del sacro? E codici di comportamento che vantavano le sembianze dell’eternità?
La risposta fu la stessa di sempre. Esaltare la debolezza, la minorità, la perversione; i lati repressi e laidi d’ogni essere umano; financo  le sue attitudini al bislacco, al barocco, all’insano; la voglia dell’outré, del sudiciume, della sporcizia; della singolarità, dell’eccezione.
La pulsione per la malattia e l’assurdo è sempre in alternativa alla normalità, alla tradizione; e soprattutto contrasta in ogni modo l’azione, ricacciando nel solipsismo e nella rinuncia.
La bizzarria, già minoranza, è ora buona; la normalità, invece, è stupida e rappresenta il male.
L’outrè è buono, ciò che vi si oppone è malignità, cattiveria, scorrettezza.
Se prima tale esaltazione aveva bisogno di decenni e secoli per avere effetto (un lavoro da sorci), ora, con un immane apparato tecnologico a disposizione, è questione di pochi decenni.
Dobbiamo, però, puntualizzare alcuni punti; a scanso di equivoci.