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07 novembre 2019

Cristo per caso


Roma, 7 novembre 2019 

Ho sempre avuto in sospetto gli atei dichiarati e compiaciuti, io ateo.
Mi dan fastidio i tifosi; chi comprende la vastità del Tutto mai parteggia per qualcosa: comprende, invece.
O per meglio dire: ricomprende.
Fra i pochissimi autori che fan toccare vivamente tale sentimento vi sono Leon Bloy e Jorge Luis Borges. Il secondo sulle orme del primo.

Leon Bloy fu un reazionario, un cattolico, devoto alla Madonna de La Salette (La Salette-Fallavaux). Straniero in patria, straniero fra gli stessi cristiani.

La sua visione, apparentemente semplice, ha risvolti di terribile grandiosità. Anche qui, come per l’idealismo, valgono le famose parole: facile è afferrarne le premesse, vertiginoso e quasi impossibile calcolarne gli esiti e viverli, come fossero per noi operanti, ogni giorno.

In Bloy ho ritrovato il mistero della divinità, intatto.

05 febbraio 2018

L'estraneo


Roma, 5 febbraio 2018

Traini 1. Non so nulla della vita di Luca Traini né voglio conoscere nulla. Sull'uomo Traini, come individuo, maschera o personaggio della cronaca nera, ognuno dovrebbe tacere. Sulla profonda significazione che Traini, quale simbolo d'un epoca infernale, apporta alla discussione è utile, invece, discorrere.

Traini 2. Luca Traini non esiste. È solo un uomo perduto, senza identità, agito da procellose forze sovra individuali; le stesse che spazzano senza requie le terre desolate dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Un italiano dilaniato da ciò che, nell'essenza vera, più non comprende: un geroglifico dei tempi a venire.


30 dicembre 2017

I passi di un uomo (mangia caca mangia)


Roma, 30 dicembre 2017

In una breve nota al suo divertimento, Lo specchio degli enigmi, contenuto nella raccolta Altre inquisizioni, J.L. Borges scrive:

Che cos’è un’intelligenza infinita? domanderà forse il lettore. Non c’è teologo che non la definisca; io preferisco un esempio. I passi che muove ogni uomo, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, disegnano nel tempo un’inconcepibile figura. L’Intelligenza Divina intuisce tale figura immediatamente, come quella degli uomini un triangolo. Quella figura (forse) ha la sua determinata funzione nell’economia dell’universo”.

Nel Poema congetturale si legge:

"A questo fatale pomeriggio mi ha condotto
il labirinto molteplice di passi
che i miei giorni hanno architettato fin da un giorno
dell'infanzia. Alla fine ho scoperto
la recondita chiave dei miei anni,
la sorte di Francisco de Laprida,
la lettera mancante, la perfetta
forma che seppe Dio fin dal principio.

Spogliamo della teleologia i due passi. Ne consegue che solo Dio può avere contezza immediata e luminosa del ghirigoro immane che i passi che un uomo tratteggiano lungo l’intero corso della sua esistenza.
Dio oppure uno smartphone.

30 novembre 2017

Cos'è un classico?


Pubblicato il 2 agosto 2013

Il 28 giugno 1981, su L’Espresso, uscì un articolo a firma di Italo Calvino: Italiani, vi esorto ai classici. In esso lo scrittore elencava quattordici punti a favore della lettura dei classici letterari cercando, altresì, di definirne la natura.
Riporteremo queste graduali stazioni di apprezzamento, commentandole brevemente; quindi, per vostra sfortuna, ne aggiungerò altre quattro, personali.
Le stilerò in una sorta di post scriptum, a parte: in tal modo potrete bellamente evitarle e, per vostra fortuna stavolta, tornare alle pagine insabbiate del libro favorito.

1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo ..." e mai "Sto leggendo ..."

Calvino si chiede: Quanti, che dicono di rileggere, in realtà leggono per la prima volta? Quante opere fondamentali (Tucidide, Balzac, Properzio, Saint Simon) giacciono inesplorate nelle nostre biblioteche? Per fortuna non esiste una particolare età della vita in cui cominciare tali letture: “Leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario: diverso (ma non si può dire maggiore o minore) rispetto a quello d'averlo letto in gioventù. La gioventù comunica alla lettura come a ogni altra esperienza un particolare sapore e una particolare importanza; mentre in maturità si apprezzano (si dovrebbero apprezzare) molti dettagli e livelli e significati in più”.

28 novembre 2017

L'estinzione dell'Italia. Una cronaca


Pubblicato il 13 settembre 2014 

Estinzione del passato, dell’Italia.
Una chiesa medioevale del centro Italia. 1200 circa.
Affreschi più tardi, di scuola umbra, fra Quattrocento e Cinquecento.
Nella figura in alto una foto degli anni Ottanta.
Cristo al Sepolcro fra S. Antonio, S. Leonardo e S. Benedetto da Norcia.
Dopo mezzo millennio, nonostante le incurie e il menefreghismo, erano ancora visibili.


Ecco gli stessi affreschi oggi.
Trafugati, svaniti, annientati.
Il tetto della chiesa ha ceduto, l'altare è in macerie, l'acquasantiera è stata estirpata dalla parete, i fregi rubati; l'entrata è ostacolata da un enorme fico selvatico, l'intero vano è invaso da cespi d’erba vetriola.
Il passato svanisce, svanisce il popolo che il passato teneva unito e in vita.


13 ottobre 2017

"Bruciate i libri". Un'intervista a Pepe Carvalho


Pubblicato il 12 maggio 2013

Scrissi questa sciocchezza pochi anni fa, in un tempo che, oggi, mi appare completamente remoto.
La sindrome di cui è preda il bibliomane Carvalho (a cui rendo le armi della ragione) assalì anche Nietzsche; e anche me.
Occorre deporre le sottigliezze, riandare ai classici, tendere alla generosità, ignorare i difetti: in una parola: abbiamo un disperato bisogno d'azione.

* * * * *

"In tutta la mia esistenza non ho mai trovato un libro che mi abbia insegnato a vivere; in realtà dubito che esista. Ci sono libri forse utili, questo sì, ma quasi tutti allontanano dalla vita più spontanea e rendono infelici".
Pepe Carvalho, le fattezze rilassate di canuto Trintignant ultrasettantenne, conciona da un sobrio divanetto della sua casa di Vallvidrera; insolitamente facondo, applica un tono svagatamente apocalittico e divertito.
"Possedevo quasi cinquemila volumi. Me ne rimangono molti meno di mille. Colesterolo e diabete permettendo farò in tempo a bruciare gli ultimi esemplari sul letto di morte”.
Volgo lo sguardo sulle scaffalature che cingono la sala su tre lati, segnate da tacche e avvallamenti, appesantite da libri deformati da una cattiva posizione e da una eccessiva asfissia imposta dai tomi più pesanti. Le file sopravvissute presentano larghi vuoti come linee di fanti falciate da scariche di fucileria implacabili.
Un focherello vivace riscalda un tardo pomeriggio primaverile, insolitamente fresco.

11 giugno 2017

Ode alla liberazione di Palmira


Roma, 11 giugno 2017
 
Jorge Louis Borges, nel racconto Annotazione al 23 agosto 1944, scrive del suo “grado fisico di felicità” all’annuncio della liberazione di Parigi.
Più modestamente, oggi, a distanza di più di settant’anni, voglio farvi partecipi del mio grado fisico di felicità (io, oscuro italiano) all’annunciata liberazione della città di Palmira da parte delle forze regolari siriane appoggiate dai contingenti russi.
Una liberazione fisica e spirituale.
In questi ultimi anni mi son sempre chiesto perché l’Impero Natoamericano del Caos avesse ricompreso nell’Asse del Male certi paesi: Siria, Iraq, Iran, Libia, Egitto, Russia, Cina. E la Grecia e l’Italia, minuscolo Asse del Male secondo i dettami dell’oligarchia di Bruxelles, succursale europea del suddetto Impero.
Esistono complesse risposte geopolitiche al quesito. Non sono un esperto in tali questioni; né lo diventerò mai. Eppure - lo dico da profano e da insipiente della materia – tali elucubrazioni (informatissime, dotte e, in alcuni casi, logicamente perspicue) non mi soddisfano.