27 giugno 2019

Seminatori d’odio [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

C’è ancora qualche motivo di odio che mi manca. Sono sicuro che esiste
Louis Ferdinand Cèline, Mea culpa

Cadere nella rete, quella virtuale quanto quella simbolica, è uno scherzo.
Non ci si deve incazzare.
Sono vietati anche i due minuti d’odio.
Non si può.
Virgilio a Dante: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
Osserva, bruto; osserva Bruto che pugnala Cesare  e non giudicare.
Giù le mani da Caino.
Poveri abitanti di Sodoma e Gomorra, innocenti fino a prova contraria, uccisi da un Tribunale Celeste che non ammetteva difesa, teocrazia d’accuse senza prove o redenzione.
I loro peccati contro natura furono atti giudicati immondi anche se compiuti prima della consegna a Mosè  delle Tavole della Legge, ergo:  nullum crimen, nulla poena sine lege.

Robert Alphonso Taft accusò di mancanza di imparzialità il Processo di Norimberga e quei magistrati e avvocati che lo condussero usando strumentalmente quell’inumano principio di retroattività che Inquisizione e illuministi avevano abolito due secoli prima … fomentatore d’odio!

21 giugno 2019

Persona (Phersu. Postilla su Silvio)


Roma, 21 giugno 2019


Silvio Berlusconi è un uomo? Hic stat busillis. Un uomo definito alla nostra intelligenza, intendo, ben conosciuto nei suoi impulsi e nelle sue intime credenze: tutto ciò che configura le scelte razionali e ponderate dell'esistenza. Lo conoscete? La risposta è no.
Chi ha letto l'introduzione a L'elogio della follia di Silvio Berlusconi per i tipi della Berlusconi Editore? Pochi, suppongo. Mi azzardo a dire: chi ha letto L'elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam? Forse ha avuto l'intenzione di farlo, come spesso accade con i classici, ma al dunque ...
Perché Silvio Berlusconi ha sempre ammirato quel libro citandolo costantemente nei suoi anni migliori?
Conosciamo noi quest'uomo davvero?
Non intendo riferirmi alla vasta letteratura giudiziaria che ne ha assorbito quasi del tutto la biografia. Essa è inessenziale alla comprensione di una figura che, fra venerazione, dileggio e frastuono ha dominato almeno un trentennio: dominato nelle tendenze e nel pensiero.

Rileva, e questo è certo, un uomo pubblico, riconosciuto da tutti, costruitosi per gradi, spesso involontariamente, a volte arricchendosi di quei tratti che piacciono al popolicchio e di cui si è voluto adornare per meglio ingannare il popolicchio. Tale è il Berlusca, mascherone dell’Arte, appeso per il collo nel retrobottega di Mangiafuoco, penzolante assieme ai Balanzone, agli Arlecchino, alle Colombine e ai vari Brighella.
Al Berlusca appartengono, nell’immaginario comune e popolare, il Mundialito per Club, il Drive In, la pubblicità, Lentini, il fotoromanzo.


17 giugno 2019

Sono un mostro


Roma, 17 giugno 2019

Leggo il portale online de “Il Fatto Quotidiano”.
In sequenza la celebrazione dei buoni.
Quelli che ci condurranno alla Terra Promessa. Il roveto ardente dell’agape nichilista mette in fila le perle del nuovo rosario:

Disabili più discriminati
Femministe antiabortiste
Ritrovati residui di marijuana in Cina (500 a. C.)
Aggrediti quattro antifascisti con le magliette del cinema America
Giornata Mondiale del Rifugiato
Le detenute raccontano l'amore omosessuale
Docente di giorno, drag queen di notte. Storia di Gianmarco: "Così in discoteca racconto il dramma dei migranti" (due al prezzo di uno)


Il bordone della lacrima è quello di un vittimismo revanscista: sistematico, vendicativo. Che le vittime reclamino l’identica agenda del Potere è un puro caso. La libertà assoluta, l’eliminazione del vincolo. Li si devono pasturare questi feti fascisti, a ridurli a bigattini per pescare sempre più libertà, la droga è un incentivo alla creatività, il diverso è da preferire al normale, il verso è il recto. Chi non è d’accordo è, ovviamente, un nazista, un violento, un abusatore, il residuo protervo di un’età buia e fredda.
Il sole, invece, il sol dell’avvenire, scalda i cuori e ci avvia all’Israele della pace.
Mosè, sotto il gran sole bianco del deserto, reca infine le tribù alla spianata definitiva.
Sotto queste notiziole, vere o false o verosimili, antipasti o julienne di ex verità o stuzzichini vegani alla menzogna, spicca la gran portata trimalcionica del banchetto informativo: l’Islam cattivo.

13 giugno 2019

La religione del debito [Il Fu Rabal]


Il Fu Rabal

Commento al libro di Michael Hudson: “… And forgive their debts

Mentre cadeva, allungò la mano al bastone.
Il capo tribù sentenziò: ‘ È proprio bravo, di quanta terra è diventato padrone!’
La mano di Pahom ricadde vuota al suolo. Il servo corse a rialzarlo e allora vide che dalla sua bocca usciva un rivolo di sangue. Pahom era morto.
I Baschiri fecero schioccare e loro lingue in segno di compassione.
Il servo prese la pala e scavò una fossa lunga abbastanza per deporvi Pahom, e lì lo seppellì. Sei piedi dalla testa ai talloni, ecco tutto quello di cui aveva bisogno

L’epilogo di Di quanta terra ha bisogno un uomo?, racconto di Lev Tolstoj

Di quanta terra abbiamo bisogno? Quella che è toccata a Pahom ci potrebbe bastare… Pahon un piccolo allevatore, viene ingolosito dal demonio, e comincia a desiderare di possedere più terra. Più aumentano i suoi possedimenti, più il desiderio cresce. Viene a sapere da un “amico” che i Baschiri, un popolo nomade della Russia profonda, offrono, in cambio di 1000 rubli, tutta la terra che l’acquirente è in grado di circoscrivere in un giorno di cammino, dall’alba al tramonto. La terra che ottiene Pahon alla fine del suo giro è solo quella per il suo sepolcro.
Da dove viene il desiderio di Pahon? Per rispondere a questa domanda, credo sia necessario risalire alle origini storiche del concetto di proprietà e chiedersi: di quanta terra avevano bisogno i villani Mesopotamici dell’età del Bronzo? Be’, loro avevano bisogno di abbastanza terra da provvedere al loro mantenimento, pagare la loro quota al Tempio o al Palazzo (un terzo del raccolto) e consentirgli di prestare le dovute corvée militari, religiose e civili.
Ma cosa c’entrano i contadini di 5000 anni fa con noi? Sono parte di noi, come gli antichi Egizi, Greci, Romani, Germani, Celti …
I Sumeri hanno dato inizio alla Civiltà Occidentale, che ci piaccia o no, noi veniamo da lì, da quelle terre, allo stesso tempo aride e paludose, da quella sabbia e da quel fango trasformati in tavolette incise con la prima scrittura. Fu loro, la prima Hybris, la prima sfida consapevole alla Natura, ai suoi demoni e ai suoi genii.

07 giugno 2019

Figli di Noa


Roma, 7 giugno 2019

Son tutte belle le suicide dell’Occidente. La tecnica è la medesima. Quando una ragazza o una donna divengono “simboli” internazionali (personae, icone da propaganda) dobbiamo porci, da veri porci, di fronte all’ennesimo ballon d’essai, tale semplice domanda: “Questa ragazza, questa donna esiste o non esiste?”.
Altri busillis sono inutili. A dirla tutta anche tale interrogazione è, per me, assolutamente oziosa. Che esista o meno una parthenos bionda, in Olanda, che risponde al nome di Noa Pothoven è, infatti, inessenziale.
Ciò che residua nell’immaginario spirituale del mondo, nonostante le menzogne, le mezze verità, il ciarlare inconsulto: questo è, invece, essenziale.
E cosa residua? Questo: l’essere umano ha da essere libero, totalmente e senza restrizioni. Per affermarsi. Su chi? Su nessuno. Deve solo affermare la propria inconcussa libertà. Qualunque cosa resista a tale dispiegamento della libertà individuale è da censurare, sia esso uno Stato, un capo religioso, un blogger, un ente qualsivoglia latore di una morale, pur pallida.
L’essere umano del Novus Ordo è libero.

05 giugno 2019

A morte la matematica greca! Viva Mahmood! [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

COME I MUSULMANI DISTORCONO LA NOSTRA STORIA GRECO-LATINA

Sherif El Sebaie nel 2004 scrisse, polemico e tronfio contro Oriana Fallaci: "Zero in storia alla Fallaci".
Estrapolo dall'articolo pubblicato qui:


questa affermazione che lui definisce storicamente esatta:
"La Trigonometria planare e sferica  fu un’invenzione araba. Idem per l’Algebra".
Peccato che nelle nostre scuole ci abbiano, e presto non ci insegneranno più, l'esatto contrario.
Infatti, l'invenzione della trigonometria si può associare, con un certa sicurezza, agli studi astronomici della scuola geometrica di Alessandria.
La città egiziana di Alessandria, che porta il nome di Alessandro Magno il Macedone, che la fondò nel III secolo a. C., fu la capitale del regno ellenistico dei Tolomei fino alla conquista romana.
La sua posizione centrale nel mondo mediterraneo dell'antichità, una politica culturale illuminata da parte dei governanti, che la dotarono di una biblioteca famosa per più di un millennio, una delle sette meraviglie del mondo, fecero di Alessandria il centro della matematica greca fin quasi alla conquista araba, e il ponte attraverso il quale la geometria classica è pervenuta, mediante la tradizione araba, fino all'età moderna.
Il fondatore della trigonometria è probabilmente Ipparco da Rodi (II sec. a. C.), che visse per lo più ad Alessandria, anche se prima di lui avevano trattato brevemente di geometria sferica, Eudosso di Cnido (c. 408-365 a. C.) ed Euclide di Alessandria (III sec. a. C.), meglio noto come l'autore degli Elementi.
Contributi fondamentali alla trigonometria sferica sono dovuti a Teodosio di Tripoli (I sec. a. C.) e Menelao di Alessandria (I-II sec. d. C.), ambedue autori di volumi noti col titolo di Sphaerica.
Ma la maggior parte di notizie sui metodi trigonometrici alessandrini ci vengono dal massimo astronomo dell'antichità: Tolomeo Claudio (II sec. d. C.), che con la sua opera dal titolo Composizione matematica, che poi venne mutato in Grande Composizione dai suoi ammiratori, per poi assumere definitivamente il nome arabo di Almagesto (una derivazione dal greco, che significa Il Massimo), pose le basi della teoria astronomica che dominò la scena scientifica fino al XVII secolo.


Ergo, la prima algebra che fu geometrica, fu quindi greca, ma ai musulmani non fa piacere ricordargli che si appropriarono di 2000 anni di cultura precedente sulla quale costruirono anche valenti studi, ma non assolutamente "originari", semmai "originali".

INFATTI

Le opere indiane furono in seguito tradotte ed ampliate dai matematici musulmani.
Gli astronomi arabi studiarono sistematicamente le funzioni circolari, e vi apportano importanti innovazioni e miglioramenti.
La trigonometria araba risente sia della trigonometria greca delle corde che delle tavole indiane del seno. (APPUNTO)
Nella sua trigonometria Al-Battani (850-929 d. C.) conosciuto come Albatenio presenta formule in cui si evidenzia la conoscenza delle funzioni seno e coseno. Ad Abu Nasr Mansua (900 d. C.) viene attribuito il teorema dei seni per la risoluzione dei triangoli qualunque.
Il matematico persiano Muammad ibn Musa al-Kuwarizmi compilò tavole dei seni e delle tangenti, e contribuì anche (non inventò) alla trigonometria sferica.

GRECI VS SEDICENTI PROFESSORI DI MATEMATICA MUSULMANI

Ci erudisce ancora con rinnovata foga sapienzale lo Sherif El Sebaie:
In realtà, i matematici arabi furono tantissimi (VERO) e il loro apporto fu considerevole (basta pensare a Al Ghazali, a Al Kindi, o a Ibn Qurrah), ma al-Khoarizmi è universalmente conosciuto come il fondatore dell’Algebra (FALSO)"
Questo scienziato, infatti, non solo studiò a fondo la numerazione indiana ma la sviluppò nell'intento di dare soluzioni analitiche alle equazioni lineari e quadratiche. Sviluppò inoltre in dettaglio le tavole trigonometriche contenenti le funzioni del seno e il calcolo dei due errori, che lo portò ad enunciare il concetto di differenziazione 700 anni prima della creazione del calcolo differenziale (FALSO)”.
Ciò che invece risulta storicamente attendibile è:
1)    Le prime tavole trigonometriche vengono attribuite a Ipparco di Nicea (180-125 a. C.) considerato il padre fondatore della scienza trigonometrica.
2)    Archimede fu il primo ad affrontare problemi geometrici applicando nozioni di meccanica e di statica, riuscendo addirittura a costruire un metodo che anticipava di ben 18 secoli il calcolo integrale (e quindi differenziale)
È significativo che il re dei matematici, Karl Friedrich Gauss, abbia ricevuto il testimone dell’analisi infinitesimale (differenziale) non da un suo contemporaneo, ma da un uomo vissuto ben diciotto secoli prima e giustamente considerato come il re della matematica antica.
Archimede (e non il persiano Al Khoarizmi).