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01 maggio 2021

Come si conquista una nazione

 

Unreal City, 1° maggio 2021

Come mai tutti questi programmini free per distorcere, sfigurare, invertire, deformare?
Il digital morphing è il luogo della scimmia, che, imitando gli uomini, si rende ridicola. E il diavolo è la scimmia di Dio. Lo specchio digitale che imita la figura umana trasformandola in qualcosa d’altro, a piacere; un piacere inebriante, polimorfico, che ha il potere di sfaldare la personalità umana.
Pochi si rendono conto del miracolo costituito dall’uomo. Come, dal fango, letteralmente, si sia arrivati a desiderare le stelle. Quale fuoco celeste abbiamo attinto, noi fortunati, per arrivare a questo? Quanto si è dovuto lottare, contro mostri oscuri, per dire, finalmente: “Riposa, mio cuore, questo è bello”? Cosa vuol significare Faust, in fondo, se non la volontà di metter fine all’ansia metafisica e al pericolo di ripiombare nel brodo primordiale? L’uomo è sopravvissuto nella dimenticanza della propria origine. E ora lo si vuole far ripiombare in essa, nel brago fondo della dissoluzione. Stracciando lentamente in brani ciò che è: scomposizione di sé stessi, morphing fisico e psicologico: i vecchi ringiovaniscono, i giovani invecchiano, ci si trasforma in donne, uomini, bestie; le braccia sono di un altro, le gambe di un’altra. L’unità di mente e corpo è infranta in mille pezzi, il cubismo e il postmoderno reclamano la propria vittoria. L’essere umano è una cosa fra le cose, fungibile, intercambiabile; può digerire qualsiasi cosa, le nequizie e le umiliazioni più nere, l’etica e il dover essere arrivano a liofilizzarsi in uno scherzo demoniaco, da oranghi con la pipa.

Come si conquista una nazione?
Dall'interno.
Serve un'utopia secolare e degli uomini disposti a coltivare ferocemente altri uomini.
Anni Sessanta.
Il Grande Partito Italiano Sovietico osserva.
Centinaia, migliaia di giovani.
Maschi.
Ne sceglie, dopo attenta ponderazione, e ricognizioni cautelose, da servizio segreto, alcune decine.
Li coopta.
La fede è in loro continuamente rinsaldata, sino a un fanatismo freddo, impassibile.

16 aprile 2020

Aridateci la nostra libera schiavitù [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Colpo di Stato, ma che colpo se lo Stato qui non c’è ...

Stefano Rosso

Caro a-micco ti scrivo,
così mi distruggo un po’ e siccome sei a un metro di distanza, più forte ti eviterò.
Forse mi sono sbagliato: vivevamo, prima del virus, nel migliore dei mondi possibili.
Nessuno si lamentava dei turni di lavoro, dei contratti atipici di ogni sorta, delle 70 adempienze fiscali annuali per partita IVA, di Equitalia, dell’estorsione del Canone RAI (a quando la paytv?), delle garanzie estreme per accendere un mutuo, degli affitti esosi, del costo della vita, delle zone a traffico limitato, della serqua di divieti e delle trafile burocratiche per “semplificare” l’esistenza urbana e mantenere sistemi di sfaticati, parassiti e ‘o guappi ‘e cartone.
I sociologi hanno scritto un sacco di fregnacce sulla crisi delle masse prodotte dal turbocapitalismo.
Le folle solitarie, le chiamavano; la società liquida e quella dei servizi del primo mondo mantenuta dalla globalizzazione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo nel resto del pianeta; la distruzione del padre e della famiglia, la donna assurta a utero in affitto, macchina tra le macchine e la transessualità ... il buio oltre la papera secondo Benigni.
Favole, ben retribuite, frottole un tanto al chilo.