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21 marzo 2020

Immunità di gregge


Roma, 21 marzo 2020

"Ignobile plebaglia!" sbraita il Nerone di Ettore Petrolini nel più sincero incipit politico d'ogni tempo. E prosegue, rivolto al popolo in tumulto dopo il famigerato rogo della Città: "Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria!".
E dalle turbe gli rispondono: "Bravo!". E lui: "Grazie".
L'imperatore, quindi, rivolto alla corte: "È piaciuta questa parola, “pria”? Il popolo, quando sente le parole difficili, si affeziona. Ora glielo ridico!
E allora: “Più bella e più superba che pria!” “Bravo!!” “Grazie”.
Più bella e più superba che pr ...” “Bravo!!” “Grazie”.
Più bella e più superba che ... grazie” “Bravo!!!”.
Più bella ... grazie” “Bravo!!!”.
Bella grazie” “Bravo!!!!”.
Grazie!” “Bravo!!!!”.
E va avanti così, con Nerone che si prende un "bravo!" automatico a ogni sua mossetta. E allora sentenzia: "Lo vedi? Il popolo, quando s'abitua a di' che sei bravo pure che non fai niente sei sempre bravo!".
Il popolo si affeziona, evidentemente. A parole come "asintomatico", "crescita esponenziale", "immunità di gregge".

19 giugno 2017

La vestaglia del principino


Pubblicato il 3 maggio 2016

Il fallimento della controinformazione.
Perché la controinformazione (o, almeno, parte d'essa) non diviene parte del discorso politico dell’uomo comune? Meglio: perché la controinformazione stenta addirittura a penetrare le residuali coscienze (quelle più avvertite)  e finisce per coinvolgere solo un pubblico esiguo (sempre lo stesso) - un pubblico, che, peraltro, si presenta davanti ai grandi avvenimenti internazionali sempre più diviso?
Il peso del giornalismo alternativo (chiamiamolo così) risulta pressoché nullo.
Su Pauperclass blog si è cercato di dare alcune risposte:


E tuttavia stavolta voglio proporre una diversa interpretazione.
Non una spiegazione.
Solo un'ipotesi di lavoro onde scrutare l'orizzonte da una diversa prospettiva.
Voglio, però, avvertire: non parlerò mai di contenuti, ma esclusivamente di forma. Aspetto, modo; dell'atto di porgersi; di emozionalità.
Il punto è questo: la controinformazione (d'ora in poi CI) non affascina. Non piace. Non muove le coscienze. È, talvolta, controproducente.

1. La CI spiega, spiega sin allo sfinimento. È sin troppo minuziosa, pedante, infervorata. Richiami, note a pie' di pagina, link, immagini, setacci investigativi, ricostruzioni, plastici digitali. Persino i commenti del pubblico, a volte, prendono la forma di piccoli trattatelli; a materiale si aggiunge materiale: un coacervo di fatti che lievita inestricabile. Chi segua un episodio di politica o di terrorismo internazionali in poche ore arriva alla sazietà, persino allo sfinimento: legge troppo, interpreta troppo: come un asino di Buridano postmoderno trova non due greppie, ma tre, quattro, dieci; ciascuna con un fieno più odoroso, o più fresco: e dopo una spanciata, piluccando qua e là con avidità, non placa la propria fame, ma si procura un'indigestione (e un inevitabile disgusto per il fieno a venire).

13 maggio 2017

La generazione dell'impotenza



Pubblicato su Pauperclass il 21 aprile 2015

É male ignorare la storia del proprio clan. Ma ci sono circostanze in cui anche una conoscenza approfondita diventa un ostacolo. Una persona dovrebbe usare discrezione. Un sapere eccessivo può essere un impedimento anche nella vita quotidiana. Si mediti su questo principio senza dimenticarlo mai.

Yamamoto Tsunetomo, Hagakure, II, 95

Studiare non ci ha resi migliori.
Anzi, ha trasformato l'anima degli italiani più giovani in una pozza gretta, superba, narcisa.
E quindi impotente.
Impotente a qualsiasi azione.
La verità è che non sappiamo più fare niente. Sappiamo solo chiacchierare, ciarlare, dare sulla voce a qualsiasi altra voce che non sia la nostra; oppure ergerci a professori del nulla, pontificare, riandare colla mente alla nostra miserabile tesi di laurea, alle nostre minuscole convinzioni; oppure rinchiuderci in una conventicola, di gente a noi affine, in cui ognuno passa il tempo, oziosamente, a darsi a vicenda pacche digitali sulle spalle: sono d'accordo, bravo, è così, quei coglioni non capiranno mai, solo noi ci capiamo etc etc; oppure ritirarsi sull'Aventino del nulla, la torre d'avorio in cui crogiolarsi nella rassegnazione - rassegnazione che non è altro che somma alterigia: non mi date ragione? E io mi tolgo dalla lotta! Come se a qualcuno fregasse qualcosa ...

Studiare ... studiare: elementari medie d'un soffio; poi, come in una bella ricreazione estiva, le superiori; quindi i brevi inciampi degli esami di laurea ... davvero piccoli: ormai la corona d'alloro se la mettono tutti: un popolo di dottori, dottorati, specializzati, masterizzati.
Diciamolo chiaramente: in due generazioni la pace ha prodotto un'umanità acculturata, profumata, corretta, interconnessa - antropologicamente diversa dai propri antenati di appena quarant'anni fa.
Impotente, però.