29 gennaio 2023

Kali Yuga


Roma, 30 gennaio 2023

Come può la sinistra sostenere un comico ebreo appoggiato da milizie e gruppi apertamente nazionalsocialisti? I vaccinatori sono fascisti? Come è possibile che il comunismo, morto nel 1989, risorga e venga recato avanti da turbocapitalisti? Se la Prima Repubblica fu anticomunista, e sostenuta da ambienti NATO, perché tali ambienti procedettero alla distruzione dei partiti anticomunisti e insediarono sul trono, dal 1992, i comunisti? Perché la fascista Meloni è concettualmente solidale con Enrico Letta in politica estera?
Come può accadere tutto questo, si domanda disperato il micco online. Non ha senso! L'avrebbe se si smettesse di giudicare per categorie e secondo il tifo. Ogni cosa, allora, tornerebbe a una terrificante ragionevolezza. Il nazismo, il fascismo, il comunismo, il liberalismo … non esistono … o, se son esistiti, in una fugace contingenza, hanno goduto il rilievo della moda delle borsette arancio mattone presso le borghesotte col tacco 12 … Ma non è possibile! Non è possibile! Tutto è possibile, se è logico … i protagonisti della storia novecentesca, apparentemente conflittuali, obbedivano evidentemente a Qualcosa d’Altro … qualcosa di radicato e definitivo che li inchiodava a certi comportamenti e non ad altri … ciò non toglie che i milioni si scannarono in buona fede, come in buona fede sembra l'omuncolo online ...
L’Uomo calpesta la Terra da milioni di anni: volete che siano cambiate le sue losche attitudini da quando roteava ossa di bufalo? Per tacere di categorie da ier l’altro, fascisti socialisti liberali dirigisti antidirigisti … pallide carnevalate dell’Usura …

Pian piano, come ratto dalla fessura d’un impiantito prossimo alla marcescenza, fece capolino l’Economista, maschera da commedia dapprima relegata negli stambugi dei dipartimenti tecnici. Novelle inaudite. L’Italia - Egli affermò - ha troppe piccole imprese. Molte agnatizie; o addirittura strettamente familiari: papà mamma e figli. Come possiamo, dunque, reggere l’urto delle multinazionali in una prossima era globale? Occorre aprirci. A favorire le grandi concentrazioni. I giganteschi flussi monetari. Lubrificando l’orifizio d’entrata nei riguardi dei mercati internazionali e transnazionali e sovrannazionali et cetera. Solo così sopravviveremo. Insomma, poppolo mio, mi rivolgo a Te direttamente: dobbiamo aprirci. Come? L’ho già detto? E allora lo ribadisco. E così sia.
Dai giornali, dalle televisioni, dalle radio, da Bolzano a Capo Maluk s’iniziò lentamente a martellare: siamo troppo piccoli, provinciali, sparsi sul territorio, si deve privatizzare, crescere, inglobare, concentrare, ingrandire … e aprire … Gli squittii, da cacofonia assordante, si composero finalmente in un coro angelico d’entusiastica asseverazione. I primi supermercati, ipermercati, centri commerciali … i primi trust, svendite, fusioni … gli approcci, dapprima timidi, poi via via più spinti, in pochi lustri ci trasformarono, a forza d’aperture, nella baldracca d'Europa. Trent’anni riassunti in step motion: la multinazionale induce il povero bottegaio all’elusione fiscale. La multinazionale rilancia, tagliando spese, costi ed esseri umani. Il bottegaio contrasta come può, riducendo qualità e fregando il prossimo ovvero il cliente. La multinazionale, che tiene il banco, getta sul piatto offerte dumping da capogiro. Il bottegaio sconta, si restringe, licenzia garzoni e commesse, vende peltro per argento, lucra meschinamente negli angoli del microcapitalismo bottegaio, erige trincee fiscali, bara sul resto a nonno Gianni che da mezzo secolo va da lui a prendersi il caffè. Muore nonno Gianni. Il digitale esentasse cala la ghigliottina finale. Il negozio chiude. Gl'Italiani erompono: “Era ora! Il futuro è veloce, sicuro, economico! Ho ordinato le ciabatte da mare, le mutande di Armani, il libro della Littizzetto e mi è arrivato in giornata! C’era un difetto e mi hanno rimborsato subito! Una mail di scuse gentilissima! I cuscini da piscina li ho presi su Lady Godiva a 2,99 … meno male … da Marisa lo sai a quanto stavano? A 4.00 … sembra poco, ma …”. Intanto l’Economista, che assomiglia un poco a nonno Gianni, si gode i milioni delle multinazionali, sistema la famiglia nell’Apparatčik nazionale e va in pensione ammonendo i nipoti su quanto siano insensibili gli Italiani. Altri e nuovi economisti, pagati con ciabatte da mare e mutande di Armani a prezzo scontato, certificheranno il fenomeno della sparizione delle microimprese quale “inevitabile conseguenza di un inevitabile sviluppo storico-economico”.

05 gennaio 2023

La modernità come cancro terminale

Roma, 5 gennaio 2023

Una cellula. Una sola, tra migliaia di miliardi … che, a caro prezzo per la salute del collettivo di cui fa parte, cioè il nostro corpo, va a prendersi il sogno proibito dell’immortalità … Il rompicapo del cancro è una folle corsa verso l’illusione dell’immortalità. Illusione, perché l’aggressore, il sovvertitore dell’ordine, non ha altra prospettiva che il perire insieme al sistema di cui è parte …”.
Sono le prime parole d’introduzione di Telmo Pievani al saggio di Pier Paolo Di Fiore, Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo. Pievani, di cui temporaneamente dimenticheremo certe ottuse intemerate scientiste, così prosegue:
L’edificio complessivo dell’organismo poggia sempre sul filo di un equilibrio dinamico, in un gioco di interazioni, di segnali e di meccanismi molecolari che tengono a bada le spinte anarchiche e le tentazioni di perversa libertà delle cellule … se per qualche ragione i controlli e i vincoli saltano, una forza primordiale silente si sprigiona e semina lo scompiglio”.
Noteremo, en passant, come lo scientista Pievani usi termini metafisici; o teologici. Di fatto sta parlando della civiltà umana degli ultimi centomila anni con la lingua di un predicatore medioevale. E però, per tutti, chiacchiera di cellule; e allora: è scienza!
Ma torniamo a noi.