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27 maggio 2019

Votare liberamente con l’imposizione delle quote rosa [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Io credo fermamente nell’astensionismo estremo come liberazione finale dalla democrazia.
Per dirla con Hobbes - ma ci erano arrivati certi mistici, ancor prima, nel definire trappe, ordini e non democrazie - espressione politica che reca in sé i germi dell’autoreferenzialità individuale, del narcisismo infantile, dell’anarchia quale prodotto di scarto della dittatura bipartitica (centrosinistra, centrodestra), Leviatano che inghiotte il consumatore, l’elettore, che gli dovrebbe rendere vivibile l’invivibilità dell’essere uno, nessuno, centomila, alla ricerca di un pur misero palcoscenico dove esibire il diritto alla mediocrità totale e totalizzante.
Youtube e i suoi tiktok rendono bene l’idea.
Me ne fotto di destra e sinistra, di quote azzurre, rosa e razziali.
Se constato che la statistica non si è ancora allineata al suffragio universale e all’immissione forzata delle donne nell’agone politico, idea non originale, da rintracciarsi nelle polis greche, non vedo perché si debba imporre scelte per stabilire una parità di genere nel segreto dell’urna.
Da quando le signore e signorine si sono riversate nei palazzi del potere, qualcuno può afffermare senza ombra di dubbio che il mondo abbia cambiato direzione rispetto al suo rotolare impazzito e imperterrito nel buco nero della disgustosa stupidità assoluta e arrogante?

21 novembre 2018

Angelina I adore you


Roma, 21 novembre 2018

Compulso, con un friccico di stupefazione, un articolo di Massimo Fini su Angela Merkel.
Egli lo scrive dopo aver letto un altro articolo, pubblicato, a pagina 15, su “Il Corriere della Sera” del 14 novembre. In esso sono riportate alcune frasi di Dorothea Kasner tratte da un discorso rivolto al sedicente Parlamento Europeo; Ella vi afferma che:

-    occorre un vero esercito europeo “complementare alla NATO” per “dimostrare al mondo che tra nazioni d’Europa non ci potrà mai più essere guerra
-    un bilancio europeo
-    una solidarietà europea (che si annida nel DNA europeo) contro gli egoismi nazionali
-    una libertà europea (di stampa e quant’altro).

Infatti, secondo la Cancelliera, “il tempo con cui potevamo contare sugli altri è finito: oggi noi europei dobbiamo prendere il destino nelle nostre mani”.
Dorothea poi tende una mano all’Italia … onde superare gli attriti … grazie al dialogo … senza l’intralcio degli egoismi nazionali … per cui è bene che ogni paese membro rispetti le regole di stabilità finanziaria … et cetera et cetera
Fini legge tutto questo e vi intravede una speranza.
La speranza di una autarchia europea che, in un prossimo futuro, ci affranchi dal giogo americano e ci ponga stabilmente - e con equidistanza - fra i due Imperi (America e Russia/Cina).

15 ottobre 2018

Katharina l’Eroina ovvero: dal Michigan la salvezza (dell'Europa)


Roma, 15 ottobre 2018

E così in Gemania c’è stata la rivoluzione. Più precisamente: in Baviera, terra dell’Ispettore Derrick. La CSU, una gamba del governo Merkel, ha perso le elezioni. Le buccine giornalistiche, quando manco v’era la certezza di un exit poll conclusivo, avevano già deciso su quale tonalità strepitare: il cambiamento. Strepitare da subito, prima che il volgo capisca cosa è successo, rimane un classico della propaganda. Una sorta di imprinting: lo spetezzo più veloce, meglio se all’unisono con altri culi da trombetta, decide il profumo definitivo da annusare nelle settimane a venire. In attesa di altre ventilationes. E stavolta è difficile liberarsi dal profumo del cambiamento, annunciato con tale fragore da Milano Finanza, blog e giornaloni conniventi.