Unreal City, 17 gennaio 2021
La rivoluzione nel 2021 è una luminaria di Natale. A volte s’accende furiosamente, fitta di allusioni, insulti, sberleffi, truciferazioni, promesse di sangue (entrerete in una valle di lacrime, porci!), altre s’abbuia, all’improvviso, con impressionante simultaneità, lasciando intravedere solo la debole incandescenza del filamento dapprima sfavillante. E ciò accade quando il Potere materializza, davanti a cotanti fulguratori, le partitelle della Serie A, o qualche popolar-montalbanata. Si affilano, insomma, le lame del digitale promettendo sfracelli per poi grandiosamente rinculare allorché piove la micragna dei croccantini. E questi rivoluzionari dovrebbero … far cosa? Un cazzo, gli risponderebbe il Cambronne d’una volta, comunista o fascista che fosse.
Il
candidato rifletta sulla trilogia del giapponese Kiyoshi Kurosawa: Cure (1997), Pulse (2001), Before we
vanish (2017).
Il
primo parla di un killer seriale (incapace di dire chi è, dov’è, cosa fa) il
cui istinto omicida si propaga come un virus; radice del male è un ipnotista ottocentesco
di cui possiamo udire, registrate su un vecchio fonografo Edison, alcune parole
apparentemente sconnesse, ma di forte valenza misterica. Una delle ultime
sequenze, ambientata in un edificio fatiscente sferzato dal vento, ci rivela
come il Nulla (ciò che prima, per faciloneria, ho chiamato “male”) passi da
uomo a uomo, inarrestabile come una pestilenza spirituale, grazie a benedizioni
sacrileghe.
Del
secondo potete ammirare un’immagine in Vanishing Italians: il web diviene il
mezzo di comunicazione tra il regno dei morti e dei vivi. I primi si riversano
nel nostro mondo, i secondi, divenuti apatici e depressi, lasciano per sempre
la realtà. Unica testimonianza del loro passaggio sulla Terra è una macchia
indistinta sulle mura casalinghe, simile a quella, sin troppo famosa, rilasciata
da un vaporizzato di Hiroshima.
In
Before we vanish, tre alieni prendono
possesso di corpi umani. Il loro intento è comprendere alcuni valori basici della
natura umana in vista di un’invasione di massa. Essi riescono a estirpare
questi concetti (libertà, famiglia e proprietà, a esempio) dalla psiche
profonda delle loro vittime le quali, rimanendone totalmente prive, si
abbandonano a un’esistenza di angosciosa povertà spirituale.
Il candidato abbia cura di sottolineare il crescendo ideologico della trilogia riannodandone il cuore concettuale all’opera di Arthur Clarke (Le guide del tramonto), di Edward Bulwer Lytton (The coming race) e di Sergio Mattarella (“È tempo di costruttori”).
Come
operano i gatekeeper?
Eccone uno: “Renzi
lavora a sfavore di Conte sol perché vuole ottenere il MES e, quindi,
avvelenare i pozzi alla destra che si prepara a stravincere le elezioni”.
Il tizio che afferma ciò andrebbe frustato e appeso a testa in giù su un falò
Apache. Secondo lui si dovrebbe votare a destra a quindi passare cinque anni a
cicalare: povero Salvini, povera Meloni, poveri tutti! Ce la stanno mettendo
tutta, ma il Potere, la sinistra mondialista, Greta, i comunisti, Soros, la von
der Leyen, impediscono di far partire il programma, di difenderci, di
sovranisteggiare!