Roma, 6 febbraio 2022
Il Male serve il Bene. Ma il Nulla distrugge entrambi. Guardatevi dal Nulla, quindi.
Dapprima il PIL, quindi lo spread, ora l’inflazione. La scienza statistica, usata contro il popolo, è una contraddizione in termini. Anzi, comincio a pensare che il gergo tecnico sotteso equivalga a quello della malavita: “buiosa” (la galera), “la birra” (partita di droga), “paranza” (clan) sono in corrispondenza d’amabili sensi con “capital asset”, “future Clearing House” e “margine operativo netto”. Alludono, insomma, a truffe e raggiri a livello planetario; trovarvi una causalità interna, e persino una debole plausibilità logica, risulta impossibile. Se un presidente occidentale, democraticamente eletto, cicala in Parlamento di “commodity futures” o “development capital” egli, in realtà, lancia messaggi e segni immediatamente riconoscibili dai compari: come il palo a chi tenta la rapa all’arrivo della madama. Che questi termini (“commodity futures” e “development capital”) abbiano un senso proprio e che tale senso si intersechi logicamente con quello di ulteriori altri sino a formare una “scienza” è fatto non perspicuo; assai poco intuitivo; difficilmente accettabile, quindi, se non campato in aria. Di cosa sia composto un libro postmoderno di economia politica non saprei dire.
Il Festival di Sanremo, da quando fu istituito l’Auditel (7 dicembre 1986), è in costante miglioramento d’ascolti. Da tale banale constatazione, e dalle relative, catastrofiche, inferenze, dovremmo tutti venire in sospetto delle scienze statistiche propinate (= usate contro) al popolo.
Patrick Zaki, colonna patriottica della Repubblica Italiana, assediato da supplichevoli microfoni d’ogni parte e colore, insiste a vociferare in inglese. Pacioso, insulso, e apparentemente inoffensivo, quasi quanto la larga padella facciale di Romano Prodi, fintamente ebefrenica.