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31 maggio 2018

Solusioni (soluzioni e illusioni) [Il Poliscriba]

 [Il Poliscriba]

Estraggo e cito in corsivo, lungo l’estensione di questo mio sfogo misantropo, alcune perle reazionarie dal Vocabolario filosofico-democratico edito nel 1799, scritto da Ignazio L. Thjulen, pensatore che s’impegnò in una ricostruzione semantica della vulgata democratico-rivoluzionaria giacobina, riconoscendo, molto prima dell’avvento degli spin-doctor, come è facile condizionare le masse mutando il significato antico di certi lemmi, nel loro contrario. 

Si parlava, si scriveva, si promulgava Libertà, Uguaglianza, Diritti, Sovranità, Leggi, Governi, Religione, Superstizione, ed infiniti altri vocaboli, in una maniera che, insensibilmente, perdevano le vere idee corrispondenti ai vocaboli, e, conservando l’antico suono materiale, e le prime impressioni materiali, mossero nei Popoli un entusiasmo generale di correr dietro a Irreligione, Scostumatezza, Schiavitù e Povertà, immaginandosi di correre in braccio alla Libertà ed alla Felicità.

Salvini. Ha capito che il federalismo italiano non era più perseguibile perché il nemico “non” era interno, e lui ci perdeva in consensi.
Eliminare dal brand o Logo-Lega il riferimento cardinale Nord, significava compattare le fila, serrare i ranghi; occorreva dichiarare “guerra ideologica” al nemico “esterno”: gli eurocrati.
L’ennesimo funambolo sulla piazza del mercato, un mero esecutore di scene scritte dai soliti autori, ci crede o ci fa…? Ai lettori l’ardua sentenza.

08 marzo 2018

Cosa c’è dopo Renzi? [di Eugenio Orso]


Renzi a sciare, Renzi che dà e non dà veramente le dimissioni, la sua appendice “garbata” Gentiloni che resta in carica sine die, tutto “nelle mani” del grigiore fatto persona, Sergio Mattarella, resa dei conti nel piddì, eccetera, eccetera. Questo riportano i media omologati, altrimenti detti presstitute, in relazione alla tormentata vicenda politica italiana.
Giunti a questo punto, propongo di andar oltre la squallida figura sub-politica del treccartaro/ex enfant prodige fiorentino, emerso con la Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno. Il neo-mostro di Scandicci e Rignano non sarà più determinante negli assetti politici come in passato, nonostante le dimissioni “a scoppio ritardato” dalla segreteria.
Archiviato Renzi, in prospettiva futura e nel medio periodo, vorrei sollevare un paio di questioni e fare un paio di ipotesi, a seguire.

05 febbraio 2018

L'estraneo


Roma, 5 febbraio 2018

Traini 1. Non so nulla della vita di Luca Traini né voglio conoscere nulla. Sull'uomo Traini, come individuo, maschera o personaggio della cronaca nera, ognuno dovrebbe tacere. Sulla profonda significazione che Traini, quale simbolo d'un epoca infernale, apporta alla discussione è utile, invece, discorrere.

Traini 2. Luca Traini non esiste. È solo un uomo perduto, senza identità, agito da procellose forze sovra individuali; le stesse che spazzano senza requie le terre desolate dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Un italiano dilaniato da ciò che, nell'essenza vera, più non comprende: un geroglifico dei tempi a venire.


09 agosto 2017

Il grasso da tagliare


Pubblicato su Pauperclass il 22 settembre 2016

Dopo la morte di Carlo Azeglio Ciampi, l’unico politico che abbia pronunciato una frase degna di una mia (modesta) approvazione è Matteo Salvini: “Al di là del cordoglio … è stato uno dei traditori dell’Italia e degli Italiani … al pari di Napolitano e Prodi come gli altri si porta sulla coscienza il disastro … sulle spalle di 50 milioni italiani … Politicamente parlando, è stato uno dei complici della svendita dell’Italia ai poteri forti, ai massoni, ai banchieri e ai vecchi finanzieri … quindi … lontanissimo da quello era l’interesse dei cittadini”.
Ineccepibile.
Tanto ineccepibile che la dichiarazione ha subito fatto insorgere i pasciuti difensori dello status quo, da Grasso (nomen omen) a Letta, da Fiano a Zanda sino a Maurizio Lupi e al seduttore Casini. Lo sdegno di disapprovazione sincrona ca-cantato da questi satolli eunuchi dell’harem italico (che fanno volentieri entrare cani e porci per fottere le ultime nostre bellezze) ha raggiunto vertici di compiacimento mistico.
Il M5S non ha partecipato. Se queste cose le pensa (come la maggior parte del loro elettorato), però non le dice. E perché? Per il solito motivo: la paura. Sì, il potere fa paura e allora è meglio non prenderlo per le corna. Ragionano gli stellati: i tempi non sono maturi, meglio aspettare, far decantare e usare altri toni. È così, non c’è niente da fare. È già tanto che abbiano trovato il coraggio di gettare nel ventilatore la merda del “no” alle Olimpiadi, anche se l’hanno dichiarato dopo mille cautele e tentennamenti. Sì, il potere fa paura, i linciaggi ti rovinano la vita e aspettare il cadavere del nemico sul fiume è la scusa buona per chi il coraggio politico non ce l’ha. Peccato che nella realtà il cadavere del nemico non arrivi mai; più probabile che il detto nemico sia dietro di te, con un randello in mano.
Ma torniamo a Salvini, unico spetezzo dissonante nel coro angelicato di elogi al Salmone Ottimo Massimo.

10 giugno 2017

Pronta la carta moschicida per fessi di sinistra


Pubblicato il 12 novembre 2015

E così si ricostituisce per l'ennesima volta un soggetto politico a sinistra.
Stavolta l’hanno chiamato, con impennata creativa, Sinistra Italiana.
Una strategia che ha dato così brillanti risultati negli ultimi vent'anni non si getta certo a mare, tanto che - la strategia anzidetta, intendo - continuerà a dare frutti per un decennio a venire.
Un decennio, almeno.
Chi legge queste pagine sa già di quale strategia stiamo parlando: il finto dissenso. In parole poche, e povere, essa consiste in questo: la sinistra istituzionale e governativa (PD) si trova in difficoltà. Leggi liberticide, tasse usurarie, compromessi squallidi, corruzione dilagante, hanno incrinato il rapporto di fiducia cogli elettori - con quegli elettori della sinistra istituzionale, cioè, i più pazienti e ottusi dell'emisfero occidentale, abituati a ingoiare pane e rospi sin dalla più tenera età di elettori attivi. Nonostante la propaganda feroce degli organi di regime (quelli pagati da Pantalone: Rai3, Unità et cetera; quelli fiancheggiatori: De Benedetti & Co; quelli interessati per contingenza politica: Confindustria e affini, brogliacci filo atlantici) la barca del consenso veleggia inesorabilmente verso gli scogli della disaffezione elettorale. E allora ecco la mossa, sempre la stessa, eppur sempreverde: dal corpo marcescente del PD (ex PDS ex DS) si stacca una cellula tumorale autonoma (in questo caso Sinistra Italiana) con un quadruplice compito: rafforzarsi in una finta opposizione alle riforme governative, ricompattare le fila della sinistra estrema disillusa, stroncare l'eventuale nascita di formazioni e gruppi davvero genuini nel loro dissenso e, da ultimo, rinvigoriti nei numeri, confluire nuovamente verso la casa madre tramite un accorto gioco di apparentamenti, alleanze, travasi, desistenze.

06 giugno 2017

Aylan, la morte di un bimbo al servizio del potere


Pubblicato su Pauperclass il 5 settembre 2015

Sintetizzo da un articolo di Moreno Pasquinelli (www.antimperialista.it), certamente non un intellettuale gravido d’umori razzisti o fascisti:
Gli ultimi dati ci dicono che sono circa mezzo milione i migranti che nei primi sei mesi de 2015 hanno chiesto asilo politico all'Unione europea, contro i 600mila dei dodici mesi precedenti ... E' evidente che gli effettivi perseguitati politici sono un'infima minoranza, che la stragrande maggioranza dei migranti sono piuttosto ‘deportati economici’ … la deportazione economica dalla periferia povera al centro ‘opulento’ è  funzionale ai dominanti sotto molteplici aspetti. Cinque su tutti: 1. immettere al centro milioni di disperati pronti a vendere la loro forza-lavoro per quattro soldi rafforza, al centro, la tendenza all'abbassamento generale dei salari ed alla competizione selvaggia tra lavoratori a tutto vantaggio del capitale; 2. la fuga in massa contribuisce alla desertificazione dei paesi da cui si emigra ed è utile alle classi dominanti di quei paesi in quanto, sgonfiando le tensioni sociali endogene, consolida il loro dominio; 3. di converso l'immigrazione in massa contribuisce in maniera determinante a distruggere il tessuto connettivo o demos dei paesi ospitanti ... 4. in questo imperiale melting pot democrazia e diritti di cittadinanza sostanziali sono destinati a sparire a loro volta, per lasciare il posto a stati di polizia ed a relazioni neofeudali di servaggio e sudditanza, fatti salvi diritti cosmetico-formali ‘per le minoranze’ e innocui spazi-ghetto comunitaristici. Lo spazio giuridico-statuale imperiale, per sua natura, non può essere democratico … 5. deportare decine di milioni di immigrati è strategicamente funzionale al disegno delirante di sopprimere gli attuali stati-nazione e fare dell'Unione un impero”.
Impossibile non essere d’accordo.
La frase “dalla periferia povera al centro opulento” è decisiva; purché la si integri con la frase complementare, e anch’essa decisiva, “dal centro opulento alla periferia povera”. Sono fenomeni interconnessi, come nel principio dei vasi comunicanti: il livello del vaso con più liquido si abbassa e quello con meno liquido si alza. Gli immigrati arrivano in Italia dalla periferia povera: il loro livello sociale non può che salire; gli Italiani migrano verso la periferia povera: il loro livello sociale non può che scendere. Un sorta di gentrificazione al contrario, di portata epocale.