06 marzo 2018

Matteo Renzi si è già suicidato?


Roma, 6 marzo 2018 

Fra la caduta del Fascismo e l’avvento della sedicente Democrazia, inaugurata da un atto antidemocratico nel 1946, vi fu, se ricordo bene, un suicidio (1) nelle alte sfere.
Nel biennio di Tangentopoli, secondo uno studio di Nando dalla Chiesa, trentuno (31).
Guarda chi si ammazza e ti dirò dove vivi …
Matteo Renzi, invece, lo vedo bello arzillo.
Cosa gli frulla per la testa?
Ieri si è presentato in conferenza stampa, dopo la supposta disfatta, ricco della consueta vantardigia da gradasso. Su di lui un paio di responsabilità. La prima, in solido con altri carnefici: la consegna di un’Italia economicamente depezzata (e aperta ai pervertimenti del futuro) a chi governa davvero. Alla doppia ganascia della tenaglia che ci stritola: Usura ed Edonismo UDW. La seconda: aver reso talmente odioso l’idioma toscano da annientare intere sezioni della letteratura italiana.
E però Matteo Renzi, tale nullità molliccia, se la ride. Come mai? Lui che, fino a poco tempo fa, era altamente irritabile, di quell’irritazione propria a chi si sente tradito e che, però, non può far motto poiché i traditori rilevano quali diretti superiori? Il Renzi cornuto, obbligato ad annientare l’Italia così come Tsipras annientò la Grecia, grazie all’inestirpabile, stupida, Speranza (il referendum!), il Renzi giocoliere costretto a promettere, e dare, e togliere, in un vorticoso gioco delle tre carte in cui tutti gli Italiani perdevano, inesorabilmente; e però lui rilanciava, padrepiamente ubiquo, mani in tasca e sicumera intatta, sacrificando uomini e munizioni e fortezze turrite, annettendo ascari e lanzichenecchi (alfaniani! verdiniani!), pur di riportare l’osso al padrone, sempre con quella faccia da tre-palle-un-soldo-siore-e-siori!, lì, in prima fila, a prendersi gli scaracchi della nazione, eppure tetragono come un carro armato di latta nella steppa russa a schiacciare partite IVA, poveracci assortiti, trentenni con le tasche gonfie di ragni, pensionati senza pensione, studenti allo sbando, neonati da far deportare alla polizia poiché renitenti alle punturine della Big Pharma. Lui stava facendo tutto questo, lui, da solo, come un Fregoli invasato, passando da un travestimento all’altro, da damina ottocentesca, Pulcinella, Balanzone, Brighella, Ar-Lecchino, Mangiafuoco, Azzeccagarbugli; e qual era la ricompensa: lo stavano lasciando alla deriva! Ingrati! Di qui il Matteo sedotto e abbandonato che descrissi in Povero Renzi!, un post di un paio d'anni fa.
Ieri, tuttavia, ghignava soddisfatto. Questo è un segno. Un segno che le cose rimarranno intatte. A me piacerebbe avere tanti click e però proprio non mi riesce, nella vita, a lisciare il pelo al prossimo. Renzi ha la faccia che ha, così come Berlusconi, Salvini, la Meloni e presto tutti gli altri. Una fronte spianata dalle preoccupazioni. Come può cambiare qualcosa? Si dice: il M5S, però … Ho conosciuto molte persone interne al Movimento, alcune validissime; molte sono miei conoscenti (non ho amici, infatti); la voglia di cambiare ce l’hanno, intatta ... eppure … eppure ciò che si guarda non è ciò che appare. Non voglio fare il guastafeste. Voglio solo dire che, spesso, l’inganno dell’occhio si riverbera sul cuore. Guardiamo i volti di chi marciò su Roma nel 1922 e i volti dei gerarchi nel 1932: chi sono i veri fascisti? Quei personaggi straccioni e allampanati, distrutti dalla Prima Guerra, pezzenti e riottosi, oppure i baldi capataz con la villa al mare? Sempre di fascisti si tratta, mi dicono, ma il fascismo già non c’era più come fonte sorgiva di sensazioni e azione. Consiglio sempre i primi due libri di Erich Maria Remarque: il primo (All’Ovest niente di nuovo) perché è bello, il secondo (La via del ritorno) perché intriso di una malinconia e verità struggenti. Le sfilate dei ciechi, dei mutilati, dei gasati, dei paralizzati, i visi stravolti, l’andatura sbilenca sono l’anticipazione del Nazionalsocialismo, già nel 1918: quegli uomini formeranno il nucleo originario del Nazismo, quindi il Nazismo prenderà altre vie altre pieghe. Lo stesso accadrà col Comunismo nel 1917. Si crede di vedere qualcosa, ma quel qualcosa è già svaporato. Si crede di sentire i vaffanculo del 2008 eppure sono i miagolii del 2018. Così è l’uomo, però: crede inarrestabilmente nella stabilità degli individui e delle idee. Guarda D’Alema e crede di vedere Berlinguer; guarda Berlinguer e crede di vedere Togliatti; guarda Togliatti e si aspetta Lenin, guarda Lenin e si aspetta Ciapaiev, il comandante rude e astuto che metteva in fuga i bianchi zaristi. Ricorrenti trompe l’oeil politici.
Ma torniamo a Matteo, allegro e sfrenato. Allegro perché si è tolto un bel peso dallo stomaco. Penetriamo nel suo cervello. Sono sicuro che pensa tali cose, miscelate confusamente le une alle altre, ma vivide nella loro accecante realtà: “Ma sì, ho venduto l’Italia, e allora? Sai quanto me ne frega … potevano trattarmi meglio … gli ho sacrificato il partito … ora è finita, però … se la vedano un po’ loro, i furboni! Non riusciranno a fare niente, fessi! Ho fatto terra bruciata … come faranno a tornare indietro? Assistere alla morte per fame di questi rivoluzionari da operetta mi distrarrà mentre gusto un narghilè a Bruxelles … cosa daranno ai loro elettori se le riserve di grano le ho gettate nell’inceneritore? Che vaudeville da quattro soldi … per ora me la godo … sono ricco, anzi potente … i sub-subdominanti come me, anche faciloni e pezzenti, avranno sempre un posto al sole … ho davanti a me quarant’anni di vita facile, dolcissima … posso fare tutto … ogni cosa mi è permessa … volete il potere? ... prego accomodatevi, coglioni miei … sapete, pur lontanamente, chi mi dà ordini … no? Andate, andate … andate per cicoria … il mio dovere l’ho fatto … e pure bene … non rimane in piedi una colonna del tempio d’Italia … sono ignorante, ottuso, gaglioffo … non me ne curo, se sapeste com’è bello servire … fra i marmi, gli stucchi, gustando cibi sceltissimi … ponendo il capo fra morbidi e profumati origlieri in seta … non sapete cos’è un origliere … io lo so, bivaccare sul Lungarno ha pure i suoi vantaggi … continuate a girare la ruota, criceti … continuate a pensare che il cretino son io … dai, che siete più stupidi di me …”.
Quale sospiro di sollievo per Matteo. Avec moi le deluge ...? Macché ... solo un altro, prima o poi ... Matteo ora può scialare il credito accumulato. Nessun satrapo rimarrà indietro. Bisogna capire tali figure, una figura come Renzi, o come Fedeli o Lorenzin, oggetti del  nostro quotidiano disprezzo. Essi ci sono nettamente superiori. Va bene, ritratto. Mi sono nettamente superiori. Una figura come Valeria Fedeli, a esempio, lungamente dileggiata (La stracciona del ’68 e la distruzione della scuola), mi sovrasta. La conosco, l’ho osservata per decenni. La tenacia, la forza, la prosopopea, l’incrollabile indifferenza di fronte alle avversità, l’ostinazione, la mancanza di dubbi l’hanno resa coriacea e incommestibile alle nostre delicate dentature politiche come la carne cruda che gli Unni mettevano sotto le selle … Valeria Fedeli un Barnard e un Bagnai se li sgranocchia a colazione nella ciotola del latte … una ciarla dietro l’altra … una ruga dietro l’altra … E ora questi commedianti dovrebbero togliere il disturbo perché, momentaneamente, gli Italiani hanno trasmesso un breve fastidio apponendo croci su pezzi di carta come Bertoldo? Essi hanno una resilienza innata, si piegano ad angolature folli, alcuni si mimetizzano come insetti stecco, altri si immobilizzano come pangolini in difesa, ma son lì, eterni … consustanziali al potere, a qualunque potere … d’altra parte politici in galera non ne vedo … allo stesso tempo non vedo membri del patriziato in galera: avvocati, notai, primari ospedalieri, CEO, finanzieri … il sistema patrizio è intonso e non trema di fronte a tali minuscole baruffe. Ecco perché Matteo Renzi è felice … allegria di naufrago … cambiare le cose col voto, egli non può capacitarsi di tanta ingenuità … la vita gli sorride … sorriderebbe anche a me se IO fossi al suo posto rimuginando con sarcasmo sul MIO futuro: un incarico di qui, una promozione di lì, il bottino al sicuro, l’amante nel letto … la vita è bella …
Il sistema teme solo Cassio, il febbrile Cassio, l’uomo che non ride, l’uomo che mostra le gengive in un ansimo di disprezzo metafisico, sparuto, irrequieto, insonne, l’uomo che fissa il pugnale scintillante nella notte, e affila l’intelligenza con la cote della volontà, l’uomo che piega tale volontà fanatica sino a farla coincidere col piacere dell’autoannientamento …
Diecimila di questi uomini rabbuiati nell’animo e indifferenti alle lusinghe costituirebbero un problema insormontabile in una “società aperta”, come l’ha definita Matteo, che si picca d’essere buona, inclusiva, non-violenta …
Son sempre pronto a ritrattare, tuttavia. Quando vedrò i primi suicidi fra i dirigenti italiani, servili e mercenari, cambierò idea schierandomi al fianco di chi guida le truppe.
Il suicidio denota sempre le epoche di cambiamento. Guarda chi si ammazza e ti dirò dove vivi …
Intanto lo spettacolo va avanti indisturbato. La droga è, di fatto, libera. La legalizzazione dietro l’angolo, persino L'isola dei famosi (format svedese riadattato!) si presta alla bisogna. Il metodo è sempre lo stesso. I topi rosicchiano pian piano un pertugio nella diga; l’acqua che fuoriesce naturalmente (ribattezzata “società aperta”) allargherà via via le dimensioni del foro sino a far crollare l’intera struttura. I prossimi inciampi: abbassamento dell’età del consenso, ius soli, pedofilia cum grano salis, incesto, gravidanza per transessuali. I ratti son al lavoro da decenni. Ogni tanto una notiziola en passant ci ricorda l’arrotare di denti e ganasce. Un cartone animato con simpatetici personaggi omosessuali, due fratellastri che si amano perdutamente, una quattordicenne si getta nel fuoco per un cinquantenne: è amore, ovviamente, e l’amore ci avvolge tutt*, come dichiara quell’altra nullità d’acciaio di cui non ricordo il nome. E poi: la solita islamica si ribella al chador, la solita scema si spoglia davanti a San Pietro, il solito attor coglione vince il premio per la mirabile interpretazione in una delicata storia di introspezione pederastica … A tale programma di annientamento umano segue quello economico: denaro digitale, controllo sulla temibile evasione fiscale (il ciabattino ha da dichiarare quanti lacci ha ordinato tramite un software da installare fra tacchi e tomaie), esposizione pubblica del proprio conto corrente, con relativa movimentazione, magari corredato da alcuni dati sugli acquisti, vendita delle anamnesi cliniche alle multinazionali, accorto aumento dei tumori con conseguente aumento del costo dei salvavita …
I sommersi e i salvati. I salvati, come Renzi, se la ridono, e come li capisco!

13 commenti :

  1. ma poi in fondo la domanda rimane sempre la stessa ...." Si diventa termometri contraddittori,
    si passa tra le cose sfuse e vaghe, e come informazione, si sente spesso chiedere, dov'è che si sistemano le capocchie ai fiammiferi ..."
    Lucio Battisti, Pasquale Panella, Ecco i negozi - C.S.A.R.

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  2. E ad "attor coglione" esplodono le risa.
    Chapeau.

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  3. Salve Alceste,
    leggo dall'ultimo post del controinformatore che lei a suo dire più stima, Marco della Luna http://marcodellaluna.info/sito/2018/03/05/loracolo-delle-urne/

    "...L’ideale sarebbe quindi cogliere l’opportunità offerta da questo risultato elettorale, con la divisione del Paese in un Sud stellato, in un Nord centroleghista e in un’Etruria (per ora) di centrosinistra, per sciogliere l’artificiosa unificazione delle nazioni italiane nelle tre suddette parti, facendone tre repubbliche indipendenti, corrispondenti ciascuna alle rispettive caratteristiche sia politiche che economiche (Aree Monetarie Ottimali)..."

    tra quest'ultimo post e il precedente "addio alla razza", verrebbe da chiedersi se ci è o ci fa, a presentare come ineluttabili tali conclusioni mondialiste, alla piano Kalergi (divisione dell'Italia, sostituzione della popolazione europea).

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  4. Per Barabba:

    Non sono d'accordo con Marco Della Luna.
    Dire che l'Italia è una costruzione artefatta della perfida Albione è poi una cosa che mi fa cascare le braccia. Ancora col Risorgimento eterodiretto ... può essere vero, ma l'Italia (l'Italia!) è un territorio, un paese, una popolazione, una stratificazione talmente complessa che riandare al Risorgimento è, come dire?, affermare che un'automobile vecchia di quarant'anni ha le gomme usurate perché ieri abbiamo sgommato a vuoto ...
    L'Italia è così fitta di simboli, anditi, così profonda, che la sua distruzione potrebbe coincidere col definitivo affossamento della civiltà occidentale e, quindi, della civiltà.
    Sparare la propria formula partitica o partitocratica o costituzionale sulle elezioni vale quel che vale: nulla.
    La rotta non si inverte ricorrendo al simulacro della democrazia.

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  5. Ma infatti, l'Italia sono 2000 anni che è lì; fu creata provincia romana, pressapoco con gli stessi confini, ai tempi di Augusto.

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  6. Ahhh! Alceste la tua risposta a Barabba è da incorniciare, adesso ci devi scrivere sopra un gran pezzo che ne approfondisca i concetti (cosa che fai regolarmente ma diciamo "più organico"). Non so se ti sia mai capitato di leggere qualcosa di Cesco Ciapanna ex editore di fotografare, aveva delle tesi veramente "rivoluzionarie" sulle bugie storiche che ci sono state propinate nei secoli, lui, come te, diceva: "Per capire come stanno le cose guardate le pietre", guardando le pietre di capisce che solo l'Italia era una immensa civiltà, fuori dall'Italia si estendevano foreste sterminate, si parla di grandi stati nazionali quando manco avevano strade, la storia è stata totalmente riscritta dai tromboni delle Università Visigote e Ostrogote ...

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  7. Puskin:

    E cosa mi consigli di Cesco Ciapanna?

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  8. Ehhh, purtroppo Alceste, il buon Cesco ha pubblicato ben pochi libri, 2 che io sappia, su argomenti lontani dai "nostri". I materiali che "ci riguardano" sono sparsi nelle 25-30 pagine finali della rivista Fotografare degli anni '80 inoltre da un certo periodo in poi ha volutamente camuffato una miriade di perle in una sorta di delirio onomantico. Per inquadrarlo, se vuoi, puoi iniziare da questo breve e sincero omaggio al suo operare, qui: http://ilporticodipinto.it/content/memoria-di-cesco-ciapanna

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  9. Puskin:

    Vedo che ha tradotto il libro di John Allegro, Il fungo sacro, un testo che ispirò La trilogia di Valis di Philip Dick.
    Sull'onomanzia mi tocca confessare: ha lampi emozionanti di verità e tuttavia occorre ricordare che un orologio fermo segna l'ora esatta due volte al giorno.
    Che ci sia una Massoneria che seleziona in base a oroscopi e nomi mi sembra una soluzione più giusta ...

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  10. Si, penso che lui ci volesse solo dire che massoneria è usa a firmare quasi "goliardicamente" i propri atti, misfatti, persone, tirapiedi. Ha avuto diversi problemi per via delle cose che scriveva e si è rifugiato in un dispersivo, fantasioso criptismo, eppure, con un pò di pazienza, qualcosa di ragguardevole si intuisce. In quel blog che ti ho linkato, appare questa inquietante frase, scritta in tempi lontani e non sospetti: "Si riconoscono facilmente dall'uso (mancato) del congiuntivo". Lavinis e Odiami non ne hanno mai imbroccato uno in vita loro :-D

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  11. puskin:

    Il peggiore di tutti, tuttavia, è (e sarà) "arcangeli no zitti".

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  12. Grande, tardiva scoperta il suo blog. Noi tutti saremmo molto sereni nell'attesa dei ruoli prestigiosi e dorati che attendono lo schiavo solerte. Uno scritto impietosamente lucido. Complimenti

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  13. Pino Rossi:

    Grazie per l'onore che ci fai nel seguirci.

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Siate gentili ...