Roma, 16 ottobre 2017
Se si vuole analizzare la merda non occorre entrare in un laboratorio bensì scendere nelle fogne.
Basta coi libri di testo seriosi, i trattatelli sulla moneta, le elucubrazioni noiosissime sulla Catalogna, gli andirivieni concettuali sull'Euro ... andiamo a spalare la merda.
Mi hanno insegnato più Laura Boldrini e Capezzone sullo stato delle cose che viviamo che non il gradasso zerohedge.com.
E così non mi sono lasciato sfuggire il saggetto di Michela Marzano: Papà, mamma e Gender.
Michela Marzano, giornalista di Repubblica e Vanity Fair, filosofessa, professora ordinaria all'Université Paris Descartes (la Francia è sempre la ridotta preferita dai sessantottini di risulta), curatrice di una collana di saggi per la PUF e deputata (non da me) presso il sedicente Parlamento della sedicente Repubblica Italiana.
Spala, vecchio Alceste, spala ...
E io l'ho letto.
Se, per un incantamento, Michela Marzano mi sedesse accanto direbbe subito: non hai capito niente!
È la sua tattica. Ma il libro l'ho capito … alla fine capisco tutto.
Non ho mai letto Benjamin o Foucault o Lacan né ho intenzione di farlo.
Però ho il naso per gli indizî, pur minimi. E per le facce.
Sono un impasto di Holmes e di Lombroso.
I libri li capisco, a fondo, al di là delle intenzioni dell'autore. Il non detto, spesso, è più importante dell'evidenza.
Certo, non sono un accademico.
Più uno sbarazzino del pensiero, diciamo.
Il blog mi serve per fare il monello del pensiero forte. Lo preferisco. Meglio fare il buffone di corte di Aristotele che il ciambellano dei gaglioffi di Francoforte.
E così, lo ammetto, i libri, prima di leggerli, mi piace sfogliarli con fare da Brighella ... ogni riga nasconde un indizio ... o uno sghignazzo, fate voi ... a pagina 56 di Papà, mamma e Gender, leggo:
"Prendendo la parola durante un seminario di poesia a Stanford, la scrittrice statunitense Audre Lorde, che amava definirsi 'nera, lesbica, femminista, guerriera, poeta e madre' " ...
Tombola! Anzi: cinquina. Si è dimenticata di dire: antifascista, ma forse è implicito. Noterete subito l'essenza di questa gente. La supponenza, lo sprezzo del ridicolo, l’improduttività creativa, l'alta autoconsiderazione (così comune fra le progressiste del capitale), l'orgoglio ostentato, l'alterigia di chi si ritiene sempre nel giusto, un'arroganza pronta a mutarsi in vittimismo aggressivo ... tanto più sprezzante quanto più rifocillata dal capitale ... e il capitale è, ovviamente, asessuato, mai patriarcale ...
Scrittrice statunitense, poi, è già un bell'ossimoro ... guerriera, e che battaglie combatte? ... roba da chiodi ... poeta? ... e leggiamo questa poesia, dai:
Dalla mia carne affamata
dalla mia bocca esperta ...
La curva del tuo corpo
si modella nella mia mano in attesa
la tua carne calda come luce del sole
le tue labbra rapide come uccellini
tra le tue cosce il dolce
acuto gusto del lime ...
Prima che la luna tramonti ancora
noi verremo insieme.
Non ho mai letto Benjamin o Foucault o Lacan né ho intenzione di farlo.
Però ho il naso per gli indizî, pur minimi. E per le facce.
Sono un impasto di Holmes e di Lombroso.
I libri li capisco, a fondo, al di là delle intenzioni dell'autore. Il non detto, spesso, è più importante dell'evidenza.
Certo, non sono un accademico.
Più uno sbarazzino del pensiero, diciamo.
Il blog mi serve per fare il monello del pensiero forte. Lo preferisco. Meglio fare il buffone di corte di Aristotele che il ciambellano dei gaglioffi di Francoforte.
E così, lo ammetto, i libri, prima di leggerli, mi piace sfogliarli con fare da Brighella ... ogni riga nasconde un indizio ... o uno sghignazzo, fate voi ... a pagina 56 di Papà, mamma e Gender, leggo:
"Prendendo la parola durante un seminario di poesia a Stanford, la scrittrice statunitense Audre Lorde, che amava definirsi 'nera, lesbica, femminista, guerriera, poeta e madre' " ...
Tombola! Anzi: cinquina. Si è dimenticata di dire: antifascista, ma forse è implicito. Noterete subito l'essenza di questa gente. La supponenza, lo sprezzo del ridicolo, l’improduttività creativa, l'alta autoconsiderazione (così comune fra le progressiste del capitale), l'orgoglio ostentato, l'alterigia di chi si ritiene sempre nel giusto, un'arroganza pronta a mutarsi in vittimismo aggressivo ... tanto più sprezzante quanto più rifocillata dal capitale ... e il capitale è, ovviamente, asessuato, mai patriarcale ...
Scrittrice statunitense, poi, è già un bell'ossimoro ... guerriera, e che battaglie combatte? ... roba da chiodi ... poeta? ... e leggiamo questa poesia, dai:
Dalla mia carne affamata
dalla mia bocca esperta ...
La curva del tuo corpo
si modella nella mia mano in attesa
la tua carne calda come luce del sole
le tue labbra rapide come uccellini
tra le tue cosce il dolce
acuto gusto del lime ...
Prima che la luna tramonti ancora
noi verremo insieme.
Molto ben ca-cantata: una leccatina fra signore, insomma, via ... venire insieme, che bella metafora: il viaggio ... il viaggio ... che fa tanto Kerouac ... e pure la spruzzatina ... pronta per il Nobel, 'sta roba ... e pensare che io ero rimasto, in tema di baci oltraggiosi, alla tenzone di Arnaut Daniel con Raimon e Truc Malec ...
Fiero, laido e peloso è il corno, e inchiude
un profondo palude
dove olezza un vischioso piaccichiccio
che fermenta e trabocca,
e non c’è giorno che non sia umidiccio.
No, non ammetto che sia vero amante
chi al corno accosta la bocca
Ma che ti vai a ricordare!
Il problema è che io sono vecchio ... vecchio ... ho 343 anni … per fortuna c'è una guerriera gender che mi ricorda queste lappatine ... in quanto alla poesia … non voglio dire che tali versi sian malaccio ... andanti, direi ... umidicci, appunto ... anche se possedevano forse più grazia le rime baciate che osservavo sul muro del mio liceo, davanti alla coppa del cesso:
La noia è tanta
la fica manca
sul cazzo scivola la mano stanca
una terzina (imperfetta, lo riconosco) che mi toccava giocoforza leggere tutte le volte che svuotavo la vescica quindicenne, col Mandrino appoggiato alla mano sinistra, e lo sguardo perso nel vuoto ... come sempre accade in quegli attimi di breve deliquio, allorché il deflusso liberatorio, spesso lungamente agognato, si risolve in una intensa quanto fuggevole gioia ...
Ma chiudiamo la parentesi da Brighella e torniamo a Michela Marzano e a suoi apoftegmi da maestrina. Eccone uno:
"Lottare contro le discriminazioni significa innanzitutto smetterla di pensare che esista un orientamento sessuale 'buono' e un orientamento sessuale 'cattivo'. Significa quindi equiparare effettivamente l'eterosessualità e l'omosessualità senza più suggerire che ci sarebbe, da un lato, un'eterosessualità normale, positiva, sana e, dall'altro lato, un'omosessualità anormale, negativa, malata ... chi dovrebbe guarire ed esattamente da che cosa, dal momento che l'omosessualità, esattamente come l'eterosessualità, è solo un orientamento sessuale?"
E perché c'è la discriminazione? Perché ci sono i terribili stereotipi:
"È normale che la mamma metta il grembiule per cucinare e che il papà indossi giacca e cravatta per andare al lavoro? È naturale che una bimba sogni di diventare una ballerina e un bambino sogni invece di fare il calciatore? Non è ormai chiaro che tutti questi ruoli sono stereotipati e che gli stereotipi imprigionano?"
E poi:
"Esistono ruoli familiari e ruoli coniugali, ruoli da 'donnina di casa' e ruoli da 'maschietto ribelle'. La donna fatta solo per sposarsi e, magari, essere sottomessa al marito. L'uomo per fare carriera e partecipare alla vita pubblica. Ruoli e stereotipi, certo, sempre meno presenti rispetto al passato. Ma che persistono. Eccome se persistono".
Il succo della questione (in un guscio di noce) è: siamo prigionieri in ruoli innaturali. Innaturali poiché sociali e culturali (e quindi relativi). Occorre liberarsi da tali ruoli stereotipi imposti da una storia ingiusta e illiberale e far sì che un maschietto, se gli va, si vesta come Donatella Versace e la femminuccia, se le va, guidi un autotrasporto da trenta metri scatarrando negli autogrill Pavesi.
Questa la libertà, questo il progresso.
Che agli Italiani oggi serva una busta paga decente alla signora interessa poco. Mai si è stati così lontani dal pane. Oggi tutti vogliono darti le rose, ma le rose, o la bella vegetazione, come apprende a proprie spese un personaggio di Shakespeare, non si mangiano. Solo chi non ha problemi di pane può sbizzarrirsi in tali perversioni, come la coppia di Hollywood che permette al proprio figliolo di vestirsi da principessina.
Nel tentativo di dare consistenza alle fanfaluche gender la Marzano dispiega la tattica consueta: non afferma quasi mai positivamente, ma sempre in reazione negativa verso chi nega tale ideologia (genitori, insegnanti, movimenti ...). La prima parte è così un continuo sgranare i grani del rosario della Madonna della Negazione: no, non è cos ... è, invece, il contrario di così ... voi non capite perché siete dei reazionari ... siete confusi ... non si sa se per ignoranza o perché cattivi dentro ... non mi capite ... non ci capite ... sono stupefatta ... non è così ... non ho mai detto ... non è stato mai fatto ...
Poiché sono magnanimo voglio risparmiarvi la lettura. Anche perché le centocinquanta pagine del libretto, nonostante la melina della signora, possono aggrumarsi in tre parole, queste:
"L'amore ... non ha né sesso né genere"
un motto che, converrete, sa un po' di John Lennon e un po' di Coca Cola.
Questo inno all'amore, al futuro, alla felicità e al sesso liberato, declinato in una prosa a mezzo fra Susanna Agnelli e Harmony, e infarcito di noticine a pie' di pagina che riesumano il più vieto armamentario di derivazione controculturale, è, alla faccia della libertà, una delle tante buccine che annunciano i cavalieri della Dissoluzione. Michelina, però, è innocente.
Michela Marzano, infatti, è solo una nababba profumata e sinistrata che scrive senza rendersi conto che la vita, quella vissuta e vera, scorre sotto i suoi tacchi rosa (notazione genderizzante, lo ammetto).
Tutto il tran tran PolCor, in fondo, non è che il passatempo, generosamente retribuito, di una infornata accademica di altoborghesi senza troppe cure terrene messi lì da chi sa per fargli starnazzare ciò che starnazzano.
Dire che i ruoli sono pure costruzioni sociali già non convince del tutto ... e prima chiediamoci: perché ci sono tali ruoli e tali stereotipi e non altri?
Mi ha sempre incuriosito la descrizione del comportamento di una varietà di gazzelle, dette gazzelle di Thompson. Cosa fanno tali gazzelle? All'avvicinarsi di un predatore alcune di esse, nel branco, prendono a saltare in maniera ostentata, distinguendosi dalle altre, che rimangono ferme e timorose.
Quale l'origine di tale costume?
Gli etologi si dividono. Ardrey parla di "altruismo": le gazzelle saltatrici si fanno notare dai predatori, immolando sé stesse per la salvezza di tutte. Zahavi di "egoismo": come se le saltatrici comunicassero al predatore: "Guarda come riesco a saltare alto, sono ... una gazzella sana e in piena forma, non mi puoi prendere, saresti molto più saggio a cercare di prendere la mia vicina che non salta così in alto!" (il corsivo è di Richard Dawkins).
Il loro comportamento, comunque lo si voglia interpretare, davvero singolare per l'occhio comune, risulta invece profondamente logico. Logico. Profondo. La natura ama nascondersi, l'origine delle cose ama celarsi agli sguardi volgari ammoniva Eraclito.
In altre parole: quanti millenni di evoluzione e logica nasconde questa stramberia? Quanta sofferenza, quanto sangue, quanti millenni ci son voluti per distillare il comportamento delle gazzelle, per sciocco che sembri? E perché si concretò, come una stalattite di puro ghiaccio ialino, proprio questo? Perché conveniva e conviene alle gazzelle, direte voi. Certo, e conveniva e conviene anche ai leoni, aggiungo io.
Un equilibrio perfetto. Tutto si tiene. La natura diviene costume.
Supponiamo che a rompere tale equilibrio arrivi l'illuminista Michela Marzano. Michela e le gazzelle. Pensiamoci. Ella incede, circonfusa di libertà e, dal monte di Venere della propria sicumera, parla alle gazzelle: perché fate così, sorelle mie, non è naturale, vi stancate troppo, siate libere, l'universo è libertà, fate come vi dico, non opponetevi e i leoni dormiranno con voi! E voi, leoni, perché digrignate i denti? È solo una costruzione sociale! Basta oscurantismi, sangue e dolore! Liberatevi dalla menzogna e dormirete in pace con le gazzelle! Sarete liberi entrambi!
Cosa succederebbe se gazzelle e leoni assecondassero tali moniti?
Lasciamo perdere. E lasciamo anche la sacerdotessa dell'acqua fresca a farsi sbranare dall'insipienza.
Torniamo a noi.
La natura diviene costume. Gli Italiani divengono italiani. Essi ricordano, tramandano. Lo sgocciolio si solidifica pian piano, preghiera dopo preghiera, battaglia dopo battaglia, verso dopo verso, umiliazione dopo umiliazione, pietra legno ferro prendono vita, mille dialetti e gerghi adombrano una lingua.
Siamo noi.
La biologia e la natura impongono la cultura che, nel tempo, si sfaccetta in mille iridescenze e in quelle mirabili falsità denominate arte, letteratura, religione, scienza.
Infrangere tale delicata costruzione provocherebbe disastri.
Eppure i genderizzatori la vogliono infranta. Con tutte le conseguenze del caso. La devastazione della famiglia italiana negli ultimi cinquant'anni ha causato il vuoto. Occorrerebbero centinaia di Emile Zola per descrivere lo sfascio e il disorientamento dell'Occidente - uno sfascio che non esplode in follia autodistruttiva solo perché il soldo facile permette ancora di soddisfare i vizî e le distrazioni più becere.
Ancora una volta: non sto celebrando la famiglia, ma la sua funzione decisiva nell’impianto culturale italiano. Siamo così perché solo così ci salviamo, solo così ci siamo sempre risollevati, dalle Forche Caudine da Canne dai Goti dai preti dagli Spagnoli dagli Austriaci, assimilando sconfitte, perpetrando infamie.
La tiritera è sempre la stessa: nella famiglia si originano orrori. Ammesso (e non concesso) che lo siano: i giudizî di valore (e di valore progressista, poi) contano meno di niente. È la funzionalità che interessa. La famiglia cosiddetta patriarcale ha tenuto in piedi l'Europa per millenni. Ma ora non va più bene. Si è deciso, infatti, di distruggerla questa maledetta Europa. In nome della libertà. Ma, ancora una volta, il concetto di libertà è rovesciato nel suo contrario. I gerarchi PolCor della libertà se ne infischiano. La finta libertà è solo un grimaldello per devastare il passato.
La vera libertà è nell'assoggettarsi a ciò che è sempre stato.
È tale conformismo a generare la felicità; una felicità gozzaniana, ma il conformismo è tale perché deve reggere e regolare una comunità di milioni, non l’eroismo di Sigfrido.
Di più: è proprio perché esiste lo stereotipo di massa, quello che fa gelare le vene progressiste della Marzano, che può esistere una ribellione.
Così si evolve un gruppo vincolato dal sangue e dalla tradizione. Vige la legge dei padri e delle madri. Un eretico (che è tale perché esiste la legge) si distacca dal gruppo: è il ribelle. Il ribelle ferisce la legge, la mette in discussione. Altri si uniscono a lui. La lotta è feroce, impari. Alla fine il gruppo dominante, conformista, rende ragione a parti dell'eresia. La tradizione è ferita, ma per poco; la ferita si rimargina, l'albero cresce più vigoroso. L'eretico è apparentemente sconfitto. Il suo sangue, tuttavia, scorre nelle vene dei vincitori, si scioglie amorevolmente in essi, li vivifica, stronca ogni deriva genetica e morale. E il ciclo può continuare.
Eliminare l'elemento tradizionale in nome del progresso e della libertà è il passo decisivo per eliminare la vera libertà e arrestare il progresso.
Basti considerare l'arte.
Anche lì: quanto si è distrutto! Picasso, Dalì, Magritte, De Chirico attaccarono giustamente la tradizione. Purtroppo non ne furono riassorbiti, anche se De Chirico ebbe resipiscenze notevoli. Il loro slancio fu dolosamente sfruttato per resecare le radici di quel possente albero. E oggi? Oggi non possiamo che rimpiangere. Sentiamo, per istinto, che il postmoderno è inumano, prima d'essere irrimediabilmente brutto. Eppure si continua a devastare, perché così si vuole. L'uomo comune sa che la Nuvola di Fuksas è la negazione dell'ordine, del passato, del bello, dell'oggettività, ma la pletora di accademici di riporto ha ormai stabilito il nuovo canone estetico: chi si oppone è un retrogrado, un filisteo, un passatista.
Nel campo morale siamo allo stesso punto.
I genitori si scagliano contro le nuove innovazioni gender, ma le lubrificate legioni del nulla accademico arrivano subito a rinforzo, compatte come una mazzetta di banconote, coi tibicines e cornicines dei giornali e gli sbandieratori online: avete capito male, siete confusi, non è così, siete reazionari, immorali, illiberali, fascisti et cetera.
L'intelligencija malata dà sulla voce a ogni tentativo umano di argine.
Il diverso è diverso e tale deve rimanere. Il diverso fa paura, giustamente. Ogni società ha sempre escogitato qualcosa per circoscrivere la diversità. L'ha accettata, ma non legalizzata; oppure l'ha sublimata in ruoli sacri; o annientata. Il fine era quello di salvare la tradizione, il ciò che è stato, perché ciò che è stato si è formato in tal modo solo per mantenerci in vita e conservare l'unità e la sanità mentale.
Negare la tradizione, il ruolo, lo stereotipo, la maschera (negarle in toto) equivale a distruggere la società, la nazione, la Patria, chiamatela come volete. A distruggere la civiltà.
Che la Marzano sia una sciocca qualsiasi significa poco.
È ciò che è dietro a lei a terrorizzare.
Dire "l'amore non ha né sesso né genere" vuol dire: l'incesto e la pederastia e la pedofilia e ogni genere di perversione sono giuste. E vanno legalizzate. A questo mirano, questo vogliono, questo stanno ottenendo. Le grandi manovre per sdoganare incesto e pedofilia sono appena agli inizî. I ballon d'essai per saggiare le resistenze partono regolari, giorno dopo giorno. Dissolvere, dissolvere. Attaccare l'oggettività, l'euritmia, la bellezza, la ritenutezza è, ormai, merce quotidiana. Le palizzate stanno cedendo. Sono marce, ormai, tarlate da un lavorio secolare.
La pansessualizzazione esige l'obolo finale.
Quale bilancino può stabilire che l'amore per la tredicenne nel mio letto è impuro?
D'altronde la tredicenne può gridare, lacrime agli occhi: lo amo!
Amor omnia vincit ... l'amore non si fa coartare certo dalla morale. All'inizio si fingeranno resistenze, poi tutto si appianerà. Legalizzando si progredisce, come insegna l'immondo Pannella. In attesa dei matrimoni zoofili, ovviamente. Come Gene Wilder e la pecora Daisy, vi ricordate? D'altra parte alcuni cani da compagnia sono già usati all'uopo da signore solitarie.
La gloria dell'Occidente finirà in un'ammucchiata finale come in Society di Brian Yuzna, altro che guerra.
L'amore giustifica, l'amore ci avvolge tutt*.
L'amore giustifica, l'amore ci avvolge tutt*.
La noia è tanta
RispondiEliminala fica manca
sul cazzo scivola la mano stanca
Stavo bevendo una birra, ho sputato tutto sul telefonino perchè non sono riuscito a trattenere il riso. Gran colpo... ahahah!!!
Ribadisco: non sono pazzo. Grazie
RispondiEliminaSe venite qui proprio sani non siete ...
RispondiEliminaQuella poesiola è, per un liceale dell'Ottanta, vita vissuta ...
"... Quando nel 1952 Putin viene al mondo, la sua città natale, Leningrado, è un cumulo di macerie. L’odierna San Pietroburgo, infatti, ha subito il più terribile assedio della seconda guerra mondiale: tre anni di fame, paura e morte durante i quali persero la vita un milione di cittadini russi. Putin perse un fratello, Viktor, morto durante l’assedio a 9 anni, e che il presidente non ha mai conosciuto. Un altro, Oleg, era morto alla nascita. La mamma soffre di denutrizione e il padre, ex combattente, è un ferito di guerra. Da bambino era piccolo e di statura e gracile, ma fin dall’età infantile si rivelò un avido lettore, uno degli elementi che fin da subito mi sorpresero di più e che mi portarono ad affrontare i libri letti da Putin e l’ambito filosofico che più lo formò.
RispondiEliminaA 12 anni lesse “Lo scudo e la spada”, bestseller ove si narrano le gesta di una spia sovietica. Suggestioni che lo porteranno da adulto ad intraprendere una carriera nel servizio segreto dell’Urss, il famigerato Kgb. Il primo serio tentativo della Russia di Il giovane Putinresistere all’americanizzazione e alla globalizzazione viene da queste esperienze, perchè la scuola del Kgb non era una scuola come le altre. Ma se il Kgb ha forgiato Volodja, anche la Kommunalka lo ha forgiato. Eccome. Di cosa si tratta? La kommunalka è una sorta di condominio, ma gestito in modo comunitario tra diverse famiglie: stanze scarsamente illumintate, androni desolati, rampe di scale fatiscenti, pavimenti bucati, immondizia abbondante dentro i palazzi. In quei cortili, tra risse con i coetanei e vendette, Volodja ha passato la sua giovinezza. Il padre si era arruolato come fuciliere dell’85esimo battaglione d’assalto dell’Armata Rossa e fu costretto a combattere casa per casa nella celeberrima “sacca della Neva”. Come in un film, Spiridonovic Putin fu un vero sabotatore, per miracolo sopravvissuto ad una missione suicida con un manipolo di coetanei.
Ferito nella periferia della città qualche mese dopo l’impresa, il papà di Putin rischiò seriamente la morte. La mamma Maria per molto tempo non seppe che fine avesse fatto il marito. Quando, per puro caso, lo ritrovò la loro vita era in gran parte segnata perché entrambi deformati da denutrizione e ferite. Grazie a vecchie competenze acquisite sul campo, il padre di Putin troverà lavoro come operaio specilizzato nelle officine Yegorov, che trattavano materiale ferroviario, la madre Maria farà la facchina ai mercati e poi verrà impiegata in una sorta di ospizio. La maggior parte del tempo, comunque, la donna lo passava a cercare cibo da mettere in tavola. E la Kommunalka? Più famiglie in coabitazione, ove ogni nucleo disponeva di una sola Massimo Bordinstanza con bagno in comune e cucina in comune. Dunque, per mangiare a pranzo e a cena, occorreva fare i turni e le fila, con tutte le litigate, a volte anche furibonde, che possiamo immaginarci. Inutile dire che una vita come questa fu caratterizzata da degrado e amici teppisti di strada, tra scazzottate e bevute.
I topi erano onnipresenti nella Leningrado anni Cinquanta e Sessanta, e non era affatto raro, per Putin, affrontarli nelle stanze del palazzo in cui viveva per ucciderli con mezzi di fortuna. Senza pena di smentita posso affermare che una vita come questa, segnata dalla povertà e dalle ristrettezze, ha forgiato il carattere dell’uomo più degli studi di giurisprudenza e dei corsi specializzati del Kgb. Certamente, ha reso il presidente russo maggiormente temprato alle difficoltà, alla strategia e alla freddezza decisionale dei numerosi figli di papà che caratterizzano la nostra classe dirigente, pubblica o privata che sia".
Caro Alceste ci vogliono più Putin e meno Michele Marzano. Ci vuole la destra integerrima di Araldo di Crollalanza. Ci vuole un richiamo all'ordine e alla disciplina. La pulizia di un saluto romano. La cultura della classicità greca.
Ricordiamo ancora una volta le parole del sommo poeta:"“Uomini siate e non pecore matte si che di voi tra voi ‘l giudeo non rida".
Alceste...come cazzo mi bolle il sangue
RispondiEliminaPer Anonimo:
RispondiEliminaMa Putin da noi non nascerà mai proprio perché manca quel retroterra di sofferenze. Comunque mi hai fatto venir voglia di leggere "Lo scudo e la spada".
Per Giuseppe:
ti bolle il sangue? Cosa è successo?
Che te possino Alceste m'hai fatto sbotta a ride sul pulman ...sitka
RispondiEliminaIn Ecuador un fiume immenso di persone per dire no a gender e aborto. Con l'appoggio dei vescovi -
RispondiElimina#ConMisHijosNoTeMetas, non ti intromettere tra me e i miei figli, questo lo slogan della oceanica marcia in difesa della vita e della famiglia che si è svolta sabato 14 ottobre in Ecuador, non solo nella capitale Quito ma anche in città come Guayaquil, Cuenca, Esmeraldas, Machala e Loja.
L’iniziativa è stata organizzata da un comitato laico, il Fronte nazionale per la famiglia, con l’appoggio della Conferenza episcopale dell’Ecuador, in reazione alla presentazione in parlamento di alcuni progetti di legge che riguardano i giovani in età scolare e che cercano di introdurre nel Paese l’ideologia di genere e i temi legati legati alla “salute riproduttiva”, tra cui la diffusione di contraccettivi anche abortivi.
Per Sitka.
RispondiEliminaPer fortuna qualcuno ride ...
Per Giuseppe.
La cosa più incredibile è che questa follia fiorisce contemporaneamente ai quattro angoli della terra. Voglio approfondire questo fenomeno dell'Ecuador.
Articolo interessante ,la sensazione che mi suscita è un grido,un grido di aiuto e una supplica verso le donne di riaffermarsi come è sempre stato nella società è nella famiglia.La donna maturata dall' età classica in poi è stata la più emancipata della storia (se come emancipata si intende potere,potere decisionale e non libertà di mettersi una minigonna) Questa donna ha costruito la civiltà classica essendo moglie,madre,figlia e amante.Questa donna controllava direttamente o indirettamente l ottanta per cento del tutto,lasciando un venti per cento non meno importante all' uomo,quel venti per cento dell' uomo era l irrazionale,l ignoto,il non certo,l avventura di cui l uomo è naturale destinatario.Questa magica fusione ha fatto del male e del bene,ma è stata fondamentale per il "progresso della specie".Ora l uomo è orfano di questa figura e grida e supplica aiuto,perché lui vede oltre per sua natura e vede il dramma che aspetta la "specie".Non grida per se stesso ma per la specie.
RispondiEliminaNelle mie famiglie, per citare Woody Allen, gli uomini comandavano e le donne prendevano le decisioni.
EliminaLa cosiddetta emancipazione è solo un trucco per scardinare l'Occidente. Mai la figura femminile è stata tanto lordata e vilipesa come in questi tempi liberi.
Caro Alceste, esionedesione
RispondiEliminarispunto fuori per confermarti la mia totale adesione alla tua "narrazione": la lombrosiana Signora (?) mi è nota.
Nel contempo voglio dirti che condivido in tutto la lucida ed intelligentissima sintesi (in linguaggio clinico direi epicrisi!) del Sig. Max.
Cari saluti da Hermannus Contractus.
mi scuso per la "esionedesione" del precedente post è: un refuso (penso si chiami così) dovuto alla mia sostanziale inettitudine alla dattilografia: che bei film quelli degli anni '30, con tutte quelle segretarie in grembiule nero che facevano un vero concerto! E "The Typewriter" di Leroy Anderson!? Altri tempi. A volte mi torna in mente una "ammonizione" di mio nonno tuscaniese (già ufficiale di Cavalleria a Pinerolo): che nella vita ci si doveva regolare come "l'antichi, che buttavano le bucce e magnavano li fichi".
RispondiEliminaHermannus Contractus
Per Hermannus.
RispondiEliminaMi ricordo un film di Luciano Salce, La cuccagna, con Luigi Tenco protagonista. Parte della colonna sonora di Ennio Morricone (quando la camera segue una dattilografa) è composta da ticchettii di macchine da scrivere.
Qualcuno ha citato Vladimir Vladimirovic (Putin), e mi sono tornate alla mente alcune sue parole in risposta ad una giornalista che lo accusava di conservatorismo (e già il fatto di accusare seraficamente qualcuno di conservatorismo, come se si trattasse di un male a prescindere, e quindi in sé deprecabile, la dice lunga sul tempo presente):
RispondiElimina“Sì, questo è un approccio conservativo, ma usando le parole di Nikolaj Berdjaev, l'ottica del conservatorismo non impedisce il movimento in avanti verso l'alto, impedisce il movimento all'indietro verso il basso. E questa è, a mio parere, una formula molto buona, ed è la formula che vi propongo”.
Putin vincera'. Anzi. Ha gia' vinto e proprio quest' anno, sul campo.
EliminaLa svolta e' gia' in atto.
Il messaggio di cui si faranno promotori i suoi intellettuali organici sara' dignita' in cambio di liberta' (a soccombere e' il polo americano rappresentante la liberta').
Non perche' e' "cattivo" o "buono"; ma perche' non c'e' altra possibilta' !
Il problema sara' che tra qualche anno qualche furbone lo scambiera' per Dio. E avra' molta pubblicita'.
D' altronde anche il Suo predecessore (Baffone) fece uguale. Ci salvo' dalla barbarie dei soliti alchimisti pazzi e/o sofisti depravati. E' STORIA.
Occhio oggi e sempre alle (+ o - finte) contrapposizioni che verranno...
Per Yaroslav
RispondiEliminaChe dire? Sono d'accordo con Putin. Mai stato così in sintonia come adesso. E grazie a te per averci ricordato la citazione.
Alceste....ma come facciamo ad essere in sintonia con putin ...o con qualsiasi altro di questi personaggi politici che ci stanno attualmente al mondo? Alceste....io non ho mai vissuto nelle zone russe siberiane o nelle periferie di moscow...stanno bene i russi, alceste? a parte i miliardari i mafiosi i militari i politici, a parte ogni cosa, oggettivamente...la gente sa bene in russia? ci piace putin perché ridicolizza una rincoglionita giornalista americana....oppure ci potrebbe piacere trump...o qualche nuovo cazzaro europeo....ma trenta o quaranta anni di politica non ha insegnato nulla...? lo sa quante puttane russe ci sono dalle mie parti se apre qualche siti di escort? moltissime....probabilmente se vengono qui qualcosa su di là, vorrà dire o no? .....siamo nella merda in qualsiasi parte della terra...e non credo che attaccarsi a qualcuno possa ancora servire....( sottolineo che quello che mi passa per la testa ancora lo riesco a capire e quindi non so esprimerlo bene ma la disperazione è tanta....)
RispondiEliminaVai a vederti i dati del pil (tendenza degli ultimi 15 anni) russo e percentuali alle ultime elezioni...
EliminaLa risposta e' semplice. Il popolo russo lo apppggia largamente (eufemismo) e mi sembra normalossimo.
Alceste vorrei chiederti una cosa anche se fuori tema. Il quartierino di cui parli in "piddini in lutto" è monteverde? (Ci ho scommesso,scusa) Sitka
RispondiEliminaPer Sitka
RispondiEliminaCerto, Monteverde ... zona via Poerio, via Carini ... tasso di piddiname radical chic al 70-80% ...
Per Giuseppe
RispondiEliminaIo sono d'accordo con quell'affermazione di Putin, la sento mia.
Per il resto: in realtà nessuno conosce nessuno. Io speravo (avevo una minuscola speranza) in Trump, ma vedi cosa sta combinando. E così per Putin. So solo che l'Occidente mi disgusta e colui che rema contro ha una mia minima simpatia. Ma sono impressioni, giudizî a naso ... io sono certo solo di quello che affermo ... e lo affermo senza farmi influenzare da maestri e guide spirituali ... è solo esperienza, vita vissuta, aneddoto.
Trump è americano. Putin è russo. Sono la cultura e la tradizione russa che fanno piacere Putin, perché emergono nelle sue dichiarazioni diplomatiche. In parole povere: non è Putin ma la Russia il discorso interessante. Lui, russo, è completamente privo della emotività infantile su cui giocano i media "made in usa" compresi i capi di stato. Modi che infestano in ogni dove la narrativa occidentale. Per questo piace, Putin non si definisce buono e non cerca un cattivo. Non è poco di questi tempi. Il valore è simbolico e in politica estera emerge dato il peso nei rapporti di forza. Sull'attaccarsi a qualcuno sono d'accordo. Chi lo afferma forse non ricorda la storia. Qui mi pare siamo rimasti attaccati finche conveniva a tutti ma dopo...
RispondiEliminaSitka
Eggia'
EliminaL' insolubile (SPERIAMO !) lotta tra i mercanti del mare e i custodi dell' eterna Madre Terra (Russa)
Per Sitka
RispondiEliminaParliamoci chiaro: quando uno affoga si aggrappa a tutto quello che crede galleggiare ...
Ci si rende simpatico pure il nordcoreano anche se, diciamo la verità, io non so nemmeno cos'è la Nord Corea ... Per il resto, certo: la Russia è la Russia, è bizantina e quindi romana ... non a caso ho citato Rublëv ... questioni di sensibilità più che di geopolitica. L'importante è seguire la stella e non affezionarsi a nessuno.
E se ci sbagliassimo Alceste ? Se, fossimo davvero dei tromboni, vetusti, ottusi, nostalgici, dalla vista corta ? Se la nostra reazione fosse quella dei pittori d'icone di fronte a Giotto ? Quella dei luddisti ? Magari un mondo più aperto è davvero la strada per l'avvenire, un caotico rimescolamento, la storia e il taoismo insegnano che è sempre foriero di rinascite. Se avessero ragione i luciferini ? Inoltre che dovrebbero fare, operativamente, i 10.000 che sicuramente ci sono già ma non comunicano fra loro ?
RispondiEliminaPuskin
Minkia che piacere leggerti Alce 😂🤣😂😂
RispondiEliminaGrazie.
EliminaAve Alceste,ave amici. è bello constatare che il sangue bolle e lo spirito arde.che sia però del Fuoco Sacro di brace di quercia e di ulivo. che orrore assistere a questa cancrena . ma che Onere e che Onore esserne feriti e sentire il bisogno e il Dovere di combattere. chi teme questi insetti del Diavolo non è degno dei Padri e non potrà che frignare. A noi la scelta.
RispondiEliminaCaro Puskin,
RispondiEliminaComprendo i tuoi dubbi. Non saremo noi come i guidatori di carrozzelle che protestano contro i taxi? Non saremo passatisti? Retrogradi? Difensori di un mondo ingiusto che ha più ragione di esistere? Non saremo come i comunisti che sbraitavano contro la televisione a colori?
Rispondo in tre modi.
1. Mi piace combattere questa battaglia e la combatterò sino all'ultima freccia a costo di rendermi ridicolo.
2. Siamo sicuri che i venditori di carrozzelle avessero torto? Opporsi al progresso non significa opporsi alla felicità. Se un evento è storicamente inevitabile non significa che sia storicamente auspicabile.
3. Ti darei ragione se il nostro contrasto fosse giocato sul vechio tavolo della logica e dell'ordine, ma così non è. Il nostro misoneismo trae origine dall'umanesimo. Il loro progresso dall'inumano. Le dispute fra Giotteschi e pittori di icone vertevano su concetti comuni. Ma io cosa vanto in comune con tali negatori della realtà, dell'etica e dell'umanità? I luddisti parlavano di lavoro, ma questi di che parlano? Di elemosine di massa? Di sussistenza per centinaia di milioni? Di passare la propria vita davanti al PC con 500 euro di sussidio? Di assistere a violenze di massa? Quale mondo nuovo hanno in mente? Non certo fondato sull'uomo, la cultura umana, la bellezza. Io li odio, li voglio vedere morti.
Anche io li odio, anche i lettori di questo blog li odiano...puzzano di morte...ma chi sta dietro agli insetti sono troppo troppo potenti...come ha benissimo scritto, l'evento è storicamente inevitabile ma PER LORO anche molto, molto auspicabile...per noi no, ovviamente. Il mondo nuovo che hanno in mente è un mondo disgustoso...e ogni mattina compiono qualcosa per distruggere la nostra umanità...
RispondiEliminaPer Giuseppe.
RispondiEliminaForse è inevitabile. Non perché sono potenti, ma perché la tecnica rende inevitabile l'avvento dell'inumano. Questo, però, non è un movente per desistere.
Dev'esserci un modo di uscire di qui
RispondiEliminadisse il giullare al ladro
c'è troppa confusione
non riesco ad avere un attimo di pace
gli uomini d'affari bevono il mio vino
gli uomini con l'aratro scavano la mia terra
nessuno di loro su tutta la linea
conosce il valore di tutto ciò
non c'è ragione di preoccuparsi
il ladro disse con naturalezza
che ci sono molti tra di noi
che hanno la sensazione che la vita sia solo una burla
ma tu ed io l'abbiamo sperimentato
e non è questo il nostro destino
quindi adesso non diciamo fandonie
l'ora si sta facendo tarda
lungo le torri di guardia
i principi stavano all'erta
mentre le donne andavano e venivano
e anche i servitori scalzi
al di fuori in lontananza
un gatto selvaggio ringhiò
due uomini a cavallo si avvicinavano
il vento cominciò a ululare
Bob Dylan, All along the watchower
cfr: " So solo che l'Occidente mi disgusta e colui che rema contro ha una mia minima simpatia" ...
RispondiEliminaAlceste, l'occidente di cui sopra non è lo stesso che dopo averci massacrato, ci "risollevò" con il piano - a debito e finito di pagare pochi anni fa - marshall ? e grazie al quale e negli effetti boom economico sono potuti nascere anche il blogger misogino e parte dei suoi lettori...? premesso che qui non polemizzo mai ma solamente domando...sarebbe lo stesso stato possibile se fossimo finiti sotto baffone? già baffino mi fa immensamente schifo, figuriamoci quell'altro -
Per Giuseppe
RispondiEliminaPer Occidente parlo di Occidente attuale.
Ciò che amo è certa storia di chi formò l'Occidente nei millenni ... una posizione più artisitca che politica, forse ...
ciò che mi preme è però la tradizione e il suo equilibrio con chi la contesta ,,,
deve essere assicurato questo delicato moto fra conservazione e progresso ...
da baffino e baffone sono distante, appunto, millenni ...
http://mimesisedizioni.it/la-rivolta-degli-elettori.html
RispondiEliminaLa rivolta degli elettori -Andrew Spannaus
"Ciò che amo è certa storia di chi formò l'Occidente nei millenni ... una posizione più artisitca che politica, ..."
RispondiEliminaPerò ... diciamocela tutta Alceste, la storia dell'Occidente è storia di opulenza. Arte e filosofia sono figlie dell'opulenza e l'opulenza è figlia della guerra, del furto, del sopruso, del dominio, dello sterminio, questa è la vera storia dell'Occidente. Non so se ci sia da esserne tanto orgogliosi. La supremazia guerresca era una supremazia tecnologica, una botta di culo storica o, più probabilmente, un'innata, superiore aggressività dei jafeti. Ora Sem e Cam guidati da Nemesi o meglio: Sem guidato da Nemesi e Cam guidato da Sem, chiedono a gran voce il loro lebensraum. Hanno ragione, hanno torto ? I nostri ideali sono elevati fino alla tribù, alla genìa come coloro che avversiamo tanto, o li vogliamo estendere a tutta l'umanità ? Nel primo caso non siamo migliori di loro, nel secondo lo saremmo ma scompariremo. Cosa sia buono e giusto non è (forse) dato saperlo, ma se seguissimo la bellezza, caro Alceste, nella rinuncia, nell'apertura, nell'accoglienza, nell'inclusione, nel perdono, nella tolleranza, ce n'è di più, molta di più, anche a costo di vedere la nostra anima classica mischiarsi con danze tribali e frenetici ritmi di spensierati bonghetti.
Puskin.
Se ho capito il pensiero di Alceste, che in gran parte condivido, qui si parla di uomini e non di numeri. Ogni uomo è nel suo tempo, Stalin e Hitler? Ma erano uomini, terribili, del loro tempo. Anche loro, non consideravano l'uomo. Tutte le ideologie post-industriali e post-illuministe cadono nello stesso errore. Giocare coi se e coi ma è inutile, ma se non ci fosse stata L'URSS, e l'Italia fosse stata invasa dal libero mercato, con tutto il piano marshall, senza contrappesi politici fin dal dopoguerra pensate davvero sarebbe stata meglio? Siamo capitati in una situazione a tratti favorevole, soprattutto in alcuni periodi (non per la mia generazione certo!). Comunque, ripeto, non parliamo di dati. Parliamo di uomini. Se c'è una cosa che ho sempre detestato dei cosiddetti "grillini" è che appena gli contesti qualcosa cominciano a tirarti fuori gli scontrini, i rendiconti..."i dati signori i dati, carta canta"...alla fine tutti cascano lì, lo stesso Putin nelle interviste con Stone è costretto a sciorinare il debito pubblico, la disoccupazione il progresso la crescita...la speranza è che ci sia qualcos'altro dietro...lungi da me santificare L'Urss, anzi, io sono un Siloniano...Silone siedeva a fianco a Togliatti negli anni venti del novecento e si rifiutò di firmare le purghe staliniane. Silone aveva un ideale (deluso) e si è fatto espellere dal partito (in cui era entrato quando non conveniva, ovvero durante il fascismo, quando gli italiani erano TUTTI fascisti). Togliatti pensava alla cadrega...Silone è stato reietto in vita e in morte, prima dai fascisti, poi dai comunisti, infine dagli infami postmoderni. Ecco un uomo interessante...Ma è interessante anche un Putin quando afferma "chi vuole di nuovo l'Urss è un pazzo, chi non la rimpiange è senza cuore", significa avere contezza della propria storia, difenderla da un giudizio MONDIALE negativo, la speranza è che dietro ci sia qualcosa di umano, di grande, forse ci si sbaglia... l'errore è umano. Questa speranza non si preclude neanche davanti alle razze, per quanto mi riguarda. Infatti mi chiedo, il negrotto che io ora vedo per strada senza una meta torna bene negli scontrini della tipa di cui parla Alceste, e di tutti i radical chic di buon cuore e buona forchetta. Già, ora sì, ma fino a quando? Il negrotto è destabilizzante, certo, ma è veramente controllabile? Ne siamo convinti? Certo finchè destabilizza mi riguarda di persona e mi rode...gli rode di meno a chi ci banchetta sopra. Certo per farlo, e per farci, rientrare nei loro scontrini faranno di tutto, beninteso. E per inciso, il piano marshall era uno di questi scontrini. Massimo Fini parla in questi termini del Mullah Omar e della cultura talebana ad esempio: "gli americani offrirono 50 milioni di dollari a chi consegnasse il Mullah, con 50 milioni di dollari ti compri tutto l'Afghanistan e parte del Pakistan, immaginiamo quanto sarebbe durato in occidente, ma nessuno tradì". Uomini. Del resto è l'ultima speranza, dopo quello...
RispondiEliminaE cito Silone: che alla domanda "Hai fede nell'uomo?" rispose: "Ho una certa fiducia. Ho fiducia nell'uomo che accetta l'inevitabile dolore dell'esistenza e vi attinge qualche certezza. Così penso che, dai campi di lavoro forzato e dalle prigioni dei paesi totalitari, possano venire fuori uomini che ridaranno la vista ai ciechi".
Sitka
buone notizie per iniziare bene la giornata...
RispondiEliminaTommaso Cerno da direttore de L’Espresso diventa condirettore di Repubblica. Cerno, omosessuale dichiarato, tramite la carta stampata ha sempre sostenuto le battaglie dei gay. Tra le molte sue uscite, ricordiamo la dichiarazione di non pagare le tasse finchè non fossero state approvate le unioni civili.
Lo storico sito dell’attivismo gay in Italia, Gaynet, così commenta la neo nomina: “si tratta di un fatto storico di grande portata e di forte cambiamento: per la prima volta un omosessuale dichiarato arriva ai vertici della testata di riferimento del mondo progressista italiano segnando un cambiamento profondo nel modo di essere del giornalismo e dell’informazione” Tommaso Cerno diventa così “condirettore in una posizione da cui si guarda il mondo e da cui lo si può, anzi, lo si deve cambiare per rendere la vita di tutti noi più felice e più meritevole di essere vissuta perché non più escludente. […
Per Puskin
RispondiEliminaSecondo me l'arte e la filosofia si formano nei momenti di indigenza ... i momenti di opulenza sono quelli più splendidi e considerati, ma l'incubazione del Rinascimento é il Medioevo della grecità i Dori della Roma imperiale i contadini di Romolo.
Non so perché l'Occidente sia diventato tale, ma é così.
Che coloro che hanno edificato Pisa Aquisgrana e Toledo si debbano aprire ai bonghi ... No, non sono per niente d'accordo. D'altra parte l'apertura e la pace preludono al quietismo e all'anomia e alla mancanza di creatività.
Per Sitka
RispondiEliminaI numeri dicono poco.
I miei nonni paterni sino al 1980 circa sono vissuti senza conti, bollette e assicurazioni e acqua calda e televisione.
Per Padoan sarebbero dei parassiti. E invece producevano più PIL di Montecitorio.
C'é un patrimonio in ognuno di noi ed é la storia e quella occorre difenderla perché è giusto e perché solo quella ci consentirà di sopravvivere.
I numeri non ti fanno sopravvivere.
La tua terra, per quanto avara, sì.
Ditemi: chi è mai morto di fame nel luogo in cui è nato?
Poteva essere straccione lurido pezzente, ma vivo e addirittura felice.
Questo assioma ce lo ricordano i tanti italiani che delusi tornano dalle terre promesse all'estero (i famosi cervelli).
Per Giuseppe
RispondiEliminaVuol dire che Cerno abbasserà la tiratura ai suoi livelli da gay lib fan club.
Allora Alceste dunque abbandoni il tuo faro: la bellezza! le tue confutazioni mostrano i segni inquietanti di un idealismo da accademico del Königsberg, il tuo sconfinato amore per l'arte, cela: "l'amore per l'arte della mia schiatta", l'amore del bello occulta: "l'amore di ciò che piace alla mia prosapia", l'amore per la tradizione ... l'unica pertinacia è la stirpe! Amare prischi anelli della propria catena karmatica è assolutamente normale,per carità, ma non è particolarmente nobile o elevato, è quindi invenusto. Lo so bene, è un pensiero diffuso, qui in Ponente, che gli altri popoli non abbiano niente da insegnarci "Ecco il giudicio uman come spesso erra!" come quegli ufficiali inglesi che lasciavano la mensa quando sopraggiungeva un ufficiale indiano, uno scoglio di profani pirati aveva conquistato la più grande civiltà che l'umanità avesse mai conosciuto e i suoi filibustieri non ritenevano di aver nulla da imparare. Bonghetti, puah! noi abbiamo fatto Acquisgrana! come che quelle miriadi di uomini abbronzati, martoriati, umiliati, sfruttati, da un' insigne popolazione che ebbe solo la buona ventura della supremazia tecnologica, possano essere racchiusi in ciò. Il discorso diverrebbe davvero troppo lungo, lancio solo un grano di riflessione, a te, che stimo moltissimo, e a qualche tuo accolito fascistoide: il mio pseudonimo è Puskin; Aleksandr Sergeevič Puškin venne riconosciuto dacanagliume quale: Gogol, Dostoewskij, Tolstoj, come il padre e maestro di tutti loro, quella ciurmaglia, spero tu convenga, fa parte di quella rarissima schiera di geni assoluti, di fastigi insuperabili dell'arte e della sapienza umana, bene, quel vate era per ricca quotaparte ... africano! il resto era solidamente slavo, una genìa
RispondiEliminamai troppo apprezzata in quel d'Occaso.
Un casto abbraccio
Puskin
Di quale arte dovrei parlare e quale dovrei difendere?
EliminaOgnuno ha il proprio Piero della Francesca.
In un altro post, se ricordi, istituivo un parallelo fra gli Italiani e gli indigeni della Patagonia.
Rileggilo. Se vuoi rimanere in vita come Italiano devi difendere la tua storia, come i Patagonici difendevano la propria. Erano razzisti?
Tupac Amaru era razzista?
I bonghi li puoi accettare, ma non sei più Italiano e scompari. Fine. È già accaduto. Gli inglesi erano razzisti. Ammettiamolo. Gli indiani lo erano quando li cacciarono? Un popolo vive di se stesso, se accetta tutto tranne se stesso scompare. Può darsi che accadrà di nuovo. Quello che non si considera mai è questo: spariranno tutti: islamici africani indiani andini cinesi calmucchi ... diventeranno tante Barbie a comando ... qui nessuno vincerá.
Alceste una curiosità, ma quante donne secondo lei leggono i suoi articoli? io ne ho contata una sola e pure presto scomparsa... anche adesso tanta noia?
RispondiEliminaA occhio la stessa percentuale degli altri blog cattivi ... 1%
Eliminapresente! e di mezza età avanzata, padre nostalgico e madre cattolicissima , io ovviamente anarchica a sx è voluto il coviddi per darmi la sveglia.
EliminaAlceste, lei è un oasi nel deserto, grazie
qualche commento sopra, mi si chiedeva per quale motivo mi bolliva il sangue...
RispondiEliminadiciamo in generale...diciamo per caso anche per questo? :
http://citizengo.org/it/md/102304-no-alla-censura-ideologica-dello-iap-non-desistiamo
http://www.maurizioblondet.it/buon-compleanno-vladimir-vladimirovic/
RispondiEliminaNon sono un uomo, inizio ogni giornata sperando che Alceste abbia scritto qualcosa, vorrei arruolarmi nei 10.000, mi manca tanto Pauperclass
RispondiEliminaE già siamo a due signore ...
EliminaSpero in un ritorno di Eugenio Orso.
C'è pure chi legge ma non scrive. E silenziosamente apprezza molto.
RispondiEliminaSei il migliore e quella caccola della Michela non ti meritava.
RispondiEliminaPer rispondere a Giuseppe: presente!
P.S. La PUF cos'è, la partitA unicA fascista? ;-)
PP.SS. Credo che sul blog tu abbia un codice malware. Occhio ai contatori.
Ciao Barbara, benvenuta e grazie per la dritta sui contatori.
EliminaCONFESSIONE GUERRIERA_( I)
RispondiEliminaE’ un piacere ritrovarvi amici.
Paura, Odio,Rabbia, Dolore, ci sono vuol dire che siamo vivi e reattivi.sono istinti di sopravvivenza. Chi non ne ha o è un Santo o è un frustrato/castrato. E io di santi non ne ho conosciuti. Qualche uomo e donna vissuti santamente si, ma della generazione dei nonni della classe fino al ’30. Il resto sono della seconda categoria.
Oppure si può essere uomini e combattere. Ma dobbiamo riprenderci noi stessi.
Ammettiamolo. Siamo umiliati, espropriati del nostro bene essenziale del nostro spirito autentico e vitale.
La Paura però vinciamola facile vi prego. La loro vera forza è la loro capacità di corruzione materiale e morale. Tanto più deboli siamo noi tanto più forti sono loro.
Conserviamo il Fuoco della Rabbia per la Sacra Battaglia. Chi ride di queste parole ride di se stesso.
Perché questo significa/significava diventare Uomo. Prendere consapevolezza del dolore e della morte, interiorizzarla e misurando i propri limiti nella fatica, nella disciplina marziale,nello studio e nell’ubbidienza della Legge religiosa,quindi morale,quindi civile si era/è pronti a fare il meglio per se stessi, la propria famiglia, la propria Patria.
Ma non si può fare nulla per la Patria se non si è Padri e se non si hanno più Padri da onorare.
E di sicuro non sono i viscidi eunuchi che prostituiscono l’Italia dal ’45.
O reagiamo o moriamo anzi ci spegniamo come fiammiferi incapaci anche di accendere i lumicini a morto della nostra Civiltà.
Questo il mio timore: estinguerci in silenzio, come animali feriti.
EliminaA me spaventa una cosa, che il piddinesimo mondiale sta distruggendo una dopo l'altra le parole del vocabolario, gli attacca una specie di malattia autoimmune che se le sgranocchia dall'interno.
RispondiEliminaAlmeno scegliesse parole di uso raro e insolito, tipo "cremore"...se muore "cremore", certo, dispiace, ma se ne può fare a meno, su...invece questi attaccano paroloni da novanta che non puoi fare a meno di usare, come "libertà", "giustizia", "eguaglianza" e naturalmente "amore"...
Bel problema farme a meno. Vero che c'è sempre il linguaggio dei segni, potremmo riconvertirci a quello.
Anche "progresso" e "diritti" non stanno bene ... tanto che mi urta tutto ciò che reclama progresso e diritti ...
EliminaAlceste...guardi...anzi ascolti qualche minuto di questo video -
RispondiEliminache gente è questa? sono umani, non umani? il potere dà alla testa? li trasforma ? ma per arrivare al potere, già dovevano essere così....altrimenti il potere non li avrebbe scelti e usati...
per le cazzate di cui negli altri commenti, il sangue ovviamente ti bolle;
qui, invece, ti si ghiaccia.
ascoltare il tempo dell'affermazione da minuto 1:40......
https://www.youtube.com/watch?v=wGO9Ad56a5Y
treccani channel, L’Italia e l’Europa possibile
Amato è psicopatico, come la quasi totalità. Mancanza di empatia, amore per l'oligarchia, snobismo, alterigia, supponenza ...
Eliminaper romolo augusto...
RispondiEliminaItalia mia, benché ’l parlar sia indarno
a le piaghe mortali
che nel bel corpo tuo sí spesse veggio,
piacemi almen che ’ miei sospir’ sian quali
spera ’l Tevero et l’Arno,
e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio.
Rettor del cielo, io cheggio
che la pietà che Ti condusse in terra
Ti volga al Tuo dilecto almo paese.
Vedi, Segnor cortese,
di che lievi cagion’ che crudel guerra;
e i cor’, che ’ndura et serra
Marte superbo et fero,
apri Tu, Padre, e ’ntenerisci et snoda;
ivi fa che ’l Tuo vero,
qual io mi sia, per la mia lingua s’oda.
Voi cui Fortuna à posto in mano il freno
de le belle contrade,
di che nulla pietà par che vi stringa,
che fan qui tante pellegrine spade?
perché ’l verde terreno
del barbarico sangue si depinga?
Vano error vi lusinga:
poco vedete, et parvi veder molto,
ché ’n cor venale amor cercate o fede.
Qual piú gente possede,
colui è piú da’ suoi nemici avolto.
O diluvio raccolto
di che deserti strani
per inondar i nostri dolci campi!
Se da le proprie mani
questo n’avene, or chi fia che ne scampi?
Ben provide Natura al nostro stato,
quando de l’Alpi schermo
pose fra noi et la tedesca rabbia;
ma ’l desir cieco, e ’ncontr’al suo ben fermo,
s’è poi tanto ingegnato,
ch’al corpo sano à procurato scabbia.
Or dentro ad una gabbia
fiere selvagge et mansüete gregge
s’annidan sí che sempre il miglior geme:
et è questo del seme,
per piú dolor, del popol senza legge,
al qual, come si legge,
Mario aperse sí ’l fianco,
che memoria de l’opra ancho non langue,
quando assetato et stanco
non piú bevve del fiume acqua che sangue.
Cesare taccio che per ogni piaggia
fece l’erbe sanguigne
di lor vene, ove ’l nostro ferro mise.
Or par, non so per che stelle maligne,
che ’l cielo in odio n’aggia:
vostra mercé, cui tanto si commise.
Vostre voglie divise
guastan del mondo la piú bella parte.
Qual colpa, qual giudicio o qual destino
fastidire il vicino
povero, et le fortune afflicte et sparte
perseguire, e ’n disparte
cercar gente et gradire,
che sparga ’l sangue et venda l’alma a prezzo?
Io parlo per ver dire,
non per odio d’altrui, né per disprezzo.
Né v’accorgete anchor per tante prove
del bavarico inganno
ch’alzando il dito colla morte scherza?
Peggio è lo strazio, al mio parer, che ’l danno;
ma ’l vostro sangue piove
piú largamente, ch’altr’ira vi sferza.
Da la matina a terza
di voi pensate, et vederete come
tien caro altrui che tien sé cosí vile.
Latin sangue gentile,
sgombra da te queste dannose some;
non far idolo un nome
vano senza soggetto:
ché ’l furor de lassú, gente ritrosa,
vincerne d’intellecto,
peccato è nostro, et non natural cosa.
Non è questo ’l terren ch’i’ toccai pria?
Non è questo il mio nido
ove nudrito fui sí dolcemente?
Non è questa la patria in ch’io mi fido,
madre benigna et pia,
che copre l’un et l’altro mio parente?
Perdio, questo la mente
talor vi mova, et con pietà guardate
le lagrime del popol doloroso,
che sol da voi riposo
dopo Dio spera; et pur che voi mostriate
segno alcun di pietate,
vertú contra furore
prenderà l’arme, et fia ’l combatter corto:
ché l’antiquo valore
ne gli italici cor’ non è anchor morto.
Signor’, mirate come ’l tempo vola,
et sí come la vita
fugge, et la morte n’è sovra le spalle.
Voi siete or qui; pensate a la partita:
ché l’alma ignuda et sola
conven ch’arrive a quel dubbioso calle.
Al passar questa valle
piacciavi porre giú l’odio et lo sdegno,
vènti contrari a la vita serena;
et quel che ’n altrui pena
tempo si spende, in qualche acto piú degno
o di mano o d’ingegno,
in qualche bella lode,
in qualche honesto studio si converta:
cosí qua giú si gode,
et la strada del ciel si trova aperta.
Canzone, io t’ammonisco
che tua ragion cortesemente dica,
perché fra gente altera ir ti convene,
et le voglie son piene
già de l’usanza pessima et antica,
del ver sempre nemica.
Proverai tua ventura
fra’ magnanimi pochi a chi ’l ben piace.
Di’ lor: – Chi m’assicura?
I’ vo gridando: Pace, pace, pace. –
Pochi economizzano la loro energia per scelte autentiche
RispondiEliminaNicolas Gòmez Dàvila
Sto rileggendo proprio ora "In margine a un testo implicito".
EliminaAnima è quel che nasce nelle cose quando durano
RispondiEliminaCaro ALCESTE, ti segnalo questo edificante articolino dalla stampa locale nel caso possa servirti come spunto per un tuo post. http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2012/03/24/news/santo-stefano-di-cadore-ecco-le-spose-dei-profughi-1.3718998
RispondiEliminaFabrizio
Ho letto, grazie ...
Eliminaancora per romolo augusto
RispondiEliminaMa di Calcante presa la sembianza
E la gran voce, raccendea Nettuno
Gli argolici guerrieri; e pria rivolto
Agli Aiaci gridava: Ah vi ricordi
Che il campo achivo col valor si salva,
Non col freddo timor. Non io de’ Teucri,
Che in folla superâr l’alta muraglia,
Le ardite mani agli altri posti or temo,
Ove a tutti terran fronte gli Achei;
Ma qui tem’io d’assai qualche sinistro,
Qui dove questo inviperito Ettorre,
Che del gran Giove si millanta figlio,
Guida i Teucri, e s’avventa come fiamma.
Ma se in mente a voi pone un qualche iddio
Di contrastargli, e di dar core altrui,
Certo mi fo che lungi dalle navi
Respingerete il suo furor, foss’anco
Lo stesso Giove che gl’infonde ardire.
questa è l'opera del nemico....ascoltare da minuto 6:00 a minuto 8:50...
RispondiEliminail più grande problema esistenziale dell'umanità è avere il caricatore già carico al momento dell'acquisto del cellulare nuovo...
https://www.youtube.com/watch?v=9uOMectkCCs
ma poi se ci riducono così che 10.000 vuoi trovare?
Salve a tutti.
RispondiEliminaGrazie Giuseppe per la preziosa citazione del Petrarca. Dante anche era stato esplicito "..serva Italia di dolore ostello,nave senza nocchiere in gran tempesta,non donna di provincia ma bordello." Dante combattè per l'Idea Imperiale Romana Cattolica fino all'esilio.il Petrarca si fece frate. Savonarola combattè e subi' il martirio per riportare la Rettitudine nella Chiesa. mi riservo di esporre la mia analisi storica e politica di questa frammentazione e divisione. l'essenziale è capire che ieri come oggi i motivi profondi sono gli stessi. assenza di Virtus. intanto buon fine settimana.
e anche il testo di una delle più belle canzoni italiane degli ultimi anni....
RispondiEliminaDateci parole poco chiare
Quelle che gli italiani non amano capire...
Basta romanzi d'amore, ritornelli
Spiegazioni, interpretazioni facili...
Ma teorie complesse e oscure, lingue lontane servono...
Pochi significati, titoli, ideogrammi, insegne, inglese, americano slang.
Senza studiare senza fiatare basta intuire che è anche troppo...
Colpo d'occhio è quello che ci vuole uno sguardo rapido
Il nostro suono, il nostro suono è un battito...
Parole incomprensibili siano le benvenute così affascinanti
Così consolanti... Non è nemmeno umiliante non capirle anzi così riposante
Dopo tanto teatro dopo tante guerre
Dopo tanti libri dopo tanto cammino
Dopo tante bugie dopo tanto amore
Dopo tanti secoli
Mai più canzoni in italiano greco slavo
Poca letteratura, brevi racconti al massimo, scrittori intraducibili, relazioni Elementari, poeti ermetici
Tv irreversibile, con accenti diversi con accenti diversi
Esotici.
Ora davvero basta con la trasparenza voglio una cultura davvero sottostante davvero Inapparente e soprattutto per sempre
Voglio essere ricordato nella prossima era
Come un glaciale geroglifico
Come un bassorilievo
Come un graffito inesplicabile perché del tutto inutile .
Dateci le parole poco chiare quelle che gli italiani non amano capire,
Costruiremo una nuova cultura rapida ed estetica
E il pensiero sarà un colore, il colore sarà un suono, il nostro suono un battito...
E il pensiero sarà un minuto, il minuto un suono, il nostro suono un battito...
Ivano Fossati, Il battito
TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.
RispondiEliminaVittorio Alfieri
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. "
RispondiEliminaItalo Calvino
A proposito di amore: http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/camaiore-calore-mogli-paese-beccate-profughi-forte-159123.htm
RispondiEliminaA proposito delle parole per dirlo: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/arriva-anche-codice-articoli-sessualmente-corretti-ndash-158866.htm
cfr. Il sole24ore "La «via cinese» al bike-sharing: Mobike e Ofo fanno i soldi così"
RispondiEliminaIn principio fu BikeMi, la flotta di bici in sharing targate comune di Milano. Non l’unico, ma il più noto tra le decine di servizi in condivisione attivi in Italia. Poi sono arrivate loro: Mobike e Ofo, entrambe dalla Cina, con 8mila e 4mila bici distribuite per Milano. Mobike è disponibile con 4mila “pezzi” anche a Firenze, Ofo annuncerà nelle prossime settimane le sue mete di espansione.
I numeri del fenomeno: 17 milioni di bici in due
Non solo solo i round di finanziamento a impressionare. Secondo i numeri comunicati finora, le due aziende hanno messo in circolazione un totale di circa 13 milioni di bici (10 milioni Ofo, 7 milioni Mobike) in 250 città (150 Ofo, 100 Mobike) su scala globale. Ma i progetti sono anche più ambiziosi: la sola Ofo conta di arrivare a 20 milioni di biciclette, agevolata da costi di produzione più leggeri di quelli di Mobike. La stragrande maggioranza delle unità è concentrata in Cina, anche se l’intenzione è di alzare la percentuale di utilizzi fuori dalla nazione di origine con l’apertura di filiali o la scelta di un partner in loco.
Prezzi così bassi fanno scattare subito una domanda: come si ricavano margini di guadagno da un servizio che, nella migliore delle ipotesi, frutta 30-50 centesimi a corsa? Interpellate dal Sole 24 Ore, le società dichiarano che le entrate dipenderanno soprattutto dalla fee, lacommissione sull’utilizzo. Alberto Felici, ceo di Evlonet (distributore di Mobike), sostiene che «la fonte di guadagno prevalente è comunque l’entrata tariffaria». La profittabilità del business maturerà di pari passo con l’espansione dell’azienda, secondo un rapporto fisologico tra dimensione della flotta e frequenza degli utilizzi. I costi bassi sono figli del tentativo di far “digerire” il modello alla clientela, ma anche di una dinamica di concorrenza: «Il problema non è che mancano clienti - dice -. È proprio la relazione fra le aziende che spinge ad abbassare la tariffe». La versione è diversa da quella di Ofo: Antonio Rapisarda e Marco Menichetti, rispettivamente country manager per l’Italia e city manager per Milano, spiegano che il basso prezzo è dovuto solo al «processo promozionale per far conoscere meglio il servizio. Non è una guerra di prezzi».
Comunque sia, le entrate potrebbero non arrivare solo dalle commissioni sulla corsa. In inchieste rilanciate dai media internazionali è emersa l’ipotesi che una quota dei ricavi dipenda dalla “vendita di dati”: la cessione, a fini commerciali, di informazioni sulle abitudini dei clienti, ricavate con i meccanismi di profilatura e geolocalizzazione che scattano con l’iscrizione al servizio. I manager italiani di Ofo smentiscono in blocco («Il modello di business è legato alle fee della bici»), mentre da Mobike arriva una precisazione: «È sbagliato far passare il messaggio che tutto il conto economico si basi sulla vendita di dati personali, anche perché è illegale - dice Felici (Evlonet) -.. Un altro discorso, più ragionevole, è dire che parte dei ricavi deriverà dalla vendita di servizi alle aziende». Ma cosa si intende con “servizi alle aziende”? E cosa c’entrano con le informazioni tratte dagli utenti? Il principio è semplice: le aziende possono comperare spazi pubblicitari che vengono «targettizzati» a seconda dei macro-dati ricavati dai clienti, come l’età media o la geolocalizzazione delle biciclette. «Un’azienda può inviare pubblicità al cliente a seconda di età o di dove si trova in un certo momento - dice Felici -Ad esempio: l’utente è di fronte a un negozio? E allora la catena di caffetterie lo invita a prendere un caffè».
E COSì SAREMO SPIATI ANCHE ANDANDO SEMPLICEMENTE IN BICICLETTA - UN CHIP NEL SELLINO E QUINDI SOTTO ( a quando dentro?) IL CULO FARA' SAPERE A CHI DI DOVERE DOVE ANDIAMO CHE FACCIAMO COSA PENSIAMO -
spero in un chip nel wc...almeno l'informazione percepita sarà abbondante
Finalmente qualcuno comincia a svegliarsi : https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=15051.msg176188#msg176188
RispondiElimina"Di quale arte dovrei parlare e quale dovrei difendere?"
RispondiEliminaAlceste devi fare la tua scelta, o il tuo faro è la bellezza
o una misera latebra del tuo cavedio.
Arte universale, il mistero, l'equazione insoluta: l'arte
precorre la storia e la genera o ne rileva semplicemente
der Zeitgeist ? L'arte non può, non deve essere,
limitata ad una stirpe, ad un concetto, ad una corrente,
l'arte deve spaziare, deve essere ammirata e criticata tutta,
da qualsiasi parte arrivi. La nobile, nobilissima tradizione
dell'arte italica, se trasformata in labaro intorno al quale
stringersi a coorte assume immediatamente il tanfo dell'arte
fascia, nazia, sovietica, in altre parole: sterco!
Ben venga Oleg Kulik!
"Se vuoi rimanere in vita come Italiano devi difendere la tua storia."
L'essere italiano non è un valore aggiunto, non è un valore
tout court, essere italiano non è più fico di essere Turkmeno,
Afghano, Inuit, sentirsi orgogliosamente italiano è come
sentirsi Apache e disprezzare i Sioux. Le tribù indiane erano migliaia
(sono milioni nel mondo) ed ognuna si sentiva depositaria
della verità, visti dall'esterno erano uomini che mangiavano,
bevevano e canalizzavano, non è la forma del totem o il modo di cucire
i mocassini che può elevare un gruppo umano su tutti gli altri.
"I bonghi li puoi accettare, ma non sei più Italiano e scompari".
Sei un italiano che suona i bonghi, un italiano con una capacità in più.
Pensa al blues, al jazz, al rock, al rap, all'hip hop, musichette
leggere quanto si vuole, elementari quanto si vuole, ma che hanno
allietato, esaltato, fatto innamorare, fatto sognare, intere generazioni,
miliardi di individui che non saprebbero concepire ed accettare un
mondo senza quei suoni, musichette che hanno avuto un ruolo
imponente, determinante, nell'affermazione della supremazia imperiale
e "culturale" angloamericana, ebbene quella era tutta farina dei bonghettari.
Un popolo vive di se stesso, se accetta tutto ... cresce!
Un casto abbraccio.
Puskin
ma purtroppo altri si sono svegliati molto prima...
RispondiEliminahttp://nexusedizioni.it/it/CT/agenda-21-quando-lonu-vorrebbe-sostituirsi-a-dio-5082
caro puskin e caro alceste, purtroppo l'italiano e il francese il tedesco lo spagnolo...scompariranno tutti ...non per i troppo bonghi suonati per le strade ma per questo :
RispondiEliminahttps://www.sinistrainrete.info/lavoro-e-sindacato/10775-giovanna-cracco-intelligenza-artificiale-distopia-del-lavoro.html
http://www.aipos.it/wp-content/uploads/2017/01/MGI-A-future-that-works-Full-report.pdf
http://www.europarl.europa.eu/committees/en/juri/subject-files.html?id=20170202CDT01121
Puskin abbiamo capito. Al quarto post uguale sembri un troll.
RispondiEliminaNo, a me non piacciono i bonghi in Italia come non mi piace quella sfilza di parole che hai usato (inclusione, accoglienza, tolleranza ecc) prese pari pari dal vocabolario della neolingua, e che servono solo a far sentire "taaanto buono" chi le usa - insinuando al contempo che l'interlocutore non lo sia.
A me i bonghi piacciono in Africa. Le geishe in Giappone. I muezzin a Marrakesh.
Trasferire in massa geishe in Marocco, e muezzin a Tokio, non sarebbe certo un "arricchimento" bensì un piano ridicolo: perché i bonghi nella terra di Puccini li trovi così soavi? Forse perché così ti senti tanto santo e accogliente?
Se trasferiamo geishe, bonghi, clavicembalisti e muezzin in giro per il mondo, alla fine avremo solo una "cultura" a mò di pappone di robaccia globale che mangia hamburger e ascolta Spotify. Perché, sai come va a finire? Che vince la "cultura" che tutti hanno in comune: quella globalista, multinazionalista, americana.
Mi tengo Puccini.
Leggendo gli ultimi post mi viene in mente di aver scrito già una volta della mia perplessità sui valori estetici, artistici. E lo dico da professionista del settore (come musicista mi considero un lavoratore, al massimo artigiano). Perché poi vedi che succede? Questo non significa che crescere nel bello non sia grandioso ed essenziale, sia esso il duomo di Firenze o le distese dell'Alaska. Caro Puskin, non mi piace usare paroloni. Ma antropologicamente parlando le musiche da te citate sono tutti fenomeni di massa. Non hai difeso i negri,con il tuo discorso. Mi piace Charlie Parker, ma non posso fare a meno di pensare al fenomeno innaturale della deportazione e dello schiavismo che ha generato questi fantastici innesti che tanto esaltano i discorsi di qualcuno. Qua parliamo della massa di negri ammazzati perche tu oggi possa gradire Parker. Ne valeva la pena dici? Perché qui parliamo di fenomeni di massa di cui le belle musichette e le belle lettere sono casomai una conseguenza fortuita...sitka.
RispondiEliminaDolce Cristina, se trollo io, Giuseppe che fa? E i copiaincollatori di soavi carmi ? Attacchi me solo perchè non ho le tue idee? Le mie "basi ideologiche" sono completamente diverse e distanti anni luce da quelle polcor, fare speculazioni terminologiche e non semantiche non ti fa onore. Omnia munda mundis. Tu e Alceste dovete solo dire qual'è la vostra "base ideologica" di riferimento, se è la bellezza, quelle parole e ciò che significano sono bellezza allo stato puro, la loro negazione non lo è. Anche a me piace la varietà del mondo e soffro nel vedere McDonalds a Siena, Kyoto, Bruges ma quando lo dico so di non avere motivazioni razionali o di altro valore che non la mia visione romantica del bel mondo andato. I bonghi a me non piacciono affatto, non è questione di bonghi. L'Italia è ciò che è grazie alla sua apertura globalista, cosa sarebbe stato dell'Italia se i violenti pastori romani non avessero assorbito la cultura greca ? Cosa sarebbe stata Venezia senza le culture orientali e mediorientali ? Una cultura non diventa grande chiudendosi a riccio e rifacendosi continuamente al bel mondo antico, il bel mondo antico (poi non così meraviglioso ti assicuro) era perfetto per quelle conoscenze, tecnologie, economie! ora è semplicemente anacronistico, l'arte non è più fare madonne con l'abito di lapislazzuli o bacchi col pisellino. Avete paure e ma non siate ipocriti come i polcor chiamate il vostro "credo" con le parole più adatte: sciovinismo, tribalismo, provincialismo.
RispondiEliminaTu tieniti Puccini, io mi tengo Mozart, Aretha Franklin, Miles Davis, Lao Tzu, Srinivasa Aiyangar Ramanujan.
Un buffetto di rimprovero.
Puskin
Per questo io alla bellezza estetica antepongo l'uomo. Apprezzo spesso Sgarbi come critico. Lo considero un buon critico. Ma quando dice che un'opera d'arte vale più di un essere umano lo fredderei seduta stante, simbolicamente. L'arte non si crea da sola. E se questa è dovuta a incroci e guerre e scambi e da forzarure dall'alto, bisognerebbe considerare il prezzo pagato, che in epoca post industriale è quasi sempre spropositato e porta ben poca arte...sitka.
RispondiEliminaNON TI PERMETTERE NEPPURE PER SOGNO CHE TI SFIDO A DUELLO
RispondiEliminaCapisco che è una coazione a ripetere insormontabile commentare senza riferirsi ad altri.
RispondiEliminaC'è sicuramente una cosa più sciocca e inutile al mondo dei flame tra commentatori di blog, ma ora non mi viene in mente.
Capisco che è una coazione a ripetere insormontabile commentare senza riferirsi ad altri.
RispondiEliminaC'è sicuramente una cosa più sciocca e inutile al mondo dei flame tra commentatori di blog, ma ora non mi viene in mente.
questo è riferito a me?
No, mi riferisco a chi commenta riferendosi ad altri commentatori.
EliminaGuarda Alcy che non c'è nessun flame, Giuseppe ha fatto solo una dotta e spiritosa citazione.
RispondiEliminaAffettuosamente tuo
Puskin
E vabbe volevo partecipare dai...è piu forte di me... quando sento parole tipo "commistione" scatto...e dire che le sento pure spesso... sitka
RispondiEliminapuskin, non mi nomini - e tanto le dovevo -
RispondiEliminaCaro Alceste,
RispondiEliminaforse stiamo degenerando un pò! Ricordi la mia "riservata personale ...sic!"? Credo ora di poter confermare il mio precedente "orientamento diagnostico" in vera, definitiva, diagnosi clinica!
Sempre con stima e affetto (beh, in fondo per l'età che penso tu abbia potresti anche essere mio figlio!).
Hermannus Contractus
Per Giuseppe
RispondiEliminaFaccio parte dell'1%. Sempre con grande interesse leggo gli articoli di Alceste e gli interventi di chi partecipa.
Arianna
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