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27 settembre 2020

Regressione universale

Amos Nattini, Lucifero tricipite nel Cocito

Roma, Unreal City, 27 settembre 2020

Ormai ci è talmente appiccicata addosso questa ideuzza criminale da non potercela più toglier via, come una macchia di crassume dal vestito buono. I discorsi e i sillogismi, persino i più aperti e imparziali, danno per scontato il postulato, inutile girare in tondo, in senso orario e antiorario, in alto o basso; e il postulato è questo: l'umanità che oggi, settembre 2020, respira su questa terra è la migliore possibile. Certo, ha i suoi difetti, però, a ben vedere, lo si ammetta: un qualsiasi belinone del 2020, con tutte le dovute cautele, risulta in media assai più desiderabile d'un abitante della Cappadocia del 1374, delle coste africane del 322 d.C. oppure, cito a caso, dell'Iberia precristiana nel 971 a.C.; per tacere di neolitici, palafitticoli, neandertaliani: chi vorrebbe tornare indietro? Per carità! Sì, ci riteniamo migliori, i migliori. E migliori in che senso? In questo unico miserabile senso: che l'uomo del domani sarà migliore di quello dell'oggi e questi, cioè noi, assai migliori di quelli di ieri; per tacere dell'uomo dell'altroieri, un vero barbaro; un medioevale, addirittura, come se nella Svevia o nella Padania del Mille non fossero vissuti individui sani, pieni, felici. Anche tale aggettivo, medioevale, è infatti ben presente nella zucche postmoderne col suo carico di indesiderabilità.

Sarebbe bene dimenticarlo, l'uomo dello ieri e dell'altroieri, da sostituire con l'utopia del dopodomani: il dopodomani, infatti, sarà ancor migliore, il migliore di sempre, luminoso e ampio, dolce e ultimativo.

Il progresso lavora a fianco dei migliori, con i migliori, alimentato dai migliori. Ogni giorno che passa ci avviciniamo alla civiltà, perfettibile e, fra qualche decennio, assolutamente perfetta.

Mi permetto, però, dopo qualche decennio di frequentazione con i peggiori ceffi letterari e filosofici, di amaramente dissentire da tale più o meno conscia convinzione. La visione giusta, infatti, mi pare l'opposta: l'uomo decade, da sempre.

02 ottobre 2019

L'oscuro potere verde [Il Poliscriba]


 Il Poliscriba

"La città-cadavere, da incubo, chiamata R'lyeh ... fu costruita incalcolabili eoni prima della storia conosciuta, da enormi, ripugnanti forme che gocciolarono dalle stelle oscure. Ivi si stabilirono il grande Cthulhu e le sue orde, nascosti in verdi, limacciosi sotterranei… Nella sua dimora di R'lyeh, il morto Cthulhu attende sognando"
H. P. Lovecraft

Domenica 29 settembre 2019

Mentre scrivo, sta passando un’orda di centauri rombanti tutto il loro disappunto contro chi auspica la fine dell’era degli idrocarburi, voluta dai signori del fotovoltaico.
Li osservo compiaciuto: mi ricordano le calate barbariche cavalcate sui resti della civiltà romana.
La macchina, lo schiaffo e il passo di corsa hanno ancora un retrogusto del menefrego di futurista memoria.
So distinguere tra il falso e il genuino storico: i bipedi che mi trascorrono davanti alle retine sono forme narcisiste, edoniste, incastri culo-sella che non hanno certo intenzione di andare in guerra; sono predatori del tempo liberato, di like sui social; si muovono emettendo ossido di carbonio in branco, per affinità metalliche, sul set di un fottuto sequel di Mad Max; sono cadenti metamorfosi di quel che resta dell’ovile classe media oltre la sfera del “buono”, ben derisa dal Fusaro filosofo, in cerca di finanziamenti per il suo neonato movimento sovranista, con il giusto epiteto di Selfie della gleba.
Il Gaber gli ricorderebbe che chi si inventa un bel partito per il nostro bene sembra proprio destinato a diventare un buffone.


05 febbraio 2018

L'estraneo


Roma, 5 febbraio 2018

Traini 1. Non so nulla della vita di Luca Traini né voglio conoscere nulla. Sull'uomo Traini, come individuo, maschera o personaggio della cronaca nera, ognuno dovrebbe tacere. Sulla profonda significazione che Traini, quale simbolo d'un epoca infernale, apporta alla discussione è utile, invece, discorrere.

Traini 2. Luca Traini non esiste. È solo un uomo perduto, senza identità, agito da procellose forze sovra individuali; le stesse che spazzano senza requie le terre desolate dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Un italiano dilaniato da ciò che, nell'essenza vera, più non comprende: un geroglifico dei tempi a venire.