San Martino al Cimino, 23 settembre 2017
Se ci fosse una immagine icastica dei nuovi tempi sarebbe la scimmia. Un dio-scimmia che si beffa del passato, parodiandolo orribilmente; un dio che fa boccacce, mostra il culo, si porta al muso sbavato un tesoro, lo deride, e se ne libera entusiasmandosi per un putipù da quattro soldi, una divinità che stupisce a fronte d'uno specchietto, mostrando le sanne alla propria effigie che non riconosce, che si lava nel brago dei propri escrementi e colleziona festoni colorati, salta e si masturba e s'eccita per un nonnulla; che imita goffamente ciò che ignora: ecco, quindi, la scimmia con le scarpe, la scimmia che balla, cilindro e bastone, la scimmia che si rade: i cachinni d'una platea stolida e schizoide la spronano a nuove imprese.
Se ci fosse una immagine icastica dei nuovi tempi sarebbe la scimmia. Un dio-scimmia che si beffa del passato, parodiandolo orribilmente; un dio che fa boccacce, mostra il culo, si porta al muso sbavato un tesoro, lo deride, e se ne libera entusiasmandosi per un putipù da quattro soldi, una divinità che stupisce a fronte d'uno specchietto, mostrando le sanne alla propria effigie che non riconosce, che si lava nel brago dei propri escrementi e colleziona festoni colorati, salta e si masturba e s'eccita per un nonnulla; che imita goffamente ciò che ignora: ecco, quindi, la scimmia con le scarpe, la scimmia che balla, cilindro e bastone, la scimmia che si rade: i cachinni d'una platea stolida e schizoide la spronano a nuove imprese.
Ecco il dio a cui si tributano sacrifici oggi. E che sacrifici!
Mai strategia fu più semplice: rovesciare ruoli e gerarchie in ogni campo, tramite mezzi apparentemente innocenti: l'empatia, il progresso, l’accoglienza, l’ecumenismo. Tutti falsi.
Mai strategia fu più sottile, mascherata com'è dai buoni sentimenti e dalla propaganda più melliflua: qui sotto rileva un lavorìo di secoli, da talpe o da tarli, per liquefare le fondamenta di ciò che è più eminente.