30 marzo 2021

Reset ‘666

Unreal City, 30 marzo 2021

1666. Al languire dell'estate, Londra brucia; per quattro giorni. La condotta delle autorità di governo appare contraddittoria, forse inficiata da interessi di parte. Il rogo è dapprima sottovalutato, poi contrastato mollemente, quindi addirittura assecondato, tanto che un tal Malcolm, lodatore di tanta decimazione, suppone che il comportamento tenuto sia doloso: onde spianare la città e riedificarla ex novo.
I tre quarti dell'antica Londinium, forse più, sono ridotti a cenere.
A fronte di un’ecpirosi senza precedenti, le vittime ammonteranno a poche decine, uno scherzetto trascurabile. Altre fonti parlano di qualche centinaio (anche se nessuno le pianse: per tale motivo non vanno nemmeno conteggiate).
Londra brucia. Avvampano, al pari di Notre-Dame, le cattedrali; e poi chiese, biblioteche e porte daziarie. Fioriscono, ovviamente, i complotti, a satollare il popolicchio. La causa? I tizzoni in un forno, i tetti di paglia, un untore fuor di senno ... chi può dirlo? Quasi subito ci si rende conto che i benefici superano gli svantaggi, così come i vaccinati sopravanzano, con una pernacchia sordiana, i cadaveri dei tromboici. Il rogo, infatti, distruggendo gran parte delle fognature, stermina i ratti apportatori della peste. La catastrofe diviene, perciò, benefica azzerando assieme Londra e la pandemia; s'avvia, festosa, l'Epoca della Ricostruzione. La città è reinventata su basi più efficienti quale metropoli igienico-illuminista (metropoli=città presa a modello) finalmente lontana dagli afrori medioevali e dall'aleggiante puzza d'umanità.
I Costruttori, per nulla intimiditi dall'entità della devastazione (12 milioni di sterline del tempo), procedono con attitudine burbanzosa.
La Londra di Guglielmo Scespir (m. 1616) non esiste più.
Si preparano, proprio in quegli anni, le spolette volanti e le innovazioni di Michael Cole, illuminista globulare.
I migranti interni, scacciati come cani in chiesa dalle campagne, forniranno la carne necessaria ai Burke and Hare massonici per depezzare le disponibili orde d'Oliver Twist.

Un antico conoscente m'invia un tweet di Barbara "Lameduck" Tampieri, una delle ultime sentinelle.
In esso è riportato un articolo del Daily Express: Teenager quits college to become self-employed chimney sweep.
Ti ricordi ... ti ricordi ... ti ricordi ..?, mi fa. Ti ricordi The chimney sweeper? ... frigna ulteriormente il mio interlocutore digitale, già Italiano, oggi pensionato; esule ad Alessio, serena città illirica ove trovò la morte uno degli ultimi europei, Giorgio Castriota Scanderbeg, terrore degli Ottomani.
Sì, ricordo.
La poesia di William Blake, The chimney sleeper da Songs of innocence:

When my mother died I was very young,
and my Father sold me while yet my tongue
could scarcely cry ‘weep! weep! weep! weep!’
so your chimneys I sweep, & in soot I sleep
.

I bambini inglesi, reclutati dalla strada e rapiti dai brefotrofi, sono utilizzati come strumenti per la pulizia delle canne fumarie, ristrette per le norme di sicurezza post 1666.
Ossa spezzate, polmoni consunti, abusi. Il socialismo comincia a rampollare dall'Inghilterra moderna grazie anche alla stilla poetica di Blake, all'insaputa di William Blake, cultore, poi deluso, di rivoluzioni a lui contemporanee.
Fra i protestanti crucchi dilagherà il più severo e anempatico Marx in una frattura epocale che si ripropose, a scorno dei socialisti novecenteschi, nella diatriba fra il nazionalista inglese Mazzini e il Carletto comunardo-globalista.
Weep weep weep weep, piangevano gli spazzacamini: fateci studiare, mangiare, riposare in un letto! Oppure lasciateci, nudi e bianchi, montare su una nuvola per giocare col vento assieme a un angelo!
Il progresso progredisce, compagni? Diciamo che gira in tondo, avanzando rapido verso l'autodistruzione: un moto spiraliforme che ripropone reset, carnefici e vittime; la novità è che queste ultime si scoprono il petto da sole.

Ti ricordi, William Blake, ti ricordi?
Così si rivolge il fochista del treno, annerito dalla fuliggine come the chimney sweeper, a un impacciato Johnny Depp in Dead man, giovane contabile di Erie, Pennsylvania.
Un uomo, William Blake, già morto, a dead man, spedito nella città di Machine, ove i fiori sono di carta; Machine ha vinto, la sua ombra pestifera si allunga sulle rovine d'intorno: capanne indiane schiantate, assassini cannibali, grassatori, cowboy en travesti.
La Tigre tende i nervi d'acciaio.
Dove potremo trovare rifugio, William Blake?
Quale parte del nostro mondo non è stata bruciata, resa irriconoscibile?

Quando Dracula arriva in Inghilterra reca i topi della peste.
Egli è il Nemico. Come si permette questo incubo dell'Oscurità!
Si scateni il Lucifero van Helsing!
Un paletto nel cuore e si proceda!
Abbiamo da mandare avanti un Impero qui!

Letterina del lettore Fabio Riolin a Francesco Merlo di "Repubblica" (Quei piccoli italiani senza patria, 19 marzo 2021)
Caro Merlo, sono genitore di un ragazzo adottato e vorrei chiedere a Salvini e a Meloni per quale ragione mio figlio che non è nato in Italia, studia in Italia, cresce italiano, pensa e sogna italiano, è stato giudicato italiano; mentre non viene giudicato italiano un analogo ragazzo che ugualmente studia in Italia, cresce italiano, pensa e sogna italiano e per giunta è nato in Italia. Ricade su di lui ‘la colpa’ di essere figlio di stranieri”.
Risponde il Merlo:
Sono più di ottocentomila i piccoli italiani senza Italia che studiano la Costituzione che non li accoglie e parlano la lingua che li chiama ‘diversi’. Benedizione del cielo, sono lo ‘ius’ che in latino vuol dire succo: il succo della terra, lo Ius soli, il fertilizzante del futuro. Ma Salvini e Meloni non le risponderanno: fingono che questa ingiustizia abbia a che fare con il controllo dei flussi migratori, con l'orientamento politico, con la criminalità e con gli stupri”.
Per tale azzardo etimologico Francesco Merlo è stato dileggiato da qualche controinformatore. La sua è stata un’escursione temeraria, ovvio, tanto che lo stesso si è divincolato, quattro giorni dopo, sotto le notazioni dei lettori, fra un’allusione sessuale e un giudizio pirandelliano sulla filologia quale scienza imperfetta in cui ci si orienta “a naso”.
La brillante penna, però, nella probabile cantonata, colpisce il bersaglio. Anzitutto ius: legge, diritto, certo, ma anche brodo, sugo (Cicerone: ius nigrum). Il sugo della vita, secondo Piero Camporesi, è il sangue. E il nuovo sangue, afferma il Merlo, vivificherà la morta terra italiana generando lillà e giacinti.
Capite?
Lo straniero, per meglio dire: il barbaro, lo si stava aspettando da anni per rimpiazzare il nostro sangue marcio. È ciò non è boutade da sinistrato bensì programma politico. Poco tempo fa citai una poesia di Konstantin Kavafis che, suppongo, sia stata sottovalutata. Ma questo blog, amministrato da un porco, è come il tenutario: non può buttarsi via nulla. Rileggiamo Kavafis:

"Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari ...
Oggi arrivano i barbari
L'imperatore aspetta di ricevere
Il loro capo. E anzi ha già disposto
L'offerta d'una pergamena. E là
Gli ha scritto molti titoli ed epiteti ...
S'è fatta notte e i barbari non sono più
Venuti ...
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente
".

Quando la storia grava sulle spalle, e gli intellettuali non ne sono degni, per ignoranza o debilitata fibra morale, ecco l'invocazione ai barbari.
I barbari sono la soluzione!
Vendersi a loro, delegare a loro, servire loro.
L'uomo occidentale non sopporta più sé stesso, l'Italiano non tollera più l'Italia e la sua storia: troppo ricca, complessa, originale, onnipotente, sanguinosa.
L'omarino italiano si aggira per i palazzi della storia e ne occupa, forse, un centesimo; le architetture, le colonne severe, gli arazzi, le armature, i busti giganteschi, gli anditi remoti ... tutto questo lo spaura. Perché, sbuffa e piange, perché tutto questo?
E allora? Allora, sempre più piccolo, microscopico, s'inventa la scappatoia: amare il barbaro, uno qualunque, cinese albanese africano, chiunque possa alleviare il sentimento storico di inadeguatezza.
Si capisce, infine, questa ansia di invasione, l'odio per il passato, la guerra alle istituzioni millenarie?
Altro che errore etimologico.
Merlo allude all'utopia della nostra classe dirigente. I Giuda Iscariota del ius soli, dalla destra nazionalista alla sinistra internazionalista, non aspettano altro che di liberarsi dell'Italia, oramai un ingombrante monolite alieno, di cui certo sono indegni: ma è un'indegnità in cui si crogiolano, aspettando la spada liberatrice; dei barbari.
In cambio chiederanno qualche spiccio.
Giuda, in fondo, fu ragioniere, il malmostoso tenutario della cassa comune dei Dodici.
Dagli al Merlo! Ma, ancora una volta, si sbaglia a sottovalutare il nemico impigliandosi nei particolari. È la loro utopia da contrastare, non i singoli atti. Da tal punto di vista, però, nulla si muove. Pure i rivoluzionari, infatti, aspettano i barbari.
Bei tempi quelli in cui ci si accapigliava, ventenni, sull'articolo da premettere a ius. Il ius o lo ius? Il primo più corretto, il secondo più eufonico. Nello stesso momento, alla RAI, si sdoganavano i primi imbecilli: l'iter burocratico divenne, infatti, aiter. Tempi belli, o brutti, mentre i barbari premevano alle porte Scee.

Il disprezzo dell'Italiano per l'Italia.
Dantedì.
Qui è possibile riconoscere senza tema di smentita la mano del sinistrato culturale. Poiché il sinistrato, partorito dagli esamifici dei collegi accademici postconciliari (= post 1968), non ha la più pallida idea di chi sia Dante, ritiene, da buzzurro del sapere accademico, che il predetto Poeta sia per conto proprio privo delle potenzialità nazionalpopolari per imporsi all'interesse degli utenti; s'inventa, allora, tali luridi calembour. Che la maggior parte di insegnanti, docenti, maestri, peltasti, operatori acculturati, giornalisti ed elemosinieri da cooperativa, non sappia chi è davvero Dante, è, spero, merce comune fra i più avvertiti di voi.
Leggere:

Intra Tupino e l’acqua che discende
del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d’alto monte pende,

onde Perugia sente freddo e caldo
da Porta Sole; e di rietro le piange
per grave giogo Nocera con Gualdo
...

non significa solo dire: qui stiamo parlando di Gubbio, del Subasio e di Assisi.
Occorre rievocare, nei sensi e nello spirito, che di quei sensi si nutre, una Stimmung.
Dante profonde migliaia di nomi propri (sei in sei versi, più un’allusione al fiume Chiascio); allude a rivi, colline, torri, monti, mura, selve, boschetti, chiese, porte e città perché in ciò consiste l'essenza dell'Italia, il Paese Senza Eguali, definito nei più remoti angoli, modellato da fraterne fantasmagorie.
Il volgere del Sole, l'apparizione delle stelle, la posizione dei pianeti costituisce un Ordine Perfetto che si ritrova, benigno, seppur mutevole, qui in Terra. Un fiume ci parla, definisce un confine; le mura, ricostruite decine di volte, proteggono il popolo; un bosco aureola un colle santo; le valli raccolgono venti che gonfiano labari purpurei; una torre individua un odio, la battaglia, una lenta riconciliazione. L'Italia non ha deserti, forre senza nome, alture inaccessibili. Tutto è stato incasellato da un passato simile a Dio. La memoria a volte confonde, ma i nomi ci risarciscono dolcemente della perduta unità. I colori, l'inclinazione dei raggi solari, una sfumatura sanciscono identità; i più sensibili sono rapiti da uno scorcio, dal brunirsi di una roccia al tramonto: in quei momenti sanno, senza possibilità d’obiezione.
Sanno cosa sono, cosa furono, bramano un futuro eguale.
Sono felici pochi - il Padre li benedica; la Madre e la Patria, Terra dei Padri, li conservi.

Roberto Benigni cicala di Dante, ma non sospetta lontanamente cosa sia.
Benigni fu bell'artigiano di botte e risposte in endecasillabi, sul modello toscano che trova un esempio famigerato nel battibecco - non troppo scherzoso - tra Forese Donati e l'Alighieri stesso.
E all'artigianato, non troppo fine, dovrebbe fermarsi. Oltre, infatti, vi è una terra incognita - a lui inospitale - che necessita di sensibilità più alte.
Dicono: Benigni è un giullare!
Nemmeno. Il giullare, come il fool scespiriano, è un genio che tutto vede: una sensibilità più alta, come vedremo.
Caro Benigni, lasci perdere; lei e le sciampiste medioevali a latere.
Anche Barbero: professore, non è roba per tutti, su.

Si è mai riflettuto sulla figura del Giullare?
Il Giullare opera nei pressi del Potere.
Il Potere, onde governare uomini, si ammanta di illusione: fregi mitologici, simboli aurei, potestà divine.
Il Giullare, un pazzo, The Fool, afferma, invece, la verità. Egli si pone quale memento mori rispetto al Monarca.
I due ruoli sono complementari e vicendevolmente contemperantisi.
Amleto, però, rompe il celeste equilibrio.
Invece di accettare l'assassinio del padre, trescare con lo zio e la madre fedifraga onde ottenere vendetta silente (e postuma: prassi accettabile) si mette a fare il pazzo sbattendo in faccia a chiunque ciò che non va detto apertamente.
Elsinore, inevitabilmente, cade sotto il piede dell'invasore.
Forse pure Amleto era troppo snervato e scettico per comandare eserciti e istituzioni; aspettava anch'egli i propri barbari.

Bertoldo è un giullare, rustico e linguacciuto.
Alla fine, però, è lui a morire.
Il Regno è salvo.

Nello sceneggiato del 1975 (interprete Philippe Leroy) si glissa giustamente sulle accuse di pederastia rivolte a Leonardo. In pieno 2021, invece (l'occasione è ben ghiotta), ci si ficca come piromani in un fienile di superficialità. Sbaciucchiamenti gay da telefilm yankee di quart'ordine, volti bietolonici, personalità attoriali spesse come una sogliola sotto una pressa.
Se questa è la celebrazione, conviene invocare, quale estrema prece, il pietoso nepente dell'oblio.

Anche un tal Mattarella è preso dalla fregola dell'epinicio dantesco. Ne sa poco e niente; snocciola, in conseguenza, una serqua di banalità pesanti come destri di Rocky Marciano. L'ultima combinazione, da knock out, è "Dante, uomo resiliente".
Natalino Sapegno e Giorgio Petrocchi, intanto, si girano nella tomba.

Il Potere usa le minoranze per avvelenare le maggioranze. La bellezza è il primo loro bersaglio. Non vi è pubblicità che non esalti il monco, l'obeso, l'invertito, lo strabico, il deficiente: tanto cool, però, in opposizione al sensato, al tradizionale, all'eufonico, all'euritmico, territori del carnefice normodotato. Una battaglia senza precedenti a esaltare lo sgraziato e l'incompiuto sotto qualsiasi specie, a manipolare l'immaginario nel profondo: i baffi rivoluzionari di Frida Kahlo meritano mostre continue; Isotta dalle Bianche Mani e la Fanciulla di Petrus Christus no.

Accanto alla figura debordante del Negro Anacronistico (Anna Bolena negra, Crociati negri, islandesi negri, Django negri), si fa cautelosamente spazio quella del Negro Gaio. Son i primi rivoletti, presto seguiti da acquazzoni e piene torrenziali. E gli Ebrei? Toccherà anche a loro; una delicata storia d'amore represso fra un rabbino di Praga (urge attore inglese di prima fascia, annotano i produttori) e l'allievo (uno americano, di seconda scelta, ma popolare fra neutrini, tecnopueri e sciacquette; normotipo WASP, precisa lo sceneggiatore, passivo, in modo da dissacrare almeno due categorie). Tutto all'ombra dell'occupazione nazista (attore europeo, biondo, spietato, ma segretamente scheccante: due piccioni con la Fava del contentino olocaustico). Lacrimosa scena finale con rabbino recato ad Auschwitz o affini. Colonna sonora etno-tediosa di Anne-Marie Cunt de Infessura. Cattivoni: nazisti massacratori e, subdolamente, gli occhiuti e biascicanti dottori fascisti della Legge Mosaica. Coming soon. Titolo provvisorio: My back in Prague.

Un prete celebra la messa col cane in grembo. A rampognare l'antico adagio: "Scacciato come un cane in chiesa". Anche qui è in moto la dissacrazione, operata da uno dei tanti soldatini miscredenti passati al setaccio sfondato dei seminari.

La Domenica delle Palme, durante la funzione mancavano solo le Sorelle Bandiera, altro che cani. Un po' di fedeli dentro, altri fuori (soccorrevano alcune casse gracchianti), particole distribuite a casaccio, da individui non meglio identificabili, sciatti come impiegatucci statali: capelli irsuti, barba incolta, maglioncini infeltriti, scarpe da trekking. Giggiani, il prete di cui discorsi in tempi pre virus, impermeabile all'Italiano e alla pur minima comprensione del Vangelo, ch'egli identifica come mezzo per trascorrere tranquillamente l'esistenza senza lavorare, ha messo su qualche placido chilo di grasso: per lui il Cristo è sempre Iessou, o Ieusz, una bazza dal cielo: pane e vino tre volte al giorno (e qualche vedovella, magari). Al momento del Credo è apoteosi: gente che arriva alla spicciolata, annusa l'aria ed esce, mocciosi urlanti, sciampiste scocciate che controllano l'ora sul cellulare. Sull'altare un sacerdote calvo interroga una cretinetta di otto-nove anni: "Oggi, Manuela, è il giorno dei rami d'olivo. Vedi quanti rami d'olivo? E sai cosa simboleggia il ramo d'olivo. Eh? Lo sai? È il simbolo della ...? Della ...? P ...? Pa ...? Paaa....? Pace, Manuela! La pace!".
Per un attimo mi sono visto io sul palco, don Alceste: "Oggi, Manuela, è il giorno dei rami d'olivo. Vedi quanti rami d'olivo? E sai, carina, cosa simboleggia il ramo d'olivo. Eh? Lo sai? È il simbolo della ...? Eh? Lo sai o non lo sai? Non lo sai. So che non lo sai. Perché? Perché sei una povera deficiente, Manuela, ecco il perché; come gli altri mocciosi che ti stanno intorno. E sai chi è peggio di te? I due molluschi che si ostinano a farti da genitore. A cominciare dal tuo papà che, dalla faccia da coglione che si ritrova, ha ben meritato lo spossessamento della patria potestà. La mamma? Una povera imbecille ... non vedi che ha le scarpe aperte ... in chiesa! La chiesa è il luogo ove alberga la divinità, mica ci si può entrare in ciabatte discorrendo del più e del meno. Ancor peggio delle disgrazie che, forse, ma non è detto, hanno contribuito in egual misura all'origine dei tuoi giorni, sono questi Iscariota qui, don Giggiani e l'altro spaventapasseri ... e poi le gerarchie fradice di una civiltà arrivata alla decomposizione ... in primis il gaucho dell'eresia casual ... capisci? Non capisci? Capisci, almeno, piccina mia, che sei un fagotto di carne inutile?".

"Where are thy father & mother? Say?"

Il rito, che esige un formalismo spietato, è officiato nella sala d'attesa d'una stazione di provincia.

Ma che significa quella nave di traverso nel canale di Suez? La Ever Given della Evergreen! Questo: la globalizzazione consumista ci sta distruggendo, occorre, quindi, la vaselina dell'ecologismo monarchico globale: ognuno vale uno: tutti, quindi, valgono poco o nulla. Quanto? Un monolocale di metri quadrati 30 (periferia, pareti in cartongesso), connessione ultra veloce e un bel visore hhhd. Lavoro? No, a quello ci pensano le multinazionali. Scuola? A che serve se non devi qualificarti? E come viviamo? Coi numeretti digitali. 1000 gretins mensili. A 15 gretins avrai un intero set quotidiano di cibo a domicilio (vietato cucinare personalmente; d'altra parte poco ci sarà poco da cucinare essendo aboliti cibi nocivi come carne, uova e latte); a 200 gretins/mese pacchetto Total Sport. Reddito di sudditanza modulato secondo Indice Universale di Mantenimento in Vita. Malinconia o nostalgia canaglia? 50 gretins e avrai una confezione-set di antidepressivi. Sovrappopolazione? Masturbazione e omofilia. Felicità? Virtual Visions Inc., con funzioni e pulsioni personalizzati ad hoc (200 gretins/mese + 20% se nel programma è inclusa la star favorita).
Faranno la fila per questa Bengodi, ve lo assicuro.

Chi mi può salvare, Rabbi? Un miracolo, Figliuolo. Non contarci, però.

"Siamo in guerra. Servono norme di guerra" tuona il medagliatissimo Generale dell'esercito che non spara un mortaretto (in guerra) dal 1943.
Intanto alcuni reparti d'élite irrompono in un'osteria. Lo scontro è duro, ma vincente. Il comandante dell'unità d'assalto "Orgoglio Italiano", capitano Servio Turgidi, mostra le inequivoche vestigia del misfatto: mazzi appiccicosi di carte piacentine e ben due quartini scolati sin all'ultima stilla.

Da nomadismo a monadismo in un Fiat. "E ora, senza migranti, come facciamo a lucrare guadagni?", cicaleranno i vermi del pomo statale. "E le scartoffie dello ius soli?", risponderanno altri parassiti, ben maliziosi e previdenti.

Riaprono i concerti. In Catalogna. Il gruppo rock? I "Love of Lesbian". Inevitabile. Cosa vi aspettavate, i Superdicks? A proposito, giusto per curiosità, sapete dove si sono nascosti i cantori della Catalogna e delle piccole patrie scozzesi che dovevano liberarci dall'oppressore europide?

Il digitale è green, fast e light. Come no ... Il digitale serve a distruggere il reale e basta.
Ritiro d'un esame radiologico venti anni fa: una busta e un foglio A4.
Ritiro stesso esame oggi: liberatoria Covid, copia carta identità delegante, copia documento delegato, due fogli A4, un CD in custodia in plastica, bustone fantozziano, due firme, numero di prenotazione online.
Sin ciò le meraviglie del progresso.
A latere le rovine.
La penna con cui si firma, una biro personalizzata della clinica, è assicurata allo sportello da uno spago; numerosi giri di scotch grigio impediscono che tale gioiello della calligrafia s'involi: il manufatto fa gola a tanti.
Sopra lo sportello, appiccicato a casaccio, e scritto a mano da un troglodita in piena ignoranza del pollice opponibile, un foglio che intima le debite distanze.
Decine di casse di cartone, da cui spuntano le predette liberatorie, giacciono ammonticchiate sul retro, alla mercé di tutti. In ossequio alla legge sulla privacy, ovviamente.

Grimaldelli intellettuali della realtà in campo controculturale: una ballerina, una valletta, un furiosus, più il metropolita nestoriano scismatico della Chiesa Assira d'Oriente, già Partito Comunista Italiano, quindi Partito Socialista Italiano poi esponente Forza Italia (versante Polo delle Libertà).

Ho scoperto un complotto.
Tutto mio.
È dall'inizio della pandemia che ogni barista di Roma sotto i quaranta si è messo a chiamarmi "caro".
Cosa posso fare per te, caro?
Un caffè, caro?
Sono tre euro, caro.
C'è sotto qualcosa, lo sento.
Potete, per favore, inoltrare il gliommero misterico a quei dritti di Zerohedge e Sa Defenza che scoprono tutto?  
Io non ci capisco niente.

50 commenti :

  1. Se non ci fosse Alceste, bisognerebbe inventarlo. Ancora complimenti.

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  2. https://youtu.be/Nmjwna5nhE8

    Panetta, Lambruschini, Carosi...nomi italiani, muscoli italiani, polmoni italiani; così come Paavo Nurmi, così come Valerij Borzov, così come Jacques Anquetil...e perfino così come Abebe Bikila.
    Espressioni di culture, di sofferenze, di guerre combattute vinte o perse, di caratteristiche fisiche modellate dal sole, dal freddo, dal cibo, di femmine con i fianchi larghi e seni accoglienti da perfette fattrici. Ecco la mia personale ferina esegesi di "ius" .
    Ma per i Merlo e per gli indifferentisti queste considerazioni sono razzismi da spazzare via a colpi di squitii digitali.
    Nella metamorfosi fisica e fisiognomica che abbiamo subito in questi ultimi quarant'anni tocchiamo con mano che cosa vuol dire estinzione di una specie.
    Forse un giorno vedremo in qualche museo la riproduzione in cera di un Alceste qualunque accanto all'uomo di Neanderthal.
    Anche se non si usa più, colgo l'occasione per augurare a tutti buona Pasqua

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    1. Grazie degli auguri.
      Ricordo una vecchia considerazione di Gianni Brera su Pietro Mennea (credo fosse Brera): "Mennea con la sua squisita testa sumera ...".
      Aveva ragione Céline, è una questione di ossa e sangue. Se rimane fedeli a loro ti salvi, altrimenti sei finito.

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  3. Questa storia delle “giornate mondiali” è quanto di più sciocco e banale possa esistere. Sono divenute una specie di calendario politicamente corretto: la giornata contro il razzismo, quella contro la violenza sulle donne, quella contro i cambiamenti climatici, ecc. Ed ora è uscita fuori quella di Dante, che ovviamente si è trasformata in un ignobile teatrino buffonesco. Sempre ovviamente in chiave polcor. “Dante uomo resiliente” in effetti mi era sfuggito: è il tipico esempio della mediocrità del signor Mattarella. Pochi giorni fa invece è caduto il mille seicentesimo anniversario della fondazione di Venezia. Il nostro non ha potuto fare a meno di snocciolarci le puntuali mattarellate, tipo: “Venezia era un ponte fra occidente ed oriente”. Il ché non è del tutto falso, ma ovviamente ciò che intendeva fare il quirinalizio era una sorta d’interpretazione politicamente corretta della storia della Serenissima. Per lui probabilmente Venezia era una sorta d’Italia moderna: antirazzista, accogliente, gayfriendly, magari democratica. Però le legnate che i veneziani hanno dato (e preso) agli orientali (bizantini prima ed ottomani poi), mica se le ricorda. Perché la loro mentalità contorta li porta ad interpretare le civiltà passate col loro meschino metro di giudizio (una volta sentii parlare, non so quale nullità culturale, della repubblica romana come di uno stato liberal-democratico).

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    1. Quando le giornate mondiali assommeranno a 365 potremo avere il calendario laico di questi nichilisti. Siamo sulla buona strada. Ciò che sorprende è la loro piccineria, il tratto della mediocrità. Non credo fingano: sono proprio meschini e deculturati.

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    2. Appena il calendario sarà completo spero che lei, Alceste, da novello Ovidio ne scriva i fasti. Di palo in frasca: quando guardo i telegiornali non posso fare a meno di pensare a quella canzone della “Tosca” di Magni, poiché il messaggio che lanciano è praticamente identico: “tremate lo stesso! Cacatevi addosso!”. Cordiali saluti!
      https://www.youtube.com/watch?v=yeaXbcaS198

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  4. Caro Alceste, ti fai muto testimone del degrado proponendo citazioni da la Repubblica di stonati uccelli del malaugurio, lasciando che praticamente si commentino da sole.
    Su questa falsariga propongo, in calce o quasi, questo dibattito su un forum di melomani, risalente a fine 2020, in cui ultimamente mi sono imbattuto perdendo tempo su internet. L'argomento di partenza era la chiusura, oramai nel 2007, di Disfunzioni Musicali, negozio di dischi romano. La discussione è sfociata in quello che secondo me potrebbe essere lo spunto per un dramma teatrale, lo segnalo a Roberto Buffagni se ci legge ma non commenta, se ne potrebbe cavare qualcosa.
    Credo catturi perfettamente i sentimenti e gli orientamenti riguardo il corrente Zeitgeist, di un settore di italiani se non nettamente più colti, quanto meno con una sensibilità e onestà più spiccate della media, ovvero il settore degli amanti della scena musicale alternativa.
    Lo propongo per tornare con i piedi per terra ed uscire dal nostro cortiletto dove ci rimbalziamo idee che i più credono se va bene balzane, ma non ci rendiamo conto di quanto siamo realmente velleitaria minoranza. Questi se non sono i migliori, sono comunque sopra la media e di essa assai più percettivi. Per tirare le somme ritengo, dopo questa veloce sortita nei territori virtuali a noi circostanti, che invece di uscire dal cortiletto, dovremmo installare recinzioni, una porta corazzata e chiudercici dentro.
    Le dramatis personae sono molto ben delineate caratterialmente da questi pochi scambi, sono tre, più un paio di comparse: gli ho cambiato i nomi.

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  5. 1.
    BAUSCIA:io capisco perfettamente lo spirito e pure amme me spiace tanto quando chiudono i negozi a cui sono affezionato, ma 'sta storia che si stava meglio quando si stava peggio io la sento dire da quando si stava peggio, e da prima ancora.
    Per dire: sento oggi venticinquenni dire che il cinema di una volta (di quando loro erano bambini) era migliore di quello di adesso. peccato che io 'sta cosa la senta ripetere da almeno 35 anni, dieci anni prima che i venticinquenni di oggi nascessero. probabilmente si diceva... aspetta, io lo so quando è nata: è nata con il sonoro (giuro su dio, il sonoro per una decina di anni buoni è stato considerato come oggi è considerata la computer grafica: un effetto speciale buono solo per gli allocchi).
    io nel 98 andavo in tre negozi di dischi dell'usato, oggi non ne esiste neanche uno credo, ma se dovessi dar retta a chi è venuto prima di me: chi se ne frega, tanto mi ero perso i negozietti migliori perchè avevano chiuso prima che io cominciassi a girare, quindi di 'sti tre negozietti dovrei fregarmene alla grande, contavano un cazzo.
    il problema è che così facendo, andando a ritroso, si scopre che sempre "prima era meglio" e spesso e volentieri non ci si limita a mitizzare il prima ma si distorce pure il presente cercando di proporlo peggiore di quel che è.
    Tu dici: "butteranno via i cd dei padri" ma speriamo li riciclino, i cd non servono a niente oggi: sono plastica a perdere. Che il mondo va a scatafascio di suo, da solo, le sue figlie non capiscono niente per colpa del mondo, mica del padre. eggià.
    ma lo sappiamo tutto troppo bene da troppo tempo: è sempre colpa degli altri. se non hanno volto o nome meglio ancora.
    Che potrebbe sembrare che le due cose non c'entrino nulla, e invece a me sembra che come idee (meglio prima & i giovani di oggi non capiscono) siano delle perfette cartine tornasole per individuare chi non ha veramente, ma veramente niente da dire.
    che si, ok, è gente che si lamenta, ha le lamentele da comunicare, ok, ma son lamentele che si sentono da 40 anni e immagino molto di più. 'sta gente non si lamenta, 'sta gente si riempie la bocca con le parole degli altri perchè appunto: non ha niente da dire.e uno in qualche maniera il tempo lo dovrà anche passare immagino.
    è verissimo che i giovani di oggi probabilmente non capiranno chi girava i negozietti. ma è anche vero che chi girava per negozzietti oggi dei giovani nel 90% dei casi non capisce un cazzo di niente, mica solo della loro musica.
    quindi boh, non è mai venuto in mente a nessuno che tutto questo piuttosto che essere una cosa di cui lamentarsi possa essere una cosa tremendamente normale?
    PROTO-ALCESTE: Ma non lo faccio un discorso generazionale, più che altro era per sottolineare che se uno ha le mani (per esempio) le deve usare e se si usano le cose per quello che sono uno è felice. 'Sto sensazionalismo, non solo dei giovani, che c'è in giro per tutto produce un'accelerazione di un fake anemico.
    BAUSCIA: Quale sensazionalismo?
    PROTO-ALCESTE: Indotto dai media, tutti vincitori del 'sto cazzo, ma probabilmente vaneggio io...
    ASSENNATO PARVENU: Non esistono giovani e vecchi, esistono buone idee e sensazioni e relazioni positive; a parte il fatto che un numero spropositato di persone non ha nulla da condividere. Un'omogenea folla di spensierati, nulla più.
    TERRONE NAIF: Io penso che ogni generazione riviva le stesse robe in un contesto differente. E penso che col tempo c’è stato un aumento esponenziale di possibilità. Sto meglio oggi insomma che vent’anni fa.

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    1. Bauscia ha ragione. Ogni generazione dice: Si stava meglio quando si stava peggio. Com'è possibile? Semplice: tutte le generazioni avevano ragione, ergo decadiamo da sempre. Schopenhauer disse: nel mio secolo solo dieci libri sono stati importanti, forse ...

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    2. tranne Terrone Naif mi sembra che hanno tutti ragione, ognuno segue il proprio filo. Proto-Alceste ha buoni spunti ed è sempre pacato. Bauscia se ne parte con i triti discorsi sulle generazioni ognuna battezzata con un nome americano (boomers ecc. ecc.). Noi dovremmo dire "i nostri padri, i nostri nonni...". Sempre arrogante, si fa aggressivo nella parte 3., dove rifiuta di argomentare e anzi si dà un tono cominciando a parlare di scopate; così abbassato il livello della conversazione si lancia poi ad attaccare con argomentazioni ad hominem Proto-Alceste, lo minaccia e lo insulta dandogli del fascista. Perfetto pseudo-intellettualoide alla Scanzi, archetipico.
      In generale però li trovo fortemente decadenti, i discorsi che fanno sono senza nessuna importanza e si riallacciano e assecondano la vulgata che viene dall'alto. L'unico che parte da posizioni da cui sarebbe possibile scalfirla tale vulgata è Proto-Alceste, gli altri non sono in condizione di nemmeno contemplare la possibilità di una rivolta interiore. Aleggia mesta e malinconica la rassegnazione. Terrone Naif infila poi alcune dichiarazioni del tutto devastanti nella parte 4.

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  6. 2.
    PROTO-ALCESTE: Ma oggi è tutto servito su un ingannevole e comodo piatto d'argento. Una cosa per apprezzarla bisogna pagarla con sacrificio cosciente per sedimentare qualcosa. La presunta facilità di ottenimento fiacca istillando un'effimera onnipotenza indotta che nutre ancor di più il comando dell'ego. La diversificazione delle possibilità è solo un aumento del chaos che allontana dal nostro Dio interiore. Sempre secondo me of course...
    BAUSCIA: Oggi è così facile ottenere buona musica che il refrain di chi sostiene 'sta cosa come se fosse un problema è: "oggi la musica fa tutta cagare".
    Forse sul piatto d'argento oggi ti servon la merda. Forse bisogna sapersi muovere e scegliere. Forse bisogna sapere dove informarsi. Insomma: forse è sempre la stessa storia.
    PROTO-ALCESTE: Non intendevo la qualità della musica ma il processo d'acquisizione delle cose.
    ASSENNATO PARVENU: @TERRONE NAIF Non ho idea di quale sia la tua età, ma manco per il cazzo si sta meglio oggi rispetto a 20 anni fa.
    BAUSCIA: @ASSENNATO PARVENU, tu non sei una nuova generazione. Sei uno dei vecchi. E ovviamente per te "qui una volta era meglio, qui una volta era tutta campagna"
    I vecchi non fanno altro che rimpiangere il tempo che fu. Pure se c'erano guerra e fame.
    Questo per dire che: del presente fate parlare chi il presente lo vive sul serio, e non chi lo vive infognato nei ricordi annebbiati dalla demenza senile).
    ASSENNATO PARVENU: Io non rimpiango nulla a parte ciò che di buono mi hanno lasciato le passate esperienze e gli insegnamenti dei miei familiari e professori. La realtà odierna è oggettivamente peggiore di quella passata, intrisa di mancanza di ideali e pericolosamente volta al pensiero unico ed alla creazione di tante dittature. Quanto vorrei sbagliarmi...
    BAUSCIA: Quello che hai scritto lo diceva mio nonno nell'87.
    Questo per sottolineare che appunto: ogni generazione rivive le stesse situazioni, quello che cambia è il contesto.
    TERRONE NAIF: @ASSENNATO PARVENU ste robe si dicono quando si diventa maturi. Ma é semplicemente lasciare lo scettro ad altre generazioni, che non saranno né peggio né meglio della nostra.
    Noi italiani siamo dei tromboni passatisti e questo é uno dei motivi per i quali siamo in forte decadenza a mio modo di vedere.
    TERRONE NAIF: Che poi se ci pensate, la questione dei negozi di dischi é un fatto emotivo, di ricordi legati alla nostra adolescenza giovinezza. I millennials avranno altri ricordi legati ad altre cose. E si andrà avanti... per sempre
    BAUSCIA: I millennials i negozi dell'isato li hanno girati per piu' di vent'anni. Io lo dicevo che qui alle generazioni (dai boomer in poi) non ci state capendo un cazzo di niente.
    PROTO-ALCESTE: Era un ricordo felice di una felicità tangibile di conquiste tangibili arrivate con sofferenze coscienti nel senso che si usavano di più le parti del corpo, cioè la mano che prendeva un oggetto, il processo di acquisizione delle cose che era sincronizzato col ritmo cardiaco, crescite naturali non pompate né velocizzare. Il ventennio '80-'90 non aveva la sofferenza imposta della generazione del dopoguerra, non aveva la frenesia del boom economico degli anni '60, non aveva...
    PROTO-ALCESTE: Fate bene comunque a demonizzare quel "si stava meglio quando si stava peggio", cambiano gli strumenti, la natura umana poco.
    PARVENU CONFORMISTA: Io sono anche d'accordo in alcune cose che dici, ma quel "Lo sò che anche gli anni '80 e '90 hanno i loro peccatucci ma che chiavate che si facevano ragazzi..." mi pare eloquente.. Oggi si chiava molto come allora, forse (anzi, probabilmente) anche più di allora: siamo noi che siamo fuori tempo massimo..
    PARVENU CONFORMISTA: Per "noi" intendo chi abbia più di 35anni intendo.. Non sò la tua età @PROTO-ALCESTE, ma sicuramente non sei di Primo pelo..

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  7. 3.
    BAUSCIA: "sò che anche gli anni '80 e '90 hanno i loro peccatucci ma che chiavate che si facevano ragazzi..."
    Tranquillo, i giovani d'oggi non trombano, figurati.
    Praticamente il discorso si riduce a "all'epoca IO scopavo di piu', quindi i giovani di oggi non sanno cosa si perdono". Ok... Pensiero profondo, argomentazioni inattaccabili. Meno male che è domenica. Fattene una ragione: il mondo dei giovani non lo capisci. Non lo capisci perché non sei giovane e quindi è un mondo che non parla a te.
    TERRONE NAIF: Io sono millennial, al limite con la gen x. Mi trovo a lavorare con ragazz* di 22 anni. Dopo averci passato un po' di tempo li trovo molto più Smart di quanto tutti pensino. E pure pieni di valori. Ognuno i suoi. Come lo eravamo/siamo noi.
    Se fossi nato 20 anni prima, probabilmente la mia vita sarebbe stata un inferno. Disperso in un paesino della Basilicata con meno possibilità di scelta su dove e come farmi una vita.
    PROTO-ALCESTE: @TERRONE NAIF dimmelo a me che in ambito sportivo sono continuamente in contatto coi ragazzi: intelligenti, svegli, veloci, se si rispetta la natura di ognuno hanno tutti un potenziale umano altissimo, non c'è ombra di rimproveri, anzi sono stimolanti nel constatare che quella colpa adamica che il sistema mette sempre in mezzo per inibire attacca sempre di meno sulle nuove generazioni che naturalmente evolvono il "macula non est in te" che è fondamentale per un risveglio di coscienza. È per questo che stanno spingendo i marpioni occulti al potere, oltre a tante altre cose, a cercare di vaccinare tutti a più non posso, specialmente le nuove leve.
    BAUSCIA: @PROTO-ALCESTE, dici fregnacce, cosciente di dirle, ti si fa notare che stai dicendo fregnacce, e ti offendi... Secondo me hai qualche problema con te stesso....
    BAUSCIA: Pensavo fossi qui solo a far sentire la voce di forza nuova nel sito più fiko dell'internet. Comincia a venirmi il dubbio che hai solo bisogno di una buona terapia.
    PROTO-ALCESTE: Ahahahah, forza nuova, non avevo colto. Ahahahah! Sono qui con te perché so che Sleep's Holy Mountain è uno dei tuoi dischi preferiti, se non il preferito.
    BAUSCIA: Nessuno specchio, fascio di merda. Sei qui per sleep holy mountain??? E sono io che mi arrampico??? Continua a scappare, merda, la repubblica ceca [dove PROTO-ALCESTE evidentemente risiede, ndB] è vicina.
    PROTO-ALCESTE: Pregherò per te, ma fatti vedere da qualcuno.
    BAUSCIA: Fossi in te pregherei per migliorare la tua condizione di vita. Gli italiani emigrano per andare in posti dove si sta meglio di solito, non per andare a finire in un paese dove gli stipendi minimi sono sotto i seicento euro mensili, fallito di merda.

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  8. 4.
    ASSENNATO PARVENU: Quindi, si starebbe meglio oggi rispetto agli anni '80....vabbè, ci rinuncio...
    BAUSCIA: Beh musicalmente parlando gli anni ottanta sono il peggio del peggio. Da un punto di vista sociale, pure. Da un punto di vista economico sono gli anni che hanno affossato il presente. Puoi sempre spiegarmi cosa ci fosse di migliore negli anni ottanta rispetto ad oggi pero', se ci riesci...Forse morire di hiv ed eroina qualcuno lo trova romantico.
    PROTO-ALCESTE: Fascista, Fallito. Manca una F per la Trinità, mi aiuti?
    BAUSCIA: Quella di fascista vale doppio
    PROTO-ALCESTE: La marcia in più degli anni '80? Craxi! "Anche Ronald Reagan ha fatto rimbarzà":#perlasovranitànazionale
    ASSENNATO PARVENU: Definire gli eighties:' il peggio del peggio musicalmente', la ritengo una disamina variamente argomentata, profonda e precisa. Complimenti @BAUSCIA, sei impareggiabile.
    BAUSCIA: è questo che ci sarebbe di buono negli anni ottanta? ok, ne prendo atto: argomenti zero.
    BAUSCIA: ma poi cosa vuoi argomentare della musica degli anni ottanta? il glam metal? l'elettro pop fatto con i suoni ridicoli? i sintetizzatori onnipresenti che ripetono sempre le stesse quattro melodie? il mainstream che invece della trap di merda di oggi aveva... Un'estate al mare o maledetta primavera??? I duran duran? Bon Jovi? i queen peggiori di sempre? George Michael?
    L'underground era figo, ma l'underground è figo sempre, e oggi non solo è mille volte più accessibile che negli anni ottanta, oggi è lo stesso underground anni 80 ad essere più raggiungibile di allora.
    Sul serio, raccontami cosa c'era di migliore negli anni ottanta.
    BAUSCIA: non ci riesci eh? chissà come mai...
    PARVENU CONFORMISTA: Gli anni '80 avrebbero affossato il presente? Manco per il cazzo. La 'stretta' ci sarebbe stata comunque. L'italia era in affanno almeno da tutti gli anni'70 e la caduta del muro aveva irrimediabilmente cancellato equilibri molto precari. Poi, che gli eighties abbiano rappresentato un decennio vissuto al di sopra delle possibilità è un dato certo.
    BAUSCIA: Con calma, una cosa per volta: stiamo parlando di musica perché tu ne hai voluto parlare. Resta sull'argomento che tu hai scelto e spiegami cortesemente cosa ci sarebbe di buono nella musica degli anni ottanta, grazie.
    TERRONE NAIF [culmine catartico finale, ndB]: Gli anni 80 li sta cagando quotidianamente la mia generazione e li cagheranno pure le generazioni future.
    Ciò non significa che fossero tempi migliori.
    Siamo arrivati a un punto tale di sviluppo societario in cui stiamo iniziando a mettere in discussion le basi di razzismo e sessismo su cui si basa l'intera società occidentale, a me sembra un upgrade non da poco. Sessismo e razzismo di cui si sono cimentate le basi proprio nel secolo scorso.
    Se poi pensiamo solo al fatto che la gente aveva più soldi (soldi che come detto, stava sottraendo alle generazioni future che li stanno cagando tutti) e c'era un edonismo più diffuso, ok. Sperperavamo di più prima.
    Anzi, in molte cose, le nuove generazioni, che devono vivere alla giornata, sono più vicine alla realtà di quanto lo sia stata la generazione dei 45-80, se proprio vogliamo dirla tutta.

    gli ndB che trovate sopra stanno per 'nota di Barabba'.

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    1. Il migliore degli Sleep è "Jerusalem".
      Questi tizi non riesco a seguirli fino in fondo ...

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    2. Mi dispiace per aver reclamato così tanto spazio del blog e tempo e attenzione del lettore per seguire le capriole di questi tizi, ho peccato di eccessivo entusiasmo quando ho avuto la fulminazione di trovarli archetipici.
      Lo trovo un ritratto fedele del materiale umano con cui potei aver a che fare io, per esempio. Questi scambi mi hanno colpito per la loro compiutezza, non hanno bisogno di ulteriori commenti: loro sono chi abbiamo di fronte, queste sono le difficoltà da sormontare.

      Ad esempio, con uno come Terrone Naif a fare certi discorsi si rischierebbe di finire denunciati. In fondo mi sarebbe pure simpatico ma lo dico per esperienza, è completamente irrecuperabile.

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    3. Al fondo di tutto: basterebbero un paio di settimane di guerra per resettare tutto e ricominciare normalmente. Questo reset, però, non ce lo daranno mai.

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    4. Complimenti Alceste. Mi sembra di essere li, a messa con quei beoti fedeli cani, con i loro sorrisoni a testa inclinata a guardare la babbuina. Hanno pure il coraggio di gridare "Brava"!

      Barabba, con la tua proposta di dialogo direi che inquadri la quasi totalità del bestiame odierno. A mio avviso sono quasi tutti irrecuperabili salvo shock che ti fanno sfiorare la morte; ma non sempre il gioco riesce anzi a volte c'è un esponenziale aumento di autodistruzione.

      TERRONE NAIF rappresenta il nuovo maschio beta italiano. Corrotto geneticamente già dai genitori, non è ne carne ne pesce. Il maschio Alfa oggi è solo africano

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    5. Terrone Naif è un vero bulldozer, un tipo umano assolutamente esiziale per chi non ha il cervello all'ammasso.
      Identificarlo nel proprio quotidiano, e se proprio ci si deve interagire (allarme rosso!), rimanere totalmente convenzionali nella conversazione.

      Per il resto, dove hai letto quest'adattamento dall'etologia all'antropologia, della definizione di maschi alfa, beta.. omega ?
      Le persone civili sarebbero tutte tenute a comportarsi con educazione, il che immagino nello stato di Natura significhi da maschi omega. Ma non ci hanno ancora ridotto allo stato di Natura. Non ancora.

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    6. Diciamo che etologia e antropologia a volte possono essere viste come un unica disciplina, un po come il veterinario e il chirurgo, vedendo poi che gente gira... scusa se banalizzo ma è per capirci. E' evidente che i nostri amici colorati sono molto più prolifici e pronti al combattimento/violenza per l'accoppiamento

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    7. E' altrettanto evidente che loro non hanno niente da perdere, di venire denunciati o espulsi se ne fregano, la polizia ha le mani legate, godono di un clima di impunità. Al contrario, per noi venire coinvolti in qualche zuffa anche solo verbale significherebbe lo stigma sociale - razzista! - e la rovina.
      Direi che è per questo che nessuno si arrischia a reagire, si ha paura del sistema. E' un esempio di ciò che succede quando chi ha le redini del sistema è alieno e ostile ai governati.
      Eventuali società segrete che potrebbero inibirli con rappresaglie, del tipo organisation consul, si vedrebbero bersagli di uno spiegamento di mezzi esorbitante atto a reprimerle, e sarebbero poi soggetto di reportage e serie tv per i prossimi 50 anni, in numero tale da far passare la banda della magliana nel dimenticatoio.

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    8. Tra l'altro Alceste tu che hai esaltato in passato le abitudini del Machiavelli - che usava fare attività prosaiche il giorno (andava a giocare in osteria) per poi più nobilmente dedicarsi agli antichi uomini venuta sera, onde bilanciare il sacro e il profano per non intristirsi troppo sui libri - puoi notare come io abbia fatto la stessa cosa, più o meno, adattata al ventunesimo secolo, cioè mi sono svagato dalle mie sudate carte spizzicando un po' i forum musicali.
      Il risultato è stato contrario alle intenzioni, tristezza, frustrazione, richiamo alla dura realtà che Terrone Naif e Bauscia sono ovunque, sono trendy e sono prevalenti.
      Immagino si possa generalizzare la mia esperienza a qualsiasi "attività" non puramente solitaria avessi scelto per rilassarmi.
      Ne concludo che il consiglio del Machiavelli non vale più, immagino sin da quando si è entrati in un clima di propaganda sistematica.

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    9. Secondo me vale sempre.
      La differenza è la fisicità.
      Se li avessi incontrati di persona, avresti scazzato, magari alzato la voce, bevuto etc etc la fisicità e lo scontro, intellettuale o puramente brutale, di opinioni e modi, rinfranca lo spirito. Dopo tali espettorazioni la voce è più chiara, il cervello più limpido: si studia e si legge meglio.
      Il digitale, invece, in quanto incorporeo, deprime.
      E rende deprimenti anche le sudate carte.

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    10. Sono d'accordo sulla necessità della presa diretta con la realtà per creare lo svago, non ci avevo pensato.
      Riguardo la convenienza 'catartica' di un disaccordo/scontro con questi qui, ci si leverebbe senza dubbio qualche soddisfazione, ma gli strascichi reali che produrrebbe, con la capillarità delle attuali smart chat, possibilità di scattare foto e girare video, e di diramarli immediatamente nell'etere smartphonico, rendono l'evenienza poco raccomandabile, non più che una piccola, patetica ribellione schiacciata dallo sghignazzo generale del gregge. E Terrone Naif chiamerebbe i Gis.

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  9. Be’, se la bellezza, com’è noto, è «roba da italiani e spaghettanti dello spirito, roba senza nulla di tedesco», si capisce che debba essere eclissata insieme all’italianità che le sarebbe consustanziale (e magari pure allo spaghetto – quello di grano duro, non di soia), in favore dell’orrido e turpe, id est dell’elemento morale, id est dell’uggioso, ostentato e in buona parte farlocco moralismo anseatico-luterano dei padroni.

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    1. A proposito di bellezza. Più di una volta ho visto fotografie e video di vacanze dal Giappone. Amici colpiti dalla bellezza del Giappone etc etc Se devo dirti la verità le ho trovate terrificanti. Sembravano foto di periferie romane estreme dell'oggi: cartellonistica invasiva, gagliardetti, pupazzate, Buddha idioti, pagode da supermercato, macchine, furgoni, un gran casino, locali da poco. Di solito fingo, limitandomi ad apprezzare genericamente. Però è da notare un universale fuga verso l'anonimo, il commerciale e l'anomico. La tradizione è stata spazzata via ovunque.

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    2. Credevo che questi innamorati si orientassero preferibilmente verso altri, più oleografici soggetti: giardini stilizzati, portali shintoisti sospesi sull’acqua, tetti spioventi, ciliegi in fiore... Oddio, non saprei dire cosa è peggio. Forse il problema sta nelle fotografie in sé (o nelle ancor più temibili diapositive), scoria ostensibile e perciò quintessenziale della ***vacanza***. Forse non si dovrebbe fotografare niente. Noto però che l’immagine (l’anima) non è più sufficiente, e neppure il souvenir classico, che è solo un simulacro stereotipico: fa sempre più gola il reperto fisico, il trofeo (es. i sacchetti di sabbia prelevati dalle spiagge più belle), il brano di carne strappato dal corpo vivo del luogo. Il che rivela l’affinità fra l’homo turisticus e il predatore sessuale.

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    3. Secondo me si tratta di magia simpatica. Poiché nulla capiscono dei luoghi in cui sono, se ne appropriano simbolicamente.
      I portali shintoisti devono averli presi a Las Vegas, come gli altri manufatti ... dava l'impressione di una rosticceria hollywoodiana.

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  10. La mie oziose osservazioni nel corso del Dantedi; tutta roba vera, per acconteare tutti secondo le leggi del mercato.
    (Come la sciampista con le scarpe aperte e il prete col cane in braccio):

    1) Per l'anti-polcor: riciccia da anni la storia di Maometto eliminato dalla Commedia (Come? Dove? Quando? Ho controllato, c'è ancora)

    2) Per il polcor: "Dante era femminista", "Dante era internazionalista" (Cazzullo).

    3) Per il complottista: "Dante era segretamente convertito all'Islam passando per l'iniziazione templare".

    4) Per il gay: "Dante era la fidanzata di Brunetto Latini".

    5) Per il new-age-quantistico: "i sette cieli sono le stringhe: Dante sapevah!!!!!"

    6) Per il letargico patriottardo che alberga in ognuno di noi: "giornale tedesco attacca Dante: non si è inventato nulla ed era pure un po' stronzo".
    Risposta piccata di Franceschini (le istituzioni ci sono).

    7) Per il curioso generalista: "Dante era ambidestro, soffriva di narcolessia ed era allergico alle graminacee (come tutti i geni)".

    8) Per il pacato teleconduttore mattutino dagli occhi gonfi: "Ma ... oggi... Guelfi no-vax e Ghibellini pro-vax? Si può dire?" (risatine e un paio di malcelate puzzette di assestamento).

    9) Per il post-esistenzialista post-gramsciano: "Dante è la quintessenza del pevdente, subaltevno di se stesso, ecco pevché è etevno".

    10) Per l'Augias: "Dante era un caso psicoanalitico: ha visto Beatrice solo due volte in vita sua, pensate al movente ossessivo di quest'uomo che non consuma il rapporto sessuale, ma sulla sola base di una proiezione infantile costruisce un ecc.ecc."

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    1. Hai finito di deprimermi.
      Devo valutare quale mi getta di più nello sconforto. Dalla 8 alla 10 è bel finale di fuochi d'artificio.
      L'impressione generale è che non gliene importi a nessuno, di Dante, Beato Angelico, Galileo; in modo nuovo, però.
      Il modo nuovo è questo.
      - Agli Italiani di vecchio conio Dante e Petrarca non interessavano poiché lo ritenevano un argomento superiore a loro, da riservare a uomini degni. Ciò non toglie che riservassero stupore e rispetto per un Italiano geniale (mio padre collezionava i fascicoli della Fabbri su "La divina Commedia"; mai li lesse; li collezionava, appunto, per rispetto dovuto a chi è tanto più grande).
      - Gli Italiani attuali, invece, hanno studiato cioè gli è stato riconosciuto un pezzo di carta inevitabile (basta frequentare). Si sentono in diritto, quindi, di cianciare. Pare evidente, tuttavia, che non mostrano il minimo interesse per nulla e, forse, si ritengono persino superiori a certe sciocchezze poetiche (di qui il Dante malato, pevdente, omosessuale etc, di qui le continue goliardate, le superficialità, il ricondurre l'elemento simbolico alle stupidaggini angloamericane post-'68).
      Di qui, dico io, la possibilità d'affermare come l'Italiano sia davvero in piena decadenza, incapace di comprendere ciò che sino a trent'anni fa era accessibile a un liceale. Da tale attitudine al tradimento della Patria c'è un passo di formica.

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  11. Scusi ma il Cole citato come Michael è forse Sir Henry Cole (1808-1882)?

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    1. Scusa per il ritardo nella risposta, ma il cellulare, per motivi suoi, non mi consente di farlo.
      No, è proprio un tal Michael Cole, detentore del brevetto delle "globular lights" (1708). La storiella qui:

      https://englishhistoryauthors.blogspot.com/2013/07/let-there-be-lightlighting-londons.html

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  12. https://www.corriere.it/salute/21_marzo_18/gli-embrioni-topi-fatti-crescere-un-utero-meccanico-3efda0b0-8807-11eb-b36f-34a1dcf4e6aa.shtml

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/30/aurora-ramazzotti-e-lo-sfogo-sui-social-io-vittima-di-catcalling-mi-fate-schifo-video/6149705/

    https://www.altuofianco.blog/finlandia-e-stati-uniti-hanno-detto-addio-al-corsivo-nella-primaria-ma-possiamo-fare-davvero-a-meno-del-suo-insegnamento/?fbclid=IwAR2UkFG6-eoB0R27Q6hU6YKLj90BxwCjJsBxd1WUmAZ9hIQbEohO9Xz0EUc

    https://www.youtube.com/watch?v=tklMEpmR1G4&t=4s

    POKER!

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    1. Celebrate progressive values that bring everlasting change. Da Eraclito a Zalando (che però arriva tardi: ci aveva già pensato Phineas Taylor Barnum).

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    2. Eh sì: la matematica è razzista! Era usata per contare gli schiavi.
      https://www.dailysignal.com/2019/10/24/woke-math-aims-to-teach-seattle-kids-that-western-math-is-racist/: Notice a pattern? The message is that empowerment comes not from cultivating useful knowledge and abilities, but through social protest and community organizing. Woke math is simply the latest and perhaps silliest expression of a larger agenda to turn young Americans against their country and fellow citizens, to fill them with grievance, and convince them that their key to a perfect future is through socialism. Of course, it may be a challenge to build a green socialist utopia of high-speed rail without basic math or engineering skills, but those are mere details.= Il distopico mondo socialista vuole ignoranti alfabetizzati ma non troppo, la matematica è pericolosa.
      https://reason.com/2019/10/22/seattle-math-oppressive-cultural-woke/ : If math is too daunting for students, a better option would be for schools to stop making it mandatory. Giving parents—and even students themselves—more choice and control over their own educational experience is always a plus, and few people actually need to understand higher mathematics to function in society. Infusing the existing math curriculum with a bunch of unfounded progressive assumptions about cultural appropriation is a silly approach. = L’attuale società non ha bisogno di individui che conoscano la matematica.

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    3. Grazie Yaroslav per la tua letale combinazione di jab e diretti al mento.
      Dalla Finlandia cola sempre un rivolo di merda inesauribile ...
      Mandingo? Un lontano ricordo. Ormai non servon più.
      Scuola: a che serve?
      Aurora Ramazzotti? Ha il diritto di denudarsi in pubblico e noi il dovere di far finta di nulla. Per approssimarsi a tale perfezione c'è ovviamente la castrazione polcorchimica.

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    4. Andrea:

      La matematica, la musica, il linguaggio sono pericolosi, mica inutili.
      Sembra di vivere un incubo in cui è sempre il Primo Aprile.

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    5. Poker micidiale, io passo non ho niente in mano, solo chiacchiere locali:

      https://cdn.lbryplayer.xyz/api/v4/streams/free/psyop/271356cad07ab2593e00815dd66c228b62a9f6ce/17755d

      ma a devastazione valoriale non vale la sola aurora ramazzotti, il nuovo che avanza. Il suo raffinato e cervellotico inganno al cospetto di quel che scopro dice e fa aurora è quasi rassicurante.

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    6. La sostituzione avverrà anche lì evidentemente ...

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    7. Scusate se mi intrometto...ma ho in mano l'asso e non posso esimermi: "Mentana chiude il tg e dice - ora Gruber, poi Floris - non dice - La Gruber, non dice Lilli o La nostra Lilli - Non è una cosa di poco conto: parlare in maniera paritaria è riflesso di un pensiero paritario e abbiamo bisogno anche di questo linguaggio per fare la differenza" (Francesca Michielin). E buona camicia a tutti

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    8. Possiamo dire così: Mentana ritiene suoi pari sia Gruber che Floris (quest'ultimo a malincuore, suppongo).
      Non è una eguaglianza fra i diversi sessi sancita dalla tradizione o, almeno, dal diritto, ma una cooptazione nel medesimo branco ... sottostante è il pensiero: che puzza d'umanità, Gruber ...

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  13. https://www.zerohedge.com/political/math-association-say-math-inherently-carries-human-biases-citing-critical-race-theory E POKERISSIMO

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  14. Il linguaggio del potere è sempre sarcastico, mai ironico, dà tutto per scontato. O non dà niente per scontato, che è lo stesso. Anzi è peggio.

    Il linguaggio degli italiani non sarebbe così, in realtà.

    Però questa è la lingua che i padri hanno insegnato ai figli da 60 anni a questa parte.

    Ma succedeva anche prima. Anzi direi che succedeva soprattutto durante i regimi totalitari del 900.
    Con qualche non trascurabile differenza certo...

    Se come tu dici per lo stolto il sole è nuovo ogni giorno, vero, tuttavia osservo che se fosse una sua convinzione personale, maturata autonomamente, forse non sarebbe uno stolto.
    Per l'uomo del 2021 invece, il sole è nuovo ogni giorno perchè così gli viene detto.
    Ora ci dicono che il sole è bianco ogni giorno, e per questo le regioni sono colorate, ogni settimana.

    Prima di questa era pandemica, o della sua narrazione pervasiva, se mi azzardavo a storcere il naso di fronte a seducenti (non per me) viaggi agli antipodi della terra con apparecchi vari venivo regolarmente accolto da "maddaaai!" "ma al giorno d'oggi!", sorrisetti, io vado in Thailandia, è stupendo là...dovresti vederla...in tre mesi la sicumera di individui così fatti veniva rinchiusa in casa a doppia mandata, convincendoli a non oltrepassare il cartello del loro comune o in certi casi, frazione.
    Passando, come ovviamente accade, da un estremo all'altro, ma ancora, non era una convinzione prodotta autonomamente. Qualunque rimasuglio di ataviche e autonome convinzioni, anche contrario al mio modo di vedere, è, oggi, degno di rispetto.
    Ma qui siamo alla delega...dimmi tu quello che devo fare, devo andare in Polinesia? Tranquillo, non ci vado ad Ariccia, giuro.

    Le cose stanno così.

    Sitka

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    1. Riguardo ai vacanzieri compulsivi: se ricorderai indicavo l'homo turisticus come un cretino 2.0. Ed eccolo qua, sempre cretino, ma meno vacanziero. Adesso è pronto per il salto di qualità: è proprio chi voleva andarsene in Polinesia o a Ibiza a reclamare il lockdown rosso scuro. In Polinesia e a Ibiza andava perché glielo dicevano. Da consumista transvacanziero a eremita con le pezze al culo il passo è breve per il conformista d'acciaio: il Potere lo fa sentire sempre cool.

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  15. Lo ius nigrum mi ha riportato alla mente uno strafalcione letto qualche anno fa su uno dei tanti Stupidari scolastici...testo (più o meno) ...post pugnam Lacedaemoni iure nigro se delectabant...versione: dopo la battaglia gli Spartani, a buon diritto, si sollazzavano con un negro. Notare iure=a buon diritto, ennesima testimonianza del fatto che la genialità affiora nei posti più impensabili. Scusi Alceste, non c'entra nulla..complimenti per il pezzo.

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    1. Questa è cosmica, ma chi è il genio?
      Poveri Spartani, manco il brodo di Licurgo gli fanno ingoiare in santa pace (pare fosse il brodo nero di Licurgo, composto da sangue di maiale).

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    2. Purtroppo gli autori sono protetti da un rigoroso anonimato...ricordo anche (e poi la smetto) un "stendea le dita eburnee sulla materna lira" parafrasato in "allungava le dita d'ebano sui soldi della madre "...

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  16. Un intermezzo, per ricordarsi...erano gli ultimi strascichi di un mondo duro ma con i suoi valori, scomparso...

    https://www.youtube.com/watch?v=5i6t9cR0azc

    https://www.youtube.com/watch?v=suydwEIC2EI

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Siate gentili ...