29 gennaio 2019

Galeotto fu il canotto


Roma, 29 gennaio 2019

A queste latitudini ci si è occupati spesso della sedicente sinistra.
La sinistra l'ho inquadrata in un processo storico di progressivo immiserimento: dal socialismo del pane sino alla rarefazione dei diritti civili. I diritti civili, non sostanziati dal pane, infatti, sono quello che sono: niente (o prese per i fondelli).
Il protagonista della liquefazione della sinistra è il sinistrato.
Il sinistrato è diviso fra Jekyll e Hyde.
Jekyll, l'idealista, persegue il diritto civile, cascame ridicolo e parodico dell'antico socialismo.
Hyde, l'occulto, anela i denari, gli agi e le prebende che l'indotto dell'attuazione di quel diritto gli riserva.
Esempio.
Il diritto alla libertà di espressione degenera, ridicolo, nel diritto all'amore libero (LGBT).
Il sinistro Jekyll reclama con forza e a suon di periodiche pagliacciate (Gay Pride) tale istanza (in una democrazia permissiva, si badi).
Hyde passa all'incasso grazie ai finanziamenti a questa e quell'altra lobby e associazione (nata dall'oggi al domani) dove tali diritti vengono, presumibilmente, adorati, analizzati, laccati, tatuati, scarnevalati, declinati, introiettati, permanentati.

La destra, tuttavia, non è da meno.
Forse è ancor peggiore della sinistra.
Come possa gente come Meloni e compagnia rappresentare il cuore duro e puro della tradizione italiana non è dato sapere. In verità: perché la Meloni è considerata di destra? Nessuno lo sa.


25 gennaio 2019

Il bomber


Roma, 25 gennaio 2019

Il “Corriere della Sera” imbraccia la chitarra Echo, residuo del bel tempo che fu, e intona la sua lagna: “Non mi hanno ancora chiamato, non so quando dovrò partire, né dove mi porteranno”.
A parlare è un tal Ansou Cisse, giovanotto del Senegal, punto di forza della Castelnuovese, la squadra di Castelnuovo di Porto, ameno paesino fuori Roma, lungo l’avita consolare Flaminia, nonché, da quel che si capisce, della squadra atletica vaticana (vedremo poi perché).
Il CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Castelnuovo di Porto è stato appena smobilitato; e con lui l’anzidetto Ansou.
Dopo le predette notazioni da Garage Olympo, il Nostro tenta vago la lira di una a stento trattenuta disperazione: “Mi trovo benissimo, tutti mi vogliono bene. L’altro giorno  il capitano dela squadra si è messo a piangere per telefono quando gli ho detto che mi vogliono mandare via. Non sappiamo cosa fare”.

19 gennaio 2019

Non brinderò all’altrui tristezza


Roma, 19 gennaio 2019

Se avessi usato la penna d’oca e il calamaio potrei ora affermare: “Non s’eran ancora asciugate le mie note sulle lagne di De André e su Cesare Battisti, allorquando …”; il digitale ti toglie il piacere anche di tali giri di parole, oltre alla bellezza della penna d’oca e dell’inchiostro nel calamaio, ovviamente. Ma cosa sta dicendo!? Ma sì, è inevitabile. La liturgia della scrittura, oggi completamente scomparsa, predisponeva l’uomo a una miglior prosa e una intelligenza superiore degli eventi; la liturgia rallenta, pacifica la mente, ferma la mano frettolosa e la foga, impedisce pensieri scarmigliati, fa disapparire l’inutile. C’è da porre attenzione a molte cose. La carta da scegliere, anzitutto, la posizione di braccia e mani, la calligrafia (la bella grafia), le colature, le asciugature, gli svolazzi, i rientri, la postura, gli eventuali errori, il periodare, i tomi da consultare, spesso sull’ultimo ripiano dello scaffale: quando si era molto fortunati o molto ricchi.

Johann Joachim Winckelmann, l’idealista della grecità, una vita di studioso al servizio di Apollo, uno con le toppe sul didietro, poteva contare, a Jena, se ben ricordo, di una sola ora al giorno nella biblioteca universitaria - una biblioteca che possedeva circa 10000 volumi, frutto di lasciti disorganici (di professori, ex allievi), e che non vantavano nemmeno l’onore d’uno schedario o la possibilità d’esser presi in prestito.

15 gennaio 2019

Lagne


Roma, 15 gennaio 2019

"Dall’aria triste e meditabonda, Fabrizio De André ha svolto negli anni passati il ruolo di cantautore impegnato, ma non troppo … borghese di nascita … rifiutava d’esibirsi in pubblico fino a quando le vendite dei suoi dischi hanno subìto un tracollo. Allora s’è esibito alla Bussola prima di confrontarsi con tutti coloro che avevano sprecato tempo ad ascoltar le sue lagne. Le migliori esecuzioni dei suoi pezzi si ascoltano sulle spiagge e sui monti, quando un chitarrista che conosce due accordi vuol consolare l’amico di una sbronza finita male".

Da Il libro bianco del pop in Italia, 1976

Se l’umanità e l’Italia hanno deciso di suicidarsi a me va bene.
Non rimane che dedicarsi alle minuzie.
Oggi leggo, a proposito dell’arresto di Battisti, una fluviale sequenza di opinioni.
A volte non richieste, altre autoreferenziali (ricordi di gioventù), quasi mai perspicue, spesso stupide.
Stupide, ovvero inutili; e non perché siano unicamente dettate da uomini stupidi, ma perché mai si elevano al di sopra della baruffa. Che l’arengo politico italiano sia scaduto a lite perpetua da comari non è cosa di oggi. Va bene così. I cinesi mandano navicelle sulla luna? E noi discutiamo di Battisti. In Cina, infatti, Battisti sarebbe stato giustiziato negli anni Settanta. E, infatti (è la seconda volta che lo uso, lo si noti), i Cinesi spediscono navicelle piccine picciò sulla luna. E che relazione ci sarebbe, potrebbe obiettare un panzafustaro digitale? [il panzafustaro è una via di mezzo fra un trippone e un saputello: che fa il fusto, con fare arrogante, liquidando le obiezioni, di solito, con citazioni oscure: “Ah ah ah studi i trattati tedeschi dell’Hayez o del De Gomera e poi ne riparliamo!”; “Ma cosa dice? Non ha visto le statistiche edite dal Centro Studi Ausonia? Li legga, e li comprenda prima di pontificare! Se ne è capace!”; cose del genere]. Una relazione molto semplice, dico io.

10 gennaio 2019

Gli ultimi giorni dell’umanità


Roma, 10 gennaio 2019

Di fronte alla cascata di pongo colorato di Jeff Koons (Play-Doh, 1994-2014) una selva di interrogativi affollarono la mia mente. Erano altri tempi, in cui vagheggiavo con forza la distruzione del nemico. Altri tempi, appunto: pochi anni, in realtà, mi separano da quell’apparizione; ognuno, oggi, pare essersi diviso meioticamente tanto che quell’evento (o meglio: la mia personale reazione a quell’evento) ora sfuma nelle nebbie di un’epoca antidiluviana, ancora vanamente strutturata dalla speranza.

La speranza, infatti, è svaporata via, ineluttabile. Mi appaiono puerili le armi dell’ironia, dell’odio e la potenza brutale del disprezzo contro tale manifestazione del nichilismo. La cascata di creta per bambini di Jeff Koons appare, invece, come uno stadio ulteriore e inevitabile della dissoluzione. Che alcuni uomini (critici, galleristi, babbei) consentano a tale plateale epifenomeno del nichilismo è assolutamente marginale; che il “popolo” non apprezzi l’arte postmoderna è, di nuovo, secondario: la apprezza, infatti, per vie traverse come quando si sdilinque per altri orrori, ben più quotidiani.

03 gennaio 2019

Terre piatte e alieni di Capodanno


Roma, 3 gennaio 2019

Ho sentito sfiorarmi un vento: l’ala dell’imbecillità
Charles Baudelaire
 
Il buon Massimo Mazzucco, da cui mi separa, oltre a una larga popolarità e all’empatia, che mai ho posseduto, la fegatosa disistima del mondo e degli uomini presenti (egli, al contrario di me, ha ancora qualche razionale speranza), pubblica uno scherzoso post natalizio; su cosa? Sulle convinzioni, granitiche, dei terrapiattari, ovvero di coloro per cui la Terra, la nostra amabile Terra, ha forma, appunto, d’un piatto: è una piattaforma.

https://www.luogocomune.net/LC/20-varie/5115-battuto-il-record-storico-di-velocit%C3%A0-a-piedi

Il succo dello scritto anzidetto: un tal Colin O’ Brady, americano dell’Oregon, “è riuscito ad attraversare l’Antartico”, “da costa a costa”, in solitaria, senza aiuti e rifornimenti esterni se non quelli stipati in una slitta.
54 giorni di marcia e circa 1500 chilometri nelle nevi perenni.
Questo nella realtà. Nelle fantasie dei terrapiattari, però, l’Antartico è il bordo della terra: in tal caso (cioè se le loro fantasie fossero realtà) il Buon O’Brady, avrebbe percorso, sempre in 54 giorni, 20.000 chilometri.
Mazzucco, onde satireggiare la loro teoria, ha finto di aderirvi: di qui il titolo Battuto il record storico di velocità a piedi: