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01 ottobre 2017

La nazionale italiana è una cagata pazzesca


Pubblicato il 7 giugno 2016

Le adunate calcistiche dei bei vecchi tempi andati … le ricordo “come per suonno“, come in un sogno.
I ricordi ingigantiscono i contorni, sformano dolcemente le proporzioni; i volti, i dialoghi, gli impulsi. Solo in piena estate, nel primo pomeriggio, quando la canicola arroventa i tetti e i balconi, o, in campagna, fa schioccare vecchi tetti di lamiera, immobilizzando uomini e animali in uno stuporoso dormiveglia cullato dall’implacabile e misterico frinire delle cicale – solo allora, per pochi secondi, mi sembra di riafferrare quegli attimi d’infanzia; in modo immediato, vivido, definitivo. Persino gli odori sembrano ripresentarsi con una fragranza intatta e certa. Sono fate morgane della mente, miraggi del tempo perduto, impalpabili reperti che vivono a ridosso del vaporoso diaframma tra veglia e sogno.
Sì, ogni tanto, in quei precisi momenti, riaffiora la memoria di quei convegni estivi, vocianti, stordenti, irriducibili, inevitabili; per assistere alle partite della nazionale di calcio.

09 agosto 2017

L'italiano nuovo: ignorante, solo, inerme


Roma, 9 agosto 2017

Non è mai stata una questione di soldi.
Siamo stati poveri, pezzenti e luridi, ma siamo rimasti noi stessi.
I soldi non sono il problema, l'economia non è il problema. È l’acculturazione coatta il problema, l'indottrinamento. I soldi neanche esistono; se esistono, son solo il mezzo per distorcere l'umanità, sradicarla da ciò che è sempre stata e volgerla in barzelletta.
L’usura è usata per ridurre il vecchio ordine a un balocco in disuso, altro che ricchezza.
Dominare culturalmente reca il vero potere, e il potere, eventualmente, i soldi, la parte più evidente e meno importante tanto che i veri potenti i soldi manco se li portano appresso.
Gianni Agnelli girava (giustamente) senza portafoglio.
L’economia è il sicario della nuova etica al contrario.

Non è questione di bene o di male, bensì di sopravvivenza. La morale e l'etica nacquero per conservare, non per giudicare. Essere razzisti, avere costumi razzisti, misogini, antisemiti, omofobi significa essere sopravvissuti come italiani ai millenni. Solo un imbecille può credere che i comportamenti di un popolo obbediscano a moti reazionari o progressisti. Un popolo non è mai crudele invano, o spietato o dolce o babbeo perché, come credono su commissione i Saviano, i Mentana, i Lerner, le Gruber, vi è una sorgente favolosa di retrogradi e sciovinisti in grado di far sgorgare italiani retrogradi e sciovinisti. 
Un italiano odiava certi individui o etnie o comportamenti per istinto; e quell’istinto era istinto di sopravvivenza, consolidato nel tempo. 
Se obbediamo alla nostra natura conserviamo noi stessi; se la rinneghiamo in nome di una nuova etica imposta con l’inganno saremo perduti.

Questo sradicamento è voluto? Sì.