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04 maggio 2018

TRUMP-JONG-MOON [Il Poliscriba]

 
Il Poliscriba
 
Il Trumpangolo no, non l’avevo considerato
Kim Ki-duk

Ebbene sì, sono un cinefilo e temo che, nel mio caso, sia un modo per rifuggire dalla realtà del mio orticello, quanto dalla steppa bruciata dal freddo sociale calato sul presente, come l’orda tartara, esaltata in toni bianchi e neri, del perfetto Andrej Rublëv girato dal mio caro amico Andrej Tarkovskij.
L’ho detto e non mi tiro indietro.
Chiamo amici i Penati della cultura, i Numi tutelari di una Tradizione estinta o in via di estinzione; coloro che riescono a scuotermi meglio di quanto non riesca la traduzione dell’eponimo Shakespeare (lancia che scuote … per gentile concessione di Carmelo Bene)
Intrappolato nelle spire magiche del sogno maldestro di uno sciamano yaqui, il mio essere o il mio doppio spirituale, non saprei, comunica in preda a un solipsismo onirico con i giganti che calcarono la terra, i mari, i deserti, le alte cime, i fiumi in piena, i papiri ondosi, la carta di riso o quella ch’era una rigogliosa tundra medievale, rimasta intatta ancora nei primi del ’900, ai piedi di un paradiso uralico sapientemente rimembrato dall’occhio malinconico di Kurosawa nel suo profetico Dersu Uzala.