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24 settembre 2019

Mio figlio è una checca e io non lo sopporto [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Profondo nord-ovest italiano, 5 luglio 2019

Mi trattengo a parlare con M. al bar sotto casa gestito dal signor Wong; sono le 8 e 30 di una calda mattina d’estate e il termometro sullo smartphone segna già 29 gradi.
M. è un buon marito, un ottimo padre, un instancabile lavoratore, un artigiano onesto, lo conosco da quindici anni.
Si è ingrigito nel tempo, come me del resto, i nostri frammenti di dialogo front-coffee negli anni si sono imbalsamati in grugniti, espressioni linguistiche più contadine che urbane, ma non è la crudezza dei discorsi che ci manca.
Abbiamo entrambi il dono della sintesi e della verità: non ci vergogniamo delle nostre condizioni di maschi flagellati da questo postmoderno che cerca in ogni istante di annullarci, di renderci un postpensiero, vecchi arnesi arrugginiti da riporre in bui scantinati.
Oggi è il suo turno, vuole sfogarsi; i suoi cinquant’anni di rughe e lavoro di idraulico si aggrumano in un ghigno a me rivolto senza nessuna affettazione… Dopo l’ultimo sorso di nero bollente, mi fa: “Devo accettarlo, mi capisci? Lo faccio per tenere in piedi il matrimonio … ma io e mia moglie eravamo più felici quando non avevamo figli”.

29 marzo 2018

Elementi di critica protozoica


Roma, 29 marzo 2018

Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Einaudi, 1977.
Dalla premessa a una edizione digitale del libro estraggo:
Apro una pagina a caso - davvero lo faccio in questo momento - e casco sul capitolo quinto ‘Mens sana in corpore perverso’; il paragrafo 1 si intitola Il ‘non-desiderio’ e la negazione. I desideri coati; basta, è un esempio di un linguaggio che nel far reagire saperi disparati, nel piacere dell’ 'inversione', del calambour, crea, e crea contestazione. Come se quel gusto tipico della checca di tutti i tempi di rovesciare il linguaggio, di appropriarsi di un mondo fantastico (divenendone la regina, insieme a tutte le altre), di inventare un mondo diverso, di vivere finalmente, fosse giunto a un grado di consapevolezza, RIVOLUZIONARIA questa volta”.

Giusto per annusare alcuni afrori.
Ed ecco Mieli:

Ho messo a confronto col mio punto di vista, maturato e ringiovanito nell’ambito del movimento gay, molti dei luoghi comuni antiomosessuali diffusissimi e alcune delle più note teorie psicoanalitiche inerenti all’omosessualità. L’ho fatto perché ritengo ancora opportuno contrapporre, anche in 'sede teorica', i pareri di noi gay a quelli tradizionali degli etero, i quali di solito condividono - più o meno volentieri o più o meno consapevolmente - i (pre)giudizi di certa canaglia reazionaria, di tutti quei medici, psicologi, sociologi, magistrati, politici, preti ecc. che spacciano per verità sulla questione omosessuale le più grossolane - o, rarissimamente, sottili - menzogne. Noi, che non ci identifichiamo con la loro ‘Scienza’, facciamo riferimento a una gaia scienza”.