Roma, 24 marzo 2025
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, assieme al fido J. D. Vance, incontra Volodymyr Zelens'kyj o Zelenskyi o Zelenskyy, presidente dell’Ucraina e gli fa una lavata di capo! La svolta! E tutto in diretta! Qui assistiamo alla storia! E la commentiamo pure! La scenetta fra compari di spettacolo (un mezzo attore prestato al wrestling, un ex comico e un tizio che ha disconosciuto il nome del padre) ha riscosso il debito successo. Che i primi due protagonisti fossero l’ipostasi non di una nazione o popolo (Stati Uniti e Ucraina non esistono più da tempo), ma i rappresentanti di un potere sovranazionale che tiene in ostaggio coloro che, incidentalmente, si trovano a vivere in quelle entità geografiche, non è stato ovviamente rilevato; così come è passato sotto silenzio che la loro liquidazione era ed è la principale meta di cui terrorismo, usura e conformismo corretto sono i principali mezzi.
Quali sono i tratti peculiari di Stati Uniti, Ucraina, Francia, Inghilterra? Italia? Esiste ancora una burocrazia interna che regola dittatorialmente la vita interna dei milioni, ma i tratti antropologici essenziali sono svaniti del tutto. Macron decide in nome della Monarchia Universale, i suoi atti, le deferenze, i gridolini sono congegnati per arrivare a quell’utopia e i cosiddetti Francesi, i cui ultimi esemplari vennero pastellati in Algeria, si muovono come morti-in-vita anelando la meschina minutaglia delle esistenze nel cubicolo. Le politiche sono poste in atto per depauperare spiritualmente, per annichilire le volontà, per peggiorare, per livellare. In vista di questo si è ideato il riarmo così come mezzo secolo fa s’iniziò l’edonismo libertino e trent’anni or sono il melting pot europeo. Si cambia, ma la direzione è la medesima. Prima si doveva inastare sulle baionette (da cui sbocciavano fiori) la bandiera della pace e delle chiappe multicolori, poi del migrante sfruttato e del migrante che avrebbe versato contributi, poi la baionetta tout court: ci dobbiamo, quindi, arruolare? Ma no, lo faranno, in nostra vece, i risparmi di papà e nonno, ammesso che esistano o non siano già dilapidati. Guerra ci sarà, la guerra che necessita dell’oro alla patria, ma l’autentica guerra, quell’antica festa crudele, sarà più che altro evocata, suggerita, recitata e messa in scena per i visori con scoppi di mortaretti e succo di pomodoro. I corpi dilaniati, le chiese sbriciolate, gl’infanti trucidati appartengono solo agli ultimi popoli, ai Kaweskar della Siria, della Palestina, dello Yemen.
C’è il riarmo: contro chi? Contro i soliti: noi. Vedete com’è difficile liquidare un popolo che ha dalla sua tremila anni di storia. Povera Italia. La personale depressione che provo è verso di lei, l’Italia.