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22 maggio 2017

Il potere ha un'utopia, noi no


Pubblicato su Pauperclass il 21 luglio 2015

L'utopia ha una forza magica: induce a considerare il futuro con persistente benignità, permette di superare ogni avversità, qualsiasi passo falso; chi ha lo sguardo affissato verso l'utopia non deflette mai dal proprio cammino, incassa i colpi avversi con filosofia stoica, e il suo nord non cambia mai, ogni giorno la bussola dell'ideologia gli consegna inalterata la meta: egli può fare passi indietro, o di lato, può essere costretto ad aggirare passi e ostacoli, ma ritrova sempre la strada principale, magari per sentieri inaspettati, vie secondarie, viottoli sconosciuti ai più.
Il potere ha questa utopia e marcia con fiducia verso di essa, insensibile ai rovesci, alle battute d'arresto; sa, con certezza immediata, che tali inciampi sono temporanei; può, inoltre, permettersi di aspettare: una breve stasi oggi presagisce una marcia trionfale domani. L'importante è la meta finale, vivida e immutabile come una stella polare.
Ma cos'è tale utopia?
Nient’altro che il sogno dei più grandi despoti: una umanità addomesticata, finalmente mansuefatta, inerte, senza sussulti; un gregge miserevole, da pascolare con tranquillità, ogni passione spenta, qualsiasi rivendicazione sopita. Dominare con minimo dispendio di energie miliardi di esseri umani, inebetiti dall'incoscienza del proprio stato, dalle divisioni, dai balocchi da poco prezzo che lo stesso potere ammannisce con finta prodigalità.
Un gregge sacrificabile, da spostare a piacimento sul Risiko mondiale.
E come ottenere tutto questo?