Roma, 12 luglio 2019
Ho
recentemente letto, nel breve spiraglio di luce della follia digitale che, ogni
tanto, mi concedo, lasciando filtrare la parte d’irrealtà che mi circonda,
dell’introduzione di una nuova pillola della “buona morte”, riservata agli over
seventies, sani o insani che siano: in Olanda.
In Olanda, par di capire, un settantenne, o su di lì, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, pur non affetto da particolari infermità, e nemmeno agonizzante quindi, anzi, forse anche in buona salute, se non arzillo, vanta ora la piena capacità giuridica di recare a sé stesso la morte: previo, languido, accertamento (par sempre di capire) dello Stato (olandese, in tal caso).
In Olanda, par di capire, un settantenne, o su di lì, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, pur non affetto da particolari infermità, e nemmeno agonizzante quindi, anzi, forse anche in buona salute, se non arzillo, vanta ora la piena capacità giuridica di recare a sé stesso la morte: previo, languido, accertamento (par sempre di capire) dello Stato (olandese, in tal caso).
Tali
notizie non le approfondisco mai. Leggo due o tre righe, velocemente. Mi ci
soffermo un poco, poi le elimino dal cerchio della coscienza per non rimanere
invischiato da tale brago di meschinità, dal pantano asettico a cui hanno
ridotto una civiltà.
La
prima domanda che l’ingenuo si pone a fronte di tanta devastazione è quella più
inutile: “Questa notizia è vera o è
falsa? È una suggestione spettacolare, una provocazione o davvero l’ennesima
catabasi nella piena Libertà Nichilista, paludata da riforma
liberaldemocratica?”.
Chi
ha ben compreso l’essenza dell’informe, del pensiero debole e dell’aleatorio
che dominano incontrastati i cieli dell’Occidente e, quindi, del mondo tutto,
sa, con indefettibile certezza, che il vero e il falso sono ormai categorie
inservibili per giudicare il Potere.