30 gennaio 2020

Markette complottiste youtubiche [Il Poliscriba]

 
Il Poliscriba
 
Invece di limitarsi alla selce e, in fatto di raffinatezze tecniche, alla
carriola, l’uomo inventa e maneggia con abilità demoniaca arnesi che proclamano la strana supremazia di un deficiente, di uno specimen biologicamente declassato che nessuno avrebbe potuto immaginare capace di innalzarsi a una nocività così ingegnosa


Da La caduta nel tempo di E.Cioran

Non vorrei mai iniziare una personale e inutile riflessione con una citazione, ma il tarlo della lettura che mi prende quando lavoro senza un posto o un contratto, inesorabilmente mi trascina per la china, per la caduta nel tempo che ognuno potrebbe avvertire se solo smettesse di dare ascolto al richiamo della foresta, al forasticus, all’esterno, all’altro da noi.
Ma non è questo il tempo assoluto della discesa, è il tempo relativo, narcisista, che ben si attaglia all’epiteto, al volgare esprimersi nei termini cronologici del: “Non ho tempo”.
Questo non possedere minuti, questo irrefrenabile desiderio di ammassarne sempre più, oltre le 24 ore consentite dalla rotazione terrestre già biblicamente violata, questo condensare o condensato di attimi efficienti che si spera di occupare con le migliori intenzioni, con le ossessive concentrazioni - ecco, forse il lager, il gulag personale è proprio questo serrare il tempo dentro la cementificazione dell’anima - è il prototipo d’ogni ansia apoplettica, statistica, matematicamente divisibile sino all’annientamento dell’essere.

27 gennaio 2020

Piange il citofono


Roma, 27 gennaio 2020 

Finalmente la bestia è stata placata. Forse dovrei dire: la bestiola. Non c’è di nulla di spaventevole in tale esserino: la bestiola delle elezioni. Trattasi, ormai, di un tenero cagnolino, del tutto mansuefatto, che il Potere conduce a fare i bisognini dove vuole.
Le dinamiche, le pulsioni psicologiche di massa, le vociferazioni, i comportamenti bruti son quelli dell’animalino ben addestrato:

Controlla il cucciolo. Durante la fase di apprendimento, è sempre consigliabile tenere l’animale in una zona dove non puoi perderlo di vista. Questo ti consente di accorgerti di tutti i segnali premonitori che indicano che il cane ha bisogno di ‘andare in bagno’ e quindi di prevenire incidenti. Se noti che l’animale si muove in circolo, raspa il terreno e annusa, allora sappi che deve soddisfare le sue necessità fisiologiche”.

Sondaggi, annusamenti giornalistici, servizietti segreti costituiscono il termometro del micco votante. Il fine precipuo è sempre quello: far avanzare il Programma, quello vero. Per ottenere la bisogna, è il caso di dirlo, occorre che l’elettorato sia soddisfatto: l’insoddisfazione, infatti, genera domande. Per riempirgli la panza, con vane promesse, ovvio, il metodo consiste nel far ruotare sul palco l’apparenza di chi dovrebbe, nella testa farraginosa del micco stesso, rigonfia di risentimenti e convinzioni storiche e altre amenità, porre termine a tali insoddisfazioni.
Quando i personaggi della Commedia dell’Arte fin lì utilizzati mostrano segni di logoramento (“Se noti che l’animale si muove in circolo, raspa il terreno e annusa”), li si sostituisce con altri; la nomenclatura di sinistra è sclerotizzata? Ecco Prodi. La nomenclatura di destra pare troppo berlusconizzata? Ecco i giovin destri. Il Sistema ci fa schifo? Ecco i populisti. E così via. Non è difficile, basta osservare la bestiola, costantemente.

21 gennaio 2020

Non ci fanno votare!


La Capretta, 20 gennaio 2020

E no, non ci fanno votare!
Se ci facessero votare! Ah, gliela farei vedere io! Lo spirto guerrier ch’entro mi rugge!
Col voto ripulirei l’Italia, la disinfesterei!
Guarda, proprio ora che siamo lì lì per battere i poteri forti, che succede, infatti? Non ci fanno votare, ovvio!
Noi siamo con Lui, con la matita copiativa inastata, e però il Gran Porco non dà l’ordine di voto! Vigliacchi!
La libertà, signori, la libertà! Non la vedere voi a portata di mano!
Basta stenderla e afferrarla, eccola, così vicina! Ma non ci fanno votare!
Ve lo facciamo vedere chi siamo noi! Vi sgangheriamo!

14 gennaio 2020

Merda eris


Orvieto, 12 gennaio 2020

Da una delle tante gazzette digitali:

Lo stato di Washington ha legalizzato il compostaggio dei cadaveri: è il primo stato degli Stati Uniti in cui si potrà scegliere di trasformare i propri resti in terriccio, da far consegnare ai propri cari per essere usato per piantare fiori o alberi. Il processo è considerato dai suoi sostenitori come un’alternativa alla sepoltura e alle cremazioni più rispettoso dell’ambiente, oltre che vantaggioso per le città dove ormai lo spazio per i cimiteri è molto ridotto ...

Da subito, l’excusatio non petita … l’ecologismo straccione e il baluginio del vantaggio: lo spazio in più, addirittura, in uno Stato in cui la densità di scarafaggi per chilometro quadrato è 40,77 (in Svezia, invece, l’unica altra porzione di merda sulla Terra in cui ciò è permesso, equivale al 23,1; in Italia è del 199, 82).
Si continui la danza:

A fare pressione per l’introduzione della legge è stata Katrina Spade, fondatrice dell’azienda Recompose, che sarà la prima a fornire il servizio di compostaggio dei cadaveri nello stato di Washington. Il metodo proposto da Recompose funziona così: il corpo della persona morta viene messo all’interno di un contenitore di acciaio esagonale riempito con erba medica, schegge di legno, paglia, altri materiali organici e batteri; il contenitore viene poi sigillato e riscaldato a 55°C: nel giro di 30 giorni si decompone naturalmente, trasformandosi in un terriccio ottimo per concimare. È lo stesso metodo già usato da anni da molti allevatori per gestire i resti del bestiame”.

Si noti come le parole rivelino a chi si predispone alla rivelazione: "i resti del bestiame". Mi pare sia stato Marco Della Luna a coniare il neologismo “governo zootecnico”; ora siamo all’upgrade: Monarchia Zootecnica.

08 gennaio 2020

È presente un problema che impedisce l’avvio dello strumento di risoluzione dei problemi


Roma, 8 gennaio 2020

ERRORE. Risoluzione dei problemi. È presente un problema che impedisce l’avvio dello strumento di risoluzione dei problemi”: occorre divenire dei sommelier dell’idiozia per assaporare a pieno il retrogusto di tale notifica del PC.
Si tratta di uno dei numerosi contrattempi che ostacolano il buon vivere di ogni professionista (stavo per dire: d’ogni essere umano) postmoderno.
La sua disperazione d'uomo consiste in un calcolo assai prosaico: rispetto al 1923 o al 1672 o al 132 a.C. la giornata ammonta sempre a ore 24 (ventiquattro, pari a minuti 1440 -  millequattrocentoquaranta - e a secondi 86400 - ottantaseimilaquattrocento -). Il tempo riservato a gesti o lavori utili, però, si è drasticamente ridimensionato. Oggi si dedicano alle attività più proficue un paio d’ore al giorno, sì e no.
Le ore e i minuti perduti a favore di una sempre più pervasiva imbottitura fàtica (il cui unico scopo è di mantenere in vita un simulacro di comunicazione umana: i messaggini, le mail, i salutini whatsapp) o di ovatta digitale (password, connessioni perdute e riguadagnate, portali istituzionali e privati) salgono a percentuali spaventevoli: sino a cannibalizzare l’ex orario di lavoro o il tempo da dedicare alla libertà dal lavoro.
Per tale motivo nessuno ha più un minuto da dedicare al prossimo: l’ha già sprecato tutto. Si tenta di profanare, quindi, la notte; invece di riservarla al riposo, queste ore vanno usate per fare ciò che non si è fatto di giorno, confidando che l’ossessività diurna plachi le sue ganasce almeno durante le tenebre antimeridiane.

03 gennaio 2020

Vanitas vanitatum et omnia vanitas [Il Poliscriba]

Il funerale del povero, immagine custodita da Ludwig van Beethoven in ricordo di Mozart

Il Poliscriba

2 gennaio 2020

Da alcuni anni ho preso l’abitudine, non so se sana, di leggere il Qoelet ogni primo di gennaio, in qualunque luogo mi trovi.
In genere, accompagno la lettura ascoltando la Messa di requiem in Re minore K 626 di W.A.Mozart, l’ultima sua opera incompiuta, portata a termine dal suo allievo e amico, forse l’unico vero amico, Franz Xaver Süssmayr.
Deceduto alcuni giorni dopo la stesura parziale del Requiem che, si dice, interruppe considerandola una
funesta premonizione su di sé, fu inumato in una fossa comune il 6 o il 7 dicembre 1791, secondo un decreto regio, allora vigente, voluto da Giuseppe II d’Asburgo-Lorena.
Nessuno è mai riuscito a rinvenire le spoglie del musicista, deceduto, probabilmente, a causa di una grave nefrite.
Morto a 35 anni: una bella età per lasciare il mondo quando questo è stato il tuo nemico, l’Arcinemico.