05 giugno 2023

È arrivata una cicogna


Roma, 5 giugno 2023

I tagli lineari … il taglio delle accise … il taglio delle tasse … il taglio dei boschi … eppure solo un taglio è centrale per la distruzione, probabilmente l’ultimo per l’Italia, quello mortale - l’unico colpo di rasoio a cuore agli psicopatici che comandano a bacchetta la feccia in cravatta e tailleur della dirigenza nazionale, protetta dal basso patriziato che spera ancora di lucrare qualche cioccolatino - quello, orizzontale, fra le generazioni.

Il Sessantotto, rivoluzione coloratissima e psichedelica che iniziò l’operazione “homunculus”, fu il primo tentativo “radicale” di recidere la tradizione (lat. trā-dere, dare oltre, affidare, consegnare in mani fidate id est piene di fede, a cui prestare fede). Non si contarono mai abbastanza gli eserciti di filmini, le canzoncine, le concioni e le invettive varie contro i padri, le madri, gli avi, persino i padri della patria, ridotti a lestofanti e mestatori; la consegna andava sventata ... non una, ma due tre cento volte si dipinse il mondo del passato coi colori bui di una reazione ferina e depravata, da rigettare e dimenticare … in nome della falsa libertà, come sempre, si arrivò alla perversione perfetta dell’etimologia stessa, tradire, fondata sul tradimento supremo e insuperato, quello del ragionier Giuda, che consegnò il Cristo.
E ora assistiamo allo spettacolo di tale mondo libero

E poi seguirono altre rasoiate.
Nelle università contro la trasmissibilità del sapere (il diciotto politico, il trentasei politico, il crollo casual della selezione); nei reparti di ostetricia onde triturare feti e svuotare il ruolo della madre, quella vera, simbolo supremo della vita e della gerarchia legata al sangue; nelle scuole in cui si doveva, da subito, disimparare tutto ciò che ci legava allo ieri, dalla storia (non si studia la guerra in Vietnam, ma ci rendiamo conto!); nella religione (e il buddismo dove lo mettiamo? E il giainismo? Vi fa schifo?); nella lingua (l’inglese vi servirà come il pane! Come troverai lavoro senza inglese? Meno genitivo da latinorum e più genitivo sassone!); in economia, disincentivando mercé miriadi di leggine e regolamenti locali, le più sciocche e gratuite, i piccoli proprietari e il rapporto stesso degli Italiani con la terra onde favorire il latifondismo da multinazionale, spacciato per efficiente; nel sociale con l’irruzione del divorzio; nella psicologia fomentando un immaginario da rotocalco femminile in cui occorreva liberarsi dei tabù instaurati da quei delinquenti di mamma e papà; e ancora: imposte vertiginose sulla casa e i servizi locali (il decentramento!) per costringere alla resa gli omiciattoli e sfarinare lentamente, ma fatalmente, l’asse ereditario (l’eredità è un furto: così i falsi socialisti di ogni risma già in secoli meno sospetti); nel Cristianesimo, tramite il Concilio, che prevedeva minutamente un’architettura, una liturgia e una lingua sciatti, falsamente vicini al fedele, brutti, squallidi, generici - in sostanza un corpus di credenze svalutato come respingente, insulso, fungibile, e reso buono per quaccheri, hippie e animisti, inutilizzabile; nei mestieri e nelle professioni, resi, grazie alla tecnica digitale, roba da passacarte o fenomeno sussunto velocemente dalla sfera seriale; in ogni arte, anche la più minuta, investita al ribasso da torme di dilettanti cui faceva gioco la mancanza di selezione (abolizione della terza pagina, della figura del critico etc).

Cosa significa tagliare quei fili? Cosa significa, in ultima analisi, la rinuncia alla sapienza come tradizione, alla profondità dei secoli?

Equivale alla resa, definitiva. Anche la mia generazione, che pure ha annusato, tanto da ricavarne una sottile nostalgia, tempi quasi normali, è stata devastata da tale mancanza. Perché non vi erano più maestri. Un maestro, un padre o una madre che ci educhi, o il maestro di bottega; il maestro nella professione, un professore che istruisca, questi sono i testimoni in grado di “tradire”. Senza di essi si brancola nel buio poiché ogni minimo brandello di verità ci porta via decine di anni. L’avevamo a portata di mano, la verità, quasi d’istinto, grazie ai maestri, ma i maestri più non sono tra noi. Quanto tempo abbiamo perso a ricercare piccole e mezze bugie, da soli, senza aiuto? Siamo invecchiati e ne sappiamo ancora poco. Per questo anneghiamo nella palude dei dati, dei grafici, delle statistiche, e ne chiediamo ancora, come drogati, senza cavare un ragno dal buco. Chi ci insegna la gioia della sapienza, ora? La scorciatoia, la via, l’astuzia che lavorava entro di noi, inavvertita … il circuito, corto, fra chi sa e chi apprende? Quel filo si è spezzato, come sempre accade alle civiltà morenti. Gli anziani muoiono ai bordi del villaggio, i padri sono smarriti, i figli passano al nemico. Già ora gli adolescenti nemmeno sospettano che possa esserci un’esistenza alternativa, più aspra, più dura, ma piena e viva che la mia generazione ha solo lambito; questi esserini, né gioiosi né tristi, né malinconici o iracondi, né mai accesi da una qualsivoglia passione, nemmeno razionali, di quella lucida razionalità che si guadagna nel placare la passione; sempre eguali, senza riferimenti, come i visitatori di una pinacoteca di astrazioni in bianco e nero dove tutto assomiglia a tutto. S-passionati, già defunti, seriali anche loro, come i prodotti che comprano, il cibo che son costretti a trangugiare, spaventati dalle parole, dalla ricchezza, dalla multiforme e vertiginosa corsa alla vita.

Il consueto ritorno dell’eguale disgusta. Sto parlando di un malessere fisico, immedicabile. Dopo mezzo secolo, il minuscolo spicchio di storia che ho avuto il meschino privilegio di sperimentare, e sopportare, c’è ancora gente che si rallegra della vittoria e della sconfitta di un partito politico. Quando gli dai dello stupido, questi estremi difensori dello status quo, si risentono pure … o si rinchiudono in un silenzio sdegnato, o pontificano o ti danno sulla voce con arroganza. Mai visti simili impiastri in tutta la mia grama esistenza. Collezionai, nei decenni, traditori, cialtroni, pazzi, criminali … ma tale impasto di puerilità e protervia digitale supera ogni psicopatologia pregressa … non che non me l’aspettassi: si tratta del cretino 2.0, il cretino integrale, l’uomo a prova di qualsivoglia ragionevolezza … colui che si getta a capofitto nei solipsismi di un pensiero o capriccioso e stolidamente autoreferenziale o falso poiché le premesse, che l’idiota crede di aver elaborato in proprio, le ha acquistate surrettiziamente al mercato della miccaggine globalista, come i falsi ricordi dei Nexus 6 o di Total recall… l’abolizionista del principio di non contraddizione continua a prendere calci in culo rialzandosi ottusamente ogni volta … dal fango e dalla polvere, da qualsiasi polvere … lui alla “X” da analfabeta non rinuncia, per carità … la fede nella matita copiativa è il lembo postremo di terra democratica rimastagli … al di là c’è il mare aperto della logica e del disinganno … gelido e pericoloso … meglio restare sulla spiaggetta, i cenci da naufrago, attorno al fornelletto da campo delle convinzioni indotte: si può cambiare, yes we change, podemos … sono ossessionati dal cambiamento, non possono stare fermi, come certi ossessi nelle celle imbottite … andiamo, partiamo, rivoluzioniamo! E poi le paroline d’ordine al miele che gli hanno sussurrato nell’ombra: se non voto vince il despota, il fascista, il comunista, il nazista, il bolscevico … se votano in tre il consiglio comunale si farà comunque, quindi … il solito ciarpame che sento da una vita, inesausta scusa allo sfacelo della nazione … non li tange, questi allocchi in brodo, la considerazione bruta della realtà: che è l’entità della distruzione a rilevare; e solo quella. Una volta di qui, un’altra di là: l’euro, le trentacinque ora, la secessione, il mattarellum, il porcellum, la devoluzione, il reddito di sudditanza: a quante esche avete abboccato confidando che la Testa Tonda avrebbe scacciato col voto la Testa Quadra … e la Testa Quadra sostituito quella Tonda  … quanti milioni di post su tali minuzie, mai importanti, mentre la distruzione, unica agenda, avanzava a passi da Moloch? Quanto è stato distrutto dal 1973 in poi? Quanti guappi di cartone avete votato? L’inesauribile teoria di gaglioffi oscura il cielo della ragione, eppure … e poi il tifo: le vignette, le parodie, gli attacchi ad personam … quello è basso, calvo, coglione … quella è brutta, dentona, strabica … e poi la questione principe, vera: il rifiuto del sistema democratico. Ma come? Come si permette! Lei è pazzo! La libertà! Siamo liberi! Solo nella democrazia c’è libertà! I diritti, signor mio, i diritti … il Medioevo … l’oscurità … e poi il progresso … guardi quanto siamo avanti, oggi! Da allora! Avevamo le pezze al culo, invece adesso … guardi che ben di Dio! E poi la libertà! Sono libero … libera … di fare questo e quello … e pure quell’altro …

Il sonno della razionalità, sono d’accordo, genera cretini … soprattutto l’ignoranza di ciò che si è stati … e la fede nel progresso, ah ragazzi miei, non toglietegli la fede nel progresso o vi saranno ecatombi suicidarie … questi davvero credono che Massimo Giannini sia superiore a Tacito … o che nel Medioevo vi fosse oscurità e mancanza di libertà … e, invece, come sempre accade, vige qui la regola dell’inversione … a forza di massaggiargli il cranio di sciocchezze, a scuola, all’università, negli olovisori di ogni risma, si son convinti dell’esatto contrario, come il cane di Mustafà … contro ogni evidenza, qualsiasi buon senso … sono automi cui hanno impiantato il sol dell’avvenire … a tutti: vivono nel Medioevo Ellenico, uno sprofondo culturale che non serberà traccia alcuna ai posteri, e però cicalano dei tempi oscuri … e poi la teologia della liberazione … da Freud in poi … ciò che doveva restare incatenato si è scatenato … la donna, specialmente, è libera, indubbiamente, talmente libera che a quarant’anni deve infilarsi un pezzo di plastica su per la fica, se non peggio, onde sentirsi ancor più libera … ha perduto qualsiasi ruolo guida nella società e però è libera … di far cosa? Di lavorare? Di non fare figli? Di realizzarsi? Di fumare e bere? Di non essere perseguitata da fischi d’approvazione per strada? Di vestirsi come al Rocky Horror Picture Show? La poveretta è allo sbando psicologico, come tutti i liberati. Non gli rimane che scivolare ancor più nell’abisso, di rilanciare la depravazione … di inorgoglirsi della degradazione … sempre più, in una spirale che la controlla ormai, povero esserino del futuro ...

Il cretinismo dell’into the wild è uno degli esempi perfetti per capire la devoluzione dell’omarino 2.0. L’esotismo da quattro soldi cominciò a formicolare per l’Occidente durante il Grand Tour di anglosassoni e crucchi al Sud d'Europa … l’europeo liberato, illuminista, volteriano, cercava il Colosseo e gli aranceti siciliani, ma ambiva anche a comprarsi i figli dei poveri o a cercare emozioni forti. L’europeo iniziava a non sopportare sé stesso poiché nel proprio animo intravedeva la desolazione dell’apostasia dall’Antico Ordine. Strappato alla tradizione, egli veniva insidiato dal nichilismo più abietto; la Bestia risaliva i precordi; come in Kavafis e Verlaine, la cura consisteva, quindi, nella depravazione dei bassifondi, nello shock culturale, nelle sanguinose e barbare tradizioni locali, giudicate arretrate, ma sentite ancora vive. La letteratura fantastica occidentale, da Stevenson a Machen, da Ewers a Robert E.Howard pullula di tali impulsi. I liberati cercarono un medicamento al nichilismo in India, in Africa, in Sudamerica … dappertutto meno che in patria dove avevano tutto negato, in nome del Nuovo Mondo Mirabile … la liberazione li rese incivili, estranei alla civiltà … il nepente del colonialismo li calmò per qualche tempo poi la Bestia del Nulla iniziò nuovamente la risalita … cosa potevano fare questi sradicati se non distruggere finalmente sé stessi? La colpa dell’apostasia veniva ora dimenticata grazie a un forsennato escapismo: droga, viaggi alla ricerca di un sé qualunque, purché non tradizionale: tolkeniani in Irlanda, pedofili in Cambogia, ristoratori in Messico, kibbuzzari in Israele, caritatevoli in Congo, anacoreti in Patagonia, gesuiti in Cina, battaglieri in Amazzonia, sciamani in Mongolia, uranisti alle Figi, indiani a Milano centro, troie a Portofino, esploratori alle cascate del Ruwenzori, qualsiasi cosa pur di non ammettere che la liberazione li aveva devastati irrimediabilmente e che la parte recisa costituiva l’unica ragione di un'esistenza piena, a tratti persino felice … il turismo divenne nel postmoderno la maniera che l’occidentale aveva di sfuggire alla propria colpa. Con ricaschi di comicità macabra, qua e là: la cinquantenne che sposa il nigeriano di trenta e, oltre al fannullone, deve accollarsi la sua famiglia agnatizia; l’idiota inghiottito dalle rapide di uno sperduto fiume venezuelano, l’autostoppista stuprata a morte nei deserti anatolici, lo scemo americano morto avvelenato nello scheletro di un pulmann in Alaska, l’antropologo rap lautamente sovvenzionato per dimostrare che Atena è negra, ma non ci riesce, la coppia che adotta bimbo brasiliano conflittuale e già drogato a tredici anni … libertà vo cercando ch’è sì cara, ma questi, al contrario, poiché sono preda della falsa libertà, vanno raminghi per l’orbe terracqueo alla ricerca della pietra filosofale … condannati a un desiderio inesaudibile, al modo dei dannati infernali … a gridare, con la bocca muta: come possiamo compensare questo vuoto nella nostra anima, il bianco delle mappe di Cuore di tenebra … come? La queste del Saint Graal gira a vuoto, alimenta odio, e furia, che si scarica ancor più nell’abiezione … è un avvitamento spettacolare, inarrestabile: allo schianto, però, non assisterà nessuno.

Si fa un gran cicalare di femminicidio, l’ultima trovata per instillare odio fra generazioni … perché qui, al centro del circo, non è il rapporto attuale fra uomo e donna, inesistente, bensì i ruoli che essi hanno sempre sostenuto all’interno della famiglia, nei millenni: femmine sottomesse e maschi oppressori, eredi d’una malsana tradizione patriarcale. Quello il bersaglio, non l’omarino attuale. Tutte menzogne di carta velina, ovviamente, dato che, anche nell’ultimo femminicidio preso a modello, non rilevo né maschi oppressori e né femmine sottomesse, figuriamoci il patriarcato. Come nell’episodio di Davide Fontana e Carol Maltesi, si rinviene la totale gratuità degli atti, persino i più orrendi, recitati da sonnambuli etici che nuotano senza passioni in un liquido amniotico autodistruttivo, di letale e pastosa omogeneità. Perché no, avrà detto l’omicida. Quale morale, quale individuo, quale comunità mi riprova davvero? Le cose si desiderano e al desiderio non c’è scampo; si coglie il frutto, ci si annoia, se ne coglie un altro; nessuna vera scelta, però, è presente: l’esistenza degli esserini è dominata da una condanna, ch’essi scambiano per piacere, a non trovare mai requie; essi trascorrono i pochi anni terreni in un Limbo invertito ove l’inconsumabile anelito al Nulla rimane sempre inappagato; e ogni ostacolo a tale vana cupidigia genera un furore freddo e omicida. Siamo nei territori postmoderni del mondo al contrario cui fa da sfondo la piccineria e l’ignoranza, la superficiale quanto agghiacciante angustia delle ambizioni. Cosa vogliono davvero? A cosa aspirano? Non lo sanno, son solo esseri perduti. Dissoluti, in senso tecnico. Persino l’omicidio di un nascituro, carne della propria carne, è sentito come pegno da pagare per liberarsi dallo stress. Lo stress, sono stressato, voglio divertirmi, scappiamo, andiamo via, i mari del sud, la spiaggia incontaminata, la vetta desolata, una relazione senza impegno, un’uscita senza impegno, un libro sì, ma leggero, studiare sì, ma senza nozioni, voglio diventare ballerino classico, cantante, critico cinematografico, però con fare leggero, la grand ronde de jambés fatta in casa assieme agli assistenti di Maria De Filippi, il falsetto senza conoscere metronomi e solfeggi, per carità, rilasciare recensioni avendo in corpo Quentin Tarantino e il frullato di generi … no, Alceste no, è troppo pesante, pessimistico, catacombale, bisogna volare come libellule del pensiero debole, in un post voglio il tifo, i grafici allusivi, le statistiche false che mettono in difficoltà l’avversario … anzi, voglio le battute su Biden, sulle femministe, sulla Murgia, basta coi recessi della storia, le noiose indagine psicostoriche. Il taglio netto con ciò che siamo stati ha prodotto omuncoli che volan via a ogni alito di vento, a qualsiasi ruttino. Le loro voci son davvero come fruscii di foglie secche; vagano sperduti, per inerzia, accesi solo da brevi spasmi polemici, l’ansia divorante che si libera in gesti mostruosi oppure li fa implodere su sé stessi gravati da una pressione sociale insostenibile; annientati già a vent’anni, privi di futuro, defunti, ridotti al turismo: ché l’ometto postmoderno questo è, un esemplare homo turisticus, col meteo digitale innestato nel cervello: la voglia per le isole Figi e l’escapismo intellettuale sono volti della medesima deriva da naufraghi.

Negli allucinanti e asettici tableaux antropologici, l’uomo segnato dal dolore dei secoli annusa il fetore della Bestia che più teme, l’Indifferenziato. Si china su tali tragedie, irte di urla e maledizioni, ben conoscendone la finzione. Liberate dal rumore di sottofondo mediatico, egli non rinviene che figurine prive di spessore, fungibili; comparse d’una puntata di “Uomini e Donne” andata male, tutto qui. I protagonisti sono spinti non dal Male, il che donerebbe una parvenza di profondità metafisica, ma solo agiti da una mesmerizzazione che li muove con fare ridicolo e kitsch a commettere crimini mostruosi; in nome di chi o cosa? Né di un dio e nemmeno d’una passione che, morta la ragione, ammalori l’anima concupiscibile. La gratuità degli atti robotici, soprattutto, fa orrore: l’aborto e l’omicidio quali delitti perpetrati entro uno spirito dei tempi caliginoso e tumorale per cui essi assumono la validità, non solo ai loro occhi, di liberanti scelte personali.

Mesmerico, robotico, inorganico: a due opere, di eguale valore, amo riandare per illustrare la fine dell’umanità così configurata: Der Sandmann di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (L’uomo della sabbia, 1815) e Il gabinetto del dr. Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari, 1920) di Robert Wiene. Non lasciatevi ingannare dalle citazioni di Freud, Hitler e Weimar esalate dai critici superficiali: queste sono creazioni astoriche, da profeti biblici. Finisterre.


Ecco qui un mondo al di là del bene e del male. Nessuna bestia bionda all’orizzonte, nessuna vera liberazione. Vi piace? Un deserto senza colori, al mezzodì, attraversato da legioni di ciechi che gridano inutilmente alla volta chiusa del cielo, o bestemmiano, graffiandosi l’uno con l’altro: il paradiso in terra della Pacem in terris è il nostro inferno.

Kass Theaz, una ragazzetta sconosciuta, vuole far causa ai genitori per averla messa al mondo. Arriva, però, il contrordine. Ma no, dicono, si tratta solo d’una presa per i fondelli, uno scherzo di Kass, goliarda teen da Tik Tok. S’intuisce, però, al di là del caso particolare, forse addirittura veritiero, la tecnica collaudata: ingigantire ciò che serve ai propri fini, riesumandolo  dalla pattumiera digitale di ogni dove, e minimizzare o celare ciò che non vi rientra. La sparata di Kass, infatti, viene da lontano. L’uomo accorto, con le vibrisse storico-sociali più sensibili, la ritrova già pronta in Indovina chi viene a cena? (Guess who’s coming to dinner?, 1967), ineguagliato pamphlet sessantottino (a lieto fine) sulle prime coppie interraziali in America. Johanna Drayton, bianca, liberal e bella, e John Prentice, negro, liberal e bello, s’innamorano alle Hawaii e decidono per il matrimonio. Johanna è ricca e buona, John, affermato medico, col ghiribizzo della filantropia, lo è altrettanto; John, però, decide di sottoporre l’unione all’auctoritas dei genitori. Le esitazioni, le contraddizioni, le oscure pulsioni e i rimorsi di coscienza razziale delle due coppie più anziane costituiscono il nerbo del finto dramma. Il meglio (il succo della spremuta vitaminico-progressista) è nello scontro fra i Prentice padre e figlio. Il papà-postino Roy Glenn, granitico e proletario, ricorda al figliolo-altoborghese-modello Sidney Poitier: “Non ti permettere di chiamarmi così. Tu non hai il diritto di tapparmi la bocca dopo tutto quello che ho fatto per te! … Io mi sono ammazzato per guadagnare tutti i soldi che ti servivano per farti studiare! Lo sai quanta strada ho fatto con la borsa a tracolla in trent’anni? 75.000 miglia! … Tutte le volte che tua madre aveva bisogno di qualcosa .. spendeva per te … E adesso vuoi dirmi che questo non conta? E le vuoi spezzare il cuore?”. Al che Sidney Poitier, negro sì, ma di nuovo conio, risponde: “Hai già detto quello che volevi dire. Ora parlo io. Tu non mi devi insegnare come devo vivere. E finora cosa hai fatto? Mi hai detto quali diritti ho e quali non ho. Quello che ti devo per ciò che hai fatto. Lo sai che cosa ti dico? Che io non ti devo: niente! Se con la borsa a tracolla avessi fatto un milione di miglia avresti fatto quello che dovevi fare. Perché mi ci hai messo tu a questo mondo e da quel giorno tu mi dovevi tutto ciò che dovevi darmi come io lo dovrò a mio figlio … ma io non sono tuo! Non  puoi dirmi dove né quando sto sbagliando né puoi farmi vivere secondo le tue regole … tu non sai nemmeno chi sono, papà … tu non sai quali sono i miei sentimenti e cosa penso … e se te lo volessi spiegare non ti basterebbe tutta la vita per capirlo”.
Questo capolavoro narrativo (e perciò minore) di un’arte già minore, il cinema, fu sceneggiato da William Rose e diretto da Stanley Kramer. Quando la limpidezza o la sovrana e semplice durezza dei rapporti di sangue fra genitori e figli sono intorbidati da tali mossette - cento, mille, diecimila mossette psicologiste - allora, quasi sempre, si trova l’Ebreo … l’uomo perfetto per rivoltare le frittate … i gourmet dell’inversione danno il colpo di polso e la frittata rotea nell’aria per poi ricadere in padella: dalla stessa parte? Macché, da quella opposta, ma tutti si son fermati a guardare il gioco di prestigio in cui il cerchio roteava attorno ad assi invisibili, generando solidi inusitati, d’inafferabile quanto ineffabile complessità; e non vi hanno fatto caso. Cosa significa quel dialogo fra Poitier e Glenn? Primo: non esiste nessun debito di gratitudine verso chi ci ha preceduto: ogni atto, infatti, era dovuto; non esiste, al contempo, alcuna famiglia, o una più ampia comunità da cui l’individuo può trarre incontrovertibili nozioni etiche o morali; il singolo sorge nuovo alla terra: è solo; si distacca dall’alveo storico e culturale in cui è nato, non è di nessuno, incede libero per il deserto, con sentimenti tutti suoi. Che tali ideali siano del tutto falsi e che, in virtù della loro aura di libertà, altrettanto falsa, abbiano schiacciato l’umanità in poche generazioni è sotto gli occhi di tutti e riconosciuto da quasi nessuno; si continua a rimanere abbagliati dall’evoluzione aerea della frittata come dalle configurazioni aeronautiche degli storni.
Il Potere esalta, rimpiccolisce, elimina, inventa … il guardaroba digitale è immenso, e ricco di trovate, basta scegliere l’abito giusto … sempre quello, però …

Brucia Londinium, a tagliare i ponti col passato europeo. Nasce Londra. Siamo nel 1666.
1602 anni prima, nel 64 d.C., bruciava Roma. L’incendio sorprende il ventisettenne Claudio Cesare Augusto Germanico Nerone in Anzio. Il rogo dura una settimana, poi riprende nel Campo Marzio. La Repubblica Romana, la cui ombra virtuosa s’allungava sulla prima serie di imperatori, finisce qui.
Ricostruiremo tutto, dice Nerone, mentre appronta le prime costruzioni di fortuna per gli sfollati. S’aggirò mai fra i tizzoni fumanti della ex Roma? Comprese la portata di quella devastazione?
La Suburra, affollata di Ebrei, fu la prima ad ardere generando l’accusa anticristiana. Secondo una tradizione, quell’anno verranno giustiziati anche il primo pontefice Pietro e il formidabile metafisico Paolo di Tarso, entrambi giudei come Flavio Giuseppe, vittorioso postulante della seconda moglie di Nerone, Poppea Sabina, e storico eminente.
Trent’anni più tardi i compilatori dell’Apocalisse avranno a transnumerare il nome "Cesare Nerone" nel famigerato 666. Birichinamente, dividendolo a mezzo, troveremo il 333, anno in cui fu ultimata la basilica di San Pietro, per ordine di Costantino I. Eretta sopra la tomba dell’Apostolo e sulla necropoli pagana del Campus Vaticanus, che ne costituì le fondamenta, visibili ancor oggi; e sui ruderi del circo di Nerone, l’Innominabile, il Piromane.

Ricordi? Ti ricordi Giucas Casella? Giucas (Giuseppe Casella Mariolo, 1949-vivente) con la mano sulla fronte, lo sguardo infitto negli occhi dei milioni incollati alla TV, intimava, senza scoppiare a ridere,  di cercare in casa un orologio fermo … supposto rotto … e di tenerlo ben stretto nelle mani, dacché lui, grazie al tracimante fluido siculo-mesmerico in dotazione, trasmesso via VHF al micco nel tinello, l’avrebbe fatto ripartire … e ripartivano sul serio, i catorci … inoppugnabili le telefonate in RAI: la patacca della Comunione, il cipollone del nonno, l’elegante tipo a bracciale del fidanzamento, persino la pendola inchiodata da anni alle quattro e trentasette nell’ingresso … certo, i cronometri digitali, chissà perché, facevano eccezione alle guarigioni via antenna, e però … e però come negare il fenomeno? Ma qui non c’era mica da negare nulla … gli è che il calore delle mani, gli scotimenti, la prestidigitazione nei tentativi di ricarica, avevano stimolato a nuova vita i delicati ingranaggi di qualche rottame … e così un banale fenomeno che riguardava una dozzina di teleutetenti assurgeva a operazione parapsicologica di massa, mercé l’auctoritas di Pippo Baudo, o chi per lui … allo stesso modo il climate change: non vi diciamo se o quanto farà più caldo … o più freddo … stiamo solo affermando: cambierà … per colpa antropica … cioè per colpa tua … qualunque colpa, a piacere … mucche, tubi di scappamento, deforestazione, maschilismo tossico … in un mondo di soggetti marci, babbei e ipocondriaci, una folata di vento, una grandinata, un’insolazione, qualunque accadimento, una volta quisquilia da scampagnata, provocherà ansie da apocalisse … ai tempi di Giucas la gente era meno credula poiché meno informata … oggi, in piena epoca incorporea, tempestati di notizie, dati e grafici isterici, col meteo che urla tempesta dagli i-phone di ogni ordine e grado, è quasi naturale scambiare uno spetezzo per uragano. 

Il declino del supposto impero americano, lento e inevitabile, al di là del mito del grande botto, si porterà via milioni e milioni di frescacce sulla letteratura, sul cinema, sull’etica protestante yankee; con tutto lo scemenzario sulle università, i lavoretti degli adolescenti, il pragmatismo, l’invincibilità bellica, i grattacieli e le case di cartongesso … sarà un crollo dell’immaginario che lascerà a bocca aperta i più superficiali, tramortiti a fronte a quanto sia stato ottuso, meschino e piccolo ciò che essi hanno adorato; o meglio: ciò che gli hanno insegnato ad adorare, ai Nando Moriconi del giornalismo, delle cattedre, della politica più sdraiata e stracciona … intere biblioteche si scioglieranno come neve ad agosto, di notte, mentre nessuno vede.

È l’alto patriziato istituzionale che si deve temere per primo. Quel mondo praticamente sconosciuto di silenziari, cancellieri, grand commis, segretari particolari, protospatarii eunuchi, scansafatiche in gessato blu, lenoni, venditori d’auto di lusso, alti comandi militari con la tartina sul Risiko presso il centro ufficiali a cinque stellette - l’intera razzumaglia che, tra una sfilata e una presa per i fondelli commemorativa, trastullandosi nella vita dolcissima degli ultimi giorni della Patria, manovra ancor più per intrigare, corrompere, lucrare; depistaggi, ammuine da guitti consumati e ghiotte prebende, mostruose, a fronte dell’omertà: venti, quaranta, sessanta, novantamila, centomila euri mensili per coprire, dileggiare, ingannare - milioni, moltiplicati per dieci, per cento, cifre inimmaginabili, appalti nazionali, commesse europee, spalloni internazionali – camerlenghi apicali che sovraintendono alle partite di droga onde scongiurare episodi imbarazzanti come lo spacciatore preso in castagna mentre entrava e usciva liberamente dai palazzi istituzionali, brillantina e anello d’oro compresi; dignitari addetti al Triclinio dei Diciannove Letti che scelgono, con oculatezza felpata, prostituti e mignotte da smistare con le Lancia Thesis del Meritato Trastullo … su tale invisibile merda liquida galleggiano i continenti noti come partiti e sindacati, associazioni private che i gonzi scambiano per istituzioni … tutti ricattabili, miserabili, stupidi, d’un ignoranza crassa; ma tenaci, e accortissimi mafiosi, in grado di reprimere sul nascere l’intelligenza, l’indipendenza, l’amor di Patria. E la gente ci crede, continua a crederci, inebetita dal tifo: non a caso continuamente rinfocolato tramite attori da suburra reclutati all’uopo; di cui s’ingigantiscono dichiarazioni, menzogne e impennate d’arroganza, di destra, di sinistra, di centro, mai a favore dell’Italia, comunque; e gli Italiani bevono tutto, a garganella, accanendosi a difendere questo e quello, confidando in una buona fede mai esistita: per quasi tutti è importante sbandierare i colori di fronte al nemico, le chiappe rosse da babbuino in mostra, a mimare scherni e seduzioni di parte, per poi rilasciare il meme urticante o condividere il post che rilancia le consuete idiozie in inglese dei mille ciarlatani digitali, credendo di far parte di una koiné avvertita, con la verità sulla fronte.

Qualche tempo fa, camminando lungo i suburbi della città di confusione, Roma, presso un pratone di erbacce stitiche ricoperto di rifiuti, ultima diga all’urbanizzazione per diseredati, scorsi, da lontano, un leggero frullare; m’avvicinai; fra calcinacci e mattoni sgretolati, un sacco che conteneva immondizie e cartacce: dallo squarcio, ecco un libriccino che il vento, a tratti, improvviso scompaginava, come un uccellino ferito che raccolga a tratti la vitalità e non si conceda alla morte. Lo raccolsi. È arrivata una cicogna, s’intitolava; una di quelle amabili produzioni anni Cinquanta che si dovevano proprio avere a commemorazione d’una nascita e d’un battesimo, della Comunione, del matrimonio. “Il babbo voleva chiamarti: Carlo, se bambino; Francesca, se bambina. La mamma voleva chiamarti Carlo, se bambino, Rosa, se bambina”: queste le prime pagine. E poi, alla successiva, debitamente compilata con grafia incerta dai genitori, la nascita: la data, l’ora, il luogo, l’altezza, il peso e i capelli (“lunghi, folti e neri”, annotano) e gli occhi (“blu intenso”); e finalmente il nome, scelto, forse, dopo un compromesso: “Beatrice, Bea”, ovvero beatrix, colei che reca la felicità. E poi, seguivano, minuziosamente vergati, i testimoni, i dottori, gli assistenti, persino gli impiegati dell’anagrafe, reputati come invitati alla festa; e poi i segni particolari: “Nasino all’insù, colorito roseo e molto vispa”. Somiglianze? Come papà”. Le partecipazioni, i primi visitatori, i primi regalini, la galleria agnatizia (nonni, zii, cuginetti), gli attributi zodiacali, foto varie; e il battesimo: data, ora, luogo, chiesa, padrino e madrina, doni (fiori, braccialetti e collanine) e i presenti alla cerimonia, ancora nonni, zii e cugini, lombardi, veneziani, calabresi o emigrati in Australia, tutti rigorosamente citati da tali sconosciuti e popolarissimi amanuensi: Maria, Adelaide, Crispino, Giovanni, Cesare. E poi la crescita progressiva dell’altezza e del peso, il pediatra, il primo dentino e il ciuffetto dei capelli; che ritrovo ancora qui, nel libriccino, intrappolato dopo sessant’anni in una bustina trasparente assicurata con la colla, come un insetto nell’ambra primordiale. E le parole, graziose storpiature: Beatrice vede una pecorella e la chiama “caporella”, Giancarlo è “Caccallo”, il telefono lo chiama “pronto”; e quindi la scuola, le prodezze ginniche, i compagni, la maestra, i libri, la prima firma, il catechismo; e ancora foto: Beatrice a San Pietro con la neve, Beatrice in groppa a un somarello, Beatrice con la mamma in una pineta, accoccolate su una linda tovaglietta da pic-nic, il papà un po’ più indietro, pantaloni e giacca scuri, camicia e capelli lisciati all’indietro, ma senza vezzi, il volto segnato, la sigaretta mezza consumata stretta fra indice e medio destri; un poco vergognoso, come tutti i maschi di una volta, estranei a quel minuscolo recinto sacro ove la donna, signora e sacerdotessa celeste della trasmissione della vita, celebra la propria funzione eterna di educatrice. Pronto a subentrare, magari, anni dopo, col figliolo maschio, a definire la virilità da quel primo gineceo, tramite segreti e accettati riti d’iniziazione, a volte volgari, altre brutali, cascame antichissimo di un ruolo apollineo da sempre assegnatogli.

Dopo tre millenni a Roma si scava. Cosa ne esce? Tombe. Ed epigrafi. Migliaia, decine di migliaia. Uomini, donne, bambini, adolescenti; magistrati, artigiani, soldati; nomi, gentilizi, cognomina, soprannomi; date di nascita, dediche, ammonimenti, parole d’affetto per i parenti, un maestro, la moglie, un figlio. In alcune zone della città si potrebbero ricostruire interi nuclei familiari. La scrittura, il ricordo. E poi cosa esce alla luce? Acquedotti, condotti idraulici, vasche, ninfei, cunicoli agricoli, peschiere e vivaria, cisterne, aree fluviali di sfogo: italici, etruschi, romani, protocristiani, altomedioevali. L’acqua, e il tempo. Questi uomini, semplici e profondi assieme, conoscevano i valori fondanti della civiltà: il dominio delle acque; e del tempo. Costringere l’elemento indefinito per eccellenza, l’acqua, potenzialmente distruttore, alla definizione di un giogo ineluttabile e mutarlo in vita perenne vincendo il Caos; e così per il tempo, a scorno dell’Oblio Conquistatore.

Aeliae
Maximae fil(iae)
dulcissim(ae)
q(uae) v(ixit) a(nnos) IIII m(enses) VIIII d(ies) XX
P(ublius) Aelius Maximus
tr(ibunus) et
Flavia Detelia
parentes
infelicissimi

(Aemilia, Regio VIII, Ravenna, CIL 11, 00025)

Tagliar via tutto questo … quale crimine inguaribile si sta commettendo?
Chi piangerà la piccola Aelia Massima, figlia dolcissima?

91 commenti :

  1. Complimenti. Anche la cronaca nera, un tempo oggetto di curiosità da frequentatori di bar e di parrucchiere, popolata da figure quasi diaboliche di cui si leggevano le gesta cercando di non farsi scoprire, oggi viene sparata a reti unificate. Si scoprono dettagli da film comico, la ricerca su internet per sbarazzarsi del corpo della povera vittima, i tentativi che non riescono degni di Woody Allen, lo stress da paternità all'ennesimo aborto ottenuto dalle malcapitate per correre di nuovo all'aperitivo serale.
    Nonostante tutto, rispetto al famigerato Nord europa, siamo in fondo alla classifica di omicidi, quasi assenti rispetto a quaranta anni fa ma , alla lettura dei giornali e di commenti social, sembriamo in Nigeria.
    Più soli,più mansueti, quasi docili e però spaventati a morte dalla prospettiva di mettere su famiglia alla soglia dei trenta anni di età.
    Benvenuti nel nuovo mondo.

    Antonio

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    1. Sebbene sia controintuitivo si va verso una società statica, in cui i suicidi superano violenze e omicidi. Già oggi i delitti, in senso lato, sono commessi in Italia soprattutto da immigrati; gli Italiani abitano già il Nuovo Mondo. Nonostante questo piattume, la paura dilaga - questo accade perché si è rinunciato a vivere: ogni minimo sommovimento, come una mancata risposta a un whatsapp, provoca depressioni e ansie.

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    2. Pezzo straordinario. Ancora una volta complimenti Alceste. Bisognerebbe clonarti.

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    3. Già non mi sopporto, con la clonazione poi ...

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  2. Davanti alla nostra attonita, e a volte rabbiosa, consapevolezza di impotenza, avviene il miracolo del consolatore, quella voce interiore, più che figura umanoide, di cui era stata garantita la venuta, nostra fonte di realistica speranza. Non tanto per entrare nella terra promessa, ma nella certezza che almeno da lontano, dal crinale di una collina, la potremo scorgere, laggiù, in fondo alla pianura. Nella quiete, oltre quelle nuvole del temporale. Che termine, "temporale"... Non che ritrovarsi in 4 per protestare contro un'antenna sopra all'asilo non abbia valore, anzi. Lottare per le cause perse saranno il metro di misura del nostro cuore proiettato verso il prossimo. Il consolatore arriva quando scopri che già tutto era scritto e che quello che succede DEVE succedere, perchè l'imperscrutabile sia compiuto e nessuno possa dire: "e, ma io..." Non perdiamo tempo a prendercela con il prossimo che non viene con noi a protestare per l'antenna. Il potere dell'avversario è soverchiante. Se noi non siamo come loro non è per merito nostro, ma per dono di grazia, che nel dolore ci ha sfocato il dito per poter vedere la luna. Il prossimo non esiste: è li solo per dirci cosa vogliamo o NON vogliamo essere, a qualunque costo. Nel tempo in cui si può essere tutto, noi scegliamo di metterci un giogo. Una volta indossato, si vede con il cuore quanto la "libertà" del tradimento sia un giogo infinitamente peggiore. Tempo al tempo. Prego perchè non rimanga nessun ricordo di me tra i miei pro-pronipoti, ma solo una carezza nella brezza per le loro guance. L'uomo saggio passa in punta di piedi in questo mondo

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    1. "Il consolatore arriva quando scopri che già tutto era scritto e che quello che succede DEVE succedere, perchè l'imperscrutabile sia compiuto ...": sì, forse, anche se è doloroso.

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    2. Ciao Davide, perdona la domanda forse brutale, non ho ben capito... chi sarebbe questo consolatore?

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    3. Altrochè! Ma è la nostra condanna.E' l'unico modo per diventare adulti. Conosce forse qualche bambino che no si sia sbucciato le ginocchia per imparare ad andare in bici? Ma quella è l'unica via per poter godere del vento in faccia in un modo che le sole nostre gambe non potrebbero regalarci. Il dolore spaventa? CERTAMENTE! Ma ci siamo condannati. Purtroppo siamo anche condannati a non essere stupidi :-). Chi sceglierebbe mai il dolore spontaneamente? Nessuno! Per questo i genitori ti tolgono le rotelle e poi ti corrono di fianco, finchè non riesci ad avere una quantità di equilibrio "necessaria e sufficiente" per andare da solo. Ma ormai noi siamo grandi. Dovremmo averlo imparato, ma la paura ci frega. Ci blocca soprattutto la falsa convinzione che il dolore che proviamo, alla fine, non serva a nulla. Non è così? Ma scegliere il dolore, sapendo che è maestro, beh, fa di noi qualcosa di più. Spesso lei tesse le lodi dei valori dei nostri avi. Ma quanto dolore c'era nelle loro vite? Forse, proporzionalmente ai momenti di felicità. Dolore fisico, innanzitutto: riesce ad immaginare un "semplice" ascesso ad un dente senza un analgesico? Già, gli analgesici.. che grande invenzione. Siamo fottutamente terrorizzati dal dolore, giustamente. Lo scansiamo in ogni modo, appena possiamo, e così non siamo più capaci di affrontarlo. Condannati alla fatica e alle doglie. Quale donna sceglierebbe liberamente di non ricorrere ad una epidurale? Nella nostra ribellione, dopo millenni, siamo riusciti ad eludere il dolore del corpo, almeno in parte. Infatti ora, il dolore che non solo non vogliamo ma non possiamo più affrontare è quello dell'anima. Il suicidio sarà la prima causa di morte. Bisognerebbe scrivere trattati in lode del dolore, senza ovviamente riferirsi alle squallide degradazioni masochistiche di qualche degradazione pruriginosa di mode e pratiche pansessuali tanto propagandate in questo tempo di pazzi. Ma lei è così intelligente che forse sto mettendo puntini sulle "i", per essere sicuro di essere capito, che forse addirittura la irritano per la loro scontatezza e banalità. Qualcuno una volta ci teneva a far sapere che più è grande il nemico, più è grande il maestro. Beh, in un tempo in cui ogni spunto di miglioramento è ridotto al lumicino, non credo che un ragionamento escatologico sul ruolo del dolore nella vita di un essere umano sia da tralasciare. Altrimenti il nemico non farebbe il diavolo a quattro per provare a renderlo così stupido, inutile e marginale, almeno nella sua percezione. E' doloroso, già. Ma non siamo i primi. E non saremo neanche gli ultimi. Questo ci fa sentire meno soli in questa battaglia intima e, in summa, individuale. Meno soli. Come spesso le sue parole mi hanno fatto sentire in particolari bui dell'anima. Per questo le scrivo. Con affetto.
      Grazie

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    4. Forse il valore della tradizione non sta nell'identificazione nelle sue vittorie, quanto nelle sue sconfitte.

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    5. La identifico come normalità. Essa pensa in vece nostra liberandoci dalla tortura della scelta. Vivere il dramma dell'esistenza come continua scelta è ciò che ha dannato l'uomo d'oggi. Si capisce? Se ogni atto della vita va posto sulla bilancia e soppesato in accordo con le scelte degli altri si viene schiacciati. Di qui le psicopatologie d'oggi, l'uomo usurato ...

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    6. Da questo punto di vista si capisce meglio anche l'atteggiamento della maggioranza nei confronti del 'Sistema' : accettarne le regole senza colpo ferire, evitare il pensiero, la riflessione...

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  3. Caro Alceste,
    a proposito di tradizione, alla domenica e nelle feste di precetto frequento la S. Messa in latino secondo il rito ambrosiano antico, celebrata (stavo per dire ghettizzata) in una chiesetta d’origine trecentesca.
    Il culto si esprime attraverso un rito, la S. Messa, che è innanzitutto una questione di Diritto, cioè di giustizia: dare a Dio ciò che gli è dovuto, così almeno dovrebbe essere per un credente.
    Tutta la Messa è cantata e la voce guida è quella di un ragazzo (mi è stato riferito che è un tenore); voce piena, calda e potente, poi noi fedeli facciamo la nostra parte (Gloria, Offertorium, Credo, ecc) ed ovviamente il sacerdote, con il suo ruolo principale, la sua, il tutto in un’armoniosa polifonia di voci accompagnate da un organo elettrico.
    Quel ragazzo si dà da fare per svariati lavori nella chiesa, dall’organizzazione della Messa fino allo svuotamento dei cestini.
    Con quel dono che ha avuto nelle corde vocali, dovrebbe cantare in una cattedrale, non per vanagloria, ma perché tutti odano come si rende gloria a Dio, e tu, Alceste, con il tuo dono dovresti essere parte di una classe dirigente in un settore tipo Antichità o Beni Culturali, ma, come hai ben detto, viviamo in un mondo al contrario e quello che possiamo fare, tutti quanti con il nostro piccolo dono, è di scegliere da che parte stare nella lotta tragica della vita, intendendo per tragica la costante lotta fra il Bene e il Male.
    Una santa giornata a tutti,

    Anna

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    1. A quest'uomo la vita riserverà amarezze e delusioni. Solo una fede non comune impedirà alla sua anima di preservarsi fresca e non inaridirsi nella sconfitta. Per quanto mi riguarda: in alcuni uffici hanno una mia foto segnaletica quindi, a breve, non prevedo d'esser dirigente di alcunché. Pace a te e grazie.

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  4. Come darle torto? Fatti inopugbabili, opinione più che condivisibile e accettazione più amara, per chi ha vissuto la tragedia del tradimento della tradizione!

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    1. Tradizione tradita da coloro che asserivano di vivere in accordo con essa ... gli è bastato uno scranno, uno stipendio e qualche orgia per abiurare ...

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  5. Magnifico pezzo, as usual. Onde sfuggire ai miasmi dell’ottimismo di maniera, col suo corredo di lusinghe, allettamenti, epinici preventivi e trionfi per procura (D’Alema indagato! Siamo al redde rationem! Sì, campa cavallo...), quel tiepido rosolio che è beverone elettivo dei pensopositivisti e risorsa postrema di individui ignari di trascendenza, dunque bisognosi di rassicurazioni in un tempo ragionevolmente finito (più o meno il tempo storico delle lor brevi esistenze), vengo qui volentieri a delibare il fresco tonico del disincanto. L’unico realmente potabile. Quale viandante, del resto, inoltrandosi nel tempio di Apollo Delfico, potrebbe imbattersi in un’iscrizione tipo “Andrà tutto bene”, senza avvertire il brivido possente del ridicolo? Όλα καλά. E perché non Jerry Calà? Sarebbe appropriato. Forse che, anche nella grande letteratura, il lieto fine non ci offende per la sua flagrante insincerità? Gli scrittori lo sanno. Julien Sorel viene decollato, Anna Karenina finisce sotto un treno, Lucien de Rubempré si impicca nella sua cella, Joseph K. crepa “come un cane” in una squallida cava. La vittoria è sempre illusoria. Vero è solo il perfezionamento della sconfitta, come insegna il buon Beckett. “Sempre tentato. Sempre fallito. Non importa. Tentare ancora. Fallire ancora. Fallire meglio.”

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    1. La sconfitta come parte integrante e ineliminabile della vita è il lascito più glorioso del mondo classico: sì, mi impegno per la res publica, metto su famiglia, seguo il cursus honorum, mi lancio contro Avari e Burgundi eppure so che è tutto è appeso a un filo ... in questa tensione tra civiltà (lo smalto sul Nulla) e consapevolezza della morte sta la tragedia più alta: fallire è inevitabile quanto eroico, amici, figli e compagni perpetueranno nel canto il nome.

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  6. “Quando avvertiva che la sventura stava per abbattersi sul suo popolo, il Baal-
    Schem Tov usava ritirarsi in raccoglimento in un dato punto del bosco. Ivi giunto,
    accendeva un fuoco e recitava al cielo una sua preghiera: e il miracolo si compiva,
    e la sventura era scongiurata.
    Gli anni passarono. E toccò al suo discepolo, il Maghid di Mesritsch intervenire
    per scongiurare le sventure che via via, minacciose, si profilavano. In quei
    momenti il Maghid si recava nel bosco e diceva. “Signore del cielo, prestami
    ascolto. Come vada acceso il fuoco non lo so, nessuno me lo ha insegnato oppure
    l’ho dimenticato. Però la preghiera sono ancora capace di recitarla, e credo che
    basterà”. E il miracolo si compiva,
    Gli anni passarono, nubi cariche di sventura si addensavano. Dal suo ritiro
    nascosto nel bosco Rabbi Mosche Loeb di Sasow diceva: “Non so come vada acceso
    il fuoco, non conosco la preghiera: perché nessuno mi ha insegnato il modo e le
    parole, oppure perché io stesso li ho dimenticati. Però il luogo so come trovarlo, e
    forse basterà”. E ancora il miracolo si compiva.
    Poi toccò a Rabbi Israel di Rižin scongiurare le minacce che incombevano sul suo
    popolo. Seduto su un pancaccio, si prese il capo fra le mani e mormorò: “Non so
    come vada acceso il fuoco, non conosco la preghiera, non so più trovare quel punto
    nel bosco: niente di tutto questo so, nessuno me l’ha insegnato oppure l’ho
    dimenticato: Tutto quel che so fare, è tener viva la memoria di questa storia:
    basterà?”.
    Clara Sereni, Il gioco dei regni, Rizzoli

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  7. Certo che no. Pregare per chiedere ? Impossibile. Pregare lo Spirito Santo ché faccia la sua volontà, inutile lo farà a prescindere.

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  8. Oggi, mentre facevo la spesa, ho realizzato effettivamente quanto siamo nella merda. Credo ci sia un'inflazione reale del 40%. L'impennata spaventosa del costo dell'energia ha generato aumenti per ogni tipologia di prodotti. Se continua così converrà abbandonare le città per fuggire nelle campagne. Ce l'hai Alceste una casuccia nella Tuscia con podere annesso? Potrebbe fare comodo...

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    1. Sì, ce l'ho ... Il problema del casaletto nella Tuscia è che poi bisogna vivere nella Tuscia, il che auguro a pochi.

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  9. Articolo fantastico, Alceste sei davvero grande!

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  10. Grazie d’aver scritto, ero in astinenza. Sto già rileggendo, riferimenti compresi. Tanti i τὸποι evocati… Amarcord…io mi ricordo. Primi giorni di ottobre ’68. Un ragazzino di Quarta Ginnasio. Tre bestioni barbuti in eskimo lo spintonano dentro un corteo spaurito di coetanei. Ma lui è un bel tipino “Non mi frega niente del corteo! Metteteci le vostre sorelle!,,. Cinquantacinque anni dopo, il ceffone gli brucia ancora. Però non c’è entrato. Sì giolivo principio… Mariuccio è tornato a dare lezioni. Caffè le dava a lui, e forse presagiva, se poi scelse di imitare Majorana. Ma quale carica ricopre? “Egli ricopre…Il sachem Compare Applaudito, Gatta Sognante, Balla coi Cavalli, Pilastro di Ponte… Se no, come farebbero? Una teoria infinita di Salvatori. Giustizieri molisani, Guerrieri padani, Li meglio fichi, Immobiliaristi TV (R.I.P.), Emiliani caserecci, Venerabili con spread, Nipoti Macrontenenti, Elevati pregiudicati, e loro cascami ex-nothingmen dietro il Dauno pochettato, Briganti tosco-sauditi, Amerikani apocalittici e, infine, la piccola Fiammiferaia, bionde trecce occhi azzurri: toccherà a lei dare fuoco alla catasta? Ma no, c’è ancora la provvida “Lampo nel buio,, , pluri-genere, pluri-valute. Ma sì, tutto, pur di non pensare. Effetto Flynn-inverso, rana bollita, Overton etc. Irredimibili. “Osereste credere ai vostri occhi…?!,, No, l’evidenza non riscuote nessuna fortuna. Roma, rovine post-moderne e schitarrate a Marechiaro. “Ma chi l’ha eletto o 'sindaco?!,, Gli stessi di Raggi, Marino, Alemanno, Veltroni, Rutelli e via degradando. “Perché guardi solo quelli eletti democraticamente dai followers! Sei un fascista?!,, 100.000 ca.,pare, gli italici disposti a menare le mani per la libertà. Forse anche noi alcestiani. (Ah, Longanesi! “non mettetemi in mezzo,, Persino Venditti, altro versante, ironizzò…). Estinzione Occidente: essere padroni imperiali non è facile. Roma solitamente aveva buonsenso. Non riduceva i tributari a minus habentes. Ma allora, chi c’è dietro? Finanzieri sionisti, Gesuiti euclidei, Grembiulini, Società tenebrose, Alieni!? O l’Anticristo? E quale, sono tanti… Uno cooptabile per inversa competenza si vede spesso. Perché il 1973 come ‘terminus post’? Lo‘’shock,, (??) petrolifero forse? Vidi anch’io, ragazzetto, Poitier rimproverare papà Glenn. Ne ebbi uno strano presagio. Quanti inizi della fine, Alceste! 1992, oppure 1968, oppure 1943/45, o 1918, o 1815 ( per noi il 1861), o ancora: 1789? E il 1776? O inizi ‘700 con Bayle & Philosophes? E se fosse il 1492? O – udite, udite – il 380 sicut Theodosius ? E l’impero accadico? Perdona il troppo spazio, Alceste, mi sfogo. Comprendimi, vecchio amico. Sei una delle poche gioie. Nell’armadio mi restano pochi anni da mettermi. Ma non mi dispiace eclissarmi. Troppi sobbalzi.
    Si esclude il ritorno. Abbiamo già dato.
    Walter

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    1. Il 1973 l'ho scelto come cifra tonda: mezzo secolo! Basta guardare la pubblicità di "Topolino" per capire quanto fossimo migliori ... e per capire in mezzo secolo quanto si è distrutto. Il 1989 troopo recente, il 1870 forse? E perché non il 1666? O il 476 d.C.? Sono incerto. Facciamo così: retrodatiamo alla comparsa del neoencenfalo ... la ragione come inizio del distacco dalla Natura ... la pensava pure Giacomino così. Questa nuova datazione consentirebbe di liberare tutti dalla colpa e di parlare con una voce di verità abissale: l'uomo è programmato per l'autodistruzione. Perché no? Questi ultimi millenni andrebbero interpretati, quindi, non come storia, bensì come estremo rantolo. Le tappe prima elencate non sarebbero che punti di accelerazione dell'ineluttabile. Cosa succederà all'Italia? Il peggio. Non oso nemmeno immaginare il futuro. Per fortuna tra poco scomparirò. L'unico risarcimento è aver vissuto felice qualche anno; pochissimi anni. E qualche momento, qua e là, dovuto soprattutto al ricordo. Questi gaglioffi, oggi, non sanno che si può anche esser felici ...

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  11. Quando sei in cammino non tagliare alberi
    Giamblico - Summa Pitagorica

    dicono che siano i mutamenti climatici, la verità è che abbiamo tagliato gli alberi

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  12. Non ti ho ancora detto quanto apprezzi le riproduzioni degli affreschi. Immagino appartengano alla chiesetta da te citata in passato. In altri tempi, e paesi civili, sarebbero stati messi sotto una campana di vetro e concessi a pochi visitatori molto paganti. Ma nella patria dell'indifferenza... Veniamo a noi. A proposito di date: ti piace 1917 (Duchamp, ovvio)? La ''Fontana,, non la videro in tanti, tuttavia potrebbe...tanto più che cotanto autore è morto nel 1968 (!) Ma hai ragione tu: fissiamo la data alla comparsa del neoencefalo, e chiudiamola qui. Tuttavia...mi piace immaginare ci siano state altre Umanità, grandi e sagge. Qualche indizio c'è, sia pure letterario, per lo più, ma anche altro. Come riuscirono a fiorire, data la stessa conformazione cerebrale? Una teoria: erano tutte ante diluvium. Poi, dato il ricorso ai sassi di Deucalione e consorte, che teste potevano uscirne? Per l'Italia concordo con te: avendo Speranza e altri come lui, è senza speranza (che ironia: era un ritornello del Grande Salmone Radicale) Come la freccia del tempo, volta al futuro, noi siamo volti verso il basso, a velocità crescente. E smetti di dire che ti restano pochi anni. Ne hai almeno dieci meno di me: sei un ragazzo, quindi. Certo non ti invidio per quel che vedrai, ma un po' mi incuriosisce. Comunque, concordo con Louis XV. In attesa dell'ultimo Diluvio, per favore, scrivi. Grazie. Walter

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    1. Sono riproduzioni (in bianco e nero) di affreschi di scuola cinquecentesca trafugati negli anni Ottanta da una cappelletta rurale al confine con l'Umbria. Anche qui vi è un problema da risolvere: come mai hanno resistito mezzo millennio e poi, dopo trent'anni di democrazia sono svaporati? Lo stesso avviene per il patrimonio paesaggistico, artistico e umano dell'intera Italia. A domanda si risponda. Per quanto riguarda le eccezioni: come tu sai in una progressione verso l'entropia massima si formano sacche di resistenza ... il moto non è uniforme ... la civiltà è sempre eccezionale. Noi stessi, come esseri senzienti, siamo eccezionali ... figuriamoci una colonna corinzia ... la cui esistenza costituisce non un miracolo, ma un miracolo all'ennesima potenza. Per tale motivo andrebbe venerata.

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  13. Un’ultima noterella, Alceste, poi ti lascio in pace fino al prossimo (vicinissimo!) pezzo. Ho sentito che il caro leader Maximo è inquisito per una cosuccia, una quarantina di milioni per una commessa estera, parrebbe (fifty-fifty). So già che è un’assurdità perché qui in Umbria è stato capace di acquistare una tenuta al prezzo di un trilocale. Tuttavia il Grande ha obiettato - facendo riferimento alla Buonanima - che forse la magistratura tende ad uscire dai confini. Mi ha richiamato alla mente un fatto del ’90 o ‘91. Un signore mi si presentò sul lavoro, attirato dalla mia scellerata nomea di critico (eufemismo) del potere. Mi raccontò che, dirigente della Confederazione e membro influente dell’avo del benemerito PD, aveva contribuito attivamente alla stesura e approvazione della Legge Gozzini. I primi beneficiari premiati con il permesso, privi di contanti, decisero di fare un salto in banca. Tra i clienti tenuti sotto tiro c’era un giovane, che si agitò. Per rilassarlo gli spararono qualche colpo. Era il figlio. Quando, folle di dolore, volle denunciare la leggerezza con cui era stato dato il permesso, venne espulso per direttissima da sindacato e partito. Andava in giro, da allora, per raccogliere firme ai fini di un referendum abrogativo. Passandomi i fogli di raccolta, mi pregò di girare e raccogliere altre adesioni. Ero giovane, lo feci, raccogliendo oltre alle firme molti dinieghi ricchi di distinguo e considerazioni metafisiche (Italia, Italia!). Sono passati oltre trent’anni, e la legge Gozzini è sempre in vigore. Ignoro se si siano ripetuti fatti del genere, ma non mi stupirei. Non lo sapremo. In questo paese una baggianata è come i diamanti: per sempre! Volevo solo farti notare come la sicumera dei potenti degrada in disperazione incredula quando, per Caso, il Destino li tocca.
    Cari saluti Walter

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    1. Il leader Maximo è incorso in un piccolo incidente ... oppure ha perduto qualche protezione. Non ne sarà troppo scosso, tuttavia: a 75 anni ha già bevuto a lunghe sorsate l'ambrosia della dolce vita ... le sue pernacchie nei nostri confronti e degli eventuali inquirenti (mi viene da ridere solo a immaginarmeli) saliranno al cielo.
      Per quanto riguarda l'altro figuro, ti regalo la mia diagnosi stetoscopio al collo: trattasi di elemento cui hanno impiantato false convinzioni, come nei Nexus 6; finché la realtà non irrompe si mantengono fanaticamente nell'alveo di un'arrogante psicosi autoreferenziale (comune a molti personaggi dell'area, compresi i "tecnici"); quando, per un accidente del destino, la realtà allaga i loro cuori ... allora ... solo allora si risvegliano dall'incantesimo. Per ciò stesso cadono, come angeli ribelli, da tale Olimpo delle convinzioni indotte ... finendo scacciati come la dea dell'errore da Giove ... a quelle altezze (leggi: bassezze morali) i dissidenti non sono ammessi, mai. Il problema, con questi figuri, è proprio la realtà ...

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  14. Purtroppo, Alceste, non riesco a smettere di 'parlare ' con te. Ma stavolta esulo dal tema. Da tanto desideravo una tua opinione su un fenomeno. È assodato che i maggiori 'social' sono stati concepiti da 'Think tank' dei noti psicopatici (Ma no, qualche studentino geniale!) per estorcere dati un tempo non rivelati sotto tortura. Ti domando: ma se lo scopo ormai è ben noto, perché i fruitori non calano? Non li infastidisce che le loro idiozie, ma anche dati più sensibili, transitino prima dalla Virginia, e poi dal destinatario? Mi dai una spiegazione? Grazie. Ti ascolto. Un saluto Walter

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    1. La fortuna dei social deriva dal loro valore di depotenziamento e omogenizzazione dell'identità. Le identità peculiari, forti, non conformiste o legate a convincimenti e fedi sono ormai insopportabili per l'interlocutore medio; assolutamente devastanti per l'omettino più giovane, sotto i 30-40 anni.
      Ho riscontrato il fenomeno varie volte: gli adolescenti rimangono afasici, i più cresciutelli mostrano un terrore abietto verso la conversazione; persino quelli di mezza età (soprattutto coloro che si reputano acculturati) tendono a sfuggire in un già detto rassicurante: un'opinione personale, lungamente meditata, oppure originale o profonda provoca in loro apatici rigetti o un banale sarcasmo piccolo-borghese (ma guarda questo qui come la pensa!). Tale conformazione investe chiunque, gli integrati e gli apocalittici, colti e semicolti; gli unici immuni sembrano essere i proletari e i nullatenenti che, al di là di alcune situazioni di degrado morale e intellettuale, comuni presso quelle fasce, trattano ancora il prossimo con una certa umanità.
      L'intermediazione social, gestita dall'i-phone, consente di interloquire con l'altro su basi conformiste, basate su modalità universali e nichiliste: rassicuranti poiché gestite dal Potere.
      Proprio ieri, verso le 16.00, ero in via Maurizio Quadrio, a Monteverde, davanti all'ufficio postale. D'un tratto lungo il marciapiede sono transitati centinaia di ragazzetti, forse una colonia estiva; i più piccoli, 7-10 anni, erano accompagnati da alcuni giovanetti più cresciuti che gli facevano da balia. Una di questi ultimi, non so come, scendendo o salendo dal marciapiede, è caduta rovinosamente battendo il viso sull'asfalto. Un grido sommesso, prima; poi una serie di brevi gridolini disperati, intermittenti; il volto rigato di sangue; la poverina si è rialzata sputando sangue e, forse, qualche pezzo di dente. Dieci, quindici secondi. Della fiumana di esserini umani quanti si sono fermati a guardare, a prestare soccorso? Ancora: quanti di loro si son girati prestando una breve attenzione alla scena? Nessuno. Solo quando la ragazzetta si è messa a urlare: "Ghiaccio!", un suo coetaneo, dall'apparenza sveglia e pronta, ha chiamato l'addetto alla cassettina del pronto soccorso; altri tre e quattro fino a quel momento si erano limitati a ciondolare nei pressi, senza mai guardarla in faccia o accertarsi delle sue condizioni, smanettando veloci sui cellulari come se da lì dovesse provenire chissà quale panacea a quell'imprevisto, a quel dolore.
      Siamo in zona piscologia Carol Maltesi o Giulia Tramontano, seppur declinata in sedicesimo: non so affrontare il dolore, un sentimento vivo, la realtà, la carne che ribolle e chiede spiegazioni; ergo: scappo o tolgo di mezzo tale importuno essere che sconvolge la mia ormai naturale anomia.
      E veniamo ad Alceste.
      Sino a qualche anno or sono mi sarei precipitato porgendo almeno il mio debole aiuto e sacrificando, di sicuro, i fazzoletti che porto sempre con me.
      Ieri, però, me ne sono andato.
      Nel camminare ho provato un rimorso, una mancanza, il sentore di un'abiezione cancrenosa.
      E però si trattava di una fantasticheria tutta mentale: le gambe, infatti, continuavano a mulinare, tranquille, prive di dubbi.
      Andavo via, volevo porre più metri possibili fra me e la scena.
      Il che mi ha indotto a meditare, anche sulla scorta della tua domanda: cosa sono diventato?
      E la risposta è stata duplice.
      La prima, più dura, è che nessuno è immune dalla metastasi dei tempi; e che la resistenza, anche quella condotta dalle trincee più profonde, si indebolisce poiché lo Spirito dei Tempi, inevitabilmente, come a Ypres, si infiltra, e corrode, e sgretola le difese. E che il sottoscritto, che usa IPAD, un PC e un social come blogger, sarebbe bene che chiudesse il becco.
      La seconda, maggiormente consolatoria, è che le sconfitte, se reiterate, inaridiscono il cuore. Passare la vita a militare nel campo dei vinti rende scettici, distaccati; ci assimila, pur nella malinconia immedicabile, alla freddezza psicopatica dei nemici, i trionfatori dei tempi.

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  15. https://it.blastingnews.com/tecnologia/2023/06/federico-faggin-lectio-magistralis-il-24-giugno-a-sacrofano-tra-scienza-e-spiritualita-003707233.html
    Tra Roma e la Tuscia di Alceste, pare che il 24 prossimo giungerà il mite Faggin, di cui qui, qualche mese fa, si era già abbozzato un mezzo discorso.
    Sarebbe un ennesimo privilegio poter leggere una "recensione" di Alceste, a riguardo.
    Un caro saluto ad Alceste e ai frequentatori del blog

    Fernando

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  16. Buongiorno Alceste
    ti leggo da anni, è la prima volta che scrivo.
    Oggi, recandomi alla cassa del supermercato, notavo da lontano i clienti disposti in due lunghe file.
    Rassegnato, mi avvicino e noto proprio lì a fianco ben due casse aperte e libere.
    Pago e vado via, gettando un ultimo sguardo agli inebetiti onusti di carrelli.
    Come passa le giornate questa gente?
    Solo qualche anno fa, non lo si sarebbe visto succedere.
    Quanti, venti? Dieci?
    Banalitá, ma questo fugace pensiero mi ha procurato un certo sconforto
    Saluti e buone cose a tutti
    Stefano

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    1. Se il miglior film di zombi (George Romero, "Zombi", 1978) è ambientato in un ipermercato ci sarà un perché. Poiché gli Stati Uniti sono avanti nella decadenza di trent'anni almeno, il conto è presto fatto.

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    2. Da appassionato di Romero, concordo col giudizio.
      La mansuefazione zombiesca è sotto gli occhi di tutti.
      Un altro esempio. Vivo a Roma. Vent'anni fa, quando presi la patente, se allo scoccare del verde non partivi subito, venivi subissato di clacson e improperi. Oggi accade qualcosa di simile al mio aneddoto del supermercato.
      L'età media non aiuta.
      Recentemente ho letto il colpo di genio di un tizio, diceva che la demografia dovrebbe avere la forma di una piramide, oggi ha quella di un plug anale, gli effetti non possono essere che conseguenti...
      Sia detto a corollario delle tue argomentazioni metafisiche, che negli anni mi convincono sempre di più.
      E dire che, come credo molti qui, partivo anche io da materialista.
      Un caro saluto e grazie
      Stefano

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  17. Vorrei aggiungere un'ultima cosa riguardo il mio grazie.
    Dall'idea che mi sono fatto, non credo tu sia più di tanto sensibile ai complimenti, forse ne sei quasi imbarazzato, come me. Sappi comunque che erano cinque anni buoni che non interagivo attivamente su internet (nemmeno un like, per intenderci). Se ora ho commentato qui, è perché è l'unico posto che ho trovato dove valga la pena.
    Dunque grazie a te, e agli altri commentatori.
    Ancora buone cose a tutti

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    1. Su questo hai ragione: i complimenti mi mettono in difficoltà. Faccio fatica ad accettarli ... e però c'è il rovescio della medaglia: se ogni tanto non vengo incoraggiato dai complimenti mi disarmo e mando tutti al diavolo ... questo intrico di pudicizia e vanità si spiega col fatto che nessuno è un'isola. Senza l'altro che ti definisce nell'incontro dialettico ogni azione è vana.

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    2. Ti ho trovato online nel 2017 credo.
      Contestualmente, senza alcun nesso particolare con ciò, decidevo la mia ritirata dall'internet attivo.
      Continuavo a leggerti, ora ti scrivo.
      Hai ragione, nessuno è un'isola.
      Vai avanti. Sei un Testimone.
      Probabilmente c'è più gente di quel che credi che ti legge e ti è vicina, testimoniando con te.
      Aggiungo questo: chi ha Fede, la viva. Gli altri, come me ad esempio, trovino un modo per resistere.
      Ci si ritroverà in ogni caso

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    3. I complimenti andrebbero decantati non sbandierati, distillati con grazia e buonsenso, allora si, riescono anche a motivarmi. Quando di comodo e meccanici, ripetuti e identici come spesso quelli "social" mi infastidiscono, il mio spirito cerca di evitarli come lo sguardo di Medusa, mi pietrificano.

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    4. A Pierrot risponde Anonimo, 19.06 delle 21.16: "Mi dispiace un commento simile.
      Ho decantato eccome, in cinque anni di letture ..."

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    5. Gentile Anonimo mi fai sobbalzar di notte! La mia non era una critica nei tuoi confronti. Ero solo tanto incantato (come sempre) e in accordo alla lettura del commento di Alceste riguardante il tema "complimenti" che d'istinto ho scritto. Riflettevo sui famigerati "like" compulsivi su note piattaforme che a loro modo sono una forma di complimento. Scusarmi se è sfuggito il senso. Mi sono concesso qualche licenza poetica di troppo.

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  18. Caro Alceste,
    faccio una riflessione uscendo dal “seminato” – la tradizione – o forse no, visto che il Potere ha attaccato e attacca su tutti i fronti.
    In questi giorni ho ascoltato le interviste, rilasciate negli ultimi anni di vita, di quel politico italiano costretto all’esilio in terra straniera perché sottoposto ad un linciaggio mediatico/giudiziario in patria negli anni novanta.
    Ascoltandolo, ho avuto l’impressione che a parlare fosse un uomo … certo un uomo e non uno di quegli ominicchi attuali. Il mio non è un giudizio politico, perché non conosco a fondo il suo operato, ma ho percepito in lui un idealista romantico, che credeva nel suo ruolo di statista e che aveva a cuore la sorte del suo paese e probabilmente credeva anche che il Rivoluzionario ottocentesco in camicia rossa fosse un eroe; ma sorvoliamo su quest'ultimo aspetto, nel quale molti sono stati tratti in inganno da una formazione (propaganda) scolastica - nel suo caso, magari partitica - che è a senso unico.
    Quando parlava del suo caso giudiziario sembrava un forte combattente e, probabilmente, sperava in un ritorno in patria, ma l’epilogo della sua storia tutti la conosciamo: la dura e solitaria battaglia contro il Sistema l’ha prostrato fino alla morte.

    Una santa giornata a tutti,
    Anna

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    1. Su Craxi, Andreotti e quel mondo politico in fase di smantellamento ho scritto qualcosa in https://alcesteilblog.blogspot.com/2018/02/le-elezioni-vado-non-vado.html
      Egli era circondato da personaggi di spessore diverso: alcuni quasi geniali, altri estremamente intelligenti; molti i predoni; altrettanti i profittatori. Nonostante la sua leadership incontrastata non fu mai popolare. Rimaneva di troppo per l'Italia. Non gli si perdonava un certo efficientismo di facciata che cozzava contro un conservatorismo di provincia che, però, dava il pane a tutti.
      Fu lui a spingere sul terziario e sul partito leggero. Ricordo le intemerate del portavoce Ugo Intini (poi passato ai DS come Amato) contro l'industria pesante, creduta comunista, oggi così rimpianta: chimica, acciaio, cantieri navali.
      Una personalità debordante con punti deboli inescusabili: a quel livello o fai parte della cricca o sei irreprensibile ... gli stessi problemi li ebbe, poi, più grotteschi che altro, il compagno Silvio Berlusconi ...
      A Craxi preferivo Andreotti e Fanfani, e parecchi elementi del PCI e del sindacato, gente in buona fede, che venne spazzata via a metà anni Settanta dalle insulse parole d'ordine di Berlinguer.
      Certo, anche Craxi rimase vittima del colpo di stato post 1989, questo pare indiscutibile. Il suo volto sofferente in terra tunisina assomiglia a quelli di tutti coloro che vennero traditi e colpiti alle spalle. Da Moro a Falcone la lista è lunga.

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  19. Caro Alceste,

    Il tuo e’ ormai uno dei pochi rari angoli di buona lettura nella blogsfera.
    Dicono che dall’estate ci saranno cambiamenti censori, ci parleremo in codice, scrivendo di come andra’ tutto bene date le straordinarie premesse in atto?

    Una delle poche cose su cui la vedo diversamente da te e’ il fatto che gli omarini attuali non credano di essere felici. Tu li vedi disperati, mi sembra di capire, io invece li vedo tronfi e soddisfatti come non mai. Sia chiaro, e’ una finzione la loro, ma sono entrati talmente nella parte che ormai credono fermamente alla nuova felicita’ obbligatoria, seppure nevrotica. Ho il sospetto che il “dover essere felici” o mostrarsi tali, sia stato uno dei primi imperativi del PolCor, una delle prime devianze sociali del modernismo che ci ha portati dove siamo.

    L’apostasia di cui si parla nei testi sacri (praticamente tutti), il tradimento di cui parli, e’ questo processo di allontanamento dalla Legge (non certo quella artificiale umana, ma quella che l’umanita’ dovrebbe seguire per preservarsi, e che e’ inscritta da sempre nel suo sentire autentico: chi non sa cosa sia bene e cosa male? Davvero occorre apprenderlo dai manuali o da qualche “esperto”?), che passa poi per la sua sostituzione con la sua contraffazione, ed arriva infine alla sua completa eliminazione dall’agire umano.
    Da tempo sono persuasa che i reset, oltre ad essere ciclici e inevitabili, fanno parte delle regole del gioco truccato. Ne consegue che:
    1. Ne rinasce sempre qualcosa o qualcuno… meglio o peggio del precedente chissa’, di certo nuovamente affine alla vita per come viene re-impostata, quindi piu’ adatto diciamo…
    2. Siamo impotenti di fronte alla devastazione che precede la rinascita, essendo ineluttabile.
    3. Non siamo impotenti riguardo… il destino individuale? Puo’ darsi, se la ciclicita’ si vede inserita in una sorta di spirale, in cui si salgono o scendono i gradini, in cui ci si avvicina o ci si allontana al grado di autenticita'. Solo da qui si potrebbe parlare di visione lineare e non piu’ ciclica.

    Comunque, se sappiamo che il banco e’ truccato e che quindi vince sempre, di che sconfitta parliamo? Ci potra’ mai essere una vittoria in un ambiente truccato in partenza in cui non sei tu a co-decidere le regole, le premesse? Finora non vedo il modo in cui possiamo essere realmente noi a decidere, vedo solo i modi in cui ce ne viene sempre data l’illusione. Prendere atto di cio' e' per me gia' un non partecipare al gioco della vittoria o della sconfitta decise da criteri altrui.

    Cari saluti,
    Ise

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    1. Credimi, sono disperati. Non hai idea delle decine di migliaia di suicidi incruenti a cui assisto ... essi cercano l'autoannientamento poiché si percepiscono come carcasse vuote ... gente distrutta a vent'anni che scambia il respirare col vivere ... per questo non stanno mai fermi: velocità, sballi, perversioni, tentativi di crearsi nuove identità. Per il medesimo motivo ricercano il turismo escapista, o la folla e il chiasso, anche quello simbolico dei social, come il protagonista di E.A. Poe: rimasti soli potrebbero addivenire all'insano gesto ... rimanendo in vita, s'intende.
      Essere felici? C'è scritto nella dichiarazione yankee: il diritto alla felicità. Non mi stancherò mai di dirlo: le rivoluzioni illuministe francese e americana vantano persino alcuni generali in comune ... la felicità in terra, ricordiamo, è l'inferno. Se manchiamo di rapportarci con la perfezione celeste saremo sempre più insulsi e, ovvio, infelici ...
      L'apostasia progressiva cui accenni la credo inevitabile ... Si tratta di un decadimento insito nella natura stessa dell'uomo ... nel volgere dei millenni si sono originate bolle di resistenza ... chiamate civiltà ... poi la piena ha ripreso il suo corso. Nostro dovere è creare una bolla di civiltà, anche minuscola.
      La palingenesi in grado di fermare la distruzione potrà venire, paradossalmente, solo da un conflitto sanguinoso e irriducibile ... anche se essere irriducibili significa possedere la fede - totale - in un'idea ... ma chi vanta una fede oggi? Chi, oggi, sul letto di morte, volgendosi verso i propri cari può dire: ho fatto una buona vita, sono felice di sciogliermi nel grembo di Dio?
      La fede ... ne serbo alcuni bagliori che mi sorprendono di tanto in tanto ... solo allora posso dire: attimo, fermati! Sei bello!

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  20. Alceste, potresti, per favore, dare un'occhiata a quest'articolo di Blondet? https://www.maurizioblondet.it/diamo-a-z-atomiche-da-usare-come-vuole-contro-la-russia/ Grazie. Direi che la follia dilaga (vedi anche la responsabile per la difesa del Bundenstag. E io che sono disgustato dai nostri. Il gran botto si avvicina. Peccato)

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    1. Ciò che mi lascia perplesso è questo: perché dissolvere per secoli l'Occidente e ora, proprio in pieno trionfo, la guerra? Dopo ottant'anni? La guerra, infatti, rimetterebbe tutto in moto. Addio diritti civili, gaiezze e negritudini varie ... ritorno alle pulsioni basiche, normali ... insomma, perché rovinerebbero il loro capolavoro antispirituale?

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    2. È pur vero che l’Europa ha i francesi così come le altre parti del mondo hanno le scimmie (Schopenhauer dixit), ma anche i crucchi, grazie a Dio, non scherzano. L’unica consolazione, per gli uni e per gli altri, è ancora bullizzare i poveri italioti, che trent’anni di PD hanno ormai educato ad avere sempre torto, prendere ceffoni da chiunque e chiedere pure scusa.

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    3. Credo che la guerra serva a piegare gli altri, quelli che riluttano a inverdire, annegrire et infrocire. L'Occidente ormai è andato. Fuori però, direzione Urali, c’è ancora gente che respira,,, Non dev’essere facile accettarlo, per questi dementi. E pensare che con l’ubriacone El’cin sembrava fatta! Ovviamente il piano è quello di servirsi degli europei, i quali, ormai evirati e indottrinati, non vedono l'ora di farsi nuclearizzare.

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    4. Sì, serve solo a devastare i territori non rassegnati: Medio Oriente, Mesopotamia; e quelli decisivi, come l'Italia e il Mediterraneo: leggi Impero Romano d'Oriente e d'Occidente e sue propaggini. Gli Italiani? Sono stati cresciuti come Nando Moriconi e tanto gli basta.

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    5. Strack-Zimmermann: “A differenza degli aeroporti ucraini, infatti, i russi non possono radere al suolo gli aeroporti su suolo germanico”.

      No? Eppure 6000 testate nucleari sembrano più che sufficienti.

      In questa versione degradata della dialettica servo-padrone, il presunto padrone (rozzo, lentigginoso, tracotante), agendo invero da servo, manda a crepare in sua vece il vecchio maggiordomo che lo ha visto nascere. Questi, ancorché ringalluzzito dal profumo della pugna, non riesce tuttavia a costituirsi egli stesso come padrone, dal momento che ignora completamente di rischiare la ghirba. Lo stolido vegliardo nutre infatti l’incrollabile certezza che non si darà battaglia veruna e che l’avversario, forse intimidito dalla sua venerabile canizie, finirà magicamente per rinculare. Quanto a quest’ultimo, è l’autentico signore dell’apologo, avendo messo in chiaro fin da subito che una sua ritirata è fuori discussione. Abbiamo insomma un signore e due coglioni: non proprio l’ideale per pervenire all’autocoscienza.

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    6. Caro Alceste,
      mi intrometto in questa tua riflessione per dire la mia:
      “… insomma, perché rovinerebbero il loro capolavoro antispirituale?”
      In ambito materiale penso che nella sfera del Potere sia in corso una lotta per la spartizione della torta, potrebbe esserci un riposizionamento e c’è chi non è disposto a retrocedere di un passo dalla propria linea costruita sul potere, sui soldi, sull’ideologia di un nuovo mondo, ecc.
      Spiritualmente parlando, invece, ricordiamoci che il Principe di questo mondo è anche il Distruttore per antonomasia e chi gli ha venduto l’anima, attraverso riti satanici piuttosto che pratiche di occultismo, ha raggiunto un parossismo di furia distruttiva tale, in vista, poi, dell’edificazione di una nuova epoca. Ai più alti livelli decisionali non so quanto le persone siano veramente padrone dei propri atti; probabilmente hanno aperto delle porte con il mondo invisibile estremamente pericolose.
      Da cristiana credo nell’intervento della Provvidenza nella storia, Dio non ci abbandona mai - nonostante l’ultimo aggiornamento del Padre Nostro – ma non va a coartare la nostra libertà, solo a noi spetta la responsabilità della scelta: seguire il Progetto divino o rigettarlo.

      Sursum corda,
      Anna

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    7. Il Distruttore e Omicida opera con il nichilismo. La guerra rimette in gioco sentimenti e antiche pulsioni: a lui contrarie. Vedremo.

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  21. A parte gli infiniti ringraziamenti, una domanda ad Alceste e a voi tutti: che cerca Elon Musk in Italia? perchè si interessa così intensamente della natalità italiana e dell'estinzione umana? la tendenza secondo questo miliardario comparso dal nulla dice che gli esseri umani scompariranno perchè non fanno figli ed essendo un problema globale lui si occuperà di risolvere il problema...

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    1. Elon Musk, se ricordo bene, ha avuto 9 figli di cui uno morto in tenera età. Degli altri 8 almeno la metà sono gemelli, il che indica maternità surrogate et similia ... Pare inoltre che abbia una figlia trans e che il nome di uno dei pargoli sia un codice alfanumerico ... tanto per far capire a tutti che siamo in presenza di uno psicopatico di primo livello che ha in mente culle seriali nate da spermi e ovuli sceltissimi ... Cosa cerca in Italia? Cosa potrebbe cercare nel paese più importante del mondo? Il Graal, la patente di San Pietro, il testamento di Giulio Cesare ... in Italia si riassume l'Occidente, lo si comprende o no? Dove possono trovare le risposte totali, definitive, questi pazzoidi? In Burkina Faso o a Chattanooga?

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  22. Alceste caro,  leggevo poc'anzi di come si stia cercando il casus belli. E pensavo come, per secoli, il nucleo antico dell'Europa, abbia sempre tenuto ai margini nazioni ritenute poco affidabili, etnie di vari colori semi-incomprensibili e fasce sociali interne considerate l'anticamera della depravazione e della rovina. Ma, in base all'ultima vulgata - come ben sai - non soltanto sono state 'riabilitate' Ma addirittura messe al posto di comando. Perché stupirsi se ci stanno gaiamente traghettando verso il grande botto. Forse l'essere umano - puro accidente - deve finire così,  con una fiammata. Ma l'Universo ignorerà che sia mai esistito.
    Che ne pensi?
    Cari saluti
    Walter

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    1. Se vuoi distruggere qualcosa chi metti a capo di tutto? L'ultimo dei servi, i pazzi, i degenerati, i bantu dell'anima ... coloro che, per naturale complessione antropologica, non potranno che recare alla rovina: i ciarlatani di casa nostra, la corista negra alla Casa Bianca, la controfigura di Hollywood Party in Inghilterra ... Il casus belli non lo vedo: solo una serie di atti che, nella loro apparente illogicità, tendono a disseccare ogni fonte dell'Antico Ordine. Buona ultima è la pagliacciata russo-ucraina. L'umanità? Not with a bang but a whimper ...

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    2. Buongiorno Alceste,

      quali motivi ti fanno definire quella russo-ucraina come "pagliacciata"? So che alcuni vi vedono una specie di accordo inconfessabile tra le due parti...

      Grazie.
      Luigi

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    3. I popoli non sono tutti eguali, le civiltà non sono tutte eguali. L'Umanità vive della fiamma storico-spirituale di alcune di esse. Le sorgenti sono precise, inequivocabili, conosciute da tutti. Persia, Italia e Bisanzio (Turchia e Russia), Mesopotamia. Spente queste ultime fonti, avremo la fine della civiltà come l'abbiamo conosciuta. Chiunque rechi la distruzione in tali luoghi desidera la fine della civiltà come l'abbiamo conosciuta. E quali luoghi sono stati attaccati, in vista della completa desertificazione, in queste ultime decadi? La guerra slava è il classico trucco, da insinuanti delinquenti, per spegnere una delle ultime riserve dell'Antico Ordine. Il resto del mondo conta meno di zero, almeno ai nostri fini. Per spiritualità, ovvio, al pari della bellezza, criterio di verità, non intendo nulla di aereo o vago o fluttuante: indico, invece, una concrezione di usi, costumi, accortezze, scelte che hanno conservato l'umanità sin ora. Chi si rende complice di tali distruzioni è un assassino, oltre che un guitto ignobile.

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  23. Alceste, hai notato? È più facile sapere qualcosa di Biden, anche molto imbarazzante, che qualcosa molto più futile del nostro amato (?) Presidiante (ita). Rischi la lesa maestà. E questo vale un po' per tutto, vedi ad es. Il caro estinto, recentemente santificato. Il mistero impera, da sempre. Siamo peggio dei nostri dominanti. Da noi tutto è nascosto. Lo notava anche Swift, che ci eleggeva patria dell'occulto, etimologicamente. Questo dimostra, a mio modestissimo parere, che tutti possono cambiare, ma noi no. Fabrizio Salina "the are coming to theach us good manners, but they won't succeed, because we are gods,,.

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    1. Siamo peggio, certo. Chi frequenta le città ha la dimostrazione lampante di una finis terrae irreversibile.

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  24. Chiedo scusa, non ho firmato. Sono Walter. Cari saluti.

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  25. Alceste!
    Se il libero mercato e' un monopolio di poche famiglie che a loro volta dipendono da chi gestisce l'emissione di moneta etc. etc.... Quindi non e' libero e forse non e' nemmeno mercato... Assomiglia piu' ad uno zoo o ad un circo...
    Se la proprieta' privata e' uno scherzo e un'entita' astratta (lo Stato) ti puo' togliere la casa o il figlio come e quando vuole...
    Se facciamo finta di esser tutti uguali, nonostante l'evidenza...
    Se la salute viene prima della liberta' e la liberta' viene prima della salute (kvd vs Z.)...
    Perche' e' sbagliato parlare di bolscevismo, ovvero di democrazia? Bolscevismo = sistema maggioritario. Democrazia e bolscevismo sono la stessa cosa. Lasciamo perdere che scavando neanche tanto si trovano storicamente gli stessi nomi al vertice di uno e dell'altro sistema. Sono proprio la stessa cosa etimologicamente, applicata su razze differenti. La stella sul passaporto italiano non e' la stella dell'URSS, o del M5S? O di Radio Virgin, il Pentagono, se e' per questo... 5 e' Venere, il nome segreto di Roma... La Regina del Cielo, quindi Lucifero... o la Madonna... ma anche l'Uomo Vitruviano. Un bel dilemma.

    ***

    Alcuni dicono che Napolitano sia figlio del re (questo e' un tentativo di risposta a Walter: https://www.ansa.it/webimages/img_700/2020/2/21/bf1b74b332036e653c50a4eb897e1f5a.jpg )... Ma Prigozhin non vi sembra il fratello religioso di Bergoglio?

    ***

    A Davide, invece:
    perché con il fuoco si prova l'oro,
    e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.

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  26. Mentre il fucile urla fuoco tutto il giorno
    Volano avvoltoi nel cielo blu attorno
    Avanza il battaglione, brilla il ferro e l'ottone
    E cadono sull'erba mille bravi cittadini
    C'è un re, c'è un re
    Che non vuol vedere
    C'è un re, c'è un re
    Che non vuol sapere
    Mentre il cannone lancia lampi nel cielo
    Rullano tamburi, incalzano zampogne
    Insieme nella polvere, sangue e sudore
    E cadono sull'erba mille bravi contadini...

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  27. Che poi il simbolo della campagna del benedetto V. (V di vaccino ovviamente, ma anche di Venere, for Vendetta, il numero romano 5 appunto) non era il fiorellino a 5 petali?
    Non sembra, la V, graficamente, anche la rappresentazione stilizzata di due corna?

    Promemoria sulla maggioranza: https://youtu.be/sRY2ZWAq9dY

    Qualcuno mi ha anche segnalato qualche giorno fa un articolo su V.V. (ViVi?) il Russo che festeggiava san Giovanni Battista, c’era qualche spunto interessante. A memoria credo fosse Pandora TV o giu’ di li’. L'utente e amico SpadaccinoNero mi assicura di avere da qualche parte una fotocopia persa forse in qualche trasloco con l'immagine del Santo che fa il gesto della V mentre battezza Gesu', purtroppo non ho potuto visionarla.

    Ah ieri dalla fretta mi stavo dimenticando la falce (islamica) e il martello del fabbro (concepito ‘for Vendetta’ da Era) sposato con Afrodite, quello che cadde dall’Olimpo e si racconta che picchio’ la testa. Falce ripresa in Apocalisse dove si parla anche della corona di dodici stelle (la bandiera UE)… Vedere come viene rappresentata Cerere (la Vergine) per farsi un’idea chiara del circo in cui ci troviamo.

    Per carita’ nulla contro le dee, e massima simpatia per i lavoratori di metalli. Ma questa e’ la situazione.

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  28. https://youtu.be/vsMurGtb_UY
    Fine

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  29. https://youtu.be/8Tu5gYniOPc

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  30. https://youtube.com/shorts/s1CosyZ5Jjk?feature=share

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  31. Segnalo un bel pezzo, ad ingannar l'attesa del prossimo Alceste... https://www.ereticamente.net/2023/07/il-demone-nella-rete-livio-cade.html#comment-57175

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  32. Questo è pazzo come te:
    https://youtu.be/9nS_t567fZo

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    1. Anonimo del 4 luglio.
      C'e' una grossa incongruenza in quanto dice il tipo. Parla di 60 milioni di coglioni che dovrebbero allearsi con i 2/3 dell'umanita' per cambiare le sorti della stessa... ma e' possibile, statisticamente, che i coglioni siano solo in Italia? Perche’ se fossero sparsi in tutto il mondo sarebbe un’internaZIONale di coglioni e non mi sembra che possa uscirne qualcosa di buono... E anche se fossero tutti concentrati in Italia (ma abbiamo le prove del contrario), se sono coglioni, come fanno ad arrivare a capire quello che devono fare?
      Le cose sono due, secondo me: o non sono coglioni (ma, anche qui, abbiamo le prove video del contrario), oppure questa primavera mondiale sara' l'ennesima farsa (e’ proprio in questa direzione che stiamo venendo pungolati).

      Piu’ che un tiranno servirebbe un Re (oggi si confonde ‘zar’ con ‘dittatore’, due figure che presuppongono sistemi di governo completamente differenti, legittimato dall’alto l’uno, dal basso – sostanzialmente e’ l’evoluzione della democrazia - l’altro) ma considerati i precedenti in Italia, capisco che e’ meglio lasciar perdere ogni fantasia monarchica e parlare di tiranni. Comunque questi sono sogni, vanno bene per fare un discorso di principio, se parliamo di cose da cambiare concretamente non vale certo come proposta attuabile, anche per l’incongruenza illustrata sopra.

      Sulle donne zoccole, a me dicono che in Italia senza un account Instagram non si riesce neanche a scopare, e’ vero? Mi piacerebbe essere Alexa per sapere se oltre a masturbarsi in webcam si fanno i fatti… Perche’ a me piu’ sono liberate piu’ sembrano pezzi di legno.
      Per la teoria dei vasi comunicanti, arriveremo al sesso unico. Altro che LGBT+.

      Questo per la parte distruttiva. Di costruttivo, chiedo scusa, non viene in mente niente, se non quanto gia' detto su questo blog in varie salse: conservare, conservare, conservare.

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    2. Qui si ingenera il consueto equivoco: dimenticare ciò che si è stati e scambiare lo stato attuale, frutto di decenni di manipolazioni, con l'Italia stessa. L'Italia ha in sé potenzialità di portata devastante: per questo motivo devono sempre abbassare il livello, da Bergoglio ai caporioni politici ... hanno paura che dalle profondità nasca l'imprevedibile. I popoli più coglioni, se vogliamo così esprimerci, di una arrogantissima coglioneria, sono i nordici ... oramai laboratorio sociale da H.G. Wells ... Serve un re, sì sono d'accordo ... Le donne? le hanno lobotomizzate con la libertà: o sono uomini o sono gonfie di odio o di pretese assurde ... autodistruttive. Consiglio sempre gli strati popolari, in cui peraltro mi trovo a mio agio ... persino le zingare napoletane sono preferibili alle matte ordinarie che popolano le città.

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    3. È tutto un pullulare di saghe vichinghe, prodotte senza posa dagli organi di propaganda nel disperato tentativo di rendere presentabili questi analfabeti che hanno insegnato al mondo l’arte mirabile di pitturarsi la faccia e cacare nei fiumi. Col latino/cristiano a far da villain, si capisce. Sarei curioso di sapere cosa resterà fra cent’anni di cotanta spazzatura…

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    4. Wells e i Temporeggiatori (alla Quinto Fabio Massimo) sopra di lui … non e’ che indovinano il futuro, e’ che lo controllano. Sinceramente, mai letto, ma posso immaginare; oggi non rimane molto da immaginare, in effetti.
      Il problema, con il Re, e’ che nell’epoca del ‘deep fake’ e con l’informazione in mano agli invertiti e all’oppofinzione, non potremmo nemmeno essere certi che esista veramente… Senza contare quanto sarebbe facile bruciarlo con qualche scandalo inventato o, perche’ no, eliminarlo fisicamente.
      Se il Diavolo volesse divertirsi, potrebbe semplicemente annegarlo nella burocrazia. Si (re)inizierebbe con: monarchia si’, ma costituzionale. Gia’ me l’immagino...
      L’infezione fabiano-democratica ha potuto lavorare troppo a lungo e troppo a fondo…

      L’Italia… avra’ pure possibilita’ di portata devastante ma mi sembra che manchi di spina dorsale…
      Conosco uomini che hanno dato il braccio allo Stato per non farsi lasciare dalla moglie… e non sono nemmeno i peggiori che conosco.

      Hanno paura che dalle profondita’ nasca l’imprevedibile? Mi piacerebbe crederlo, ma tendo a pensare che siano semplicemente annoiati, se non proprio indifferenti. Se l’abbassare continuamente il livello non fosse una precauzione ma una necessita’, un po’ come quando si gioca a scacchi con un bambino piccolo che sta appena imparando le regole, o come quando si programma una macchina? Ricordiamoci che prima che Putin guarisse il mondo dal kavod, grandi scienziati ci spiegavano con tono serio come lavarci le mani…
      Se mi sbaglio tanto meglio…

      Le donne andavano rovinate perche’ per loro tramite si potevano indebolire masse di uomini ‘distratti’. Una tecnica militare. Oggi come oggi sono buone forse per l’industria dell’aborto e dell’utero in affitto (un buon business potrebbe essere l'utero in affitto per l'aborto)… Su nordici e zingare concordo, strati popolari non saprei, dovrei vivere dalle tue parti. Io piu’ strato popolare di cosi’ non potrei. Visto che e’ stata una mia scelta ragionata, quella dell’ambiente in cui vivere, probabilmente la penso come te, anche se la situazione mi sta un po’ stretta. In realta’ sono diventato insofferente a quasi tutti.

      Una correzione a quanto da me scritto in precedenza su S. Giovanni Battista.
      Siamo riusciti a recuperare la fotocopia, si tratta in realta’ di un quadro abbastanza famoso; concordiamo con Spadaccino che le corna si possono vedere, ma e’ un po’ una forzatura. Siccome gli altri collegamenti mi sembrano lineari ed inattaccabili (posso solo rilanciare), chiedo scusa per la citazione frettolosa e fuorviante sul santo.

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    5. Per Saint-Fond: Sulla BBC un membro dei Monthy Python una volta affermò che la cultura latina era assai rozza rispetto a quella autoctona di cui si pregiava di discendere. Il fantasy, una colatura minore della letteratura fantastica, a questo serve: a esaltare Pitti e compagnia come se fossero i fondatori della civiltà. Sostituire Tito Livio e Tacito con le sciocchezze de "Il Trono di Spade": una buona idea, si saranno detti ... di questo cosa resterà? Niente ... ma il fine non è quello di creare bensì di cancellare dalla mente ... la distruzione, anzitutto ... sulle macerie si governa senza sforzo, senza polizia, senza nemmeno guardiani.

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    6. Trattandosi dei Monty Phyton, ovviamente c'è da chiedersi se parlasse del tutto sul serio ... Tuttavia capirei il senso di atavica rivalsa di un popolo che probabilmente risente nei propri geni dello sterminio dei druidi (e Terry Jones, se si trattava di lui, era se non sbaglio pure gallese) e dell'oltraggio alla regina Boadicea, tra le altre cose.

      Ma i MP credo siano gli unici che in poco più di un minuto risolsero definitivamente la questione LGBTQetc, facendo contemporaneamente a pezzi un certo tipo di leaderismo sessantottino nel memorabile Brian di Nazareth.
      Infatti, come temevo, e non a caso, ultimamente è stata presa di mira proprio quella scena.

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    7. Possibile fosse Jones ... dei Monty Pithon ricordo la scenetta del giornalista televisivo che, rapito e gettato in discarica, non fa una piega e continua a salmodiare notizie di rara noia. Si tratta di simpatici dissacratori dell'attualità.

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    8. Mi pare che nel fantasy d’ispirazione bretone lo schema sia sempre lo stesso: il frescone romano di stanza in Britannia scopre a un tratto, con sgomento, che l’Urbe non è altro che un immondo postribolo ove non è traccia delle luminose virtù di cui la credeva scrigno. Virtù che tuttavia ritrova quasi intatte presso i trogloditi locali (che culo!, verrebbe da dire). Id est: la Provvidenza, dopo il semifallito tentativo di fondare una grande civiltà con i romani, ci riprova ora – e con maggiori probabilità di successo – con gli inglesi. Il frescone, riacquistato il buonumore, finirà quindi per impalmare un’indigena – dopo averle nascosto il fiasco, si spera, ché un’inglese sbronza è uno spettacolo davvero inquietante (viene da lì il “delightful horror” del Burke, ne sono convinto). Il suocero, mezzo ignudo e pitturato come un sioux, li benedirà da un cerchio di pietre con grida gutturali in cui un orecchio attento potrà avvertire note di schietta, ciceroniana eloquenza.
      C’è poi il fantasy epico di matrice tolkieniana, che viene tirato per la giacchetta un po’ da tutti. Un esperto proponeva questa analogia: Tolkien-Martin-Abercrombie sarebbero per la narrativa fantasy ciò che Ford-Leone-Tarantino sono per il cinema western...

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    9. Farò una confessione: non ho mai letto Tolkien. Liberato da tale peso sulla coscienza, posso dire che il fantasy mi ha dato sempre fastidio ... non saprei dire perché. Non è il paganesimo (sono un grande ammiratore della elegia pagana anglosassone, a esempio) e nemmeno il ridicolo purismo nordico in cui sopravvivono motivi cinquecenteschi (Roma quale sentina del vizio, l'Italia patria dell'amorale Machiavelli et cetera). Gli ho sempre preferito la fantascienza americana (anche quella sovietica ha belle vette) del versante sociale: Dick, Pohl e compagnia, quella horror e, ovviamente, il fantastico sette-ottocentesco di ambito europeo (in cui ricomprendo, per affinità, pure Lovecraft). Gli Americani sono un esperimento troppo avanzato ... le loro creazioni ci dicono talmente tanto sul futuro ... persino alcuni mediocri romanzetti previdero ciò che sembrava imprevedibile. E poi: addirittura l'heroic fantasy del texano Robert E. Howard, da recuperare, mi attrae più di Asteryx ...

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    10. Non mi pare poi un peccato mortale. Personalmente, non essendo un cultore del genere, trovo il fantasy poco commestibile: salvo giusto Tolkien, Peake, forse Martin... Per tutti gli altri (da Terry Brooks al nutrito codazzo degli emuli contemporanei) mi avvalgo dell’aureo motto del compianto Vanni Scheiwiller: non l’ho letto e non mi piace.
      Si può dire che i mondi immaginati da Tolkien e i personaggi che li popolano siano dirette emanazioni delle lingue che essi parlano, e anzi esistano solo per consentire a quelle stesse lingue di esprimersi materialmente. Lingue che erano il suo autentico oggetto di interesse e che egli inventò prima di ogni altra cosa. In principio erat Verbum. Basta questo a rendermelo simpatico.
      Il genere è senza dubbio appannaggio di britannici e americani, ma non farei grandi distinzioni fra gli uni e gli altri. Del resto, anche le capacità predittive dei britannici sono risapute – per forza: sono tutti frammassoni, a partire dalla sacra trimurti della fantascienza distopica Wells-Huxley-Orwell...

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    11. Inoltre: "Signora maestraaaa, George ha copiato il compito ..."

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  33. Scusate il mio intervento, c'è stato qualche controinformatore da Bar sport che preconizzava un futuro fatto di sesso elettronico con Avatar e intelligenza artificiale, ebbene il sottoscritto grande estimatore di fica virtuale vi avvisa che così non è, ho provato in mille modi a creare un avatar femmina personalizzato usando chatgtp, niente da fare, mi bloccava di continuo: questo non è politicamente corretto, questo è inappropriato, questo viola le regole di chatgtp, ecc. Tutto ciò mi ha ricordato il film: "detenuto in attesa di giudizio" in cui si vede la scena di un carcerato che riconsegna stizzito allo spesino il settimanale di gossip che aveva ordinato perché mancante di alcune pagine ritagliate dal direttore per censurare tette e culi.

    Pietro. (non ho nulla da insegnare)

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    1. Il sogno della donna elettronica (leggi: perfetta) vien di lontano: da Hoffmann sin a Landolfi, da Fellini ad Alberto Sordi. In ogni caso l'amore è impossibile; o lo è dopo aver rinunciato a quello di carne. A ogni modo credo che questi siano i primi passi, ci aspettano mondi sempre più iperreali, buchi neri dell'immaginazione.

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  34. Mi rendo conto che ormai siamo in una mailing-list. E la trovo la forma più nobile dello scambio di idee in rete - ho letto l'articolo di Cadè ed anch'io la ritengo maligna, però, come vedete.... Vengo al punto. Il nostro Alceste dice una grande verità: distrutta (etimologicamente e materialmente) l'Italia, distrutto tutto. L'unica resistenza potrebbe (!!) provenire dalla culla ellenico-romana del Bello, del Grande. Gli ubriaconi nordeuropei e i loro degenerati coloni ci sperano, e sono a buon punto. Ma, e mi rifaccio a Nachtigall, questa resistenza non si intravede minimamente. Tutt'altro. Al massimo qui si scimmiotta. E almeno da sei-settecento anni non si vede nulla di virile ( oh, scusate LGBTQI+). E tralascio il discutibile risorgimento. Attualmente è un covo di matti, e analfabeti. Poi ci saremmo noi.

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    1. Questa "resistenza", come dici, non la vedo a nessuna latitudine. Qui da noi, viva l'originalità, l'ignavia vanta dei risvolti di macabra piccineria. La dissoluzione ha questo di agghiacciante: rilancia continuamente il proprio squallore, mai sazia.

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  35. Alceste, prima del tuo nuovo pezzo, uso la coda di questo. Ho un dubbio, e vorrei che tu, e chi eventualmente mi leggesse, mi chiarisca se sono pazzo.
    Perché riesco ancora a restare a bocca aperta quando leggo della Venere degli stracci a Napoli, messa al rogo da – dicono – un senzatetto (non casadotato). Preciso – a beneficio dei distratti – che l’opera, di Michelangelo Pistoletto, eseguita (?) nel 1967 rappresenta ‘’il frutto dell’ingegno di uno tra i massimi autori dell’arte contemporanea italiana,, (‘’La Stampa,, 12.07.23).
    Di che si tratta? Della copia – in cemento – della Venere marmorea dell’ignaro (in quanto molto trapassato) scultore neo-classico Bertel Thorvaldsen, che contempla una montagnetta di stracci, di dubbia pulizia. Essi stracci rappresentano il fondamentale contributo di Pistoletto, secondo il quale ‘’ la Venere rappresenta l'umanità di oggi, quella che viene chiamata a esprimere il suo lato migliore,, (in questo caso il ‘’B,,). Il rogo – degli stracci – (e mi viene qualche sospetto) ha prodotto un’isteria di massa, superiore all’eventualità che la Gioconda venga usata come zerbino. Pur trattandosi di una delle tante copie commissionate all' Italcementi, il pensoso Autore, con echiano sussiego, ha parlato di ‘’femminicidio,,. Il sindaco, timoroso per il lindore e la quiete cittadini, di ‘’sgomento per un atto di grande violenza che lascia interdetti,,, aggiungendo però che «La città non molla» e che l'opera sarà rifatta, magari anche grazie all'aiuto di una raccolta fondi (ma guarda…). Dal canto suo il sindaco di Ercolano ha garantito che la città è pronta a fare la sua parte ‘’mettendo a disposizione gratuitamente tutti gli 'stracci' di cui ha bisogno il maestro,, (non ho parole…). Un altro consigliere comunale ha tuonato ‘’ Non può essere giustificato come una ragazzata,, (lo decapitiamo?). Persino il pur pregevole bancario-scrittore De Giovanni, si unisce al coro «Esseri inutili, infami dannati delinquenti, palla al piede di una città…. Spero con tutto il cuore che esistano telecamere di sorveglianza (mancano?),…e che vi sbattano in galera.,, . Infine, il consigliere regionale leghista (boh?!) Nappi parla, a ragione, di ‘’segnale di degrado sociale pericoloso – ma va! - da parte di una piccola minoranza (uno solo, Nappi!) priva di valori e cultura,, (che lui ha, ovvio). Conforta il parere di un magistrato che siede all’opposizione (sempre meglio che lavorare) e parla di ‘’fatto gravissimo che ci riporta indietro di 20 anni, ai periodi bui di questa città in mano a criminali e gang giovanili assolutamente fuori controllo.,, (Adesso,invece, che luce!) Che ne pensi, Alceste, ed amici? Sono matto io o siamo arrivati (magari!)?
    Walter

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    1. A me tali episodi ricordano le ventate di follia del ballo di San Vito ... purtroppo non c'è cura e il decorso non appare mai benigno. Le cause risiedono nella progressiva eviscerazione delle istituzioni scolastiche (dai 5 ai 18 anni) per cui si arriva all'età migliore della vita intellettiva con tale contraddizione: si hanno in tasca diplomi e lauree (che consentono di infestare l'amministrazione pubblica) e una completa ignoranza della storia, dell'arte, della cultura generale che, invece, un Italiano una volta possedeva quasi naturalmente. Un presidente regionale o provinciale non sa citare un verso di Dante, fa fatica a distinguere tra geocentrismo ed eliocentrismo, ignora Gemito e Canova eppure cicaleggia inesausto giudizi come quelli da te riportati. Si tratta di un tipo d'uomo nuovissimo, ricco di competenze inutili e particolari e stupido come una zucca vuota. Questo Pistoletto non so chi sia o cosa voglia, ma una copia in resina la si fa ormai in quattro e quattr'otto; per gli stracci basta andare a Sant'Egidio: ne hanno a tonnellate. Il capolavoro si rifarà, insomma.

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  36. Come asserisce la presentazione dell'AI di Focus:.... l'Intelligenza Artificiale renderà il mondo più migliore .... quindi resisti in attesa dell'nuova Aurora, anche se la quella etrusca no era niente male
    [url=https://ibb.co/j5x1Xzw][img]https://i.ibb.co/FWfjTXY/Aurora.png[/img][/url]

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Siate gentili ...