06 novembre 2017

Morirò io, sparirete tutti


Spoleto, 5 novembre 2017

È vero che ogni sistema di potere, storicamente, si è guastato ed è morto, quindi probabilmente anche quello in via di consolidamento oggi è destinato a finire un domani; ma è anche vero che i sistemi di potere possono durare decenni e secoli, occupando e degradando la vita di intere generazioni; quindi è opportuno prepararsi una via di fuga, non escluso il suicidio.

Marco Della Luna

Parlerò chiaro, anzi piatto.
Nel parlare a volte si dissimula involontariamente; nello scrivere ancor di più. E - a volte - si legge ciò che uno scrive con una certa fretta. Con la fretta che impongono le proprie convinzioni.
E si viene equivocati.
Non del tutto, ma di quel filo che fa sostanza.

Posso dire, in primis, che ogni mia parola, la più sciocca o la più pomposa, quella goffamente ricercata e quella quotidiana, persino le male parole e gli insulti atrabiliari, sono intrisi di un'angoscia senza redenzione.
Rivendico tale disperata sincerità; e spero che me la riconosciate tutti.

E poi, come diceva Totò, in secundis: siete morti e non lo sapete.
Tutti.
Ciò che affermo a favore della tradizione e del sangue e dell'Italia e della bellezza non lo dico solo a esclusivo beneficio dell'Italia. Ma a beneficio di islamici, calmucchi, indios, negri, ebrei e citrulli nordici.
Ho passato una vita a scrivere dei "vanishing peoples": Aztechi, Patagonici. Amazzonici.
E ora sarei diventato razzista?
Quando Pasolini si commuoveva di fronte agli idoletti africani lo faceva perché gli ricordavano Enea: sicuramente Enea, nel suo approdo al Tirreno, si portava appresso bambole agresti come queste, pensava. E piangeva perché sapeva, con tutte le sue contraddizioni, che un mondo finiva: quello che ricomprendeva Africani, Troiani e Italiani. Piangeva per tutti e tre poiché aveva intuito l'inumano.
Egli, insomma, venerava il sangue e la cultura di ogni popolo.
E se io venero Piero della Francesca o Cavalcanti o certi affreschi sperduti nelle profondità della Tuscia venero, allo stesso tempo, gli Alacaluf della Patagonia, il popolo siriano, i senegalesi, gli argentini, gli eschimesi e i siberiani.
E li venero poiché intuisco che su tutti grava la cappa del nichilismo prossimo venturo.
Tutti questi popoli spariranno, anche fisicamente, e spariremo pure noi, spariranno millenni di cultura e tradizione per far posto a nulla. A nulla.
Cosa diavolo ci fa un un africano cencioso nella provincia profonda italiana?
Semplice: distrugge se stesso, l'Africa e l'Italia.
Gli Africani vanno a cacare nel teatro di Ferento, che per loro è un ammasso di pietre insensate; poi, fuori della loro Patria, si dimenticano di essere sé stessi. In un sol colpo annullano Africa e Italia.
Il risultato della loro migrazione forzata non è l'integrazione, che non ci sarà mai, ma la riduzione di milioni a poltiglia manipolabile: fra venti o trent'anni tale poltiglia proletaria, né Italiana né africana né umana sarà il mattone fondante del nuovo esercito di zombie.
Nessuno ricorderà più niente del passato poiché nulla del passato gli è stato insegnato.
Non spererà nulla del futuro perché il futuro non esisterà.
Ci sarà il presente bastardo, un po' di elemosina, amoralità eccitante e inservibile e una guerriglia a bassa tensione fra minutaglie idiotizzate.
Questo il mirabile nuovo mondo.
E lo stanno preparando con cura.
Ma c'è ancora chi parla di razza. Di fascismo. Di campi antimperialisti. Di federalismo. Di inni al meticciato. Di wikileaks.

Fra poco tempo tutti coloro ai quali tengo moriranno.
Coloro che amo più di ogni altra cosa hanno gambe forti e fronti alte: gli sarei solo d'impaccio.
Io devo morire poiché il conforto di mille giorni sarà nella polvere.
Fra le rovine non mi verrà certo voglia di leggere, scrivere, ascoltare musica, disegnare.
La cultura è fatta per essere condivisa.
Se disegno un casale nella campagna romana è perché so che qualcuno, da qualche parte, ama ciò che sto facendo.
Il nulla rende tutto mediocre, avanza, stritola, polverizza, ottunde.
Una ex umanità languisce stolida, indifferente a tutto.
Ha senso leggere? Vivere?
La morte mi balla in petto da così tanto tempo.

Un mondo finisce, per sempre, e porta nella dimenticanza il senso di interi millenni.
E io dovrei adattarmi ai nuovi baccanali dell'indistinto?
Meglio lasciarsi andare.

Per trovare una persona intelligente occorre scarpinare troppo. Non cólta, intelligente. 
L'intelligente lo si riconosce subito: la sua cultura è dissimulata e, prima o poi, cede il posto a una cedevole e divertita rassegnazione. Chi è intelligente sa; e sa che la morte costituisce l'unico orizzonte.
L'etica delle persone intelligenti: prendere tutto sul serio, sin alla disperazione, ma vivere con leggerezza regalando l'impressione della futilità.

Bene non è vivere, ma vivere bene: l'antica sentenza reclama i diritti della ragione, come sempre.

Disperdere la propria biblioteca (rammento la storia d'ogni suo libro), i quadri, gli argenti, le stampe, i dischi, le lettere (minutamente copiate, con testardaggine), i film, i piccoli oggetti in pietra giada onice marmo - se ne vada tutto alla malora!
Via, in pasto alla feccia.
Le variazioni a carboncino della basilica di Tuscania? Con quelle potete pulirvi il culo, naturalmente!

Sì, poter bere e non veduto lasciare il mondo,
e con te svanire via nelle foreste oscure:
svanire, lontano dissolvermi, e del tutto dimenticare
ciò che, tra le foglie, non mai hai conosciuto,
il languore, la febbre, e l'ansia
qui, dove gli uomini seggono e odon l'un l'altro gemere

52 commenti :

  1. Non potevi scriverlo meglio.
    "Il risultato della loro migrazione forzata non è l'integrazione, che non ci sarà mai, ma la riduzione di milioni a poltiglia manipolabile: fra venti o trent'anni tale poltiglia proletaria, né Italiana né africana né umana sarà il mattone fondante del nuovo esercito di zombie.
    Nessuno ricorderà più niente del passato poiché nulla del passato gli è stato insegnato.
    Non spererà nulla del futuro perché il futuro non esisterà.
    Ci sarà il presente bastardo, un po' di elemosina, amoralità eccitante e inservibile e una guerriglia a bassa tensione fra minutaglie idiotizzate.
    Questo il mirabile nuovo mondo.
    E lo stanno preparando con cura.
    Ma c'è ancora chi parla di razza. Di fascismo. Di campi antimperialisti. Di federalismo. Di inni al meticciato. Di wikileaks.
    Ho provato a far capire queste cose, ma la gente non capisce un cazzo. O sono grulli o sono corrotti. Tempo perso. Il merdaio avanza e sommergerà tutto. Mi dispiace per me , non per gli altri. Sarà il merdaio totale. Riderà il giudeo di turno, riderà di noi. Che tristezza infinita!
    Comunque voto casa Pound. E ricorda:"Dux milites suos ducit", perché "E' meglio lottare insieme che morire da soli".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Puoi votare anche il diavolo, per me va bene. Non credo più nel voto ... forse più in chi vota partiti ancora vergini.

      Elimina
  2. Per coincidenza anch'io ho antiche stampe dei paesaggi urbani ed extraurbani di Tuscania, mio paese natale. Condivido in tutto le tue riflessioni però, essendo molto più vecchio di te, spero solo di campare fimo al prossimo Carnevale, per realizzare un sogno che accarezzo da tempo, genialmente verseggiato da Anonimo:
    "A Carnevale
    in maschera voglio andare
    vestito da clistere,
    per romper lo sfintere
    a chi non mi va giù.
    Se vuoi vieni anche tu
    (costa quel che costa)
    vestito da supposta"!
    Hermannus Contractus






















    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero che tu possa folleggiare per almeno altri cinquanta Carnevali.

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Bel pezzo, vecchio mio. Rispetti, Sitka

    RispondiElimina
  5. Alceste, noi amiamo ciò che tu scrivi qui, in questo blog.
    Ti pare poco?
    Leonardo

    RispondiElimina
  6. Quel che dici è tragicamente vero ma sappi che in giro ci sono, sempre ci sono stati e sempre ci saranno uomini e donne che tramandano conoscenze antiche, profonde, in grado di dare un senso al tutto, anche a questo scenario allucinante che non posso non condividere. non è cercando che possono essere trovati ma è solo colui che cerca che li troverà. In bocca al lupo, non mollare e grazie.

    RispondiElimina
  7. Commento dell'utente Barabba:

    "Mi azzardo a congetturare che oltre oltre alla sostituzione/genocidio dei proletariati europei tramite immissione di terzomondisti e imposizione del politicamente corretto a protezione del meccanismo, c'e' un altro fattore a precipitare il disgregamento: la parita' tra sessi.
    Il dover tenere in conto delle donne rende impossibile qualsiasi sommovimento o soluzione drastica, loro saranno sempre, antropologicamente contro le soluzioni radicali.
    Pilastri dello status quo, conservatrici innate: chissa', forse e' l'istinto di sopravvivenza legato al branco e alla preservazione della coesione di questo, che rimane sempre piu' forte di ogni sovrastruttura logica e razionale che gli si voglia insegnare.
    Vera e propria incapacita', rifiuto psicologico di uscire da schemi di buonismo mieloso ed ideali di armonia posticci e bambineschi, a cui purtroppo credono ciecamente.
    Ahime', finche' meta' di chi conta vive nel mondo di Pollyanna, a cui anzi attivamente pretende e impone di farne parte anche all'altra meta', tutti i vari ladri, grassatori e simoniaci che Lei sempre descrive avranno il gioco facile della paralisi completa delle masse che li devono subire.
    L'angoscia e la rassegnazione degli intelligenti segue a ruota".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che dire? Sono d'accordo con l'analisi. Ci fossero più femmine e meno donne ...

      Elimina
  8. Gentile Alceste, il mio commento sopra un po' convoluto a rileggerlo, chiedo venia.

    Piu' che "che dire?"
    la domanda e' sempre "che fare?"

    Si sa che Cassandra ha fatto una brutta fine
    ma i pochi che hanno il coraggio e la lucidita'
    per riconoscere lo sfacelo
    e smascherarne le cause
    non fanno altro chi piu' (io)
    chi meno (Bagnai Lagrassa Alceste Fusaro Pedante Blondet Dezzani e compagnia) che assistere impotenti
    fa si tremare di rabbia
    ma anche vergognarsi di colpa
    mi immagino i nostri morti nelle tombe
    che gran rotolarsi e piroettare, di questi tempi

    RispondiElimina


  9. Nessuno c’impasta di nuovo, da terra e fango,
    nessuno insuffla la vita alla nostra polvere.
    Nessuno.
    Che tu sia lodato, Nessuno.
    È per amor tuo
    che vogliamo fiorire.
    Incontro a
    te.
    Noi un Nulla
    fummo, siamo, reste-
    remo, fiorendo:
    la rosa del Nulla,
    la rosa di Nessuno.
    Con
    lo stimma anima-chiara,
    lo stame ciel-deserto,
    la corona rossa
    per la parola di porpora
    che noi cantammo al di sopra,
    ben al di sopra
    della spina.

    RispondiElimina
  10. All'ingresso del cimitero vicino casa i negri hanno preso il posto degli zingari. Non li posso vedere. Parassiti e bugiardi. Il futuro. Le avanguardie boldriniane. Quelli che ci pagheranno le pensioni. Quelli che preserveranno il nostro patrimonio artistico, archeologico, storico. Manderanno tutto in malora. Hai ragione Alceste, è finita. Diventerà uno schifo generale questo paese. Peccato! Era il paese più bello del mondo...

    RispondiElimina
  11. Non esageriamo, mi limito a osservare. Purtroppo quello che vedo è avvilente desolazione.

    RispondiElimina
  12. "Il Saggio, anche se non vive nelle foreste delle montagne, non ha maggiore influenza che se vivesse nascosto dal mondo. Non che si nasconda da sé, ma di fatto è nascosto.
    Nell'Antichità, con eremita non si intendeva affatto un uomo che vivesse rintanato, senza mostrarsi, o che chiudesse la bocca per non esprimersi, o nascondesse il proprio sapere e non volesse rivelarlo. Si diventava eremita perché a quel tempo la vita era sregolata. (...) Ma siccome a quel tempo la vita faceva di lui un nulla al mondo, egli affondava le proprie radici e, nella pienezza della tranquillità, aspettava la sua ora."

    Valida alternativa alle estreme soluzioni, provocatorie per scuotere gli animi, prospettate dall'amico Marco Della Luna.
    L'angoscia che ci attanaglia, e penso che siamo tanti a sentirla, è giustificabile quando esistono variabili su cui potremmo intervenire.
    Ora non ce ne sono. Quando un problema non ha soluzione deve implodersi spontaneamente.
    Speriamo esserci quando accadrà. Nostro dovere è preservarci per essere pronti con la nostra conoscenza e le nostre tradizioni. Resistere.

    RispondiElimina
  13. Hai letto la "Dichiarazione di Parigi" a firma Brague, Spaemann, Scruton et alii? Merita. https://thetrueeurope.eu/

    RispondiElimina
  14. Per altraopinioneonline: potresti dirmi gentilmente da quale opera è tratto il passo da te riportato? Grazie
    Leonardo

    RispondiElimina
  15. Per Roberto Buffagni

    Una lettura interessante.

    RispondiElimina
  16. Capisco la depressione che colpisce chi ha un modo di vedere altro,rispetto al vedere comune ,che quasi incredulo e esterrefatto osserva la situazione odierna che è platealmente contro natura.Partendo da questa considerazione "del contro natura" si evince che è pianificata è costruita artificialmente ,quindi la prima cosa da fare è essere agli antipodi.Viviamo una volta sola e per breve tempo ,ognuno di noi è unico e magnifico ,vivere per quel che sentiamo,amiamo e vogliamo fare è già vittoria.La situazione odierna nasconde o distrugge tutto questo ,ti spiega il tuo valore in relazione al prossimo ,quel prossimo costruito per distruggerti e tenerti imbrigliato.Ritornando ad Enea ,sicuramente saprete cosa la mitologia racconta sarebbe accaduto da lì a qualche decennio.Il compito di chi vede altro , è gravoso e privo di gloria ma è colui che darà gloria con il suo parlare quotidiano,e il suo piacere e pienezza sarà questo,perché in questo modo sa di essere unico e magnifico.

    RispondiElimina
  17. "Il dover tenere in conto delle donne rende impossibile qualsiasi sommovimento o soluzione drastica, loro saranno sempre, antropologicamente contro le soluzioni radicali.
    Pilastri dello status quo, conservatrici innate: chissa', forse e' l'istinto di sopravvivenza legato al branco e alla preservazione della coesione di questo, che rimane sempre piu' forte di ogni sovrastruttura logica e razionale che gli si voglia insegnare.
    Vera e propria incapacita', rifiuto psicologico di uscire da schemi di buonismo mieloso ed ideali di armonia posticci e bambineschi, a cui purtroppo credono ciecamente.
    Ahime', finche' meta' di chi conta vive nel mondo di Pollyanna, a cui anzi attivamente pretende e impone di farne parte anche all'altra meta', tutti i vari ladri, grassatori e simoniaci che Lei sempre descrive avranno il gioco facile della paralisi completa delle masse che li devono subire".

    Complimenti per questa ulteriore e lucidissima analisi, forse meriterebbe un post a sé stante. Purtroppo questo è lo stato delle cose.

    RispondiElimina
  18. Io pure ti leggo sempre e non commento mai. Ho finito le parole. Continuerò sempre a leggerti.
    Posso solo abbracciarti con tristezza e gratitudine.

    RispondiElimina
  19. Non tutto
    è ai celesti possibile. Più presto giungono infatti
    i mortali in fondo all’abisso.
    Ma così avviene per essi la svolta.
    Lungo è il tempo, ma si attua
    il vero.
    ...
    Salda rimane una cosa: sia mezzogiorno, o si vada
    verso la mezzanotte, sempre sussiste una misura a
    tutti comune;
    tuttavia a ognuno viene assegnato qualcosa di proprio;
    ognuno procede e giunge fin dove può

    RispondiElimina
  20. Anche se il mondo si muta,
    rapido, come forma di nuvola,
    ogni cosa compiuta ricade
    in grembo all’antica.
    Ma sovra al mutar e ai cammini,
    più dispiegato e più libero,
    rimane il tuo canto,
    o Dio sacro della cetra.
    Ignoti ci sono i dolori,
    e oscuro rimane l’amore;
    che sia che ci sospinge alla morte
    è nelle tenebre avvolto.
    Solo il canto, qui sulla terra,
    consacra e onora.

    RispondiElimina
  21. Per Leonardo.
    Il passo citato è tratto da:
    Zhuang-zi (Chuang-tzu)
    Adelphi edizioni
    traduzione di Liou Kia-hway
    cap. XVI
    testo taoista del IV sec A.C.

    RispondiElimina
  22. SAFFO: E’ monotono qui, Britomarti. Il mare è monotono. Tu che sei qui da tanto tempo, non t’annoi?
    BRITOMARTI: Preferivi quand’eri mortale, lo so. Diventare un po’ d’onda che schiuma, non vi basta. Eppure cercate la morte, questa morte. Tu perché l’hai cercata?
    SAFFO: Non sapevo che fosse così. Credevo che tutto finisse con l’ultimo salto. Che il desiderio, l’inquietudine, il tumulto sarebbero spenti. Il mare inghiotte, il mare annienta, mi dicevo.
    BRITOMARTI: Tutto muore nel mare, e rivive. Ora lo sai.

    RispondiElimina
  23. Gli Africani vanno a cacare nel teatro di Ferento, che per loro è un ammasso di pietre insensate". Per quanti italiani pensi che lo stesso abbia un significato superiore? Quanti italiani completamente idioti ti è capitato di conoscere Alcy ? E quanti ragazzi africani hanno potenzialità? Quanta bellezza c'è nel giudicare e snobbare una persona per il colore della sua pelle o per le sventure della vita miserabile che spesso è stato costretto ad esperire? Te lo dico io : zero! fa schifo! Qui, a volte, si fa questo Alcy, tu involontariamente, anche se nelle tue elencazioni infili i calmucchi (popolo straordinario che non userebbe l'italiano medio neanche come sottosella) con intenti umoristici e vagamente denigratori, ma, molti, troppi tuoi follow .. ops ... esegeti così interpretano, volontariamente diritti per la tangente. La questione è centrale e di importanza esiziale, gli italiani non sono e non sono stati tutti Leonardo e Raffaello e gli africani non sono tutti Kunta Kinte, non lo saranno sicuramente i loro discendenti se gli verranno date le stesse opportunità che furono date ai nostri illustri predecessori. Come ricorderai, il buon vecchio Karl sosteneva che è l'ambiente a disegnare l'uomo e non viceversa, i veneti delle montagne e i veneziani sono sostanzialmente la stessa genìa, la loro produzione artistica e culturale è stata molto diversa. Ammiro il tuo scrivere sincero e dal profondo del cuore, credo solo che a volte ti lasci trascinare dalla lirica del tuo amore sconfinato per il mondo classico, capisco bene anche questo e provo le stesse tue emozioni, dato che sono stato svezzato, da un fratello maggiore, a pane e classicismo, muovevo i primi passi con l'alfabeto e lui frequentava il Liceo Classico, quello di un tempo, quello che uscivi leggendo Oμηρος come se fossero testi di Fedez ... ma ... Alceste, questo Amore viscerale o va razionalizzato, è pericoloso quando sotto la bandiera di quella bellezza si pretende di radunare una nazione, un popolo, una razza, una famiglia di razze imparentate, quando si gioca a escludere, o, se proprio non si ci si vuole riflettere, se se ne vuol fare una ferina, viscerale, irrazionale ideologia, è necessario usare tutta la sincerità di cui tu sei capace e cominciare a parlare scarno, senza falsi pudori, senza appellarsi ai più alti principi, così come magistralmente fa un noto, polcoricamente inviso, ugrico: "La patria è una realtà naturale e spirituale ... l'arma più forte è la memoria nazionale ... siamo attaccati alla nostra cultura e al nostro stile di vita e non vogliamo fonderci in un crogiolo di nessuno!". Sentendo queste parole così semplici e chiare le evocazioni diventano casuali come se si attraversasse le pont de l épée del Lancelot ou le Chevalier à la charrette, è un niente e ci si esalta come uno dei 300 suicidi delle Termophili, un indugio e prosaicamente fischiano e ronzano le orecchie d' ancient heritages ... e, in tutti i sensi, "... retaggio miglior alcun possiede". Nell'accomiatarmi ti rivolgo un'ambasciata conto terzi, sai ... cerco di diffondere al più ampio numero di esseri senzienti l'Alcestite, esattamente che esperienza di vita si cela dietro la tua avversione per i citrulli scandinavi ? :-D
    Variabilmente tuo
    Puskin

    RispondiElimina
  24. Per Alceste.

    Sì, vero? Se ti può interessare, qui c'è un dialogo in proposito tra me e Alessandro Visalli, un intelligente uomo di sinistra:

    Dialogo con Alessandro Visalli (che ringrazio per le riflessioni profonde e la cordiale disponibilità)) sulla "Dichiarazione di Parigi" a proposito di Europa & UE degli studiosi conservatori (Brague, Spaemann, Scruton et alii).
    Le puntate sinora sono tre,
    1) il mio articolo di presentazione della "Dichiarazione di Parigi":http://italiaeilmondo.com/2017/10/28/due-appelli-due-europe-di-roberto-buffagni/

    2) La replica di Alessandro Visalli: http://italiaeilmondo.com/2017/10/31/lo-scontro-tra-le-diverse-europe-due-dichiarazioni-di-alessandro-visalli/

    3) E la prima parte della mia risposta a Visalli: http://italiaeilmondo.com/2017/11/07/i-manifesti-nemici-di-roberto-buffagni/

    Se ti andasse di partecipare al dialogo, nella forma che desideri (commenti, un articolo) ne sarei lieto. Cordiali saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La prossima settimana potrei scrivere un articolo che potresti riproporre in quella sede.

      Elimina
  25. Una cosa che mi chiedo spesso, e che vorrei chiedere ad ALCESTE e agli altri frequentatori del blog. Secondo voi Saviano, Erri De Luca, tutti questi scrittori che si fanno in quattro per portare avanti la causa immigrazionista e, nei fatti, la Grande Sostituzione..... pensano forse che poi gli africani, i bengalesi, i pakistani compreranno e leggeranno i loro libri? Non si rendono conto che nello sfacelo prossimo venturo è compreso anche l'azzeramento (o quasi) delle loro vendite e la sparizione dei loro nomi, perché sparirà proprio l'idea di letteratura italiana e di letteratura in assoluto, in un mondo dove ci saranno urgenze assai più pressanti come riuscire ad attraversare la strada senza subire gli assalti di folle di questuanti e malintenzionati o anche solo morti di fame?
    Non capiscono questi illustri scrittori che stanno facendo il tifo per la distruzione del loro stesso mondo e delle loro stesse opere?

    Cocco81

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che la questione sia semplice:essi cavalcano l'onda a favore (leggi: potere e soldi) e si vendicano dell'Italia profonda che giustamente li disprezza.
      L'odio per l'Italia è per loro ragione di vita.

      Elimina
  26. Complimenti a Tutti. Fino all'ultimo Respiro non cederemo alla rassegnazione. Lo so i morti sono tanti, molti più di Noi Vivi. Non bisogna però desistere dal praticare e dispiegare la Logica della Ragione che comanda in ogni materia-argomento. Le Donne...non tutte sono buoniste rassegnate piegate alle menzogne imposte fin dall'infanzia con l'innesto del senso di colpa: famiglia, religione imposta, scuola, lavoro, governari peggio dei bollettari peggio dei cravattari. Se non credi a babbo natale, babbo natale non esiste. La nostra Evoluzione non può che essere senza armi. Tutte le rivoluzioni armate, anche quelle durate 7 decenni, o oltre 5 decenni alla fine hanno ceduto. Le rivoluzioni sono come il bussolotto del lotto. Quello che è sotto va sopra e viceversa. L'Evoluzione invece va avanti. Ateismo, Veganesimo, rifiuto della competizione. Ce l'ha suggerito Lao Tzu. Non è poco. Forza e Coraggio.La Volontà è meglio della preghiera alla Natura. Reset

    RispondiElimina
  27. Per altraopinioneonline: perfetto, grazie mille!
    Leonardo

    RispondiElimina
  28. All'interno di questo maresma generale
    Una sola cosa sta ferma,solida, che non si fa sbattere e portare di qua e di la
    dal vento
    LA CROCE.
    Mi dispiace cari compatrioti ma se l italia non ritorna a Cristo
    Sicuramente faremo una brutta fine..

    RispondiElimina
  29. per Alceste. Volentieri, grazie. Il sito però non è mio, dovrò chiedere il permesso ai padroni di casa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo senso: io scriverò il pezzo qui e, se vorranno, potranno copiarlo e reincollarlo sul loro.

      Elimina
  30. « Il poeta conduce solennemente i suoi pensieri sul cocchio del ritmo: di solito perché non sanno andare a piedi »
    F. Nietzsche, “Umano, troppo umano”

    RispondiElimina
  31. Stamattina, mentre andavo al lavoro, ho ascoltato l'Ave Maria di Schubert cantata da Maria Callas, il mio agnosticismo ha vacillato non poco. Dostoewskij fa attribuire, al Principe Miskin, detto: l'idiota, la famosissima massima: "la bellezza salverà il mondo", la mia personalissima interpretazione di questa massima è: quando le religioni dottrinarie, le ideologie, le filosofie, le scienze, mostreranno i loro limiti, la loro sostanziale incapacità a dare un senso all'esistenza dell'uomo, sarà la disperazione,il nichilismo, l'immoralità, la violenza, la solitudine. Soltanto la bellezza, in tutte le sue espressioni e forme potrà, come un faro, dare una direzione all'umanità smarrita, ciò che è bello è buono e viceversa. Affinchè questo assunto funzioni è necessario che la bellezza sia assoluta e non relativa, sia universale e non personale o familiare o tribale o nazionale.

    RispondiElimina
  32. Caro Alceste non siamo solo noi, anche questo prete ha capito, leggi:
    "Bologna, 9 nov. – “Lutero infame, per te solo le lame” . Sacerdote della parrocchia di S. Domenico Savio nel quartiere San Donato, Guidotti è un prete tosto, che ha a che fare con i poveri e che con loro organizza da sempre progetti di assistenza. Un prete che non è difficile trovare sulla soglia della sua chiesa alla prima periferia di Bologna mentre scarica dal camioncino generi alimentari per i poveri del quartiere. Non in abito talare, ovviamente, ma – qui la sorpresa – con una delle sue felpe con cappuccio. L’ultima raffigura un crociato contornato da una scritta che recita così: “Sono un bimbo di Dio, un soldato di Cristo, sono io la tempesta!”. Una passione, quella per i crociati, che rispunta qua e là nell’attivissima pagina Facebook di Don Guidotti. “Mai ci sottometteremo all’Islam!”, recita un’immagine postata poche ore fa. Accanto al testo un imponente cavaliere con armatura e spada. Don Guidotti non si nasconde, è convinto che “Satana ha messo il suo trono a Bruxelles” (il riferimento è alla questione eutanasia), dice di sognare un’Italia fuori dall’Unione europea, si augura che la “Francia laicista possa sprofondare con Sodoma e Gomorra”, dice ‘no’ a coloro che pensano di “trasformare la Chiesa in una delle tante ong” e manifesta di tanto in tanto una certa insofferenza verso i migranti.
    Tutto messo nero su bianco su una pagina Facebook molto letta (e a volte discussa) dai suoi parrocchiani. E così i fedeli della parrocchia di San Domenico Savio nel tempo hanno scoperto la passione del loro Don per le crociate (“non ne siamo degni”), la sua avversione per i comunisti fermati, Guidotti ci tiene a specificarlo, in Italia da Mussolini e in Spagna da Franco sostenuto da Hitler manu militari. Fin qui si resta nel campo delle opinioni di un sacerdote sui generis, che è stato in Africa e che non ha paura di mostrarsi conservatore e fan dell’ex cardinale Carlo Caffarra che chiama con emozione “Mio Capitano”. Dove forse Don Guidotti ha perso il senso della misura è stato in un lungo commento pubblicato alle 20.09 dello scorso 6 novembre. “Stuprata in un vagone alla stazione di Bologna“, è la notizia che il sacerdote posta sulla sua pagina. Si parla della denuncia di una minorenne di Bologna, che ha raccontato alla polizia di essere stata stuprata da un uomo, forse un nordafricano. “La minore – racconta il Resto del Carlino – ha riferito di aver passato la serata nella zona di piazza Verdi con alcuni amici e di aver bevuto molti alcolici. Ad un certo punto si è accorta di non aver più il cellulare e un giovane magrebino si sarebbe offerto di aiutarla, dicendole di seguirlo. I due sarebbero quindi arrivati in stazione, dove la giovane sostiene di aver subito la violenza sessuale. Si sarebbe svegliata solo la mattina dopo, seminuda e senza più la borsa con sé”. Questa la storia, per quel che se ne sa al momento. Il commento di Don Guidotti è in realtà rivolto direttamente alla vittima. “E dopo la cavolata di ubriacarti con chi ti allontani? – scrive il sacerdote – Con un Magrebino?!? Notoriamente (soprattutto quelli in Piazza Verdi) veri gentleman, tutti liberi professionisti, insegnanti, gente di cultura, per bene…Adesso capisci che oltre agli alcolici ti eri già bevuta tutta la tiritera ideologica sull’accogliamoli tutti? … tesoro… a questo punto, svegliarti seminuda direi che è il MINIMO che potesse accaderti”.

    Insomma la ragazzina violentata quasi se la sarebbe cercata. Don Lorenzo Guidotti però non si ferma, e si accanisce. Nessuna pietà, lo dice lui. “Mi spiace ma… Se nuoti nella vasca dei piranha non puoi lamentarti se quando esci ti manca un arto…. cioè…. A me sembra di sognare!! Ma dovrei provare pietà? No!! Quella la tengo per chi è veramente VITTIMA di una città amministrata di *****, non per chi vive da barbara con i barbari e poi si lamenta perchè scopre di non essere oggetto di modi civili. Chi SCEGLIE la cultura dello SBALLO lasci che si ‘divertano’ anche gli altri….”.".

    RispondiElimina
  33. e cosa sarà da ritenere bello in modo assoluto, lo stabilirà ovviamente lei -

    RispondiElimina
  34. La bellezza pura, assoluta, Giuseppe, è dentro il cuore di ognuno, basta fermarsi e ascoltarla. Come tutti sanno chi è più bella fra Bella Hadid e Luciana Littizzetto, fra la Dama con l'Ermellino e l'Urlo di Munch, fra la voce della Callas e quella della De Filippi o del consorte, così è per tutte le cose, basta fermarsi, riflettere. Gli scandinavi son citrulli, non hanno avuto Raffaello, ma quanti italioti attuali valgono Raffaello? I citrulli non buttano le cicche per terra, non ti stanno incollati al paraurti a 130 Kmh, non parcheggiano nei parcheggi dei disabili. Non c'è bellezza in chi ritiene di far parte di una categoria di eletti.

    RispondiElimina
  35. Non ho capito niente - esponga meglio -

    RispondiElimina
  36. " Dove forse Don Guidotti ha perso il senso della misura è stato in un lungo commento..."
    MA QUALE PERDITA DEL SENSO DELLA MISURA ????????????????????????????????
    QUELLA DEL PRETE E' SACROSANTA VERITA' !!!

    RispondiElimina
  37. C'è anche un altro prete che ha capito tante cose, è un cardinale ed è anche, guarda caso, un negro, il card. Sarah. Parlando dei mondialisti, dice, anzi predica: "L’Afrique, comme la Vendée, résistera !"
    Colpisce, sentirlo dire da un negro....

    http://souvenirvendeen.org/2017/08/le-cardinal-sarah-honore-les-vendeens-pour-les-700-du-diocese-de-lucon/

    RispondiElimina
  38. per l'anonimo che non riesce neppure a presentarsi con un qualche tipo di sintagma e ciancia di bellezza:
    ""Carità" è parola antica, gravida di senso.
    I greci dicevano Χάρις, Charis, per indicare la personificazione dell'armonia, che si realizza nell'incontro con l'altro, nella comprensione, nell'abbraccio.
    Le Cariti (Le "Grazie" dei Latini) sono dee figlie di Zeus e di Eurinome, l'antica Dea Madre pelasgica. Esse così simboleggiano l'incontro tra la religiosità agricola fondata sulla Terra e sul ciclo stagionale, e quella olimpica, fondata sul Sole.
    Ma un mito ancora più antico le vuole invece figlie di Dioniso e di Afrodite, rappresentando il senso ancora più profondo della "Carità".
    Dioniso non è Zeus, ma è invece la personificazione del Sacrificio, del "fare ciò che è sacro", del dedicarsi a ciò che è importante. E ciò che è davvero importante è la Vita.
    Afrodite invece è la personificazione della Bellezza, in un senso che noi purtroppo più non comprendiamo. Bellezza come Amore, come Fertilità, come Generosità.
    E quindi eccola, la Carità, emergere scolpita nella parola stessa e nel mito, come figlia della sacralità e dell'amore, che porta a credere in un'unica legge, un unico "comandamento".
    Amore verso tutto ciò che esiste, verso la Dea-Tutto Eurinome, Natura onnicomprensiva, e verso ogni essere umano che ne rappresenta in microcosmo ciò che essa è come macrocosmo.
    La Carità è ben altro che elemosina.
    La Carità è l'abbraccio umano di ciò che è sacro, è abbracciare la Vita, è "comprenderla".
    E la comprensione non può che generare gioia, con la leggerezza del sorriso di chi accoglie benevolmente ciò che prima era "altro".
    « Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi" »
    (Marco 12,28-31)
    « Perché, Teti lungo peplo, vieni alla nostra casa,
    o veneranda e cara? prima non ci venivi.
    Ma seguimi avanti, che possa offrirti doni ospitali. »
    (Commento di Carite. Omero, Iliade, libro XVIII)

    RispondiElimina
  39. Per prima cosa c'è l'oblio di ogni misura in tutto (e, notate, quasi sempre provvisorio e passeggero, una sorta di allucinazione). E' il bisogno di passare il limite, il bisogno di provare la sensazione, per chi si ferma arrivando sull'orlo di un precipizio, di sporgersi fino a metà, di gettare lo sguardo giù nell'abisso e - in certi casi, sempre più frequenti - di perdere la testa, e buttarsi giù. E' il bisogno della negazione in un uomo, anche se qualche volta egli è il più riconoscente e il più rispettoso degli uomini, è il bisogno di negare tutto: le cose più sacre della propria anima, l'ideale più importante, ciò che il popolo venera di più in tutta la sua totalità, e che fino ad allora rispettava, ma che all'improvviso è diventato per esso come un peso insostenibile.
    Fëdor Dostoevskij -

    RispondiElimina
  40. anche lui, come in piccolissima parte noi, ...
    http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1948

    RispondiElimina
  41. Non sei il solo a disprezzare questo mondo, questo sistema, Alceste.
    Non sei il solo a non voler vedere lo squallido futuro che "Loro" ci hanno riservato.
    L'orrore per ciò che gli uomini ormai sono divenuti e soprattutto per quello che succede alla nostra povera Europa (quella vera, non la UE...) porta tanti ad avere la morte che balla sul loro petto.
    Un pensiero quasi irresistibile...
    Non esistendo alcuna soluzione, alcun modo di impedire che il mondo diventi quell'immenso supermarket che i padroni vogliono diventi (e che per un buon 80%-90% è già), è normale si pensi alla morte come all'unico modo di lasciare questa fogna.
    Purtroppo è l'istinto di autoconservazione che ci frega; non fosse per lui già tanti avrebbero fatto il grande passo e si sarebbero liberati.

    RispondiElimina

Siate gentili ...