Il compagno Silvano Agosti non dovrà più
vendere il proprio storico cineclub "Azzurro Scipioni". Numerosi e
insospettabili mecenati si son mossi in suo aiuto locupletandolo d’alcuni provvidenziali
malloppi. Si parla di due multinazionali bancarie, addirittura, che, rovistando
nei cassetti, hanno inavvertitamente rinvenuto alcuni sacchetti di sesterzi. La
Sindaca di Roma e alcuni personaggi della galassia PolCor (li si riconosce
poiché fan finta di scannarsi l’un l’altrə per poi sbaciucchiarsi
vicendevolmente quando c’è una causa vicina al cuore) hanno officiato e
favorito il rito della consustanziazione fra pugno chiuso e sonanti chèques. L'ex
sventurato, Agosti Silvano, sorpreso - sino a poche settimane fa - a svendere
le poltroncine del cinemino, quelle poltrone che sostennero nei decenni migliaia
di deretani cinefili, e le loro silenti flatulenze in approvazione a Fassbinder e Bergman, risponde. E come risponde?
Evidentemente con un sì. Colui che, con tono svagato, dietro l’occhialame
settantino, ebbe a declamare il bleso verbo antifascista e antimperialista per appena
mezzo secolo, dice sì.
Dracula, in forma di pipistrello, svolacchia al di là delle portafinestre della camera da letto. I colpi d’ala al vetro, quasi inudibili, ma insistiti, compongono una nenia precisa di richiamo. Fra le coltri Lucy si agita; in suo potere vi è ancora la parola: "No!" che potrebbe render tutto solo un incubo d'angoscia. E però una corrente lubrica le frizza nel ventre, il cuore si sdoppia; e lei risponde. E cosa risponde? Sì. E il vampiro ha libero accesso, al corpo e all'anima.
Riuscirò mai a far capire cos'è un “No”?
Lo ammetto, sono demoralizzato.
Un “No”
è un “No”. C'è da ponderare tale
complessa affermazione.
Il primo metafisico occidentale, del pari, ci donò un problema altrettanto
gravido d’infinite conseguenze logiche: "L'Essere è, il Non Essere non è".
Sono problemi seminali.