31 dicembre 2020

Lo sperma del diavolo

 

Unreal City, 31 dicembre 2020

I giochi sono fatti, quindi non ci rimane che giocare.

Lo sperma del diavolo è gelido: su questo sono d'accordo gran parte delle testimonianze. Persino Freud si incuriosisce, da guardone qual è: “Ah, se solo sapessi perché le accusate di stregoneria affermano tutte che lo sperma del diavolo è gelido!”. Il mistero, però, risulta abbastanza tenue: è gelido perché sterile. Da esso nulla nasce, nulla si crea. Inevitabile. Se Dio riassume in sé il Male e il Bene, suscitatori di vita, al diavolo spetta il nulla, il contagio del nulla. Iniettarsi il contagio del nulla a -80 gradi è, quindi, logico. Il diavolo, questa nullità, visita ormai le notti di ognuno di noi. Il multiforme, l'oceano nero che risale nell'anima e abbatte gli argini: cultura, arte e scienza, ciò che ci aveva resi ciò che siamo. Ora pare irresistibile il richiamo dell'inumano nella sua perfezione, l'Indifferenza Assoluta, il Nulla. Il diavolo, infatti, è tutto poiché dissoluzione, disgregazione: è succubo femminile o incubo maschile, potenza pura, materia inumana. Lo si celebra nei sabba cioè in balli coreografati ove si venera il didietro col bacio immondo: osculum infame. Gelidi amplessi, danze per il nuovo mondo.

I gazebo per la somministrazione dello sperma del Brave New World, custodito come un'ostia al contrario in teche refrigeranti, recate a Natale da magi ballerini, avverrà sotto la primula composta da cinque cuori: cinque deretani protesi per il bacio, a ben vedere.

L'ano del diavolo è una seconda bocca. Alcune miniature intravedono persino un volto, sotto la coda forcuta. In un mondo al contrario il contatto di tali fetide labbra non può che risultare inebriante.

Costituzionalisti cercansi. Ancora una volta setaccio la miccosfera: macché, niente. Manco una dichiarazione di striscio. È tutto a posto. Solo una d’essi ha gorgheggiato, facendo seguire al rassicurante lied un aperto sorriso, il proprio coccodé; appollaiata su agevolissime e sicure staccionate istituzionali, beninteso. Il conseguente uovo, così autorevolmente ca-cantato, è scivolato ovviamente dalla parte giusta.

Oltre che ozioso divengo sgarbato: mi assalgono vampate liquidatorie. All’ennesima domandina: “Ne usciremo mai?”, rispondo, citando a memoria, fintamente svagato: “Forse. Forse no. Forse vaffanculo”. Il problema non è la domanda, ma la sciocca leggerezza con cui la si pone. Invece di toni disperati, ultimativi, da tromba di Gerico, ci si intrattiene con queste manfrine.

Patate, vibratori, case, denaro, smartphone, neonati, panchine, automobili: tutto è Ubik. Una materia bruta, il Nulla, Ubik, reclama indietro le definizioni, i confini, la logica, la scienza, i linguaggi, i costumi, il pudore, la ferocia, il miracolo. Un oceano nero allaga i cuori. Gli arconti vigilano dalle torri.

Scommetto che dovete ancora leggere Ubik. E pure Guido Cavalcanti. Come potete creare, quindi, il gusto, l’asperità, il pathos della lontananza, il sommo disprezzo, il riso liberatorio? Non potete. E infatti siete sommersi dalla minutaglia, dallo scherzo, dalla stupidità che rilancia sé stessa.

Somministrato secondo le istruzioni, il vaccino Ubik procura l'immunità che sognate da tempo! Un piccolo fastidio e vi sveglierete all'indomani freschi, riposati e liberi! E via  per una nuova giornata Ubik, dopo una colazione Ubik! La nuova car ecologica Ubik, per i vostri giri di shopping Ubik in città! Non superare le dosi consigliate!”.

Questo odio per l'umanità non è che amore per il vuoto. Amor vacui. A nulla vale il passato se chi lo amministra è in cuor suo un traditore. Ammetto, tuttavia, che qualcuno, in un mondo al contrario, si segga dal lato sbagliato della scacchiera ravvedendo nei nostri tempi un autentico e definitivo amore per l’umanità: in odio al vuoto.

I tempi accelerano. La sciatteria liturgica è correa di una spudoratezza eretica mai vista prima. L'Eucarestia adagiata nelle mani sconsacrate del comunicando ... da una donna qualsiasi, un'anziana signora, scarpe da passeggio e giubbino antipioggia. All'entrata della chiesa nessuno si segna, impegnato com'è da termometri digitali e disinfettanti. Tutto precipita, ma questi son solo gli ultimi segni di un'opera grandiosa, avviata, dopo guerre secolari, da cinquant’anni.

La Cina ci fagocita, la Cina dominerà il mondo! Ma no, non capite. La Cina usufruisce del Grande Riequilibrio, tutto qua. Gli Apolidi si saranno chiesti: come possiamo istituire una Monarchia Universalis se orientali e africani rimangono degli straccioni? Occorre il politicamente corretto, avrà risposto quello più astuto. Far vergognare gli occidentali, ribaltare la logica, separare le intelligenze le une dalle altre, sostituire l'encefalo con l'utero, lordare soprattutto! Abbattere i giganti dai piedistalli e sostituirli con un rospo! In nome dell'amore! Detto fatto. Ed eccoci qua: in nemmeno trent'anni siamo passati a servire lo spritz a Chin Chan Pai, a liberare le stanze per Abayomi, a rinnegare noi stessi ... con la felicità che trabocca dal cuore ... Quando la merda sarà spalmata uniforme su tutto il globo avremo, perciò, l'autentica globalizzazione ... e i Cinesi, assieme ad Africani, Islamici ed Ebrei, non sapranno con chi prendersela ... poiché i loro figli e nipoti e bisnipoti saranno talmente abituati a baciare l'ano della Bestia da non reagire minimamente ... come noi, d'altra parte: in nome di chi o cosa lo farebbero? Questi poveri musi gialli li compatisco pure. Il loro destino appare già in sfacelo. A Chongqing, fra due squallidi grattacieli, si è scoperta, una volta rimossa la vegetazione selvaggia, una statua acefala del Buddha, di circa dieci metri. Sommo stupore. Solo un anziano, da sempre vissuto lì, ha affermato di ricordarsela ... e che una volta c'era persino la testa, di quel Buddha, ma che ora non si sa dove sia ... sicuramente distrutta al tempo delle edificazioni. Poco male, flauta la CNN, il manufatto in fondo è moderno, età repubblicana: appena un secolo, forse di meno.

 

Arriva il vaccino antimperialista: da Cuba. Ubik è così, si adatta a chiunque. Siamo in attesa d'un vaccino zarista, islamico, ebraico, glam. Ubik ne ha per tutti, basta non accalcarsi.

Occorre rimodulare concettualmente alcune parole. Plutocrazia. E che significa? Governo dei ricchi? Ma oggi la ricchezza più non esiste. Gli uomini ricchi nemmeno. Che differenza c'é fra 180 miliardi e 230 o 2128? Nessuna. E fra un quintale di olive e un quintale di olive da futures? Il primo, quello reale, sono costretto a gettarlo via, o lasciarlo marcire sulla pianta. Un quintale inesistente scambiato vorticosamente di mano in mano da entità immateriali in remoto genera, invece, più ricchezza di uno tangibile: per il semplice fatto che coltivare, amare, difendere, raccogliere e spremere il quintale vero provocherà un ammanco immedicabile nel bilancio di famiglia. A meno che non se ne occupi qualche grande produttore venduto alle multinazionali. Peccato che, in tal caso, non avremo olio, ma solo la parvenza d'esso: in una regressione rapinosa dal reale all’immateriale. La realtà e il razionale, infatti, sono il pegno da pagare alla digitalizzazione dell’organico. Cosa aspettarsi d'altronde da olive immateriali? Come per il cioccolato. Da bevanda al cioccolato a bevanda al gusto di cioccolato. Di questo passo, è inevitabile, avremo esseri umani al gusto - o alla parvenza - di essere umano.

Il candidato esamini il concetto di nuova ricchezza testé delineato e passi conseguentemente a illustrare come i supposti difensori dell'Antico Ordine negli ultimi venticinque anni siano stati due stagionati plutocrati. Un d’essi, recentemente trombato, lo si apostrofa sistematicamente come tycoon, a negargli ogni rilevanza istituzionale. E lo sono, poi, tali ricconi, nostri difensori? Non ci si illuda, è solo uno scontro fra massonerie. La nuova ha vinto, la vecchia scalcia, ma è costretta ad adeguarsi. Per tal motivo nullità come Martin Schulz, Tony Blair o Ursula von der Leyen, del tutto irrilevanti e fungibili, dominano la scena.

Ci tolgono il diritto di voto? Magari.

I brogli negli Stati Uniti? Ci sono sempre stati. Entrambi i contendenti sanno di barare. Certo, qualcuno lo fa meglio dell'altro. I semplicioni osservano tale spettacolo saldi nella fede alla democrazia … persino i controinformatori vi credono, alla democrazia, invischiandosi, col sangue agli occhi, in una ridicola serie di querimonie e disquisizioni di alta filologia di diritto costituzionale yankee: POTUS, SCOTUS, Iowa, Wisconsin … roba da spanciarsi dalle risate … come se la costituzione degli Stati Uniti d’America esistesse per davvero … ora vi dico come viene eletto l’ex Re del Mondo cioè il Presidente degli Stati Uniti d’America: è una cerimonia già studiata da antropologi insigni come Sir James George Frazer. Il re è in carica, ma vive costantemente sotto una minaccia: lo straniero, l’avversario, più potente, o più giovane, o più bello, arriva da fuori e lo sfida: se si dimostra inadeguato o perde il duello il vecchio re è dichiarato sconfitto e conseguentemente scannato, molte volte dal suo stesso popolo. Qualcuno tra le quinte bofonchia, calice nella mano: il re è morto, viva il re! Di cosa credete che parli William Shakespeare nelle sue tragedie? Il potere questo è, in Inghilterra, in Africa, in Patagonia. Col tempo i simboli hanno preso il sopravvento, ovviamente. Mostrare il sangue a chi si reca nei tombini della democrazia colla matita copiativa pareva fuori luogo.

I subdominanti li si riconosce subito: invecchiano in pochi anni. Gonfi, sudaticci, slabbrati. Politici, attori, sportivi, artisti, gastronomi, opinionisti ... La psicopatia è un dono magnifico, ma non tutti la possiedono integralmente; un residuo di umanità permane ... il senso di colpa, quindi, macera cancerosamente queste figure: visceri, sangue, umori ... Dopo qualche anno son già da buttare. I più promettenti vanno in riabilitazione per futuri incarichi di maggior riposo e lucro, altri fanno carriera fingendo di porre rimedio a quello sfacelo che causarono al tempo del loro fulgore: di solito li si appella "risorse del paese"; talaltri si limitano ad amministrare le ruberie: nelle periodiche interviste rilasciano perle di saggezza sulla vita lenta e una maggiore solidarietà nei rapporti umani.

Il virologo Galli si dice sessantottino. Afferma: non rinnego nulla! Difficile stupirsi. Quel suo disprezzo biascicato per l'Italia e gli Italiani ne aveva già rivelato le mediocrissime scaturigini.

Una previsione facile: la prima vaccinata italiana è una donna, quasi una ragazza; da ciò che si può intuire, mascherina permettendo, pare la consueta, quieta, gradevole bellezza italiana: lunghi capelli neri, occhi scuri, viso regolare. L’elemento che gran parte di noi vorrebbero entrasse in famiglia: Claudia. Vaccinata, per la rinascita, presso l’ospedale Spallanzani. Lazzaro Spallanzani. Come tutti saprete, dai ricordi della dottrina per comunicandi e cresimandi, i Vangeli ci donano addirittura due Lazzari.
Il primo, in Luca (XVI, 19-31), è un poveruomo che raccoglie le briciole cadute dal tavolo di un grasso epulone; entrambi, il povero e il ricco, però, muoiono; il ricco, fra i tormenti dell’inferno, vede Lazzaro accanto ad Abramo; il ricco supplica Abramo di strapparlo da quei tormenti e, se non lui, almeno i suoi cari rimasti sulla terra; Abramo, però, gli risponde ciccia.
Il secondo Lazzaro, Lazzaro di Betania, in Giovanni (XI, 1-44), è quello più famigerato: il Rompitasche Ebreo arriva a Betania in ritardo, Lazzaro è morto. In una scena anticipatrice della propria resurrezione, l’Ebreo (duro e spigoloso come quasi tutti gli Ebrei, anche quelli apparentemente più umili) fa togliere il masso avanti il sepolcro e ordina a Lazzaro di alzarsi e camminare: ed egli esegue, ancora avvolto nel sudario, madido per gli umori della prima dissoluzione. Queste bagattelle sui due Lazzari, sul gesuita Lazzaro Spallanzani (“padre della fecondazione artificiale” secondo Wikipedia) e su Claudia sono fantasie: non vanno prese sul serio.

Le sorelle di Lazzaro di Betania furono Marta e Maria. Marta di Betania e Maria di Betania. Sono quasi del tutto sicuro che queste Maria (Maryām o Myrhiàm, amata da Dio) che occhieggiano dai vostri libri sacri vi confondono un poco le idee. Lo so, siete superficiali. Non conoscete la vostra storia e pretendete di combattere … chi, di grazia? Róbert Ragnar Spanó, Conte, Ursula von der Leyen, l’ONU? Ma questi, ognuno di questi, vi mostra le fiche ridendosene allegramente. Ignorate il luogo in cui siete nati, i Vangeli, la letteratura, l’arte, la logica aristotelica e volete far cosa? Vi sfuggono i collegamenti tra i fenomeni, gli eventi … Le minuzie al vivo di gesti, smorfie e dileggi. Non sapete usare il bisturi per separare concetti sottili come carta velina … Gettate nel mucchio, fate i gradassi, promettete valli di lacrime … inevitabile che veniate scherzati come scemotti. Eppure qualcuno di voi avrà mangiato il panettone Tre Marie. Ma chi erano queste tre Marie? Pensate che conoscere questa cosa sia ozioso? Evidentemente comprendete poco e male il Potere.

Mostrare le fiche è un gesto apotropaico antico come l’Italia; rivive, blandamente, nel dito medio alzato contro l’avversario: una bassa derivazione. Nell’Inferno è il ladro Vanni Fucci a mostrare ambedue le fiche verso Dio venendo, subito dopo, inghiottito da un groviglio di serpenti. In un mondo al contrario, però, i ladri sono benefattori e le fiche son gli Altri che le mostrano a voi: rimanendo, senza fallo, integri.

Domande sbagliate. Tale Augias rimanda al mittente la Legion d’Onore Francese  per protestare a favore di Guido Regeni. Entro pochi battiti digitali, i tecnopueri contro informativi inondano la Rete schierandosi pro o contro il gesto. Ma la domanda, e la conseguente risposta, era un’altra: perché la Francia ha rilasciato la Legion d’Onore, massima onorificenza patriottica, ad Augias?

Le cause [della decadenza culturale et cetera] sono: a livello immediato, la svolta a destra della politica italiana. Questo ha comportato l’antipatia evidente di molti governi nei confronti di un mondo, quello degli insegnanti, tradizionalmente considerato di sinistra. Ma più in profondità, e in modo più insidioso, la svolta a destra dell’intero mondo occidentale, l’ideologia unica del profitto, l’esaltazione dell’imprenditoria come sale della terra”. A parlare così è l’intellettuale italiano al momento più popolare: Alessandro Barbero. Intellettuale midcult, di quelli davanti a cui si apre la boccuzza a tondo per dire: ammazza che pozzo di scienza è questo qua! E può darsi che lo sia … purtroppo non è un sapiente. Si vede che è uno che rimane a terra, a spazzare il pulviscolo con le ali di piombo. La destra, addirittura! Il fatto, superficialissimo, che tale svolta sia stata inverata dai comunisti in piena foia d’abiura non lo tange. La destra per lui esiste davvero, è la destra, cioè il male … un male metafisico, eterno … un cono di luce nera entro cui, a volte, entrano persino quelli di sinistra che, però, di sinistra rimangono: non a caso li chiamano compagni che sbagliano. In tal modo si salvano le capre, i cavoli e pure i lupi e i pastori, altrimenti trovarsi di fronte i compagni che sbagliano alla RAI o nelle case editrici risulterebbe imbarazzante.

Liberarsi della democrazia, della destra e della sinistra, del voto ... che anelito di purezza, che bagno di luce. La lama di Occam, o altre lame, in tali frangenti, soccorrerebbero utilissime.

Nell’affaire delle primule-deretani pare sia coinvolto, se leggo bene, l’architetto Stefano Boeri, fratello di Young Signorino. A livello di esecutori tout se tient.

Ho rivisto, per puro caso, un video di Elton John: Don't go breaking my heart, duettato con Kiki Dee. Semplicissimo: Elton, un tranquillo omosessuale inglese, stempiato prima del tempo, esornato da un completino a quadri, porta per mano Kiki nello studio di registrazione. Kiki, un po' intimidita, graziosa senza esser bella, salopette chiara, sostiene brillantemente la linea melodica imposta da Elton: i due sembrano persino divertirsi. Quanto tempo è passato! 43 anni. Niente più Kiki, niente più Elton, sostituito da una checca glam ansiosa di paternità. Addio spensieratezza! Ora anche le manifestazioni di gioia, o, almeno quelle che paion esser tali, sono venate in profondità da un tono vischioso, ambiguo. È il Potere che vi striscia dentro, onnipresente, come Ubik, onnipotente, inarrestabile. Il nostro mondo decade, irreversibile, si sfascia, la poltiglia esce dalle commessure del razionale, allenta vincoli sacri, uniforma sfumature e colori, sommerge la vita.

Elton ricanterà la canzoncina, anni dopo, assieme a un invertito à la page. I tempi cambiano? Ma no, i tempi cambiano noi. 

It's a beautiful world we live in
a sweet romantic place
beautiful people everywhere
the way they show they care
makes me want to say

It's a beautiful world
It's a beautiful world
It's a beautiful world

For you
For you
For you

It's not for me (It's a beautiful world)
For you (It's a beautiful world)
For you (It's a beautiful world)
For you (It's a beautiful world)

Not me (it's a beautiful world)
(It's a beautiful world)
(It's a beautiful world)
(It's a beautiful world)
(It's a beautiful, beautiful world)
(It's a beautiful, beautiful world)
(It's a beautiful, beautiful world)
(It's a beautiful, beautiful world)

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