03 maggio 2018

Il maglione di Ambra


Roma, 3 maggio 2018

Al cosiddetto “Concertone” del 1° maggio la conduttrice Ambra Angiolini è sorpresa da alcuni occhiuti proletari a indossare un maglione da 400 euri (sopra c’era scritto YESTERDAY. Nel mio allucinato solipsismo ho pensato, sia pure per una frazione di secondo, che si riferisse a me). 400 euri! È una vergogna! Non si fa così! Il proletario ha da essere straccione! Ma come si fa, dico io, a invocare gli stracci per Ambra, la stessa Ambra che, quindicenne, cantava le serenate a Mitraglietta Mentana, fresco conduttore del TG5; Mentana: quello che “potrà avere i suoi difetti, ma la notizia te la dà”? Bisogna avere il cuore di pietra. Come si fa a prendersela con la Angiolini, carne della nostra carne televisiva, cantante, intrattenitrice catodica e radiofonica, filantropa, doppiatrice e, ahi!, attrice: di ben trentasei pellicole? Una compagna, insomma (solo i compagni riescono ad adire le vie artistiche; i fasci non sono interessati), alla stregua (è solo un esempio) della contessa Serena Dandini, oggi un po’ in disparte dall’agone sinistrartistico … una legione sempre a cavallo fra imprenditoria privata e soldo di Pantalone … legione che, ora, l’aristocratica col tacco si limita a guardare con occhio umido e benevolo dal suo castelletto di Monteverde, appena un po’ discosta dalla magione del marchese Fulvio Abbate, un anarchico un po’ fascio un po’comunista un po’ blasé (ama Durruti e Céline) … Abbate Fulvio … autore pubblicato dalla Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio (casa editrice sorta in dissenso dall'edace Mondadori berlusconiana), ed estensore, lui, Abbate, di libri su Pasolini Pier Paolo, altro monteverdino, maestro - di scuola - e poi parente (lui, Pier Paolo) di Vincenzo Cerami, sceneggiatore de La vita è bella, e intimo di Nicola Piovani, premio Nobel a un tiro di schioppo dalle magioni di Nanni Moretti, Gabriele Lavia e Ricky Memphis … il marchese Fulvio, stavamo dicendo …  amico, fra gli altri, del chiarissimo professor Dario Evola, nipote di Julius, il rivoltoso contro il mondo moderno.

[La catena che vi ha testé recato da Ambra Angiolini a Julius Evola, una catena di salsicce limitata a un solo quartiere di Roma, avrei potuto allungarla, salsiccia dopo salsiccia, a formare i lardaria istituzionali dell’industria culturale italiana]

Ma torniamo ad Ambra: come è possibile?
Anzitutto sgombriamo il campo dagli equivoci: non è una cosa seria.
No, non è una cosa seria, solo una posa.
E tuttavia anche una posa superficiale va indagata.
Cosa abbiamo qui? Qui, cari belinoni, possiamo toccare con mano la decadenza (ovvero: la caduta vertiginosa) di una nobile tradizione bicentenaria, il socialismo, nella propria parodia. L’essere povero diviene il punto d’arrivo, non di partenza; il sinistro, insomma, quello che bercia contro il maglione, è innamorato di ciò che ripugnava al socialista antico: la povertà. L’odio verso le condizioni miserabili dell’esistenza si trasforma in pauperismo.
Per lo stesso motivo le abitazioni di parecchi ex sessantottini sono luride. In tal senso, essi assomigliano a quei proto cristiani, altrettanto fanatici, per cui pulci e zecche erano le perle del corpo. I centri sociali puzzolenti, la passione per l’anomia, lo schifo per l’ordine avvertito quale fascismo, l’attrazione per l’accozzaglia e i cumuli di stracci … in altre parole: l’odio per l’Italia … forma la struttura psicologia del sinistro.
E tale pauperismo (che va di pari passo con altri amori: immigrazionismo, omosessualismo, femminismo) si accompagna sempre alla stupidità. Solo la stupidità - la mancanza di logica che deriva dalla fine dei rapporti sani con gli oggetti e gli esseri umani - può indurre all’indignazione per un maglione coloro che hanno riservato coccole partitiche a milionari e latifondisti con la falce e martello sul biglietto da visita.
Di comunisti veri ne ho visti morire parecchi: storti e malati e di poche parole. Le loro vedove erano le massaie perfette, al limite della maniacalità compulsiva. Nel grande Partito Comunista Italiano (PCI) i comunisti veri convivevano già, sin dagli anni Sessanta, coi primi sinistri sfaccendati. I sinistri contestavano tutto, all’interno del Partito: la mancanza di democrazia, il temporeggiamento, la volontà di mediazione. Loro, infatti, avevano voglia di menare le mani. E le menarono queste mani: contro il nemico sbagliato, però. Il loro istinto sinistro non li portò contro i padroni, bensì contro altri poveracci.

[Dal canto loro i fascisti (i figli dei fascisti, come Giusva Fioravanti, l’attor giovane) ebbero, allo stesso modo, solo la forza di colpire altri poveracci. Sia i sinistri che i fascisti all’acqua di rose erano lontani dalla guerra e dagli scontri per il pane: in loro fascismo e comunismo erano già mitizzati e imprendibili. Se ne servivano come di una pelle di leone, debitamente incartapecorita, da gettarsi sulle groppe d’asino].

Finita la stagione del terrorismo, tali fiere da operetta conobbero il loro massimo fulgore: il PCI e il MSI, infatti, si avviavano all’estinzione lasciandoli padroni della scena. I destri si riorganizzarono con succose camarille all’ombra del Catramato Optimo Maximo; i sinistri degenerarono comicamente in quei generoni che ho descritto varie volte, da antropologo dello sghignazzo. Grazie ad alcune leggine su misura, a esempio, i fuoricorso di Valle Giulia trovarono ampie autostrade per sedersi sui più comodi scranni dell’amministrazione statale; i più abbienti, invece, si riciclarono come giornalisti e leccapiedi assortiti; i meno dotati trovarono la via del cooperativismo straccione e dell’assistenzialismo assistito (sono gli ululatori da maglione). L’assistenzialismo assistito consiste in questo: io sfogo le mie passate brame di sinistro nel dedicarmi all’assistenza: di rifugiati andini, drogati, lesbiche, orfanelli angolani; tale ansia di assistere, tuttavia, deve essere assistita. Da chi? Da Pantalone, ovvio. La lussuria assistenziale del sinistro, infatti, reclama, con l’occhio spiritato, il soldo: il soldo di ognuno: il soldo pubblico. Una città come Roma basa la propria economia sul soldo pubblico gestito da tali Madri Terese in cenci che hanno metastatizzato il tessuto amministrativo della città. Municipi, aziende ospedaliere, proprietà comunali sono occupati manu militari da tali ricaschi della bontà: sotto forma di psicologi, dottoruzzi, magistrati, ammaestratori di pappagalli, lavanderine, pulitori di cessi, maestri del nulla, tenutari di casefamiglia; debitamente esternalizzati e foraggiati da imposte e tasse.
Tale generone, di varia estrazione intelligenza ed età, ama ritrovarsi, fisicamente e spiritualmente, al "Concertone" del 1° maggio. Nonostante le differenze sono in comunione spirituale fra di loro. Per questo dico: non è una cosa seria.
A volte qualcuno esagera parendogli d’essere offeso dalla plutocrazia televisiva. E allora recrimina: il maglione no! Ma è un fuoco di breve durata. In realtà ognuno di loro è, mutatis mutandis, un sessantottino. Tra Ambra, una signora bene con le scarpe equosolidali e un’assistente sociale da cooperativa non vi sono fratture sociali e sentimentali. Solo che l’assistente sociale da cooperativa vanta ancora qualche ghiribizzo pauperistico … forse dettato da sensi di colpa … un ghiribizzo già sublimato dalla signora bene sotto forma di orride scarpette politicamente corrette … un paio di mocassinacci da fascite plantare accozzati dalla tribù Trinca Bongo con elementi tradizionali ed etnico-ecologici … costo effettivo tre euro … remunerazione ai Trinca Bongo: venti centesimi … costo alla boutique italica: centotrenta … ben spesi, però, poiché liberano la “signorabene” dall’ansia della prestazione proletaria … Ambra, invece, non ha da sublimare nulla, lei è proprio la Kompagna del futuro … come Natalie Portman … tutta sindacato, libertà, giustizia sociale e diritti civili. Peccato che, a differenza di Natalie, non abbia la minima stoffa politica. Asia Argento, dal suo canto, ha troppi tatuaggi, la Mezzogiorno si è un pochino persa per strada … mi sa che la Bonino ha da tirare la carretta per qualche tempo ancora ...  a meno che Saviano non si decida a bere l’amaro calice per tutt* ...

18 commenti :

  1. E quello sguardo da io so io e voi nun sete..oppure sguardo oppioide da v'ho inchiappettato pure stavorta?

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  2. E poi la Argento ha limonato con un cane, ha bruciato le tappe troppo in fretta. Per quello si dovrà attendere ancora un po'. Per ora il modello ideale è il lesbofemminismo anarco-chic alla Bonino.
    Al "Trinca Bongo" sono scoppiato a ridere come uno scemo, come ogni passaggio tragicomico al culmine delle tue discese agli inferi letterarie ha un effetto catartico, direi quasi taumaturgico :)

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  3. Ormai c'è solo da ridere a denti stretti.

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  4. Alceste, l'allunghi la catena delle salsicce...la prego; ci mostri i lardaria istituzionali dell’industria culturale italiana...

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    1. Servirebbe una norcineria a prova di querela. Qualche accenno qua e là lo spargo ...

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  5. Alceste, ....grazie di esistere.... e di scrivere
    Abbraccio

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  6. A proposito di concertone, c'é una canzone dei "Modena" che è proprio la summa del sinistrismo più osceno: vengono attaccati tutti gli impiegati e lavoratori autonomi, indicati (a ragione) prima come craxisti e poi come leghisti. Quella canzone ha il pregio di svelare l'ideologia di questi immondi esseri "de sinistra": loro, che sono artisti, stanno col "popolo" (che è quello dei cessi sociali, mica gli operai), anche se sono miliardari. Architetti, dentisti, impiegati, agricoltori, commercianti e via discorrendo sono i cattivoni. Ormai per il "sinistro" ho solo ribrezzo, si tratta della peggior categoria esistente, il parassita che ha il diritto di esserlo in quanto "buono" (mentre i parassitati sono "razzisti"). Scusa Alceste lo sfogo un po' fuori tema (ma nemmeno troppo), ma davvero questa gentaglia che imperversa dappertutto, intossicandoci con la propria "apertura mentale" pagata profumatamente con il portafoglio altrui, sembra davvero senza la più blanda forma di ritegno.

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  7. Artisti milionari volevo dire, non miliardari. I miliardari sono quelli che sostengono queste porcherie e tutto l'ambaradan sinistro(nzo) (giornali, programmi televisivi, riviste, film con sprazzi di lgbt...). Infatti De Benedetti, Farinetti, Toscani, Illy... sono tutti progressisti (appena uno esce dal seminato, come aveva fatto anni fa Barilla, deve cospargersi il capo di cenere).

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  8. La così fetta sinistra italiana è ormai irremediabilmente schizofrenica e bipolare al punto di aver elevato la propria ipocrisia quasi a valore. Votano i Bertinotti al cashmire per una vita e adeguano i propri pregiudizi,in questo caso pauperistici, all' occasione mondana di turno. Avrebbero criticato allo stesso modo la loro icona Ambra se si fosse presentata con uma magliettaccia da bancarella ad un qualche appuntamento istituzionale. Si aggrappano a stereotipi ridicolmente inattuali, cianciano a vuoto e l'eco prodotto da quello stesso vuoto da loro una fugace impressione di profondità. Si sentono, conseguentemente, dei giusti.

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  9. Stefanov ed Enrico Kilombolas:

    La cosa incredibile di questi "sinistri" (li chiamo così per distinguerli dai socialisti di una volta) è che, come scrive Enrico Kilombolas, sono bipolari: da una parte appoggiano il capitale, dall'altra fanno i verginelli (ma, come disse Shakespeare, sono baldracche sfondate).
    Chi non appoggia il capitale è mantenuto quale parassita (e solo a questo prezzo può contestare la Angiolini).
    E poi non sanno suonare ... un dodicenne al pianoforte si esibisce con più grazia di tali strimpellatori.

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  10. Non mi accanisco sulla parte musicale (cito solo en passant un estratto dal film su Tony Scott di cipri e maresco in cui un jazzista romano intervistato dichiara -a proposito della scena musicale dei 60-70-: "all'epoca tutti facevano i pezzi e poi bastava che li chiamavano "ballata per il compagno x" e giù applausi...Tony sta cose nun le faceva", ecco, oggi è peggio).

    La parte morale del sinistro è devastante, è peggio che contraddittoria.

    Prendiamo Uber: Uber è l'espempio perfetto (purtroppo non solo nella nostra Italia). L'utente di Uber non prende Uber solo perchè costa di meno, no, lui-lei prende uber perchè i tassisti sono (tutti): maleducati, sporchi, rozzi, volgari, truffaldini...e le tassiste donne? Qui il sinistro/a va in tilt (vorrebbe dire "poracce" ma non può).
    Fosse solo competizione sleale sarebbe facile...invece c'è di più.

    E Uber? Uber è uno di noi, è pulito, è educato, ti mette il jazzetto, uber è uno studente che arrotonda, un magrebino che ti racconta dei suoi piatti tipici, lo pagano poco? Che gli (o meglio "mi") importa? Lui si è adattato, mica come quei rozzi schifosi...

    Il giudizio è morale...questi sono i sinistri...

    I socialisti di ieri erano progressisti nel vero senso, gente che voleva cambiare, andare avanti. Sabagliando forse anzi sicuramente, ma era un'altra pasta.
    Qui non c'è solo il sovvertimento ma anche lo sfogo di una morale bigotta (non sana e non cristiana, bigotta) per troppo tempo repressa (repressa appunto per poter essere kompagno/a).

    Saluti

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    1. I tassisti e i bottegai sono evasori fiscali.
      Tutte le partite IVA sono criminali.
      Sinistro significa lavoro statale, parastatale o parassitario. Io non ne ha mai visto uno sudato.

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  11. http://www.linformale.eu/politico-norvegese-stuprato-da-richiedente-asilo/
    Leggi qua Alceste: i sinistronzi scandinavi sono più coerenti, non lo mettono solo nel deretano agli altri, ma lo prendono anche loro (letteralmente). Ormai non ha nemmeno più senso fare del sarcasmo su queste cose, dato che la realtà supera abbondantemente la fantasia.

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  12. Stefanov:

    Animo, vedrai che la situazione peggiorerà ancora ... ci sarà da ridere assai ... voleranno cetrioli ... nel più completo silenzio dei lobotomizzati, ovviamente.

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  14. Per Stefanov

    NORMANALITA' è il titolo del mio prossimo articolo.

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  15. Sinistronzi... sempre grandissimo Alceste. La qualita' letteraria dei tuoi scritti e' immensa. Tornando su questa immonda pestilenza umana, sono come la merda nel film "le 120 giornate di Salo'" del citato P. In alto i cuori!

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Siate gentili ...