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03 agosto 2018

Generazioni scomparse (vanishing Italians)


Roma, 3 agosto 2018 

L'opulenza digitale reca l'estinzione.
Il digitale è un progresso o no?
A tirar le somme pare un netto regresso.
Serve il digitale? Certo, a dominare meglio le pecore.

Le fotografie di famiglia. Nonni, mamma, papà, figli, nipoti, amici. In bianco e nero oppure esornate dai primi timidi colori.
Le foto di famiglia costituivano una bella responsabilità.
Anzitutto c’era l’apparecchio vero e proprio, che aveva un costo suo, e occorreva custodire con cautela, in appositi foderi di pelle o similpelle. E poi c'era il rullino, costoso anch'esso. Si scattava quindi, ma con parsimonia, poiché ogni clic aveva un prezzo: la posa doveva essere studiata, avere significato, o assommare più gente possibile: non si poteva immortalare un albero un fiore una casa un cane: che spreco era quello? Tutte le vecchie foto eran cariche d'un compito preciso: tramandare a chi di dovere momenti salienti della storia di famiglia. Ogni immagine vantava sul retro una dedica oppure la data, scritta, con cura, a penna, assieme alla località ove era stata presa; a volte si indicavano nomi e nomignoli degli attori coinvolti. “Luigi e Ines”, “Zio Valerio e la sua chitarra”, “Giampi a Milano Marittima 1961”, “Mamma e Papà, Ladispoli 1967”, “Giovanni al giuramento, Taranto 1972”. Per tacere dei sacramenti: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni; persino funerali.