Roma, 20 luglio 2020
Cosa colpisce nella foto?
Il palazzo retrostante, ovviamente.
Siamo a piazza Monte Baldo, Roma, quartiere Montesacro.
Come possa il sedicente Comune di Roma piazzare questi paraventi in una zona di buon pregio architettonico non è dato sapere.
Ma così vanno le cose nel secolo Ventunesimo.
A pochi metri da piazza Monte Baldo si trova piazza Sempione, progettata dall'architetto Gustavo Giovannoni assieme a Innocenzo Sabatini.
Prima che andiate a vedere questo Giovannoni sul web, voglio porre tale domanda: secondo voi, nelle foto d'epoca, Egli porta il cappello, la cravatta, le ghette oppure bermuda e ciabatte? Rispondete subito, istintivamente, e non barate.
Ripetete la prova con Innocenzo Sabatini.
Ma torniamo a noi.
A piazza Sempione si accede per un archetto. Sopra l'archetto, a caratteri capitali, è incisa la locuzione "A fundamentis extructa" cioè tirata su ex novo, come tutto il quartiere-giardino di Montesacro nei dintorni.
Negli anni Venti ancora si progettava sub specie aeternitatis.
Se siete romani non vi esimerete da un'occhiatina alla chiesa dei Santi Angeli Custodi. Confrontate tale edifizio con "Le Vele" di Meyer a Tor Tre Teste o con qualche parto di Fuksas: rispondete istintivamente. Certo, far costruire chiese cristiane a due ebrei non è una scelta ben ponderata: come far dipingere un murale di Francesco Totti a un laziale. E, infatti, queste chiese non sono. Son altro: magazzini? discoteche? sepocri imbiancati? Non voglio farla lunga, però.
Tutte queste bellezze, tuttavia, residuano. Vi sono ancora, le si può apprezzare, appaiono addirittura in buone condizioni, eppure la sensazione precipua di questi anni è che ogni cosa, persino la più bella, venga velata dalla sporcizia, materiale e intellettuale.
Gli angoli più emozionanti della città sono come insudiciati da una proterva e dolosa forma d'abbandono. Monumenti, architetture, colonnati giacciono incompresi e, proprio perché tali, paiono lasciarsi andare a un lento suicidio; quindici mesi fa si suicidò la cattedrale di Notre Dame, ora quella di Nantes.
Nel 2016 scrissi Roma non va governata, va demolita: a fundamentis extructa. E così l'Italia. Se è impossibile farlo, demolirla, non importa: la diagnosi questa è. Le fondamenta, peraltro, esistono ab imis.
Tutte queste bellezze, tuttavia, residuano. Vi sono ancora, le si può apprezzare, appaiono addirittura in buone condizioni, eppure la sensazione precipua di questi anni è che ogni cosa, persino la più bella, venga velata dalla sporcizia, materiale e intellettuale.
Gli angoli più emozionanti della città sono come insudiciati da una proterva e dolosa forma d'abbandono. Monumenti, architetture, colonnati giacciono incompresi e, proprio perché tali, paiono lasciarsi andare a un lento suicidio; quindici mesi fa si suicidò la cattedrale di Notre Dame, ora quella di Nantes.
Nel 2016 scrissi Roma non va governata, va demolita: a fundamentis extructa. E così l'Italia. Se è impossibile farlo, demolirla, non importa: la diagnosi questa è. Le fondamenta, peraltro, esistono ab imis.
C'è poi la questione del cartello. La cannabis libera. Capisco. Sono gli ultimi spintoni alla porta del negazionismo, ormai mangiucchiata dai tarli. Un colpetto e si sfarinerà in un pulviscolo ridanciano. Che bisogno c'è di cercare tali scuse: 350.000 posti di lavoro! L'indotto, signori, l'indotto ...
Son tutti d'accordo, basta spingere la porta con un calcetto ... e allora, perché?
Passo a spiegarlo. C'è, infatti, da tacitare (col trucco) i residui destroidi dell'elettorato. Per questi gonzi è pronta la manfrina, come d'accordo. Eccola qui: il lavoro sporco lo espleteranno la sinistra e i 5S, quindi scoppierà la finta zuffa: Salvini e Meloni a sbraitare sull'impiantito dei coglioni: drogati! Vogliono diseducare i nostri figli! Abbasso la droga, male da estirpare! E via cretineggiando. I sinistrati allora partiranno all'attacco dei finti destri con una campagna social stupida quanto ridicola, in linea col QI di tale generone, prossimo a quello di una mosca chiusa in un barattolo di vetro. Forza Italia manterrà un atteggiamento perbenista, ma defilato, come a dire: fate un po' voi ... Ci sarà gloria anche per Casapound e affini ... numerose glorie dello sport e dello spettacolo interverranno, anche non richieste ... i giornali si riempiranno di gazzarre scientifiche e sociali in cui ognuno dirà tutto e il contrario di tutto. Posatasi la cordite dei fucili a salve (un annetto? due?), avremo finalmente la droga libera, anzi, che dico libera: legalizzata.
Il Programma, insomma, sarà andato avanti. Sinistrati e affini avranno fatto il loro dovere di servi, gli altri allargheranno le braccia, come sempre hanno fatto, trovando le scuse più sciocche e formidabili: "Abbiamo combattuto come leoni, ma le forze preponderanti, cari signori ... non ci lasciano lavorare ... il TAR la magistratura la Corte Costituzionale gli indiani Cicorioni ci avversano in massa ... gettiamo la spugna, ma attenzione! Lo spirto guerrier entro ci rugge! Ecco pronti i banchetti per il referendum! ¡No pasarán! Pardon, non passeranno ...".
E dopo tali dichiarazioni di fuoco, potranno accendersi il bong dell'inazione per una buona pipatina ristoratrice.
Non è ancora iniziato il dibattito e già sono stanco.
La controinformazione ovviamente si dividerà tra controinformati con la canna inastata e gli opposti controinformati irresolubilmente convinti che la destra combatta le loro battaglie ideologiche ... siamo proprio alla frutta ... ma la tecnopuerizia si sazia di tali conflitti del tutto inventati.