Unreal City, 28 agosto 2021
L’inaffondabile
Giovanni Malagò, presidente del CONI, forte dei successi della comitiva nazionale
alle Olimpiadi del 2020, tuona: voglio lo ius soli sportivo! Egli, insomma,
ambisce regalare alla cittadinanza italiana un qualche ascaro tuttosprint: onde
ri-donare, sotto forma di gloria ginnica, ciò che toglie al Paese stesso,
ridotto a una sorta di albergo a ore per cosciuti ragazzotti di belle speranze.
Al solito, dirigenti e capataz, incapaci di aprire le porte per timore del
risentimento del popolo bue (non oseremo un po’ troppo, signori miei?),
socchiudono alla chetichella finestre e abbaini: come certe verginelle in
fregola, a eludere divieti e moniti paterni.
E però quest’anno
abbiamo vinto i cento metri! E la staffetta! E il salto in alto! E la pesca con
la mosca! C’è stato anche il record di medaglie! Record all time! Quaranta
medaglie! Dieci ori dieci argenti e venti bronzi!
Se c’è una categoria di smidollati che mi ripugna sono i forzuti da poltrona. Ormai, però, ci si avvia alla lenta asfissia delle discipline, alla sparizione di circoli e comunità sportive. Proprio perché comunità e confraternite: troppo pericolose. Persino le scuole calcio si spengono lentamente, sostituite da calcetti e padel … tutto piccino, dopolavoristico, spensierato, poco impegnativo. Le palestre per il pugilato e la lotta sono quasi introvabili e spesso popolate da coatti tatuati che, al massimo, possono litigare col vicino che gli ha rubato il parcheggio. Sì, la pratica sportiva è pericolosa poiché struttura una condotta di vita e spinge al sacrificio in nome di qualcosa di superiore all’individualità. Meglio ripiegare sul digitale, a tifare undici estranei, di undici paesi diversi … si finirà, prima o poi, all’esse est percipi come nell'omonimo racconto di Bioy Casares. Le partite si ridurranno a recite fra atleti pompati dai social sino alla simulazione vera e propria … tra dieci anni chi potrà mai affermare che un Real Madrid-Barcellona si sia mai effettivamente disputato? D’altra parte tali compagini digitali già si sostanziano di un tifo planetario e disconnesso dal carnoso campanilismo che ne ha decretato la leggenda. E così per i derby lagunari, genovesi, milanesi, torinesi …
Ma c’è poi davvero
stato un trionfo muscolare italico alle recenti Olimpiadi? Superiore a quello
del 1932 (Olimpiadi a Los Angeles) e del 1960 (Olimpiadi di Roma)?
Propongo queste cifre: