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27 gennaio 2018

Sacer esto (si PolCor violavit)


Roma, 27 gennaio 2018

Un po’ di rumore di fondo ha suscitato la vicenda del cosiddetto DJ Fabo, andato in Svizzera a morire accompagnato dalla consueta scorta di un elemento del Partito Radicale, stavolta nella persona di Marco Cappato.
Quale postulato alla vicenda posso subito affermare: se questo Fabo fosse stato un mio parente e mi avesse chiesto di crepare probabilmente l’avrei accontentato, in silenzio. Ma qui non è in gioco, ovviamente, la persona di Fabiano Antoniani di cui, sia a Cappato che a tutti i protagonisti politici e mediatici, importa quel che importa: nulla.
Qui deve essere presa in esame la forza simbolica dell’accadimento, come sempre. Riassumiamo, perciò, la vicenda, desumendola da una delle tante gazzette interessate, in tal caso Il Fatto Quotidiano.


Il PM - che rifiuta essere l’accusa - chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste … Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano lo fa spiegando che: ‘Noi pubblici ministeri rappresentiamo lo Stato, non siamo gli avvocati dell’accusa come in altri ordinamenti, pur civilissimi. Io mi rifiuto di essere l’avvocato dell’accusa. Io rappresento lo Stato e lo Stato è anche l’imputato Marco Cappato’ …

23 novembre 2017

Silvio has a dream ovvero il Berlusconi utopico e l'Elogio della Follia



Pubblicato il 24 luglio 2013

Il mistero Berlusconi: un maneggione del vecchio ordine più furbo degli altri.
Col tempo per lui ho persino maturato una certa simpatia. Tra Berlusconi e Gutgeld la scelta non si pone: nel disastro almeno ci si diverte.
Ho sempre preso poco sul serio le telenovelas sulla mafia e sulla corruzione che lo coinvolgevano. Egli m'appare, infatti, quale uomo intento unicamente a difendere la propria roba e che, nel farlo, vende l'anima al diavolo. Un diavolo che, però, possiede le anime di tutti.
A distanza di più di vent'anni dalla discesa in campo siamo in grado di porci la domanda decisiva: l'Italia andrà in malora anche a causa di Berlusconi o nonostante Berlusconi?
Le devastazioni epocali, incancellabili, infatti, vanno ascritte a Ciampi, Prodi, Maccanico, Monti, Draghi, Bonino; non certo a un uomo le cui mosse sono dettate dalla tenacia nella protezione degli orti  di famiglia.
Questo, ovviamente, non lo assolve storicamente, ma configura una rete concettuale di attenuanti.
Ben diverso è il cuore psicologico del Silvio nazionale.
Cosa pensa davvero Silvio?
Ha mai avuto aspirazioni? Ambizioni spirituali?
Certo. Come chiunque.
Esiste un suo diportamento esoterico? E uno, pubblico, ridanciano, essoterico?
Forse. Mi arrischio a pensare che lo spessore intellettuale di Berlusconi sia addirittura superiore a psicopatici come Schulz o Juncker.
Qui si tenta, con andamento semiserio, di individuare uno dei motori di tale Weltanschauung.
 
* * * * *

Qualche tempo fa, girettando tra gli scaffali d’un mercato dell’usato, intravidi due bei volumetti a un prezzo irrisorio: l'Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam e l'Utopia di Tommaso Moro (Thomas More). Per due euro circa accattai due tomi di circa quattrocento pagine in carta Fabriano dai nitidi caratteri Garamond (tondi e corsivi: l’Elogio) e Baskerville (idem: l’Utopia). Essi sono i primi numeri di una collana denominata la Biblioteca dell’Utopia – collana che include altri classici della letteratura dell’illusione alta: La nuova Atlantide di Francesco Bacone (Francis Bacon), Il Principe di Machiavelli (annotato da Napoleone Bonaparte), Lo spaccio de la Bestia Trionfante di Giordano Bruno e Il manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels.
Il prefatore dei volumi, che coincide con l’editore, è Silvio Berlusconi.