18 novembre 2019

Io sono Liliana


Roma, 18 novembre 2019

Hartman. Sull’umanità in generale la penso come il sergente Hartman: “Qui vige l’eguaglianza: non conta un cazzo nessuno! Io sono un duro, però sono giusto: qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!”.
Non parteggio, non tifo; osservo.
Il piagnisteo attorno ai tweet antisemiti contro la senatrice a vita Liliana Segre riuscirebbe a gettare nella depressione persino Heidi.
In pochi attimi si è creata, per utilizzare una sempreverede locuzione di Pier Paolo Pasolini, una “bolgia di stupidità” che ha risucchiato ogni ansimo di ragionevolezza.

Categorie. La destra, la sinistra? Esse, nella realtà, non esistono (non esiste, cioè, un uomo di destra come non esiste un uomo di sinistra); non esiste nemmeno il fascismo o il neoilluminismo. Esistono, però, attitudini inestirpabili dell’animo umano che, per comodità, o per meglio controllare gli armenti (leggi: i coglioni), vengono classificate sotto tali amabili categorie.

Il bello (anzi: il ridicolo) di tutto questo è che il destro o il sinistro ci credono. Credono, cioè, che la loro attitudine antropologica (imperfetto sinolo di tradizione, eruzioni caratteriali, cultura familistica e imparaticcio scolastico) formi una personalità precisa: di destra e di sinistra, da tradursi, poi, non sia mai!, in voto. Il destro e il sinistro, per meglio spiegarsi, sono convinti, fideisticamente, e a torto, d’essere o di destra o di sinistra sol perché, a esempio, gli fanno schifo o amano il migrantismo; amano o gli fanno schifo le parate militari; gli fanno schifo o amano l’ecumenismo postremo del cattolicesimo bergogliano o le chiappe libere; amano o gli fanno schifo la legge e l’ordine. E tutto ciò, un banale e superficiale indurimento di ciò che si è, lo credono essere “di destra” o “di sinistra” e traducono tale sciocco sentimento d’appartenenza addirittura, con miccaggine suprema, in una croce da apporre, a scadenze più o meno regolari, su un foglio di carta: l’estrema scusa del potere, tale carta, per giustificare le peggiori nequizie contro la libertà e la giustizia (nel nome della libertà e della giustizia).

Categorie 2. Sono circonvoluto? Facciamo qualche esempio. La sinistra. La sinistra è compatta sul migrantismo. Dallo squatter al radical chic con l’attico tutti sono a favore del negher o dello zingaro. Perché? Perché si credono di sinistra. Il loro carattere, di uomini e donne, li porta, per motivi di convenienza più o meno inconsci (mollezza da benestanti, mancanza di pulizia logica, formazione culturale, influenze familiari), a vedere di buon occhio tale fenomeno. Tale attitudine dello spirito, nel loro cerebro, di trasmuta alchemicamente in una scelta di vita: sono di sinistra! Non solo, ma tale scelta, superficiale, subisce una liofilizzazione ulteriore sino a tradursi in azione prosaica: sono di sinistra e quindi voto PD. O SEL. O LEU. O Potere al Popolo. O chi volete voi.

E viceversa: poiché chi vota PD SEL LEU Potere al Popolo si crede, poi, per il fatto stesso di votare un partito di sinistra, di sinistra. Un circolo vizioso.

Solo la realtà, che, a volte, irrompe, col suo fetore di carogna, può interrompere la malia. Ci vuole, però, del fegato a rinnegare il circolo vizioso. Quando un radical chic con l’attico a Collina Fleming o ai Parioli vede rovistare una zingara lercia col gonnellone a fiori nei cassonetti oppure quando nota che il pappa nigeriano gli porta dieci mignottoni sotto casa, allora, solo allora, egli vacilla. Non sarà che …? Eppure, anche il quel momento, egli cerca di rimanere fedele alla maschera che si è creato: egli non dice: cacciamoli! Dice: aiutiamoli! E chi dovrebbe aiutarli? Sant’Egidio? Le suffraggette? Egli stesso? Macché, lo Stato! Il solito Stato ovvero, alla fine della fiera, quell’indefinibile e vorace capolinea di imposte e tasse (pagate anche dai fascisti) che serve, più che a regolare razionalmente l’Italia, a tacitare il dubbio che sorge nel petto. E, con tale vocativo (Ov’è lo Stato? Serve lo Stato!), si acquieta l’ansia per il riconoscimento inevitabile della verità.

Io sono Giorgia. Ma è lo stesso per il destro che non si rende conto che Giorgia Meloni e Lilli Gruber condividono lo stesso desco da anni e anni ridacchiando fra di loro sui propri ammiratori ed elettori, entrambi micchi da record, che le mantengono sulla cresta dell’onda televisiva o le spediscono regolarmente (da quattro lustri) nella Ventotene da ventimila al mese. Dopo vent’anni anche il destro vede, all’orizzonte, la temibile sagoma della verità. E cosa fa? La riconosce? Macché, pure lui si rituffa nella dolce menzogna e viene intortato, per l’ennesima volta, da queste figurine d’accatto del Dio Patria e Famiglia. Infarcendo il risentimento con colature ormai insensate: giudei, complotto, prima gli Italiani. Se davvero la realtà irrompesse nel tiepido stambugio delle credenze più decrepite, il destro si accorgerebbe che di Dio, da quelle parti, non si parla mai, rilevando il destrame come sommamente epicureo e godereccio; di Patria, a parte le ciarle, poco si cura, poiché, da quelle parti, ancora, si assiste, senza colpo ferire, da decenni, solo sbraitando le più stentoree inconcludenze, alla distruzione dell’Italia; sulla Famiglia, invece, sarebbe bene, per tutti, glissare: per carità di Dio e della Patria sommenzionati: tra fedifraghi, invertiti e zoccoloni il tacere s’impone doveroso. Essere di destra e, quindi, votare a destra: si può essere più sciocchi?

Menzogna. Nessuno ama la verità, ognuno anela la maschera rassicurante. Il bello (o il ridicolo, anche qui) è che tali categorie proliferano in altri ambiti: liberista contro direzionista, liberale contro assolutista, vegetariano contro carnivoro, Occidente contro islam, ecologista contro antigretino.

Phersu. La maschera ci libera dalla responsabilità del vero, sottraendoci all’azione. Il ruolo da caratteristi e macchiette ci inchioda gradevolmente alle consuete parole, da rigirare in tondo, con inesausto moto masturbatorio. Fra due anni, quando la destra, oggi salvifica, apparirà quel che è, un modo spinoziano dell’Unica Sostanza (la Sopraffazione della Monarchia Universale), riprenderanno voce i sinistri. E il ciclo si perpetuerà.

Liliana. Se Liliana Segre avesse una canzoncina tutta per lei si dichiarerebbe madre ebrea Italiana. In quest’ordine. A me sta bene. Come se mi dichiarassi viterbese, cristiano, Italiano. Avrebbe, qualcuno, da ridire? Liliana Segre e tutti gli Ebrei sono dei mezzi, null’altro. La vita di Liliana Segre è stata usata, disgustosamente, per ottenere un fine: la censura. Non so se Ella ne sia consapevole o meno, ma è così. Si riconoscono, da subito, le stimmate dell’operazione a tavolino. Anzitutto, la notizia a bruciapelo, falsa: 200 insulti antisemiti al giorno! Addirittura! Per scoprire, a babbo morto, o a Commissione varata, che tale numero rotondissimo, duecento (un multiplo di otto: 8x25 o 2x2x2x5x5), consisteva negli insulti annuali; e che tali insulti riguardavano solo in parte la Senatrice in essere. La notizia, sorta dal nulla, come Atena dal cervello di Zeus, è solo l’innesco per ottenere ciò che si vuole ottenere. Così come il fenomeno del femminicidio: nato così, dal nulla, o da circostanze che si dimenticano in fretta, sino a darle per scontate, come accade per certe leggende metropolitane; o per le barzellette.

Jeff & Marina. Dirò di più: gli stessi Ebrei sono mezzi. Essi servono, e servirono egregiamente, grazie alla loro intelligenza e al loro innato istinto di sopravvivenza, maturato nei millenni; istinto che si concretò nel rovesciare, nell’invertire il senso tradizionale di massa, nel convertire ciò che si è sempre ritenuto naturale (ed è tale poiché anch'esso distillato nei millenni) in qualcosa di sfacciatamente innaturale: spacciato da loro, ovviamente, incasa d'altri. Prendete un Ebreo, dategli qualcosa di santo, accettato ed eminente ed egli lo trasformerà, grazie al proprio genio per la perversione, in un rifiuto da cloaca: circonfuso, poi, da un nimbo di maestà. Come certe sculture (l’ammasso di pongo di Jeff Koons, a esempio o le performance di Marina Abramovich) strombazzate per arte - postmoderna - o liberazione dalle dande della tradizione (Marina, oh, così libera, così trasgressiva: in altre parole: così donna!).

Inversioni di massa. L’Ebreo deride, inverte, ridicolizza: in ciò consiste il suo genio. Alla testa dei movimenti libertari troverete sempre loro, più o meno mimetizzati: femminismo, antimilitarismo, anticlericalismo, migrantismo; un Sandberg o un Kravitz o un Cohen prima o poi spunta sempre. Sì, come intuì Nietzsche, l’Ebreo volle sopravvivere, a qualsiasi costo, e per far ciò si fece promotore, in ogni campo del nemico, della costante sovversione di ciò che fu reputato giusto, santo e naturale. La psicologia, a esempio, prolifera di Ebrei: smerdare l’anima umana, il bambino e i rapporti uomo-donna fu uno dei capilavoro del genio ebraico.

Matti da legare. Il cretino, che si spiaccica il gelato sulla fronte, va integrato con la comunità dei normali poiché la malattia mentale non è malattia bensì una delle infinite sfumature della psiche umana. Basti compulsare grossolanamente la biografia di Franco Basaglia per imbattersi in numerosi genî dell’inversione. Il frullato di totalitarismo nazista, antifascismo, destituzionismo, marxismo, assolutamente incomprensibile ai più, ebbe, tuttavia, grande, comprensibile, successo: in quegli anni bastava scagliarsi contro qualcosa di eminente e incontrovertibile per aver successo. La vittoria di Basaglia, conseguita con premesse filosofiche errate e paludate, con bella malizia, da istanze sociali giuste (l'orrida condizione manicomiale), servì quale cavallo di Troia per dissolvere, nell’immaginario del popolicchio, la divisione naturale fra sanità e insania. Tanto che oggi si assiste al paradosso sommo: dall’un parte, in ogni settore del vivere, viene esaltato il diverso, l’orrido, il folle, il disgustoso, il malato (Halloween o film come Joker ne sono immonde dimostrazioni): tale la vittoria del potere; dall’altra, alla chetichella, si smontano le basi scientiste che innescarono tale vittoria; il delitto è compiuto, si faccia sparire l’arma!

Matti da rilegare. Anche negli stambugi delle ASL più sperdute si riconosce, alfine, che le chiacchiere di un tizio con le gambe accavallate nei pressi di un catafalco (sia esso un volgare assistente sociale o un edace operatore privato) sono totalmente inutili; così come un errore fu la de-stituzione manicomiale - errore che gettò nella disperazione migliaia di famiglie. L’ambaradan costruito in seguito a quella rivoluzione altamente progressista viene oggi smantellato, senza pudore; i matti, incurabilmente matti, vengono trattati come matti, matti irrecuperabili, e imbottiti di psicofarmaci; il personale di sostegno, sindacalizzato e sfiduciato, destinato ad altri incarichi o liquidato: grazie per il servizio, ciò che dovevamo ottenere l’abbiamo ottenuto! Poiché anche quella sovversione, una delle tante, si servì dei matti solo per ottenere lo scopo che premeva: la dissoluzione.

L’ombra dell’Ebreo. Per tale sforzo titanico nel negare costantemente la grandezza, la radiosità, la bellezza, l’eminenza, la lealtà, la magnanimità, l’Ebreo fu sempre perseguitato, con ferocia. Non esiste, di fatto, l’antisemitismo. Esiste l’Ebreo. La sua ombra, l’ombra dell’Ebreo, consiste nell’antisemitismo. Laddove non c’è Ebreo non c’è antisemitismo. E viceversa.

Mandolini. Essere antisemiti, tuttavia, ha poco senso. Come accusare gli Italiani di suonare il mandolino o mangiare gli spaghetti. Sono concrezioni gigantesche, distillati di millenni di storia. L’Ebreo è così, per sua difesa: Egli rovescia, in ogni campo. La cultura libresca e la resilienza, unite a un sorgivo istinto per la guitteria, lo rendono un popolo perfetto per essere sfruttato dal Potere. Purtroppo, in tal modo, Egli si consegnò alla Storia quale caprone sacrificale. Una conseguenza, tuttavia, buona a ungere gradevolmente il proprio vittimismo, vomitato sistematicamente in faccia ai persecutori d'ogni latitudine.

Odio. Perché la sinistra moderna va sempre a braccetto con l’Ebreo, santificandolo a ogni passo, ben prima della Shoah? Per l’istinto antipopolare. La sinistra si sviluppa a livello internazionale, con veemenza antiitaliana e antinazionale; un ramingo come l’Ebreo vide sempre nel movimento socialista una internazionale amica come internazionale fu la propria diaspora. Oggi, caduti il comunismo e il nazismo, ci si ritrova con ferrivecchi ridicoli, ma che ancora agiscono: l’Ebreo con le paranoie da insulto antisemita, il sinistro con l’odio per l’Italia, entrambe degenerazioni dell’antico sentire.

Gaglioffi. Ebrei, comunisti, fascisti, antifascisti, antisemiti, anticomunisti: il dibattito italiano non esce da tali recinti stupidissimi. E dal più comprensivo recinto dell’arco costituzionale: destra e sinistra, concretatesi in alcuni gaglioffi (circa mille, nell’ultima legislatura), a occupare scranni vellutati a ventimila al mese. E ancora, alle soglie del 2020, ci si lanciano insulti sanguinosi attorno al meschino bivacco di tali fandonie.

Repetita ... Quel che vi posso dire è questo: se, in un discorso qualsivoglia, si fa ricorso a tali locuzioni, allora siatene certi: vi stanno ingannando.
 
Iuvant. Lo ripeto: non esistono il fascismo e l’antifascismo, l’antisemitismo, il comunismo e l’anticomunismo, e, a fortiori, la destra o la sinistra.

Quei nazisti degli Assiri. Grillo, Mussolini e Hitler (faccio questi esempi poiché sono gli unici a svegliare i micchi dal torpore) furono presagiti da altri uomini, in altre epoche. Chissà come arringava la folla Cola di Rienzo, prima di venir appeso per i piedi. O Assurbanipal, il distruttore. Oppure Ahuitzotl, sanguinario re degli Aztechi: ieri sanguinario, oggi povera vittima, secondo le recenti impennate storiografiche liberal (per cui pure Cristoforo Colombo era uno sporco schiavista). Certo, nessun docente, in nessun corso di laurea, si sognerà di affermare che Ahuitzotl è un nazista oppure un feroce dittatore di destra; oppure che Cola fosse un populista antieuropeista; o forse sì, qualcuno che pensa queste cose sotto sotto esiste, magari una liberal dell’Illinois, col dottorato in Femminismo Protostorico, ma se ne vergogna o forse ha timore della camicetta di forza. E però l’uomo moderno, e, a maggior ragione, quello postmoderno crede che il mondo sia nato con lui, di destra o di sinistra, quindi; e parla, conciona, accusa su tali basi psicologiche, solide come le sabbie mobili delle paludi della Louisiana.

Vota Marco. E più l’uomo postomoderno progredisce più il passato svapora più egli trae forza da tale disincarnazione: alla fine resterà solo il presente, solo egli stesso col solo presente, preterito anche il futuro; e tale ominicchio avrà la netta, inequivocabile, convinzione d’essere il culmine della parabola evolutiva. Come avranno fatto Marco Aurelio, Hammurabi e Sigieri di Brabante, egli ragionerà (credendoli, dal basso della propria ignoranza, contemporanei), come avranno fatto a essere così retrogradi, senza democrazia, senza elezioni, un po’ fascistelli, privi di urne e cabine, parlamenti e volantini elettorali?

Il comunismo non esiste. Ma come, il comunismo non esiste? Ma cosa mi dice mai? Ma Lenin, Marx, il treno, i gulag, le masse con la falce e con il martello, … cosa sta dicendo? I cento milioni di morti? Ma sì, esistettero dei tizi che si diedero il nome di comunisti … Tiberio e Caio Gracco, le comunità protocristiane, i territori dei latifondi medioevali aperti ai poveri, persino le università agrarie profumano di comunismo o sono comuniste tout court, ma, lo so per certo, Paolo di Tarso non diede mai del comunista a un abitante di Tessalonica. E nemmeno un membro del consesso senatorio romano (di destra, secondo il micco) aveva in testa tale concetto contro Clodio Pulcher (di sinistra, ovvio!).

Altezze. Occorre aspirare alle altezze: di lassù ogni categoria perde di smalto, ve lo assicuro.

Flatus vocis. Sembra di vivere la feroce lotta sugli universali: fra il nominalista Roscellino, per cui il concetto è flatus vocis, e i concettualisti platonici che credono il “bianco” una luminosa e massima astrazione ben radicata nell’iperuranio o nel cervello.
La penso come Roscellino, per quel che può interessare, riconoscendo alle categorie l’utilità nell’organizzare la multiforme follia del reale.
Sì, le categorie sono utili, e necessarie per il discorso; così come è utile la scaletta dello scaffale della biblioteca per arrivare alla prima edizione delle Rime di Guido Cavalcanti, lassù, al quinto ripiano, stretta fra la silloge dei Poeti Siciliani della Olscki (in cui rilevano i rari componimenti di Pier della Vigna) e il Libro delle Tre Scritture di Bonvesin de la Riva. E, però, se voglio cianciare di Donna me prega o della Scrittura aurea, non mi sognerei mai, in un saggio, di dare importanza alla presenza della scaletta.

Tessalonica. A proposito: ma voi, che, a naso, state sulla mezza età e siete battezzati, lo sapete dov’è Tessalonica? Così … lo dico per farci quattro risate assieme. E anche per altro motivo: visto che i sinistri si ritengono il ricettacolo della cultura e i destri stan sempre lì a sostenere che la loro, di cultura, sta evaporando al sole delle migrazioni barbariche … per questo lo dico … sanno forse, questi tizi, dove sta Tessalonica? E di conseguenza, inevitabilmente, i Tessalonicesi?

Per-fidia. Tanto per riderci su, ancora. I perfidi Giudei … sapete, voi, cosa significa “perfido”, in tal caso? Il perfido Giudeo … occhiuto, cattivo, a doppio fondo? Macché: è un Giudeo che ha rotto con la fede. E quale fede? La nostra, ovvio, quella cristiana. La Fede cristiana, insomma, che io, ateo, rispetto, poiché, dopo due millenni, essa ha smesso d’essere la testimonianza d’una Rivelazione (lì, a Betlemme e Nazareth) per avvinghiarsi al torso dell’Italia e rispecchiarci, secolo dopo secolo. Il Cristo che noi vediamo, il Cristo invocato nelle pievi umilissime della nostra terra, siamo noi. E noi, in suo nome, dobbiamo escludere i perfidi. Onorare l’affresco trecentesco d’una chiesina che nemmeno i parroci di campagna ormai ricordano, equivale a onorare l’Italia; a escludere, in nome di tale idea, l’idea dell’Italia millenaria intendo, i perfidi, i senza fede, gli antiitaliani: giudei o massoni o globalisti o pannelliani che siano.

Colossesi. E i Colossesi? Tanto per curiosità … vi siete mai chiesti a chi diavolo scriveva Paolo? Lettera di San Paolo ai Colossesi … v’ha mai punto vaghezza di conoscere dove sta Colossi? Lo dico per pro-vocare perché Alceste è soprattutto un provocatore … Colossi, in Frigia, oggi Turchia, poi sublimata in civitas bizantina e patria (Patria!) di Niceta Coniata, autore di una meravigliosa e fondamentale Chronike diegesis che il sottoscritto, assai modestamente, ha posto fra le letture consigliate, nella colonnetta a destra. Ma voi, scommetto, Niceta Coniata non sapete nemmeno chi sia perché pensate che tali cose (e la colonnetta sommenzionata) siano poste lì a caso e non elencate per farvi leggere libri decisivi, quelli in grado di separarvi dal resto della marmaglia - cose che, se digerite, predispongono a una rivelazione, assai terrena: alla Stimmung del Ribelle.

Al som de l’escalina. Tutte queste chiacchiere, nemmeno so da quanti anni ciancio, solo per provocare, da provocatore, una reazione … e instillare non una teoria, ma, appunto, un sentimento improvviso, immediato, rivelatore. Il senso d’essere qualcosa, di chiaro, come chiarissimo è il distillato nell’alambicco, passato attraverso raffinazioni e sobbollimenti. Nel fuoco della conoscenza. Depurati dalle scorie. Poi s’ascose nel foco che li affina. Al som de l’escalina. A giudicare, essendo sé stessi, Italiani, il ciarpame della storia attuale. Dall’alto.

Al voto! C’è chi deride tutto questo: tale ominicchio, che si ritiene superiore, preferisce votare.

Per-fidi. Sparisce dai messali la locuzione “il perfido Giudeo”. Del pari sparirà il Cristianesimo. A stretto giro di posta, quale effetto di causa (efficiente), il Giudaismo subirà la stessa sorte.

Azatoth. Inutile dare la colpa ai negri, ai froci, agli Ebrei o, al contrario, celebrare l’Europa, l’ecumenismo, le frontiere aperte, il negro, il frocio o l’Ebreo; inutile cincischiare ragionamenti sul declino italiano se poi, al dunque, un Italiano (dico: un Italiano!), ovvero un essere che ha le gambe piantate in almeno tremila anni di incrostazioni sociali e culturali, da Enea a Orazio a Pico della Mirandola a San Francesco a Enrico Fermi, non sa chi diavolo siano questi Macedoni e questi proto-Turchi che adoravano il Cristo: Tessalonicesi e Colossesi.
Occorre snidare il Potere; e quello sta al centro di tutto, sempre, manovrando i soldatini: de-genere, immemore, senza centro, dilavato da ogni definizione, ingannatore: pura dissoluzione.

Calosce. Io vedo Venezia allagata; e, poi, Brunetta con le calosce. Questo vedo. E gente che non conosce Tessalonicesi e Colossesi. La stessa, questa gente, che sa molto di Cobol e stringhe e crisi della domanda interna; la stessa che la sera si butta sul divano a vedere quegli spettacoli inverecondi con attori di quart’ordine (Salvini contro Calenda, Facci contro la Gruber, Zingaretti contro Renzi contro Feltri) - saltimbanchi che non avrebbero ingannato l’ultimo pescivendolo di Tessalonica; e questa gente, infatti, imbottita di speranza e basso livore, non legge Niceta Coniata da Colossi: va a votare! Gente che si bea di Fortnite, per decine di ore; quindi, all’indomani, con gli occhi cisposi, si lancia in vociferazioni pro o contro il governo, pro o contro la moneta unica, ottusa come una zucca ottusa, persa per sempre alla razionalità, alla meditazione, alla cautela; gente che rilancia, da destra o da sinistra, sfrontata e convinta, il proprio inane risentimento contro chi gli capita a tiro: colpevole, secondo loro, di non rientrare in determinate categorie mentali: destri sinistri progressisti reazionari antisemiti migrantisti - categorie inventate dal Potere, di volta in volta, a seconda della rotta da perseguire.

Scioglilingua. La destra italiana e le sue immediate vicinanze (la destra che vota, beninteso) s’abbarbica, nelle proprie speranze, a un tal Marcello Foa, Ebreo con cittadinanza svizzera (come svizzero è l’odiato Ebreo Debenedetti; odiato almeno nei commenti degli speranzosi destri). Un’altra speranza destra, invece, Franco Bechis, sedicente Ebreo, criticò, a suo tempo, l’Ebreo osservante Raffaele Genah, promosso a coordinatore dei viaggi di un sedicente Papa (già Benedetto XVI, ovvero Joseph Ratzinger, ennesima speranza del miccame).

Liliana II. Lo dico chiaro: a me Liliana Segre è indifferente. Così, di primo acchitto. La vicinanza col Salmone Ottimo Massimo non la rende vieppiù simpatica. Eppure, se si ragiona, ci si accorge come tale operazione, la Commissione Segre, sia nata sfruttando le istituzioni e la Senatrice stessa. Sfruttando tutto: la Shoah, il senso dello Stato, il potere giudiziario, le lacrime; onde perseguire la vera Meta, la Poltiglia Ecumenica. Da tale punto di vista la Senatrice è innocente.

Liliana III. Nella sua biografia Liliana Segre racconta d’aver conosciuto un’adolescente ebrea, subito dopo la Liberazione, anch’ella un’anima scampata alla catastrofe: una ragazza a me molto cara, per motivi a voi insondabili. Questo, tale futile motivo, mi rende l’inarrivabile Senatrice (inarrivabile per un plebeo zoticone quale sono) assai vicina. Una prossimità da cui non rifugge la simpatia.

Beatrice. Ah, i saliscendi della vita! A undici anni m’innamorai d’una ragazzina, una bambina quasi, esile come un bronzetto etrusco; dai lunghi capelli castani, le labbra carnose e perfette, il collo sottile, rigato da una piega quasi impercettibile, le dita affusolate, piegate sotto gli zigomi quando, col volto chino sui quaderni, si concentrava dolcemente; e gli occhi nocciola, ridenti, a rispecchiare deserti ormai lontani. Durante l’ora di religione usciva, con grazia inosservata e silente, sottraendosi al mio sguardo. Era esonerata. Perché? Perché, mi chiedevo. C’era già poco tempo per stare insieme, perché? Perché era ebrea, ovvio. Ebrea del suburbio, con le toppe al culo, pure lei, le scarpe da mercatino, i fermagli per i capelli rimediati dalle sorelle maggiori; e i maglioni sformati, sformati da implacabili lavaggi in serie, dagli indossi innumeri, maglioni dal girocollo slabbrato, che cedevano in più punti, sfilacciando la trama in dolci sbuffi di tessuto e che calavano, però, dalle spallucce magre con un’eleganza naturale e inconsapevole.
Solo qualche anno più tardi ragionai sul cognome: un’ebrea! Ero innamorato di un’ebrea!

Monarchia. Gli Ebrei, carnefici e vittime. Ormai anch’essi risucchiati dalla Monarchia Universale e soppiantati da una nuova genia israelita, asettica e corretta.
L’Ebreo banchiere, usuraio, sovvertitore, comunista, fedifrago, lutulento, piedi grossi, occhialuto e sensuale, nasone, derivativo e commediante, assassino e Giuda del Cristo: addio! Addio, al contempo, ai Drumont, agli anti-Dreyfus, alla France Juive, a Henry Ford, ai Goebbels, a Rutilio Namaziano, Giovanni Crisostomo e Martin Lutero. Bergoglio: il Cristiano non può essere antisemita! Giusto, vecchia pantegana, giustissimo: in assenza di Cristianesimo come può esservi antisemitismo? E funziona pure au contraire! In assenza di Cristo a che pro il Giudaismo?

Rivoluzione. La Monarchia Universale avanza poderosamente. Rivoluzione in nome del progresso! Tehran, Hong Kong, presto anche Gerusalemme! Cedono i fronti interni, le mura! Via l’Antico Ordine: che la Terra sia un open space!

Rabbini. I rabbini se la vedono male. Anche da loro avanza un Ebreo nuovissimo … anzi: un’Ebrea nuovissima. L’ho già detto: l’attrice di Hollywood Natalie Portman, nata a Gerusalemme, diverrà uno dei modelli per il Nuovo Ordine Israelita. E così anche il Giudeo, questo Sovvertitore, verrà a farci compagnia nella pozza del Nulla. Egli, Perfido par excellence, accanto a noi tutti, resi perfidi, definitivamente.

Arnoldo. Un Ebreo, anzi: un SuperEbreo: Arnoldo Foà, attore, doppiatore, cantante. Scostante, lamentoso, altero; iniziato alla Massoneria, di cui raggiunse gli alti gradi, già nel 1947; annunciatore della disfatta italiana, l’8 settembre 1943, da Radio PWA (Psychological Warfare Branch), uno dei tentacoli dell’angloamericansionismo … Eppure quest’uomo, dalla voce inimitabile, e dal profilo grifagno come un implacabile Caifa, se ne stava ai giardinetti del mio quartiere, facendo la spola fra il bar e le panchine di quel riquadro puzzolente e polveroso di smog. Vecchio come tutti i vecchi, a cianciare delle cose di cui cianciano tutti i vecchi, ebrei o gentili. Quando i prodromi della morte lo ghermirono, fu trasportato, con un’ambulanza neghittosa, all’ospedale pubblico più vicino, ove, come tutti, come anche mio nonno anni prima, nell’infilata candida dei catafalchi comuni, attese di morire: e morì, come un cristaccio qualsiasi.

Problemi. Il problema, il problema … il problema è lo stesso, da decenni. Cosa opponiamo, noi, a tali operazioni psicologiche, di vastissima portata? Come individui e quale comunità? Nulla. Dileggiamo, insultiamo; siamo, però, uomini vuoti, come le Lagarde e i Monti e i Draghi; svuotati dell’interiorità, della nostra autentica cultura: di tremila anni. Tanto che nessuno di noi, a parte alcuni martiri (martiri, ovvero testimoni - martiri che han pagato sempre o con l’esclusione sociale o con la morte), si è mai opposto alla devoluzione coatta dell’Italia.

Son tutte belle le signore dell’Occidente. Si sbagliano accenti, costrutti grammaticali e logici, ausiliari, gerundi, dieresi e però ci si accapiglia sul comunismo! Roba da chiodi. Ignorando, peraltro, la Storia, la pianura sterminata della Storia, con gl’infiniti avvallamenti, le crudeltà, le vette celesti. Ci si scontra sulla decima epifania della legge elettorale, sui fascisti! Sull’illiberale visione economica del PD! O sul litio della Bolivia! Quando basterebbe un’occhiata alla signora che sostituisce Morales per rendersi conto che quello è un golpe in piena regola, condotto con fare corretto, sull’onda della correttezza nichilista che avanza; avanza perché noi siamo vuoti.

Burino. In quanto burino (da bus, buris: manico dell’aratro, ma anche il cognome ha un’etimologia che riconduce al medesimo attrezzo), per almeno tre generazioni a retrocedere, non posseggo sangue progressista. Il mio sangue bifolco, infatti, è puro: rivendico tale limpieza de sangre. A risalire, poi, idealmente e vertiginosamente oltre il terzetto di ascendenti a me noti, son sicuro che incoccerei in Caino. Quale latore di una costituzione psicologica cainate so riconoscere il grano dal loglio, per istinto. Posseggo proprio un naso da tartufi, buono per le riconoscere le tartuferie.

Piero, Guido, Arturo. Pier della Vigna (1190-1249), d’umili origini, fu giurista e giudice, diplomatico e logoteta alla corte di Federico II di Svevia.
Cadde in disgrazia. Nel 1249, tacciato di tradimento, venne fatto accecare per volontà imperiale. Morì suicida.
Il tempo ne rinsaldò la fama di vittima tanto che Dante Alighieri, nel canto XIII dell’Inferno, lo scagiona dall’accusa più grave; pur inchiodandolo, colla logica sua spietata, nella selva dei suicidi.
Uno dei componimenti volgari di Piero, maestro nella retorica latina, è Però ch’amore non si po’ vedere, ove organizza una metafora celeberrima fra la virtù d’Amore e quel della calamita, entrambe incorporee. Come l’Amore attira gli Amanti, per un mezzo che non si può vedere, così la calamita attira il ferro grazie a una virtù (una proprietà) che l’occhio fisico è impossibilitato a definire.

"Per la vertute de la calamita
como lo ferro atira no si vede,
ma sì lo tira signorevolmente;

e questa cosa a credere mi ‘nvita
ch’amore sia …
"

Guido Guinizelli rincara la dose, con intensa meraviglia (“In quella parte sotto Tramontana”) e squisita malizia erotica (“che si dirizzi l’ago ver’ la stella”, “i monti del valore”): la Donna attrae l’Amante immediatamente, nonostante la lontananza, ben più della calamita che abbisogna dell’aria per rizzare l’ago della bussola verso la Stella Polare:

In quella parte sotto Tramontana
sono li monti de la calamita,
che dàn vertud' all'aire
di trar lo ferro; ma perch'è lontana,
vòle di simil petra aver aita
per farl'adoperare,
che si dirizzi l'ago ver' la stella.
Ma voi pur sète quella
che possedete i monti del valore,
unde si spande amore;
e già per lontananza non è vano,
ché senz'aita adopera lontano
”.

Tale metafora venne ripresa e arricchita senza requie. Il Monte della Calamita che attrae il ferro dei chiodi dei vascelli, sfasciandoli, così come Amore sfascia il cuore degli amanti, fu tra le immagini più affascinanti del Medioevo, da Le Mille e una notte a So Sung, dagli apocrifi lapidari arabi a Plinio a Costantino Africano.
Alla persistente suggestione della leggenda dedicò un saggio Arturo Graf in Miti, leggende e superstizioni del Medioevo, libro deliziosamente erudito.
Allievo di Arturo Graf fu Attilio Momigliano, massone ed Ebreo, critico insigne.

Chi non comprende tali cose, non scoprirà mai la verità.

33 commenti :

  1. Grazie Alceste, questo, solo.
    Qualcosa viene donato e d’obbligo, prima o poi, si impone un restituire: solo una parola.

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  2. Le sante contrapposizioni. Eliminate le sante contrapposizioni altro non rimarrà che un deserto informe. Tuttavia fatico ancora a capire a che punto siamo nella notte. Frequento abbastanza le zone alpine e appenniniche d'Italia, e ho notato come in molti paesi resistano tradizioni che nei centri urbani si sono perse da decenni. C'è questa doppia velocità, le città, ormai perse definitivamente, e i piccoli centri montani dove che so, si festeggia ancora la Pentecoste. Certo, ogni volta mi domando, resisteranno? Sono portato a pensare che sia solo una questione di tempo, che anche loro verranno travolti, tuttavia mi piace credere che siano come dei semi per un futuro...anche molto lontano. Poi certo, l'omologazione...come diceva lo scrittore svizzero Robert Walser  "Quelli che ubbidiscono sono per lo più la copia perfetta di quelli che comandano".
    Naturalmente ancora complimenti per lo scritto.

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  3. Mi chiedo che faccia abbia la monarchia universale, provo ad immaginare le varie trilateral, bildemberg, Aspen istituite, club Rome, animate dai vari Soros, Rothschild, Gates, Attalì,  con qualche comico inserto di Gruber, Maggioni o Jovanotti.
    Dall' altra parte penso a quella che è stata ed è la "resistenza" negli ultimi quindici anni, Ratzinger, Berlusconi, Strauss Kahn, Saddam, l'Iran, i No tav o i gilet gialli, Farage, Salvini o Meloni.
    Tutti o quasi fatti fuori con disarmante facilità da un potere che ha avuto gioco facile a mettere le mani dentro le mutande della contemporaneità, distruggendo la sacralità del patto sociale tra marito e moglie e soprattutto tra genitori e figli.
    Specialmente in quest'ultimo caso osservo sempre più spesso che il ruolo di madre e padre si è trasformato.
    Quelle che fino a trent'anni fa erano figure centrali nella crescita e nell' educazione dei figli, oggi sono immiseriti in chauffer buoni a scorazzarti tra un compleanno e una partita di pallavolo.
    Persino il nome gli hanno cambiato, giusto per ribadire l'anonimia del ruolo.
    Mi domando se il benefattore tema realmente una qualche forma di flatulenza rivoltosa, se possa immaginare una reazione, magari quando verrà inserita nei percorsi scolastici l'educazione all'omosessualità?
    Questa notte ho fatto un incubo, nella foto dell'Overlook hotel c'eravamo tutti, ho riconosciuto persino Alceste...non vorrei dirlo, ma era di fianco a Gad Lerner e teneva in mano una copia dell' ultimo di Bruno Vespa

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  4. Come sempre Alceste spazia da più parti. Mi soffermo solo sul tema di quelli che dalle mie parti chiamiamo grulli. I miracolati dalla legge Basaglia. I manicomi di un tempo non solo offrivano un ostello per gli ospiti fissi, ma fungevano da spauracchio soprattutto a quelli che stavano fuori. Bisogna distinguere tra grulli che fanno i grulli e grulli che se lo tengono per sè. A nessuno danno noia quest'ultimi. I manicomi servivano soprattutto a questo: a spaventare i grulli che stavano a casa. Ogni volta che un grullo si sentiva in diritto e dovere di fare il grullo (e cioè di rompere i coglioni a tutti) la sua cara famiglia lo minacciava di chiamare il manicomio cittadino. A volte bastava semplicemente fare il gesto di prendere la cornetta del telefono in mano per chiamare il manicomio che il grullo di turno si calmava subito. Talvolta era necessario telefonare per farlo venire a prendere, ma bastavano pochi giorni di degenza manicomiale per fargli passare la voglia di fare il grullo e la volta successiva ci pensava due volte prima di rompere i coglioni. I manicomi non hanno mai guarito nessuno, ma hanno impedito a tanti grulli di rompere i coglioni ogni volta che gli passava per la testa. Chiudo con le parole di una mamma;" Mio figlio è grullo e io non lo sopporto più. Non mi da fastidio il fatto che sia grullo, mi da fastidio che faccia il grullo!".
    Oggi più che mai vale il detto del conte Mascetti:" Bimbi grulli chi l'ha fatti se li trastulli!".

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  5. È nel destino dell'Ebreo l'esser doppio. Non era Ebreo il Cristo e non era Ebreo chi lo voleva morto?
    Seconda guerra mondiale: chi conosce la storia dei diamanti? Senza diamanti grezzi non era possibile fabbricar cannoni. I diamanti venivano dal Sud Africa, New Commonwelth Britannico, dunque Paese Alleato. A qualche ingenuo venne il colpo di genio: blocchiamo il rifornimento di diamanti a tedeschi, italiani e giapponesi e la guerra finirà.
    Ingenuo assai. Chi gestiva quel commercio? Chi gestisce da sempre il commercio dei diamanti? L'ingenuo fu messo a tacere, l'astuto Ebreo continuò a far affari coi diamanti venduti ai tedeschi, mentre il povero Ebreo veniva deportato nei campi di sterminio.
    Ancor oggi l'astuto vuol che tutti volgano gli occhi ai poveri massacrati affinché nessuno rammenti quel che egli fece. E continua a fare.

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  6. Occhio però Alceste che dai e dai a fare il bastian contrario ci si ritrova a pestare sull’acceleratore che pur già tutti pestano. È un attimo che a librarsi troppo per aria poi si vedon soltanto più le stelle. Crumbo

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    1. Mi ha tolto le parole dalla bocca e scritte in una maniera in cui non sarei riuscito.
      A forza di smontare tutto, di spaccare il capello all'infinito, c'è il rischio di diventare l'araldo di ciò che maggiormente si disprezza e si dice di contrastare e cioè il Nulla, l'Annichilimento.
      Il "Benaltrismo" non è cosa poi che possono permettersi le nostre fugaci esistenze

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    2. Ragazzi miei, dovete liberarvi.
      Se poi pensate che la libertà consista nel votare dei tizi che non hanno mai lavorato, accomodatevi.

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    3. Scusi Alceste ma ,e con questo mi prendo la libertà di parlare anche per Crumbo, mi sembra che lei stia insultando la nostra intelligenza, per il vero misera nel mio caso.
      Tra l'anomia del "è tutto uguale, tanto è inutile" ed il lanciarsi convinti in passioni elettorali ci passa il mondo e mi sembra che i nostri commenti non toccavano minimamente l'argomento. Per quanto mi riguarda poi sull'argomento sono d'accordo con chi li giudicava "Ludi Cartacei" si figuri.
      Mi riferivo e credo riguardi anche Crumbo, allo sminuire ogni circostanza sociale umana in nome di pensieri e sentimenti più Alti o di un Destino Vuoto che ci attende tutti.
      Purtroppo nella Melma ci dobbiamo vivere tutti ma sono fortemente convinto che non molto magari, però sforzandoci possiamo renderla un minimo più limpida. Almeno intorno ai nostri piedi.
      Mi perdoni Crumbo se ho scritto in sua vece e se magari ho malinterpretato il suo pensiero.
      Un Abbraccio

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    4. No no Bomber nessun problema anzi hai colto in pieno ciò che intendevo allegoricamente. Non avertene a male Alceste ma ho avuto l'impressione, leggendo bene il post, che ti sia parlato addosso. Se, riprendendo la tua risposta a Bomber Pruzzo e me, bastasse non votare più per liberarsi (da cosa?) beh, sarebbe bello. La libertà è difficile da definire ma è un qualcosa che sta dentro, non credo sopra o sotto o comunque in un qualche fuori. Con dentro non intendo dentro ognuno di noi ma proprio dentro dentro, nel. Crumbo

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  7. Alceste, al tuo già molto esaustivo elenco si potrebbe aggiungere la voce "Levi Strauss".
    Un amico antropologo tempo fa raccontò questo aneddoto che mi sembra molto esaustivo riguardo la dissoluzione in corso.

    All'apice della sua fortuna accademica Levi Strauss venne chiamato a fare una lectio magistralis all'ONU. Come da prassi gli chiesero di leggere prima il testo e... non gli fu permesso leggerlo.

    Come mai, cosa diceva?
    Diceva che nascosto dietro l'egualitarismo dominante nelle istituzioni internazionali si nascondeva il nocciolo di una concezione autoritaria.
    Diceva che è profondamente errato sostenere che tutte le culture sono uguali. Ci sono quelle mature, quelle decadenti, quelle feudali, quelle tutte concentrate sul presente. Chiaro che sia difficile e pericoloso affidare a un giudice esterno questa 'bollatura', ma il fatto che sia meglio non renderla istituzionale non vuol dire che non debba essere veduta. 
    Diceva che dire che tutte le culture sono uguali è una assurdità che serve solo a farsi sentire 'più democratici'. Praticare - invece - l'uguaglianza di diritti per tutte le culture è un cammino difficile e ambiguo, ma l'unico disponibile. Non stupisce oggi, che questo discorso, in quella sede, fu stroncato sul nascere.

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  8. Alceste mi fotografa, mi radiografa; sono la pecora del gregge, il micco, il coglione. Fui, in gioventù, sinistro, e adesso, in questo presente nauseabondo, sono destro. Traccio le croci sulla scheda;sono l'inconcludente, il risentito. Non ho Dio, non ho Patria, non ho Famiglia. Non sono mai entrato nella chiesetta di campagna. Sono un ominicchio, non oppongo niente, non ho pensiero, nulla, dentro di me, si muove. Sono completamente, eternamente vuoto. Della colonna a destra, non ho mai letto ovviamente nulla.

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    1. Che il blog divenisse un confessionale non ci avrei scommesso un tallero! Alla buon'ora... Finalmente compare la pecora nera fra i Commentatori, straniti da tanta umiltà e coraggio.
      Caro Uk, che lezione coi fiocchi in quattro righe, ammesso (ma non credo) che non sia a presa di deretano o una forma altra di esibizionismo.
      Mille punti per Te
      e il solito trilione per l'Inarrivabile.

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  9. Digitate" niccolo giani lettera al figlio " e " labaros archive" alceste a piccoli passi comincia a scoprire Chi e' in realta ' , gliel'ho detto in tempi non sospetti quasi 2 -3 anni fa ,siete tutti fascisti e razzisti , italiani mettetevelo nella testa e una Volta per tutte e non e' nemmeno colpa vostra CE l'avete nel DNA ,lo ha Capito anche LA Mogherini , io quando l'ho Capito osservandovi in giro mi e' salito su un senso di fierezza misto a paura, aveva ragione LA buonanima del Duce il fascismo CE l'avevate ancor prima che ve lo cavasse lui dall'animo ,io non faccio testo non appartengo a nessuna categoria ,io CE l'ho solo a morte con quel popolo LA' e prima o poi ci faro ' I conti a ognuno il suo Fato !

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  10. "Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!”.
    I film di Kubrick (ebreo) pullulano di enigmi, chissà cosa voleva comunicare per interposta persona dato che il sergente ha egli stesso un cognome ebreo.

    Spaventare e reprimere, questi allarmi creati ad arte sono uno strumento repressivo in perenne estensione.

    Buon pascolo a tutti:

    https://youtu.be/EDI1-nNDU60

    Il controcazzari del grullo che zompa allegramente ma bene non campa.

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  11. Sarei Giuseppe; le quattro righe sono uscite, involontariamente, come unknown. Mai mi permetterei di prendere in giro qualcuno.

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  12. più terra terra, tempo fa lessi altre cose...

    Nella sua saggezza e nella sua povertà molisana, il dottor Ingravallo, che pareva vivere di silenzio e di sonno sotto la giungla nera di quella parrucca, lucida come pece e riccioluta come agnello d’Astrakan, nella sua saggezza interrompeva talora codesto sonno e silenzio per enunciare qualche teoretica idea (idea generale s’intende) sui casi degli uomini: e delle donne. A prima vista, cioè al primo udirle, sembravano banalità. Non erano banalità. Con quei rapidi enunciati, che facevano sulla sua bocca il crepitio improvviso d’uno zolfanello illuminatore, rivivevano poi nei timpani della gente a distanza di ore, o di mesi, dalla enunciazione: come dopo un misterioso tempo incubatorio.
    Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo.

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  13. Il bisogno di appartenenza fa parte dell'uomo, ma non bisognerebbe svendere l'autonomia di pensiero e di azione, per avere in cambio una certa convenienza, che e' sempre la leva per mali peggiori. Il meccanismo del voto si basa su cio': ci si affida alla propria categoria, a persone al di fuori del proprio controllo ma pur sempre ritenute utili alla propria convenienza, e si finisce per esserne controllati e plasmati. Siamo programmati per agire o re-agire sempre in un certo modo, questo il guaio.
    Ricordo i bigliettini che alle elementari ci scrivevamo con le amiche: "Perche' non mi parli piu', che ti ho fatto?", "Avevi promesso e invece... Non mi parlare piu'"...che duri e puri che siamo da bambini! E com' e' possibile che da adulti perdoniamo tutto, a tutti, e che quando quei teatranti sul palco non mantengono, puntualmente, le promesse fatte, come minimo, non togliamo loro parola e attenzioni?

    Certi ebrei sono dei mezzi vero, solo non ritengo lo siano per eccesso d'intelligenza. Parlo degli invertitori di professione, gli stimolatori compulsivi di U-turn, non di quelli vittime due volte, anche dei loro correligionari. Non ho mai capito questo definire 'intelligenza' la perversione, provoca in me una sorta di dissonanza cognitiva; almeno aggettiviamola, chiamiamola intelligenza perversa, infima, non so, altrimenti si spingono le menti deboli ad emularla. Gia' in Asia c'e' un folto fun-club oops fan-club de "l'ebreo superiore intelligente proprio come noi asiatici", ma per favore! Guardate cosa scrive wikitricky a proposito della famiglia Sassoon che ha impunemente distribuito l'oppio in Cina rovinando tutta la loro classe dirigente, l'elite imperiale e oltre, fino a quella repubblicana: " He cemented the family's dominant position in the Sino-Indian opium trade. The family's businesses in China, and Hong Kong especially, were built to capitalise on the trade. His business extended to China – where Sassoon House (now the north wing of the Peace Hotel) on the Bund in Shanghai became a noted landmark – and then to England. In each branch, he maintained a rabbi. His wealth and munificence were proverbial; his philanthropy across Asia included the building of schools, orphanages, hospitals, and museums with the proceeds of the drug trade. On his death, tributes to him were made from across the continent by Muslims, Christians, Parsees, Jews, and Hindus." Per aver drogato, assuefatto e di fatto distrutto generazioni di cinesi gode di tributi da tutto il mondo per il suo filantropismo. E tutti: ohhh che intelligenza! Emuliamoli!
    Invece i martiri, i veri resistenti, mai che si riconosca loro un'autentica intelligenza, pura fino al raggiungimento del suo limite estremo.
    Ugualmente non ho mai capito  come si possa definire 'intelligente' un intero popolo, mi sembra anch'essa una categoria farlocca. Ricordo tempo fa leggevo un commento di Bertani che, vado a memoria, sosteneva che gli ebrei probabilmente sono cosi' intelligenti perche' sono stati gli ultimi a vivere a fianco della divinita'. Se fosse come dice lui, allora vivo tra uno dei popoli piu' intelligenti della terra dato che, fino al 1946, viveva accanto alla divinita' imperiale.
    Poi, l'Ebreo e' cosi' solo per sua difesa, per spirito di sopravvivenza? Dunque presto saremo tutti (i sopravvissuti) in quel modo. Dei geni, pero', che consolazione!

    Caro Alceste, esiste una versione digitale di Niceta Coniata? In tal caso posso mettermi a fare i compiti subito, altrimenti dovro' aspettare la sospirata pensione e quelle 2 o 3 in piu' che ricevero' in omaggio quando tornero' in Italia.
    Cari saluti,
    Ise

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  14. A me piacerebbe che Alceste visto che e' il piu rappresentativo in quanto autore del blog si degnasse di fare una semplice domanda alla Signora Segre LA domanda dalle 100 pistols e' " signora Segre ci puo' dire come erano fatte ste benedette camere a gas visto che c'era era LA' LA signora Segre le avra' viste avra' visto chi ci entrava e non usciva piu ,una prova visiva sua Personala vista da lei direttamente con I suoi occhi non raccontata da Pinco pallino o da dei MR " si Dice " Mr " mi Hanno Detto "Mr " Hanno visto " ecc ,immaginiamo l'orrore indicibile ma e' bene ricordarlo ai piu giovani xche' LA memoria di CIO ' che' e' accaduto non finisca nel dimenticatoio Della storia e bla bla bla e soprattutto xche' non confrontarsi pacatamente con gli storici che indagano sull'olocauso ,il professor faurrisson per averci provato e' stato aggredito una decina di volte e dire che tutto era tranne che un nazista o Nazi skin o fascista intollerante ,vede alceste che quando voglio posso essere untuoso e mellifluo falso come giuda iscariota un Novello Dreyfuss come uno di quella setta

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  15. Oggi sono stato al centro per l'impiego della mia città per sbrigare una pratica. Roba da terzo mondo. Anzi quarto. Non ci sono le parole. Voi non sapete, forse neanche Alceste si rende conto. Lui vola alto con i suoi scritti, ma la realtà è molto più merdosa di quello che potete immaginare. Mi piacerebbe che Alceste scrivesse un po' più di piccinerie, di popolino, di ritratti di quotidianità spicciola, fosse anche miserrima cronaca locale. Come faceva ogni tanto una volta. A volte un'immagine vale più di mille parole: due ore di coda per prendere un numero per poi fare un'altra ora di coda per poi prendermelo regolarmente in saccoccia con l'impiegata che mi prendeva quasi per il culo. Il tutto in un luogo angusto , tra zingari che circolavano come avvoltoi e italioti alla deriva sulla zattera Italia. Non so cosa mi aspettassi di diverso, forse ha ragione Alceste: siamo dei coglioni perchè continuiamo a votare, a farci prendere in giro, a farci umiliare.
    Mi viene in mente una vecchia canzone di Rino Gaetano: mio fratello è figlio unico. E allora cantaci o Alceste l'ira funesta di noi poveri fratelli d'Italia!

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    1. Se vuoi puoi rileggerti il mio Davai, Italianski!
      Il problema è che, la sera, dopo quattordici ore di piccinerie, ti vien voglia di qualcosa d'altro. Di respirare.

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  16. Avete dimenticato la Volonta di potenza' se solo voi Italiani aveste un idea di come siete " cool" siete aquile che I vostri traditori infami ciarlatani si sforzano attraverso discorsi avvilenti logorroici discorsi di una vuotezza e bassezza tale da imbarazzare perfino me vogliono a tutti I costi farvi sentire delle nullita' , dovere scendere al Rango Di polli da batteria ecco il fine ultimo , grillo ve l'ha gridato in Faccia che non contate nulla , immagino l'umiliazione di gente intelligente e istruita nel vedere uno come salvini che guida LA destra , lui e' di sinistra era un leghista comunista ripresenta sempre LA sua demagogia LA sua eloquenza di bifolco da osteria e' snervante ascoltarlo ti senti degradato nello Spirito ad ascoltarlo ti senti preso in giro lui e renzi sono il giano bifronte promettono giurano sgranano I rosari stomachevoli , bisogna farne un bivacco per manipoli quel parlaminkio ormai l'unica sua funzione e' quella di avvelenare e dividere in odi reciproci il popolo ,e poi dico ! Ma da uno come lei alceste ci si aspetta una levata di scudi , ma come ma non vede LA deriva che ha preso LA Segre con LA sua commissione NATA su una mezogna palese che poi I giornali hanno svelato LA boiata dei 200 insulti giornalieri immagirai immaginari come tutti I Mali invocati da quella schiatta di bugiardi , ma sa Alceste che qui non si potra' piu dire niente LA liberta' di opinione va a finite dritta dritta nella spazzatura Si vivra' in una dittatura tirannica giudeocratica

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  17. Scusi se LA tedio ma vede come le dicevo prima hanno paura degli italiani popolo inviso ,Roma caput mundi avete spianato LA loro fatherland, loro non dimenticano , lo sa xche glielo dico le avevo dato " labaros archive " tutti i libri puff azzerato !?! Adolforelti archive idem Federica tapparello come sopra, vede che ho ragione quando dico che questa e' una deriva ebraica razzista verso LA dittatura

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  18. Vede, Lei mi convincerebbe anche se non fosse che : gratta gratta l’ex comunista sulla questione della donna e troverai il filisteo. Ora, non ha tutti i torti perché, non sapendone una beata minchia ma parlandone ovviamente sempre un sacco, confonde il femminismo con quel ciarpame clintoniano boldriniamo che viene spacciato per tale dai media asserviti e che alle femministe schifa assai. Ora il femminicidio non è nato dal nulla e se non sa di cosa si parla un bel tacer non fu mai scritto. Certo non è questione delle centinaia di donne uccise, picchiate e stuprate in Italia che non son problema essenziale nel travagliato mondo di oggi. Magari son le centinaia di messicane sparite nel nulla? Son le tailandesi morte di droga a trentanni prostituite a 10 ? Magari son le nigeriane o le ucraine morte di parto quali uteri per le checche ricche? Magari son le africane uccise dall’aids perchè i maschietti africani schifano il preservativo? O dissanguate dalle infibulazioni? Le cinesi abortite perché si vuole un figlio maschio? Le pakistane sfregiate? Le arabe linciate come adultere anche per un stupro? Le mogli bambine in India e Texas dissanguate dagli stupri dei mariti e dai parti prematuri? La Mimo stuprata, torturata e uccisa in Cile? Le serbe/croate/ bosniache stuprate e uccise nella carneficina Jugoslava? Ecc. Ecc. Magari son le puttane nigeriane annegate in mare coi loro neonati nati da stupri in Libia? Il termine femminicidio è nato così, altrove, si informi. Dio, Lei si traveste da alternativo, ma poi finisce da juventino qualunque, il carnefice che si autocommisera! Che pena. Ah, la smetta di offendere i maschietti dicendo che si stanno femminilizzando. Magari. Dica che vi state rincoglionendo, che i coglioni non casualmente son propri dei maschi!

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    1. I maschietti africani che schifano il preservativo?
      Le nigeriane annegate in mare coi loro neonati nati da stupri in Libia?
      Nemmeno il peggior numero di Io Donna è così spassoso.

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  19. tutti a dire che sti' ebrei [religione, non etnia] sono intelligenti e furbi. Non mi risulta. Fanno sempre la stessa Mossa...d, stupidata attaccata anche a quei babbei guerrafondai In GoLd We Trust...degli ameri-virus...l'autoattentato...Chiagni per fottere...ma tira la corda, rompi gli "Attributi" oggi, rompi le Palle domani, te mannaMo ammorìammazzato perché VAFFA piace...alcuni ci campano !

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  20. E tu saprai la verità...

    https://www.google.com/amp/s/www.open.online/2019/11/12/i-fattoidi-sul-caso-segre-e-i-200-insulti-al-giorno-antisemiti/amp/


    https://www.google.com/amp/s/www.ilsussidiario.net/news/antisemitismo-cresce-ma-non-in-italia-un-cittadino-europeo-su-quattro-odia-ebrei/1952260/amp/


    Il controcazzari

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  21. Alceste omofobo razzista antisemita identitario ? ma Da Quando ma qui siamo in pieno delirio Non mi pare proprio ! Anzi ! Questa mauramaria deve avere le traveggole confonde il dispiacere di alceste espresso talvolta in modo crudo prolisso e sfibrante con il discriminare di cui e' accusato e lo dice uno ( sed ) che Alceste non ama , per me alceste e' una delle cause Della nostra debacle razziale , troppo buono alceste troppo buono a tenere aperta LA porta del dialogo con sti fanatici dell'umanitarismo totalitario suicida, esempio digitate" Danika mori a radio deejay " con magari migliaia di bambini e ragazzini all'ascolto !?!?! Li'c'era da dire a Linus e savino appoggiate le dentiere sulla consolle altrimenti e' peggio , per gli altri 2 ospedale e internamento e invece ...

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  22. Potrebbe comparire nella colonna di destra?

    http://www.pangea.news/dobbiamo-tornare-alla-grotta-alla-pergamena-e-stalin-e-un-ditale-riscopriamo-jean-cau-ribelle-alla-stupidita-odierna-ovviamente-impubblicabile/

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  23. Alceste dichiara di voler provocare, porta certe tesi all’estrema sintesi. Apprezzo questi voli liberi e provocatori. Sembrano pindarici, ma son certa siano ponderati.

    A volte riesco a leggere qualche post vecchio. Tempo fa pescai uno dei primi del blog in cui parlava del gioco delle tre carte riferito alle elezioni. Quando ne scrissi qui mi venne in mente spontaneamente, non avevo ancora letto tale post. Sarà che l’ho visto all’opera in Cina, vent'anni fa: ogni tanto per strada (quando ancora si camminava) mi imbattevo in questi nugoli di persone agitate e, quando mi avvicinavo per capire cosa succedeva, scoprivo dei guaglioni che giostravano le tre campanelle: un fagiolo e tre bicchieri. Se sostavo per un tempo prolungato, e a distanza, capivo quali erano i figuranti tra il pubblico, quelli che tifavano in maniera esageratamente disinteressata per il curioso di turno appena adescato; la pantomima era affascinante e divertente.

    Oggi ho letto il post “Straniero in terra straniera”; descrive cose vissute o pensate. Mi ha fatto venire voglia di sputar il rospo, così da liberarmi definitivamente. Un’altra volta, oggi sto già facendo una gran fatica a scrivere tutti gli accenti (assenti nella tastiera globalizzata) anziché i soliti apostrofi sostitutivi, in onore alla lingua italiana. Ma solo per oggi, o una tantum. Posso dire, come sunto, che ammiro tutti gli Italiani che, vivendo in Italia, riescono ancora ad essere Italiani, cioè, se stessi.

    Nel sopra citato post c'era questa visione del femminismo, pre-boldriniana:
    “Cos'era il femminismo? Una sacrosanta rivendicazione di diritti quando l'aspettativa di vita di una donna nell'Ottocento, tra fabbriche, cure domestiche e febbri puerperali (leggete Il dottor Semmelweis di Céline), era di nemmeno trent'anni. Ora siamo alle crociate castratrici e all'esaltazione del cunnilingus.”

    Infine noto che non abbiamo ancora risposto alla domandona, che neanche Mike Bongiorno o santo Silvio in uno dei loro quiz..."Cosa opponiamo, noi, a tali operazioni psicologiche, di vastissima portata? Come individui e quale comunità?"
    Saluti,
    Ise

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    1. Cara Ise, mi permetto di provare a dare una mia risposta a ciò che possiamo opporre a tali operazioni psicologiche.
      Credo che la forma migliore di opposizione sia il rifiuto del "vittimismo" patologico che sembra dilagare a tutti i livelli.
      Il potere prima ci incasella e poi ci vuole far sentire vittime di qualsiasi soppruso.
      Così abbiamo le cahier de doleance delle femministe, dei negri, dei gay, degli ebrei, dei calciatori maltrattati dagli arbitri, dalle calciatrici che non guadagnano come gli uomini, con tanto di onlus pronta alla bisogna.
      Ognuno di noi finisce col diventare un involtino primavera di lamenti, che poi finiscono inevitabilmente per trasformarsi in frustrazioni e rabbie da sfogare sul tuo prossimo che diventa bersaglio e nemico.
      Furbo il benefattore nella sua operazione di incarognimento della società.
      Personalmente mi sono reso conto di cadere anch'io in questo tranello, poi mi vengono in mente i racconti dei nonni, la miseria accettata e vissuta insieme, nella famiglia, quando una salsiccia miracolosamente bastava per dieci bocche.
      Quando uscivano a pescare e tornavano con niente o quando per guadagnare si stava dieci ore davanti ad una fornace a 1500 gradi e ci si cucinava i polmoni.
      L'uomo da millenni ha subito torti, ingiustizie, privazioni, senza per questo perdere la fede nella vita, anzi continuando a fare figli e a produrre bellezza...e questa a mio avviso la strada smarrita che difficilmente, al meno per ora, torneremo a percorrere

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    2. Caro Marco,

      la penso così anch'io; come rilevi, il problema è il ridicolo livello d'insoddisfazione diffusa, semplicemente autoinflitta, più spesso che non. Sono proprio operazioni d'abbrutimento umano.
      Però, alla fine, non posso fare a meno di pensare che sono attuate con l'inganno e soprattutto ad armi impari. Quindi cosa mi ci incaponisco a fare? Certo che non le posso soverchiare, se giocate in questa maniera, con regole che non mi appartengono e sfide che non ho mai voluto né accettato, non ritenendole importanti per la mia persona, o, al contrario, ritenendole fortemente spersonalizzanti.
      Come spesso ci diciamo, si tratta di mind games da psicopatici; anche se capita di entrarvi senza accorgersene, una volta capito, non si può continuare a giocare, pena l'inutile abbrutimento.
      In attesa di giocare ad armi pari e regole concordate, posso fare l'unica cosa che il potere sembra non essere in grado di fare né di voler lasciarci fare: vivere contenti, contenuti, soddisfatti, cogliendo la bellezza della vita nei limiti di quello che offre. Il bello è che tale operazione la possiamo gestire in completa autonomia, il limite possiamo deciderlo tutto noi.

      Cari saluti,
      Ise

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  24. La contro storia...

    https://www.google.com/amp/s/www.secoloditalia.it/2019/11/marocchinate-atto-secondo-i-francesi-torturarono-e-uccisero-prigionieri-italiani-nei-lager-alleati/amp/

    Il controcazzari

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Siate gentili ...