Roma, 10 luglio 2018
Dicono
che l’Italiano è scontento. A me non sembra. L’Italia brulica,
certo, di uomini livorosi, che sentono l’ingiustizia sulla loro
pelle, ogni giorno, e, perciò, odiano. Eppure, a parte qualche
filippica e qualche travaso di bile, spesso espettorato in situazioni
al limite dell’esasperazione (file negli uffici pubblici deserti di
personale, mezzi pubblici soffocanti e rigurgitanti di abusivi del
mezzo pubblico, traffico incandescente su raccordi e consolari), non
si notano empiti di rivolta autentica. Le parole, anche le più
virulente, cadono nel vuoto; e per vuoto si intende la qualità
dell’incorporeo: non c’è nulla, dico: nulla, che filtri questi
umori e li materializzi in un gesto assieme materiale e simbolico in
grado di mettere a disagio il potere.
Drumont, un vecchio matto, diceva: “Soltanto pochi anni fa c’erano dei realisti, dei bonapartisti, dei repubblicani, dei radicali; c’era un partito socialista che aveva a capo uomini di valore. Tutto ciò si è volatilizzato, polverizzato, atomizzato. Noi assistiamo a questo strano spettacolo: un paese in cui tutti i cittadini sono divisi e dove non si vedono più né partiti, né capi di partito. Abbiamo la discordia dell’impotenza e l’odio nel vuoto”.
Residua, quindi, un pulviscolo litigioso che non riesce a diluire l’amor proprio in un più vasto sentimento di amor comune, di amor patrio. Il pensiero 876 di Giacomo Leopardi, questo formidabile osservatore imbevuto di classicità: “… amor di patria … si trovava in ciascun individuo … che calore in difenderla, in procurare il suo bene, in sacrificarsi per gli altri … Osservate i nostri tempi. Non solo non c’è più amor patrio, ma neanche patria. Anzi neppur famiglia. L’uomo … è tornato alla solitudine primitiva” individua con esattezza la regressione sociale in atto nel mondo moderno. E cosa significa tornare alla solitudine primitiva? Equivale a cadere nell’egoismo estremo, ovvero nel solipsismo per cui la propria individualità esaurisce il mondo e la conoscenza; oppure nello straniamento, in una sorta di autismo per cui la realtà esteriore gira a velocità impazzita e incomprensibile. L’unica via sarebbe adeguarsi … non è sempre possibile, tuttavia; per inclinazioni, gusti individuali, studi, esperienze. E allora si diviene altezzosi o misantropi; o si esiste, semplicemente, vegetando, un giorno dopo l’altro; oppure si persegue inconsciamente il proprio suicidio: i cosiddetti femminicidi, o gli omicidi-suicidi, la droga, le perversioni estreme sono tutti segni della dissoluzione infelice.
Drumont, un vecchio matto, diceva: “Soltanto pochi anni fa c’erano dei realisti, dei bonapartisti, dei repubblicani, dei radicali; c’era un partito socialista che aveva a capo uomini di valore. Tutto ciò si è volatilizzato, polverizzato, atomizzato. Noi assistiamo a questo strano spettacolo: un paese in cui tutti i cittadini sono divisi e dove non si vedono più né partiti, né capi di partito. Abbiamo la discordia dell’impotenza e l’odio nel vuoto”.
Residua, quindi, un pulviscolo litigioso che non riesce a diluire l’amor proprio in un più vasto sentimento di amor comune, di amor patrio. Il pensiero 876 di Giacomo Leopardi, questo formidabile osservatore imbevuto di classicità: “… amor di patria … si trovava in ciascun individuo … che calore in difenderla, in procurare il suo bene, in sacrificarsi per gli altri … Osservate i nostri tempi. Non solo non c’è più amor patrio, ma neanche patria. Anzi neppur famiglia. L’uomo … è tornato alla solitudine primitiva” individua con esattezza la regressione sociale in atto nel mondo moderno. E cosa significa tornare alla solitudine primitiva? Equivale a cadere nell’egoismo estremo, ovvero nel solipsismo per cui la propria individualità esaurisce il mondo e la conoscenza; oppure nello straniamento, in una sorta di autismo per cui la realtà esteriore gira a velocità impazzita e incomprensibile. L’unica via sarebbe adeguarsi … non è sempre possibile, tuttavia; per inclinazioni, gusti individuali, studi, esperienze. E allora si diviene altezzosi o misantropi; o si esiste, semplicemente, vegetando, un giorno dopo l’altro; oppure si persegue inconsciamente il proprio suicidio: i cosiddetti femminicidi, o gli omicidi-suicidi, la droga, le perversioni estreme sono tutti segni della dissoluzione infelice.
E però la maggioranza è rifluita con mitezza da pecora nella nuova solitudine primitiva. Gli piace, forse. In cosa consiste la solitudine primitiva? In un edonismo a bassa tensione, ove l’individuo rinuncia di spontanea volontà (così egli crede) a qualsiasi definizione sociale e umana pregressa, rendendosi indistinto e parte di una comunità fallace; una solitudine ricca di agi (così egli crede) ove tutti i rapporti sono resi comodi dall’entità superiore capitalista e racchiusi in pochi click: rapporti di lavoro, affetti, mestieri, talenti, arte. La comodità è la parola chiave. Il divano la seconda parola chiave. “Comodamente” è avverbio decisivo dei tempi nuovi. Persino le banche divengono “amiche”. Con un click, dal proprio smartphone, comodamente seduti sul proprio divano. Di recente conio è “Easybank” o “Buddybank”: buddy, amico, anzi: amicone, l’amico del cuore, quello che non tradisce, quello da pacca sulla spalla. I mestieri e i talenti? Lo stesso. Con comodi click diventerete quello che vorrete: cantanti, ballerini, pittori, indossatrici e quant’altro. L’esperienza insegna: quello non era nessuno e adesso … a diciott’anni, è milionario … e che ci vuole a ballare così, dipingere così, cantare e suonare così …
La
solitudine del primitivo consiste nella placida accettazione di tali
menzogne.
La qualità va a picco? Non c’è problema: basta annientare il ricordo e innescare la grancassa per l’ultimo film, l’ultima canzone, l’ultimo ritrovato, l’ultimissimo spetezzo che ci propinano. Young Signorino? Va benissimo, tanto chi si ricorda più gli Area o Battisti? Fedez, da ascoltare in MP3, con cuffie da dieci euro, o auricolari da due euro, cinesi, in modo da non capire un acca di ciò che si ascolta e l’unica cosa che rimane in mente è un ritornello indegno pure dei Baci Perugina, ma buono per il tam tam.
“Comodamente” si rimorchia pure, con un click. Ci sono app per invertiti, pervertiti, per scorfani, per cuori solitari. Alla fine si rimedia qualcosa, lo scannatoio è salvo … solo che rimangono esclusi tutti quei tramestii intorno all’amore in cui, incredibilmente, l’amore, di fatto, consisteva. Personalmente, alle medie inferiori, ho mandato numerosi bigliettini d’amore, per interposta persona. Le risatine delle destinatarie si sprecavano, ma che importava? Bigliettini … ma che minchia ci scrivevo? Dovevo essere pazzo. “Mi piaci, vuoi metterti con me”, simili corbellerie. Alle elementari ero innamorato di una biondina, Rossana, molto ordinata e compunta. Alla fine delle lezioni, verso l’una e mezza, alcuni di noi, fra cui il misantropo che leggete, erano assegnati al servizio di vigilanza e sfollamento: muniti di una paletta di legno bicolore (costruita da sé stessi con legno, traforo e qualche vernice rimediata non so dove) si facevano defluire con regolarità le decine di classi e sezioni della scuola. La paletta sul rosso fermava i torpedoni degli alunni; girata sul verde li autorizzava all’uscita. Io ero assegnato al pianterreno. Prima o poi sarebbe arrivata lei, con i suoi compagni vocianti. Ero felice, davvero. La giornata passava in un attimo. Prime due ore di lezione, la ricreazione! Il consueto succo di frutta: distillato dalla mia vecchia, ovviamente! Succo d’arancia! Non si potevano sprecare soldi! E una fetta biscottata! Il cornetto-al-bar-cento-lire era sbraco trimalcionesco da primavera, quando le arance finivano il proprio corso naturale, assenti i discount … Altre tre ore e, finalmente, la corvée della paletta! Me ne importava assai del mondo quando avevo lei! Da vedere per cinque secondi, o di più: quindici, venti, sulla rampa delle scale, sempre la stessa, la classe bloccata dall’implacabile rosso che esibivo con voluttà: lei, molto linda, in grembiule bianco con fiocco azzurro, la frangetta color lino sugli occhi scuri, seri e un po’ melanconici, la cartella rigida, di un elegante marrone senape … e poi il verde della paletta: e la classe defluiva, e lei arrivava nei miei pressi … e, a volte, mi guardava pure! Ditemi se questa non è felicità, provate a negarlo.
Non si è mai stati tanto felici, di una felicità piena, irrefutabile, come quando non si conosceva nulla del mistero amoroso … e quando il mistero divenne impellente, e più scoperto, non si è mai stati così felici come quand’esso veniva ostacolato in ogni modo: dai genitori, dalle circostanze, dal destino. Gli innamoramenti, violenti e improvvisi, squassavano l’animo. Veri e propri incendi delle carni, e non è una metafora! La parola “comodamente” e “solitudine” non ci passavano per la capoccia. Le conquiste erano difficilissime, la solitudine impossibile poiché ogni tentativo passava per l’apprezzamento del gruppo di maschi in cui si militava, fra incitamenti, sghignazzi, allusioni e una concorrenza subdola, micidiale. Si fantasticava per giorni su una caviglia nuda, altro che pornografia! La linea del polpaccio agiva su recessi pleistocenici del paleoncefalo stimolando linfe e fluidi, istinti e muscoli. Erezioni gargantuesche, manifestazioni ferine, fumetti e calcio, in ogni declinazione, addolcivano la nostra esistenza, che si credeva, a torto, grama e limitata. Le estati passavano lente, senza denaro. Il denaro non era indispensabile, se ne poteva fare a meno, non veniva nemmeno cercato. Nei primi anni Ottanta insorsero i primi vizi edonisti: solo quelli chiamavano le prime somme, le prime diecimila; per delle sciocchezze, poi: riviste, stivali; fu allora che cominciarono lentamente a dilagare le “marche”: Adidas, Sergio Tacchini, Lotto, Ellesse, Fila … i primi timidi vagiti sobillatori di ciò che ci avrebbe risucchiato del tutto.
La politica era mezza morta, ma ci si credeva ancora. Si andava a messa e si votava democristiano; si adorava il duce e si era fascisti: si odiavano i fascisti e si era comunisti. Un vago torpore prendeva, però, i gangli dell’impegno sociale. Si era tali per inerzia, o eredità paterna, non per scelta propria. Si andava alla Festa dell’Unità per mangiare, a messa per chiedere la raccomandazione al parroco, si lisciava il busto del duce perché il comandante Tal dei Tali, fascistissimo, poteva ungere le ruote dell’arruolamento. Mani Pulite avrebbe finito per schiantare su commissione gli architravi marci della Repubblica; ci si ritrovò, quindi, non più per appartenenza storica, ma schierati su fronti già decisi dal potere. Il referendum di Mariotto Segni segnò il punto massimo di abiezione politica: un bel maggioritario all’americana, pasticciato come nostro solito, eppure … I due poli, un po’ vivacizzati dalla guasconeria del Piduista Gaudente, servivano un solo padrone, ma con soluzioni, drappi e urla di singolare forza mistificatrice. E ci si scannò per vent’anni mentre il Programma andava avanti indisturbato. Gli schianti si susseguivano: Jugoslavia, Iraq … il mondo nuovo si allargava, prosperando, e il denaro si trasformava sotto i nostri occhi di italianuzzi provinciali, da mezzo in unico fine, da marchetta reale in nodo scorsoio intangibile.
Drumont, l’Esecrabile: “Noi vogliamo spezzare questa feudalità nuova, così brutale, ma più codarda dell’antica, dalla feudalità dell’oro che è ben peggiore di quella del ferro. Noi vogliamo la riunione di una Camera di Giustizia che giudichi le operazioni eseguite da qui a cinquant’anni indietro dai Capi dell’Alta Banca Internazionale, e che faccia restituire alla collettività ciò che è stato rubato”.
E chi la spezza più la feudalità, non più codarda, bensì melliflua e ora addirittura amica, buddy. Se penso a tutte le invettive comuniste lanciate contro gli Agnelli … Agnelli Gianni, con quello stupido orologio sul polsino, Agnelli che insidia Monica Guerritore a sedici anni, Agnelli che si lancia dal suo yacht, cazzo al vento, nelle incontaminate acque di qualche inaccessibile paradiso tropicale … Zuckerberg, invece, si compra isole intere … viene da ridere e piangere … un usuraio come Zuckerberg, in fondo un amico, uno che “comodamente” ci mette in relazione con il mondo intero titillando l’amor proprio con i like, le foto, i cani col berretto, l’umanesimo da prestidigitazione … le campagne altruiste … una feudalità amica, comoda, da pace perpetua ... l’amor patrio distrutto, secondo Giacomo Leopardi, dall’amore universale … il passo l’ho citato in qualche vecchio post … non si può dire che Giacomino difettasse di preveggenza … gli mancava solo la parola: facebook … o qualcheduna consimile … ONU, NATO, UNICEF, FAO … “quando tutto il mondo fu cittadino romano, Roma non ebbe più cittadini …” ecco, ora l’ho ricordata … povero Giacomo, solitario e sperduto, a Napoli, senza amici e donne, e con quel vizio dei gelati che lo perse, letteralmente … Alberto Savinio, ovvero Andrea De Chirico, ci scrisse un bell’articolo … scandaloso … Il sorbetto di Leopardi … ove descriveva quell’anima geniale schiantata da “una leggera colite che i napoletani chiamano ‘a cacarella’ …”.
Insinuarsi dolcemente, spossessare ciò che è sempre stato nostro, ridicolizzare il sacro, il senso … in cambio di che? Di qualche monetina, della comodità, della pace da divano ... il mondo nuovo è liofilizzato, devitalizzato, bonario, pacioso … pace e bene …
Si può anche confrontare il Mondiale di Calcio del 1982 con questo del 2018. Mai viste partite così lineari e senz’anima. Arbitri ineccepibili. Campioni di cartone. Pubblico folto e di inattaccabile correttezza. Un successo. Di politica non si parla: è divisiva e non fa audience: Shaqiri e Vida son stati subito rimbrottati per le loro insorgenze nazionalistiche. Il passato deve passare, del tutto. Il VAR, dal canto suo, interviene, tutto a posto, nessuno si lamenta. Di ogni ciabattata possiamo seguire tutte le angolazioni e prospettive possibili, ventiquattro mi pare. La personalità dei giocatori, il loro fegato, la loro furia atrabiliare pare essere stata risucchiata da qualche marchingegno della bontà. Rimpiango Breitner, col suo barbone da professore tedesco di filologia, il perfido Stielike, Eder, quello brasiliano, dal sinistro affilatissimo: faceva cadere, da venti metri, un paio di guanti da portiere posati sulla traversa … senza toccare la traversa … il tappo Bruno Conti da Nettuno … soprannominato MaraZico … dopo che Gentile annullò i due sudamericani … ma queste scemenze già le ho scritte … mi sa che il 1982 fu l’ultima estate perfetta che passai … con la televisione in bianco e nero … ora c’è Neymar, un’altra truffa, Mbappé, l’eroe diciannovenne delle periferie parigine … chissà se vincerà la Francia, col suo eroe negher … o l’Inghilterra, mezza proletaria e mezza immigrata, in modo da rimpolpare abbracci europeisti messi temporaneamente in dubbio dalla Brexit … Brexit oggi a un punto morto … mi toccherà tifare i leopoldini belgi?
Messi, Ronaldo … pupazzetti … con quei capelli impomatati, i tatuaggi, le barbette, le sopracciglia delineate .. ma che gente è? Gente da venerare, comodamente seduti sul divano, mentre, con un click, si ordina la partita che si vuole …
Un bel racconto di Alfonso Bioy Casares, Esse est percipi, andava oltre: il campionato di calcio, seguito da milioni di argentini, discusso appassionatamente su giornali e gazzette, non esiste. Un inganno colossale. Non esistono i goleador, le azioni sulla fascia … un’invenzione totale, insomma, nonostante gli articoli, i titoli cubitali, le polemiche feroci: perché inscenare la farsa quando si può offrirne comodamente il simulacro? Se Adidas, Nike e Puma si accordassero sul campionato da format Big Brother come si accordano sui Palloni d’Oro? Trovereste il tutto scandaloso? L’evento sportivo come sceneggiatura. L’uovo di Colombo. Già questa edizione 2018 mette in sospetto, così asettica … non che me freghi qualcosa: lo sport come elemente unificante e sincero ha smesso da tempo di esser tale … e pensare che nel 1978 persino il fornaio si dilungava sui meriti di Borg a Wimbledon … ma allora il tennis lo trasmetteva la RAI, oggi no. Oggi si può ordinare esclusivamente con un click, da soli, comodamente seduti sul divano, previa smaterializzazione di qualche decina di euro digitali dal conto digitale di Buddybank … mentre si smanetta su facebook … di proprietà del proprietario di isole … l’uomo giovane, intercambiabile, scemo il suo, inutile, verde di dollari, amico di tutti, però … un filantropo. Amare chi ci uccide è il sogno del potere, oggi realizzatosi, comodamente seduti in poltrona.
L’amor proprio, naturale nell’uomo, impossibilitato a sublimarsi in un sentimento più vasto: il cameratismo, la Patria, la corporazione, il gineceo, la scuola, il sapere, degenera in una ricerca solitaria del piacere fine a sé stesso che, nel tempo, tragicamente, si avvita verso l’abisso: il piacere, staccato da ogni senso, chiama altri piaceri, verso l’abisso, la bàs. Inabissarsi.
L’unico tentativo di fuggire, in un mondo nuovo che non prevede scampo, è il distacco totale. Un buddismo rimodernato, che rinuncia a tutto: alla carne, anzitutto, alla convivialità, alla natura, all’arte. Un suicidio che assomiglia al primo, insomma, ma paludato con vecchi stracci. Già oggi un buon dieci per cento mi pare abbia rinunciato all’amore. In giapponese il fenomeno ha già un nome. Le passioni saranno estirpate con un click, a richiesta. Si morirà tappati in casa, vergini, gli schermi azzurrini che osservano una stanza, una vita da rampicante malaticcio: si muore, comodamente. Prevedo un nuovo lavoro: l’estrattore di salme. Nessuno rinnova più l’account dei social, o del calcio e di Rollerball; inutile aspettare che qualche vicino o parente segnali la presenza o l’assenza dell’interessato: la multinazionale, allarmata, spedisce, così, una mail automatica all’estrattore di salme che si reca al cubicolo d’alveare. Lì trova l’essere, comodamente seduto sul divano, bianchiccio, larvale, mezzo mummificato, i corn flakes in una ciotola essiccata, lo smartphone spento, nell’ultimo empito di collegamento all’Easy Bank, i visori fissi su Canal Xtreme … i costi dell’estrazione? A carico dello Stato Universale … nei corridoi silenziosi del policondominio, intanto, altri cadaveri, ancora in vita, attendono la futura estrazione … se ci fossero attori se ne potrebbe ricavare un film.
“Una società può nascondere per molto tempo le sue lesioni mortali mentre ormai è già morta e non le resta altro che essere seppellita”. La fin absolue du monde.
La qualità va a picco? Non c’è problema: basta annientare il ricordo e innescare la grancassa per l’ultimo film, l’ultima canzone, l’ultimo ritrovato, l’ultimissimo spetezzo che ci propinano. Young Signorino? Va benissimo, tanto chi si ricorda più gli Area o Battisti? Fedez, da ascoltare in MP3, con cuffie da dieci euro, o auricolari da due euro, cinesi, in modo da non capire un acca di ciò che si ascolta e l’unica cosa che rimane in mente è un ritornello indegno pure dei Baci Perugina, ma buono per il tam tam.
“Comodamente” si rimorchia pure, con un click. Ci sono app per invertiti, pervertiti, per scorfani, per cuori solitari. Alla fine si rimedia qualcosa, lo scannatoio è salvo … solo che rimangono esclusi tutti quei tramestii intorno all’amore in cui, incredibilmente, l’amore, di fatto, consisteva. Personalmente, alle medie inferiori, ho mandato numerosi bigliettini d’amore, per interposta persona. Le risatine delle destinatarie si sprecavano, ma che importava? Bigliettini … ma che minchia ci scrivevo? Dovevo essere pazzo. “Mi piaci, vuoi metterti con me”, simili corbellerie. Alle elementari ero innamorato di una biondina, Rossana, molto ordinata e compunta. Alla fine delle lezioni, verso l’una e mezza, alcuni di noi, fra cui il misantropo che leggete, erano assegnati al servizio di vigilanza e sfollamento: muniti di una paletta di legno bicolore (costruita da sé stessi con legno, traforo e qualche vernice rimediata non so dove) si facevano defluire con regolarità le decine di classi e sezioni della scuola. La paletta sul rosso fermava i torpedoni degli alunni; girata sul verde li autorizzava all’uscita. Io ero assegnato al pianterreno. Prima o poi sarebbe arrivata lei, con i suoi compagni vocianti. Ero felice, davvero. La giornata passava in un attimo. Prime due ore di lezione, la ricreazione! Il consueto succo di frutta: distillato dalla mia vecchia, ovviamente! Succo d’arancia! Non si potevano sprecare soldi! E una fetta biscottata! Il cornetto-al-bar-cento-lire era sbraco trimalcionesco da primavera, quando le arance finivano il proprio corso naturale, assenti i discount … Altre tre ore e, finalmente, la corvée della paletta! Me ne importava assai del mondo quando avevo lei! Da vedere per cinque secondi, o di più: quindici, venti, sulla rampa delle scale, sempre la stessa, la classe bloccata dall’implacabile rosso che esibivo con voluttà: lei, molto linda, in grembiule bianco con fiocco azzurro, la frangetta color lino sugli occhi scuri, seri e un po’ melanconici, la cartella rigida, di un elegante marrone senape … e poi il verde della paletta: e la classe defluiva, e lei arrivava nei miei pressi … e, a volte, mi guardava pure! Ditemi se questa non è felicità, provate a negarlo.
Non si è mai stati tanto felici, di una felicità piena, irrefutabile, come quando non si conosceva nulla del mistero amoroso … e quando il mistero divenne impellente, e più scoperto, non si è mai stati così felici come quand’esso veniva ostacolato in ogni modo: dai genitori, dalle circostanze, dal destino. Gli innamoramenti, violenti e improvvisi, squassavano l’animo. Veri e propri incendi delle carni, e non è una metafora! La parola “comodamente” e “solitudine” non ci passavano per la capoccia. Le conquiste erano difficilissime, la solitudine impossibile poiché ogni tentativo passava per l’apprezzamento del gruppo di maschi in cui si militava, fra incitamenti, sghignazzi, allusioni e una concorrenza subdola, micidiale. Si fantasticava per giorni su una caviglia nuda, altro che pornografia! La linea del polpaccio agiva su recessi pleistocenici del paleoncefalo stimolando linfe e fluidi, istinti e muscoli. Erezioni gargantuesche, manifestazioni ferine, fumetti e calcio, in ogni declinazione, addolcivano la nostra esistenza, che si credeva, a torto, grama e limitata. Le estati passavano lente, senza denaro. Il denaro non era indispensabile, se ne poteva fare a meno, non veniva nemmeno cercato. Nei primi anni Ottanta insorsero i primi vizi edonisti: solo quelli chiamavano le prime somme, le prime diecimila; per delle sciocchezze, poi: riviste, stivali; fu allora che cominciarono lentamente a dilagare le “marche”: Adidas, Sergio Tacchini, Lotto, Ellesse, Fila … i primi timidi vagiti sobillatori di ciò che ci avrebbe risucchiato del tutto.
La politica era mezza morta, ma ci si credeva ancora. Si andava a messa e si votava democristiano; si adorava il duce e si era fascisti: si odiavano i fascisti e si era comunisti. Un vago torpore prendeva, però, i gangli dell’impegno sociale. Si era tali per inerzia, o eredità paterna, non per scelta propria. Si andava alla Festa dell’Unità per mangiare, a messa per chiedere la raccomandazione al parroco, si lisciava il busto del duce perché il comandante Tal dei Tali, fascistissimo, poteva ungere le ruote dell’arruolamento. Mani Pulite avrebbe finito per schiantare su commissione gli architravi marci della Repubblica; ci si ritrovò, quindi, non più per appartenenza storica, ma schierati su fronti già decisi dal potere. Il referendum di Mariotto Segni segnò il punto massimo di abiezione politica: un bel maggioritario all’americana, pasticciato come nostro solito, eppure … I due poli, un po’ vivacizzati dalla guasconeria del Piduista Gaudente, servivano un solo padrone, ma con soluzioni, drappi e urla di singolare forza mistificatrice. E ci si scannò per vent’anni mentre il Programma andava avanti indisturbato. Gli schianti si susseguivano: Jugoslavia, Iraq … il mondo nuovo si allargava, prosperando, e il denaro si trasformava sotto i nostri occhi di italianuzzi provinciali, da mezzo in unico fine, da marchetta reale in nodo scorsoio intangibile.
Drumont, l’Esecrabile: “Noi vogliamo spezzare questa feudalità nuova, così brutale, ma più codarda dell’antica, dalla feudalità dell’oro che è ben peggiore di quella del ferro. Noi vogliamo la riunione di una Camera di Giustizia che giudichi le operazioni eseguite da qui a cinquant’anni indietro dai Capi dell’Alta Banca Internazionale, e che faccia restituire alla collettività ciò che è stato rubato”.
E chi la spezza più la feudalità, non più codarda, bensì melliflua e ora addirittura amica, buddy. Se penso a tutte le invettive comuniste lanciate contro gli Agnelli … Agnelli Gianni, con quello stupido orologio sul polsino, Agnelli che insidia Monica Guerritore a sedici anni, Agnelli che si lancia dal suo yacht, cazzo al vento, nelle incontaminate acque di qualche inaccessibile paradiso tropicale … Zuckerberg, invece, si compra isole intere … viene da ridere e piangere … un usuraio come Zuckerberg, in fondo un amico, uno che “comodamente” ci mette in relazione con il mondo intero titillando l’amor proprio con i like, le foto, i cani col berretto, l’umanesimo da prestidigitazione … le campagne altruiste … una feudalità amica, comoda, da pace perpetua ... l’amor patrio distrutto, secondo Giacomo Leopardi, dall’amore universale … il passo l’ho citato in qualche vecchio post … non si può dire che Giacomino difettasse di preveggenza … gli mancava solo la parola: facebook … o qualcheduna consimile … ONU, NATO, UNICEF, FAO … “quando tutto il mondo fu cittadino romano, Roma non ebbe più cittadini …” ecco, ora l’ho ricordata … povero Giacomo, solitario e sperduto, a Napoli, senza amici e donne, e con quel vizio dei gelati che lo perse, letteralmente … Alberto Savinio, ovvero Andrea De Chirico, ci scrisse un bell’articolo … scandaloso … Il sorbetto di Leopardi … ove descriveva quell’anima geniale schiantata da “una leggera colite che i napoletani chiamano ‘a cacarella’ …”.
Insinuarsi dolcemente, spossessare ciò che è sempre stato nostro, ridicolizzare il sacro, il senso … in cambio di che? Di qualche monetina, della comodità, della pace da divano ... il mondo nuovo è liofilizzato, devitalizzato, bonario, pacioso … pace e bene …
Si può anche confrontare il Mondiale di Calcio del 1982 con questo del 2018. Mai viste partite così lineari e senz’anima. Arbitri ineccepibili. Campioni di cartone. Pubblico folto e di inattaccabile correttezza. Un successo. Di politica non si parla: è divisiva e non fa audience: Shaqiri e Vida son stati subito rimbrottati per le loro insorgenze nazionalistiche. Il passato deve passare, del tutto. Il VAR, dal canto suo, interviene, tutto a posto, nessuno si lamenta. Di ogni ciabattata possiamo seguire tutte le angolazioni e prospettive possibili, ventiquattro mi pare. La personalità dei giocatori, il loro fegato, la loro furia atrabiliare pare essere stata risucchiata da qualche marchingegno della bontà. Rimpiango Breitner, col suo barbone da professore tedesco di filologia, il perfido Stielike, Eder, quello brasiliano, dal sinistro affilatissimo: faceva cadere, da venti metri, un paio di guanti da portiere posati sulla traversa … senza toccare la traversa … il tappo Bruno Conti da Nettuno … soprannominato MaraZico … dopo che Gentile annullò i due sudamericani … ma queste scemenze già le ho scritte … mi sa che il 1982 fu l’ultima estate perfetta che passai … con la televisione in bianco e nero … ora c’è Neymar, un’altra truffa, Mbappé, l’eroe diciannovenne delle periferie parigine … chissà se vincerà la Francia, col suo eroe negher … o l’Inghilterra, mezza proletaria e mezza immigrata, in modo da rimpolpare abbracci europeisti messi temporaneamente in dubbio dalla Brexit … Brexit oggi a un punto morto … mi toccherà tifare i leopoldini belgi?
Messi, Ronaldo … pupazzetti … con quei capelli impomatati, i tatuaggi, le barbette, le sopracciglia delineate .. ma che gente è? Gente da venerare, comodamente seduti sul divano, mentre, con un click, si ordina la partita che si vuole …
Un bel racconto di Alfonso Bioy Casares, Esse est percipi, andava oltre: il campionato di calcio, seguito da milioni di argentini, discusso appassionatamente su giornali e gazzette, non esiste. Un inganno colossale. Non esistono i goleador, le azioni sulla fascia … un’invenzione totale, insomma, nonostante gli articoli, i titoli cubitali, le polemiche feroci: perché inscenare la farsa quando si può offrirne comodamente il simulacro? Se Adidas, Nike e Puma si accordassero sul campionato da format Big Brother come si accordano sui Palloni d’Oro? Trovereste il tutto scandaloso? L’evento sportivo come sceneggiatura. L’uovo di Colombo. Già questa edizione 2018 mette in sospetto, così asettica … non che me freghi qualcosa: lo sport come elemente unificante e sincero ha smesso da tempo di esser tale … e pensare che nel 1978 persino il fornaio si dilungava sui meriti di Borg a Wimbledon … ma allora il tennis lo trasmetteva la RAI, oggi no. Oggi si può ordinare esclusivamente con un click, da soli, comodamente seduti sul divano, previa smaterializzazione di qualche decina di euro digitali dal conto digitale di Buddybank … mentre si smanetta su facebook … di proprietà del proprietario di isole … l’uomo giovane, intercambiabile, scemo il suo, inutile, verde di dollari, amico di tutti, però … un filantropo. Amare chi ci uccide è il sogno del potere, oggi realizzatosi, comodamente seduti in poltrona.
L’amor proprio, naturale nell’uomo, impossibilitato a sublimarsi in un sentimento più vasto: il cameratismo, la Patria, la corporazione, il gineceo, la scuola, il sapere, degenera in una ricerca solitaria del piacere fine a sé stesso che, nel tempo, tragicamente, si avvita verso l’abisso: il piacere, staccato da ogni senso, chiama altri piaceri, verso l’abisso, la bàs. Inabissarsi.
L’unico tentativo di fuggire, in un mondo nuovo che non prevede scampo, è il distacco totale. Un buddismo rimodernato, che rinuncia a tutto: alla carne, anzitutto, alla convivialità, alla natura, all’arte. Un suicidio che assomiglia al primo, insomma, ma paludato con vecchi stracci. Già oggi un buon dieci per cento mi pare abbia rinunciato all’amore. In giapponese il fenomeno ha già un nome. Le passioni saranno estirpate con un click, a richiesta. Si morirà tappati in casa, vergini, gli schermi azzurrini che osservano una stanza, una vita da rampicante malaticcio: si muore, comodamente. Prevedo un nuovo lavoro: l’estrattore di salme. Nessuno rinnova più l’account dei social, o del calcio e di Rollerball; inutile aspettare che qualche vicino o parente segnali la presenza o l’assenza dell’interessato: la multinazionale, allarmata, spedisce, così, una mail automatica all’estrattore di salme che si reca al cubicolo d’alveare. Lì trova l’essere, comodamente seduto sul divano, bianchiccio, larvale, mezzo mummificato, i corn flakes in una ciotola essiccata, lo smartphone spento, nell’ultimo empito di collegamento all’Easy Bank, i visori fissi su Canal Xtreme … i costi dell’estrazione? A carico dello Stato Universale … nei corridoi silenziosi del policondominio, intanto, altri cadaveri, ancora in vita, attendono la futura estrazione … se ci fossero attori se ne potrebbe ricavare un film.
“Una società può nascondere per molto tempo le sue lesioni mortali mentre ormai è già morta e non le resta altro che essere seppellita”. La fin absolue du monde.
Non vorrei abusare di questo spazio caro Alceste, il punto e' che mi trovo sollecitato ad intervenire. Un pensiero mi viene: forse a pochi sara' dato di vivere pienamente. Come fu sempre, d'altronde. "Non date le vostre perle ai porci" disse un tizio molti anni fa. Cosa avra' voluto dire? Riguardo allo sport, gia' da tempo e' la somma distrazione per il gregge. Che sia realmente giocato oppure preventivamente sceneggiato oppure... totalmente costruito al computer (come tantissime cose che i TG o la "scienza" spaccia per vero), non cambia di molto la sostanza: panem et circensis! Dividi (anche con schieramenti di tifoserie contrapposte) et impera! Invero questi tempi, per chi ha il coraggio di seguire il proprio cuore e la propria mente, e di buttare nel ciarpame la propria "educazione", offrono opportunita' incredibili di comprensione del mondo in cui viviamo. Mondo che, come duemila anni fa, e' fondato sull'inganno e sulla violenza. Per chi ha il coraggio di guardare oltre i falsi schieramenti per esempio, i massonici mondiali di calcio in Russia dimostrano che il mondo e' tutto uno stage. Russiagate? Cazzate! Guerre tipo Siria? Scaramucce per mantenere vivo il dualismo, sacrificare a Moloc un bel po di innocenti e rifornire la Germania di ingegneri mediorientali. I video che mostrano i missili di Kim Jong Un? Dei mediocri lavori di computer grafica. Sapevate che "anche i cinesi sono andati sulla luna"? Forse no. I nostri media ben si sono guardati dal mostrare le ridicole immagini, i ridicoli cartoni animati cinesi dello "sbarco sulla luna". Trovate tutto su youtube. Ovvio, ai cinesi manca un Kubrik... Quindi, cosa e' questo mondo? 50 anni fa non eravamo migliori di cio' che siamo oggi: eravamo solo ingenuamente in una diversa fase del percorso che ci ha portati qua. Oggi gli Agnelli sono stati sepolti dagli Elkan. Misteriosamente tutti i rampolli di casa Agnelli sono "evaporati". Chi e' stato buttato giu' da un ponte... Ops, scusate. Vllevo dire: chi si e' suicidato buttandosi da un ponte, a chi e' venuto un cancro fulminante nel pieno della giovinezza e delle forze. Gianni Agnelli intuiva della fine che avrebbero fatto il suo impero e la sua famiglia? Nel bene e nel male di sicuro oggi siamo ad un giro di boa. Che dovra' essere spirituale o non sara' nulla. A noi non e' dato di tornare ad un'eta' dell'oro, e tutto questo non puo' essere fermato. Un caro saluto a tutti. Anonimo di nome R
RispondiEliminaPer Anonimo di nome R:
RispondiEliminaCapisco quello che vuoi dire: cerca di comprendere anche quello che intendo dire io, modestamente.
Il mondo è un inganno? Sì, forse.
Di chi? Del più forte intellettualmente.
Agnelli rifiutò la sedicenne? No? E allora gli muore il nipote a trent'anni e il figlio filoiraniano su cui spese solo parole di inaudito disprezzo.
Vennero gli Elkann. E allora? Margherita Agnelli pagò la sua scelta.
Si può dire di no a questo mondo?
Se mi offrissero centomila euri per abbandonare questo blog cosa sceglierei?
Il sì o il no?
Se rifiuti Dracula con un no il Principe delle Tenebre non può entrare nella tua stanza qualunque sia la Sua potenza.
Dici sì o dici no?
Ricordiamo le tre tentazioni nel deserto. Cosa rispose l'Ebreucolo?
Per il resto (cinesi sulla luna e quant'altro) non so cosa dire.
Idem capisco. Personalmente cerco di decifrare la vita e dargli un senso. Di sicuro non ho la verita' in tasca e non pretendo di averla. Mi pare di avere intuito delle cose e semplicemente le giro. Pero' i cinesi sono gustosi da vedere. Avevo 4 anni quando per tv hanno trasmesso "lo sbarco sulla luna" made in Kubrik (basta solo grattare un po e viene fuori la madre di tutte le truffe). Quelle trasmissioni mi folgorarono. Volevo fare l'astronauta da grande. Poi una passione smodata per la fantascienza, e un distacco dal reale e dalla tradizione. Poi ho capito che era tutto ciarpame. La cosa riguarda me, ovvio, su un piano personale. Un caro saluto. Anonimo di nome R
RispondiEliminaCiarpame di propaganda, e va bene.
EliminaChe sia una truffa ancora esiterei. Ciò che mette in sospetto, forte, è una cosa semplicissima: Hollywood non ama lo sbarco lunare. Parla di avventure nello spazio, ma di quella no. Anche i servi (Rai, Mediaset, Sky) sono restii alla grancassa. Sembra quasi che la vicenda li infastidisca ...
... riguardo a Giovanni Agnelli, egli frequento' assiduamente certi ambienti, quindi non poteva non sapere cosa sarebbe successo all'Europa e all'Italia. Quindi anche alla sua azienda. Provo' a resistere? Capi' tardi? Opero' al soldo del nemico? Fu solo un bicchiere di cristallo in una stanza di elefanti? Chi lo puo' sapere? Di sicuro fu sconfitto. Un caro saluto a tutti. Anonimo di nome R
RispondiEliminaAgnelli ha appena speso 112 milioni di euro per uno di cui pupazzetti scalcianti. E il popolo plaude gaudente e orgoglioso di tanta generosità.
RispondiEliminaPanem et Circenses, mi pare si dicesse. Che oggi sia in 4k HD cosa cambia?
Niente cambia, ma prima si intortava un milione di plebei, oggi 8 miliardi.
EliminaComplimenti per l'articolo, davvero. Di certo nel 1963 la gente non era "migliore" in senso assoluto rispetto ad oggi. Però è chiaro a tutti che i rapporti umani nel mondo contemporaneo sono radicalmente cambiati. Mi ricordo un commento di Mario Rigoni Stern il quale raccontava che un tempo sui treni la gente si parlava, cantava addirittura. Questo si portava dietro un mondo intero che oggi non c'è più. È bene? è male? È così. Io non credo si tratti di semplice nostalgia dei tempi andati, credo che in un certo modo "semplice" di vivere, che ha retto fino a un certo punto, si nascondessero degli elementi più autentici, che permettevano, connessioni, approfondimenti che in questo momento storico non sono più possibili. Era ancora presente un riverbero di "sacro" che in un angolo della tua testa di poneva dei limiti, ma in tutto, i limiti erano anche nei giochi che facevamo per strada...La comprensione del mondo in cui viviamo non può prescindere da una base solida, rispetto degli altri, senso del limite, senso del mistero, sacrificio, empatia...tutte cose, concordo, in gran parte dissolte. Il grande problema è che non sono state sostituite con altro.
RispondiEliminaSi, abbiamo infinite possibilità di reperire informazioni, ma questo non è detto che sia un bene.
Poco tempo fa ho assistito a un incontro dove si parlava di organizzazione aziendale, per farla breve viene fuori che il relatore, consulente presso grandi aziende, ha preso come esempio di organizzazione perfetta quella dei conventi benedettini dove si segue la regola di San Benedetto. (Benedetto ad es. inventò il concetto di "vision" e di "mission"...guardate, cose da non credere...).
È un piccolo esempio solo per dire che non si tratta di essere nostalgici (a volte si certo) quando si commenta il passato, ma che in molti casi "modelli" escogitati addirittura centinaia di anni fa possono essere tranquillamente adattati ai tempi contemporanei, con tutt'altro spessore rispetto a tanto ciarpame odierno. Ma questo oggi in genere non è più possibile, perchè, come sappiamo, per il pensiero corrente tutto ciò che riguarda il passato ha a che fare "l'ignoranza", se non addirittura con la superstizione. Contano solo ricerca e progresso. Un pò poco, mi sa. Grazie e un saluto cordiale.
Anche il centralismo del PCI era più efficiente della democrazia. Per dirne una. Oggi si giudica positivo un fenomeno solo perchè arrivato per ultimo. Occorre riconoscere nei nostri tempi un regresso, scientifico e antropologico. La nostalgia viene da qua.
EliminaIo tifo Croazia. Ho visto giocare la Francia, e neanche allo Zoosafari di Fasano ci sono così tanti oranghi. Nel frattempo Nantes è stata messa a ferro e fuoco dai Neanderthal. L'Europa è diventata il pianeta delle scimmie.
RispondiEliminaLa romanità, la classicità greca, il rinascimento, tutto finito. Noi indigeni abbiamo fatto tanti errori, ma nelle mani degli scimpanzé non rimarranno neanche i ruderi.
Per Anonimo di nome R
RispondiEliminaRuggero Maria Santilli è un nostro ricercatore fisico di altissimo livello che ha lavorato per la NASA negli USA. Non è un prezzolato, ha scritto tre volumi contro il monopolio ebraico della fisica e numerosi articoli che puoi trovare qui http://www.i-b-r.org/Ruggero-Maria-Santilli.htm Ha lavorato con progettisti ed è stato esperto di carburanti all'idrogeno di frontiera, conosceva molto bene la storia dei limiti della scienza, via via superati, in merito ai voli extraplanetari e ad elevata quota (tecnologia stealth) Ha potuto incontrare e confrontarsi con molti degli scienziati coinvolti nel progetto Apollo. Tieni presente che ha sempre preferito il lato ingegneristico della fisica, l'applicazione alla teoria che pur non è mancata nei suoi rigorosi studi di meccanica quantistica e adronica. La tecnologia era topsecret nel '69, ma lo era anche precedentemente, come topsecret sono stati per anni i suoi risultati usati dalla NASA per i vettori, come lo Shuttle, sottoposti a censura verso i media. Lui stesso lo ha sostenuto più volte. Durante la Guerra Fredda prosperava lo spionaggio internazionale aereo e satellitare, sarebbe stato fondamentale da parte dei Russi, il giorno dopo l'eventuale falso sbarco, informare tutto il mondo. Chiediti perché non è stato fatto e l'URSS poteva farlo senza problemi visti gli Sputnik che orbitavano nell'esosfera.
Per Poliscriba. Esiste la scienza ed esiste la scienza teoretica. Sono due cose che non c'entrano niente l'una con l'altra. Oggi l'uomo della strada crede che la scienza teoretica sia scienza. Ma non e' cosi'. Eppure gli e' stato venduto questo. La scienza (quella vera, non quella teoretica) non e' complicata: basta usare il cervello. La vera difficolta' per l'uomo della strada e' di cominciare ad usare il proprio, di cervello. Non formule astratte di soloni accreditati scienziati. Non conosco la persona che mi indichi, ne i suoi studi e pubblicazioni. Il suo curriculum comunque sia e'... Illuminante! Io non credo piu' a niente che passa per Tv e che viene venduto come "verita'" dalle Accademie, soprattutto quelle scientifiche ed universitarie. Ho speso anni all'universita' per una laurea che ho bruciato. Con gioia. Oggi studio ed esperimento per conto mio e per mio diletto. Con metodo scientifico, ovviamente. Un metodo che consiglio a tutti. Il metodo scientifico si basa su esperimenti ripetibili. Tutto il resto e'... teoretica. Filosofia. Fantascienza. Religione. Ron Hubbard (Scientology) fu compare di merende di Parson, il fondatore della NASA. Entrambi amiconi di Crowley. Poi, prima di Von Braun (tecnologia nazista anni 40) gli americani non sono stati in grado di mandare uno sputo di razzo in aria. Quindi gli americani sarebbero andati sulla luna con la V2 nazista maggiorata dopo 20 anni la fine della seconda guerra mondiale? Con elettronica di bordo a valvole? Ridicolo solo crederci. Ti faccio una domanda Poliscriba, a cui, permettimi, do io la risposta. Tu, cosa ne sai del mondo? Risposta: come tutti (me compreso) del mondo tu sai solo quello che i tuoi occhi e i tuoi sensi hanno esperito. E forse neanche di quello al cento per cento sei certo. Per il resto ti devi fidare della TV, dei testi scientifici o religiosi, del Papa, della NASA, dei Russi, di Draghi, di un Guru. Anche dell'emerito dott. Santilli. La mia non vuole essere polemica. Semplicemente un invito ad ampliare lo sguardo della mente. Certo, il lavoro da fare e' durissimo, ma magari poi anche la ricompensa sara' grande. Un caro saluto a tutti, dott. Santilli compreso. Anonimo di nome R
RispondiElimina... inoltre, sempre per Poliscriba, non abbiamo UNA FOTTUTA FOTOGRAFIA REALE E AUTENTICA DELLA TERRA DALLO SPAZIO! Le foto dalle "missioni Apollo ecc." sono comprovati fotomontaggi! Le foto ufficiali della terra della NASA sono photoshop! E la NASA stessa lo ha ammesso. Negli anni le dimensioni dei continenti variano! La stessa NASA ci dice, per parola del suo responsabile immagini (non ricordo il nome ma lo trovate facilmente su internet e youtube) che, riguardo alle presunte foto della terra dallo spazio "it is photoshop, but it has to be". E' photoshop, perche' non puo' essere diversamente! Queste foto mostrano una terra perfettamente sferica, mentre oggi (sempre la NASA) ci dice che la terra ha la forma di uno "sferoide oblato"... cioe' avrebbe la forma, piu' o meno, di una pera!!!! La NASA oggi ci dice che non puo' piu' andare sulla luna "perche' i progetti Apollo sono stati distrutti... Fatemi capire: l'impresa tecnologica umana piu' incredibile e complessa della storia (e piu' costosa, soldi dei contribuenti americani) e questi hanno distrutto tutti i progetti? E dopo 50 anni, con tutti i presunti avanzamenti tecnologici del settore, "non riescono piu' a ricostruire la tecnologia"? La NASA oggi ci dice che sta studiando un modulo spaziale che "permetta di superare l'anello di VAN ALLEN, una cintura di radiazioni mortali che circonda (sembra) la terra e che si trova tra la terra (sembra) e la luna: dove cazzo era l'anello di VAN ALLEN durante le missioni Apollo? Finisco poi nel consigliare di guardare (su youtube trovate tutto e in inglese proprio tutto) le dichiarazioni circa l'aspetto dello spazio rilasciate dagli "astronauti" Apollo e ISS: chi dice che lo spazio profondo e' nero come la pece e chi dice che e' incredibilmente luminoso e pieno di galassie... Quindi? Sono capaci di mettersi d'accordo su come sia lo spazio? Infine, al di la dei soliti photoshop, io non ho trovato UNA FOTO REALE DEL SOLE PRESA DALLO SPAZIO! Mi fermo qui. Ricercate autonomamente e con cuore e mente aperti e disposti ad accettare anche l'inaccettabile, qualora si presentasse. Questo e' il solo consiglio che posso dare. Per il resto, io non ho nessuna verita' in mano, ma sia io che l'umanita' siamo in febbrile attesa una foto reale della terra e del sole (magari anche della luna) dallo spazio. Ma forse ci diranno un giorno che "le foto reali esistono ma sono top secret, e che e' per il nostro bene che ci hanno dato solo fotomontaggi e photoshop"... It is photoshop, but it has to be! Un caro saluto a tutti e chiudo quest'argomento per quel che mi riguarda. Da fanciullo sognavo lo spazio. Oggi lo guardo incuriosito. C'e' forse tanto da scoprire e che non ci viene detto. Anonimo di nome R
RispondiEliminaAnonimo di nome R
RispondiElimina"Ti faccio una domanda Poliscriba, a cui, permettimi, do io la risposta. Tu, cosa ne sai del mondo?"
Rispondo alla tua domanda, visto che mi hai tolto virtualmente la possibilità di replica e chiudo qui: preferisco la mitologia alla mitomania. Un caro saluto.
Ovvio non ho risposto per togliere a chichessia il diritto di risposta. Per il resto, invito chiunque all'uso libero e sfrontato del cervello. Viva il mito e abbasso i (glo)ballisti. Un caro saluto a tutti. Anonimo di nome R
RispondiEliminaSegnalo un'intervista interessantissima. La trovate su youtube:
RispondiEliminaI CONDOTTIERI DELLA DISFATTA. INTERVISTA A PIERO BARONI.
Studio del bianco
Un caro saluto a tutti. Anonimo di nome R