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16 giugno 2018

Democrazia … signora del freak [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno! 

Sergente Hartman

Reiterare questa “santa” parola, democrazia, è lo scopo precipuo dell’ovvio politico, è il riempire quest’aria di veleni, questo vuoto/pieno normativo, questi codici che non conosciamo, ma ai quali ci sottomettiamo, questa trappola di leggi che imbalsama ciò che si sarebbe già decomposto da tempo: il vivere pacificamente, il sopportarsi reciprocamente, il tollerarsi sfiorandosi per strada, rispettando le giuste distanze, le linee gialle di cortesia, l’erba del vicino che è sempre più verde, gli orari notturni, i contratti, le obbligazioni, le opinioni, la mediocrità della quale non si fa più carico nessuno, o, chi se ne fa carico, la spaccia per superiorità culturale, artistica, arricchendosi sulla disperata incapacità individuale di non saper riconoscere i pregi atavici di una vita semplice, appartata il giusto e anonima.
La democrazia è il vivacchio costituzionale, uno strascicare i piedi da una stanza all’altra del Grande Edificio Stato, che è stato, ma non sarà, perché si consumerà nel privato dei privati, participio passato di privare.
La democrazia è commedia, la rappresentazione nemmeno tanto sublime di un mondo drammaticamente buffonesco; è una collisione/collusione di parti sceniche, phoné, brusio, applausi che sottolineano risse tra potenti, quasi sempre concertate.