Roma, 7 agosto 2018
Certe
questioni andrebbero adagiate sul lettino dell'anatomista; spesso, però, si
preferisce un coltello da squartatore.
La questione della globalizzazione, a esempio. Sarebbe bene eliminare questo termine, ormai usurato da vani e opposti estremismi.
Le parole vanno e vengono.
Sostituirei
globalizzazione con Monarchia. Universale.
Monarchia
è ciò che ci attende, al di là degli strepiti decennali che ci hanno ingannato.
Ricordo,
in una tramissione di RAI3 del 1992, Milano,
Italia, un neroricciuto Gad Lerner esibire sul palco, come fa l'imbonitore coi
propri mostriciattoli, Maurizio Boccacci, allora guida spirituale del movimento
Meridiano Zero, di matrice filofascista o parafascista (o consonante a quel che
rimaneva del fascismo).
Nel
1992 si stava cucinando, almeno per l'Italia, provincia ancora opulenta, ma
arretrata ideologicamente, il Mondo Nuovo a venire.
Lerner
aveva il compito di introdurre, al pubblico esterreffatto dal crollo del regime
post ’45, un nuovissimo dramatis personae (ovvero i soggetti che avrebbero
dominato la scena sino a oggi) apprestando, al contempo, con finta premura,
l'exeunt omnes di ciò che più non sarebbe servito alla Monarchia incipiente.