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09 aprile 2018

Dresda brucia ancora a Damasco [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

La civiltà meccanica e concentrazionaria produce merci e divora gli uomini. Non si possono fissare limiti alla produzione delle merci. La civiltà meccanica non si fermerà nella produzione delle merci se non quando avrà divorato gli uomini. E li divorerà nelle guerre, a masse enormi e a pezzi, ma li divorerà anche uno per uno, li svuoterà, uno per uno, del loro midollo, della loro anima, della sostanza spirituale che li faceva uomini. E sarebbe follia crederla capace di rendere un giorno felici, in un mondo fatto per essi, questi uomini disumani. Li distruggerà morendo essa stessa; essi periranno con lei, se simili uomini possono ancora pretendere il diritto e l’onore di morire. 

Georges Bernanos da La liberté, pour quoi faire?

Io non posso assolvermi, non posso farlo perché credo fermamente nelle mie responsabilità di fronte a questa civiltà che Bernanos denunciava e che nemmeno due guerre mondiali e due orribili totalitarismi, sono riusciti a cambiare.
Io sono responsabile, come ogni più minuscolo uomo, del mio essere di fronte all’uomo, a me stesso e prima dell’esercizio smisurato della critica sociale, o di qualunque critica di ciò che è altro da me, dovrei profondamente, indefessamente, senza sconti, mettere a nudo la mia carne e il mio spirito.
La menzogna, la maschera tragica o comica, quanto mi sono d’aiuto nell’arginare il nulla proteiforme che incessantemente tenta di forzare i miei spazi, i luoghi della decadenza civile dove non vivo ma sono vissuto, dove non parlo ma sono chiacchierato, dovo non penso ma sono progettato?
Uso la tecnica per espandermi o la sfrutto per nascondermi?
Uso la tecnica per interesse egoistico, narcisistico o inconsapevolmente mi faccio usare da essa scivolando tiepido, senza sussulti di coscienza, nel fiume di pixels che ci omologa di più e meglio di quanto non facessero i campi di lavoro e sterminio?
Io odio me stesso perché odio l’uomo.