30 aprile 2022

Chiude la favola dell'Illuminismo: muoviamo ad tenebras

Roma, 30 aprile 2022

E luce in tenebras … L’eclisse della ragione, della compostezza, persino di un bisunto buon senso, pare ormai sul punto della piena attuazione. Ogni giorno assistiamo a una gragnola di contraddizioni e pervertimenti, talmente smodati e compiaciuti da far dubitare della nostra sopravvivenza.
Siamo tutti in pericolo.
Perduta la gravità, il decoro, la pudicizia; in altre parole, la civiltà. Lo smalto sul Nulla, direbbe Qualcuno … eppur sempre qualcosa. Il ghiaccio sottile che impediva di sprofondare … ecco qui … lo schianto e l’inghiottitoio, ben in vista.

Un tale (di quanta gente devo disfarmi prima di rimanere solo?) attacca la solfa dei cognomi. Id est: una serie di osservazioni sulla sentenza della cosiddetta Corte Costituzionale per cui passa nella dimenticanza il cognome maschile et cetera … scelta cognome materno … a favore di una libertà di scelta et cetera nel quadro di una depatriarcalizzazione et cetera … libertà again … pari opportunità et cetera … finalmente … era ora … al primo si aggiunge un secondo interlocutore che, pure lui, non se ne può fare a meno, ha da defecare le proprie breccole materiate di inessenzialità: c’è il pericolo di assommare vari cognomi nelle generazioni che si succedono (come se il figlio di Angelo Maria Torretta e Marilena Frescobaldi fosse un princeps degli Antonini) et cetera ... s’origina, poi, confusione amministrativa … non era questo il momento et cetera ... ben altro servirebbe … oggi … ben altro ... i due omarini la pensano in maniera diversa … forse … ma li vedo privi di passione, snervati, alla fin fine disposti a trangugiare la merda più fetente … la convinzione non esiste … tutto nasce per il gusto di una polemicuzza sterile … da pantofole e cubicolo … tali gli individui che mi disgustano di più … sono i Farinelli del ragionamento … gli va bene tutto nonostante scrollino la capoccia come i cani-pupazzo che si mettevano dietro il vetro posteriore dell’auto negli anni Settanta … o tempora o mores!, cicalano … e il muso da ciondoloni che va su e giù, o di qua e di là … a seconda di una labile approvazione … o di una tenue disapprovazione … anche se in realtà non approvano o disapprovano nulla … e scuotono ancor meno, ovviamente … poiché è l’automobile su cui viaggiano a determinare il "sì" o il "no", anzi son le buche e i dossi della Storia a far scartare e sbalzare il catorcio della propria epoca inducendo i moti del “sì” e del “no” … le opinioni son conseguenze dell’andatura … opinioni di terza mano, guanti leggeri di una potente mano a loro invisibile …

19 aprile 2022

Una partitocrazia immonda

Avanti poppolo ... 

The Great Reset ovvero L’Immane (Ri)Programmazione. Immane (latino immanis “crudele, perfido”, poi “spaventevole” e quindi “gigantesco, enorme”’, der. dell'arc. manis e manus “buono, adatto, giusto” [cfr. agli Dei Mani] col prefisso in “non” et cetera) ovvero universale, spaventoso nella estensione, crudele (a freddo, spietato) e perfido cioè senza fede (cfr. la per-fidia degli Ebrei et cetera); Ri(Programmazione) (latino tardo programma, greco πρόγραμμα der. di προγράϕω “scrivere prima”) ovvero solo Programmazione se si è atei materialisti o Riprogrammazione nel caso si abbia fede in una Programmazione Sacra Oltremondana et cetera. 

L’Immane (Ri)Programmazione (IR) avviene, proprio ora, sotto i vostri e i "gli ochi nostri tenebrosi” grazie all'incanto d'una azione entropica su scala universale, materiale e spirituale. Essa consiste nel ridurre ogni essere umano, dotato finora di personalità modi e sentimenti peculiari, a unità fungibile e intercambiabile. Uno vale uno (= uno vale l'altro, id est uno vale quanto un cane o un gatto = tutti valgono nulla). Di qui l’alluvione di change, podemos, si può fare, cambiamento et cetera che ritroviamo nelle Rivoluzioni Colorate dai Sessanta in poi; di qui, del pari, l’equivoco, da parte di qualche allocco, che si tratti di comunismo (il socialismo reale, coi suoi milioni di sacrificati, al confronto diverrà, nella considerazione dei resettati a venire [homunculi, omarini, esserini del futuro] un déjeuner sur l’herbe … al netto delle formiche, s’intende).

Cupio Dissolvi. Solve et Coagula. Lasciamo perdere, se si vuol capire davvero, categorie ridicole come il nazismo, il fascismo, il comunismo. Speranza non è né nazista né comunista. La Storia è troppa stratificata e complessa per ridurla a tali mascheramenti effimeri. Volete comprendere o no che qui è in gioco la sopravvivenza del genere umano stesso? E si vuol giochicchiare con le svastiche? Questi anelano a farsi Alchimisti dell’Ultima Thule e stiamo a cianciare del battaglione Azov?

IR si serve della globalizzazione per favorire "l’uno vale uno" materiale (migrantismo, delocalizzazione, pandemie, liberismo) e spirituale (secolarizzazione, insignificanza della morale e dell’etica, ripudio della gerarchia e della diversità culturale, pervertimenti polimorfi et cetera). Le due ganasce (Usura e Politicamente Corretto) mirano a polverizzare definizioni e differenze in modo da agire su un’umanità malata, plasmabile a piacere, omogenea: in-differente. Senza scampo poiché il retaggio tradizionale (oscurato o ridotto a barzelletta o a grumo ripugnante di orrori) più non fornisce chiavi di lettura del presente o, addirittura, i modesti bagagli della sopravvivenza (ciò che, una volta, si chiamava genio del popolo, arte d'arrangiarsi et cetera).

Ma torniamo a noi. Partitocrazia immonda … La locuzione è di derivazione pannelliana. Tanto famosa da assurgere a refrain comico di qualche imitatore d’antan (Gigi Sabani, se ricordo bene).

16 aprile 2022

Buona Pasqua

 

Non è facile apprezzare Piero della Francesca. Un autore ostico, come un'aspra lirica petrosa di Dante Alighieri. Ma chi sono, Dante e Piero? Possiamo avvicinarli con cautela, gradatamente; l'appressamento potrebbe, se si è discepoli tenaci, svelare la comprensione: solo allora, in quel baluginio, si potrà godere d'una parvenza di autentica felicità - una felicità concettuale, e fisica. In quel momento (sono frazioni di secondo) è possibile apprendere qualcosa di simile alla Verità. Tale Pasqua, che consuma sé stessa in attimi brucianti, non sempre è permessa. Si passa una vita ad attenderla. In più di mezzo secolo ebbi la sensazione - forse ingannevole - di tentare il Passaggio solo rarissime volte. E se fosse stata, ogni volta, una fata morgana? Non so. Quei lampi li ricordo ancora, però. Son essi che m'inducono alla persistenza nella vita. Lo scialo di triti fatti, giorno dopo giorno ... pesante, continuo; cosa aspettarsi ... nulla? ... una melanconia crepuscolare, infine, diversa e strana: e, lungo la strada, voltarsi a quel grido inaspettato: "Cleopa, Cleopa! ... dimmi: chi è quel Terzo che, sempre, ti cammina accanto?".

06 aprile 2022

Troppo ridicoli per continuare a esistere

Quale divinatore avrebbe mai potuto intuire che l'uomo decisivo per la disfatta era quello a destra? Non si sottovaluti, quindi, il traditore più sciocco, il servo più sguaiato, l'accademico più ottuso: fra loro si cela il carnefice.

Roma, 6 aprile 2022

Provo una irresistibile avversione per Jorge Bergoglio. Sono insorgenze dell’anima che è arduo definire; più facile spiegarle col ricorso all’autobiografia personale. In altre parole: se io sono così, e ho vissuto in tal modo, è inevitabile e psicologicamente logico che provi ripugnanza per un tal individuo. Quelle maniere false, buoniste, felpate; la pervicacia nel girare attorno al vero cuore del problema; l’ostinazione, questa ossessiva, di negare, con minuscoli atti di volgare eresia, il patrimonio di cui si dovrebbe esser custodi; ma sì … la volgarità soprattutto, la volgarità: il viso floscio, lo sguardo torbido, fintamente accomodante, l’umiltà arrogante, le trippe ben soddisfatte. Un gaudente che se la spassa, in ultima analisi - la bisboccia temporale camuffata dal cicaleccio da Assistente Sociale Universale mentre adempie al compito di liquidare una delle ultime roccaforti metafisiche dell’umanità: la Vergine donna di strada, a esempio, a lordare la figura non della Santa, ma il ruolo della Madre, in ogni sua nobile accezione. La mancanza di gravitas, dei segni d’un interna sofferenza, la povertà nell’eloquio (che non è semplicità, ma specchio d’una pochezza intellettuale sconcertante), l’antipatia ch’egli patisce nel riandare alla straordinaria complessità del Cristianesimo ridotto a teoria di santini politicamente corretti, lo squallore della perfidia gesuitica, ciò in cui eccelle, per cui l’oggetto del suo odio - il Vangelo - viene utilizzato strumentalmente per umiliare i simboli portanti del Vangelo … La piazza di San Pietro, a esempio, ormai un immondezzaio a cielo aperto sol perché il Trippone Argentino ha deciso di far dormire i barboni sotto il colonnato - l’ex piazza, sfregiata da metal detector, transenne orripilanti, imposture artistiche e guardie svizzere che si grattano i coglioni. E lui, dal finestrone domenicale, si compiace di tutto ciò, fra un predicozzo e l’altro … felice nella disfatta … perché quello è il suo compito, la disfatta … è allora che mi vien voglia di arrivargli alle spalle per scaraventarlo, di peso, giù di sotto - un tonfo attutito sarebbe la breve eco di una profezia quasi realizzata in pieno, quella del Mysterium iniquitatis di Quinzio ... e dell’ultimo Papa di San Malachia …

Ora è tempo di preghiera. Di pregare. L’Argentino: pregate per la pace! Preghiamo per la pace! Ma poi cosa significa: preghiamo per la pace? Senza la guerra la pace è insensata, è veleno. L’Europa ha avuto Pontefici che hanno promosso guerre; a qualche tiro di schioppo da me, nella cappellina presso il severo casale di campagna che s’era fatto erigere, Pio V aspettò l’esito della battaglia di Lepanto. Allora?

È un post di alleggerimento questo, l’ho scritto in poco più di un’oretta, di getto. Giusto per fare qualcosa perché non ho voglia di fare alcunché. L’impulso occasionale è stato un librettino altrimenti trascurabile, scritto da un tal Gideon Defoe (Atlante dei paesi che non esistono più) di cui mi ha, però, divertito una frase in quarta di copertina: “I paesi muoiono. A volte è un omicidio. A volte è un incidente. A volte è perché erano troppo ridicoli per continuare a esistere”. Dubito che Defoe l’abbia coniata pensando all’Italia eppure la frase è là; e individua un destino.