11 aprile 2020

Peace & Covid [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Siamo al prologo di un Nuovo Ordine Sparso.
Ci attende un secolo di presidi sanitari: ma dove cazzo sono tutte queste mascherine! Centinaia di milioni, l’oggetto più richiesto del pianeta, più prodotto, il nuovo feticcio.
Hanno visto containers, ne sono atterrati airbus stracolmi, carichi immensi fermi in dogane, o svaniti nel nulla... le han prese i Cechi … no! sono stati i crucchi, le mafie, i koala australiani superstiti dall’incendio che li ha quasi sterminati; qualcuno, forse un aviatore, le ha sostituite con straccetti per acchiappare la polvere … Another one bites the dust
Se tutto andrà bene, saranno a breve sdoganate e vendute al dettaglio a prezzi modici, financo date gratis.
Se tutto andrà male, come sembra il destino di questa mascherata universale, le pagheremo a caro prezzo e le dovremo sostituire ogni 4 ore, rifornendoci da distributori a colonna ai bordi dei marciapiedi, usando una comoda app come se si trattasse di una sosta in zona blu.
Eravamo noi quelli che il velo sulle donne islamiche è incivile.
Come non detto, eccoci tutti imbavagliati, incontaminati ... “starnutati” addosso e occhio al drone che ci scansiona la febbre … e un giorno la tachipirina sarà un’arma ribelle e illegale.
2020: è scoppiata la pace nel mondo.

08 aprile 2020

Pinzellacchere virali


Roma, 8 aprile 2020


I sopravvissuti (Survivors, 1975) fu un telefilm britannico di largo successo, anche in Italia. Trama: uno scienziato cinese pasticcia con il virus (dell’influenza?) in laboratorio, poi se ne va in giro quale paziente 0. Mosca, Berlino, Singapore, New York, Montreal, Roma, Atene, Madrid, Orly, Londra: le linee aeree diffondono il contagio in tutto il mondo. Il virus, mutevole, è incontrastabile; i milioni muoiono, Londra si riduce a una comunità di 500 individui. I sopravvissuti, in ragione di uno su cinquemila, sono costretti a rimedi neolitici. Il telefilm si compone di tre stagioni: di tredici episodi le prime due, di dodici la terza. Quest’ultima, la trentottesima quindi, si chiude con un fiat lux. Nelle Highlands, ove resistono circa 150.000 esseri umani, Alec riaccende la centrale idroelettrica. Highlands, le terre alte; Alec-Adamo, i centoquarattaquattromila della nuova Gerusalemme Celeste. Son tutte supposizioni velleitarie, le mie. Però gl’Inglesi, dal loro Impero in dissoluzione, sono latori d’una sapienza che li reca avanti cinquant’anni. Dobbiamo prenderli sul serio anche quando scherzano. Alcune profezie, infatti, se le portano nel sangue, inavvertite. Sono Isaia asintomatici.

La Monarchia Universale, alla quale si tende, mal si accorda con le analisi sull’America cattiva, l’Israele covo della giudaglia, la Russia perfida, la Cina formica assassina, l’Europa decadente. Le nazioni o gli aggregati di nazioni non contano nulla, sono espressioni geografiche. I rappresentanti nazionali, a qualunque livello, valgono solo quali manutengoli di concrezioni di potere apolidi. E basta. Di potere; il che implica posizioni dominanti anche economiche. Gli equilibri geopolitici, che fanno tanto leccare i baffi agli esperti del settore, sono la risultante delle forze in campo operate da tali grumi di potere sovrannazionali. La risultante delle forze applicate al sistema-mondo va nella direzione dell’omogeneità e della centralizzazione a livello mondiale. Sinarchia, mondialismo, globalizzazione. Ognuno, in tale fase, cerca di ritagliarsi un posto al sole contrattando strategicamente le condizioni migliori della futura Dittatura Panottica. Con le buone, le cattive; senza spargere troppo sangue, però. Con tremila morti si è ottenuta la resa del Medio Oriente, a esempio. Questo si chiama “dominare”. Qualcuno ancora pensa, in pieno 2020, che gli attacchi contro Afghanistan e Iraq siano stati recati dagli Stati Uniti d’America avendo quale comandante in capo il Presidente degli Stati Uniti d’America: roba da chiodi.

La legge nr. 225 sull’Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile fu approvata il 24 febbraio 1992. Il 17 febbraio 1992, una settimana prima, era stato arrestato Mario Chiesa decretando l’inizio della fine dei giochi post-1945.

05 aprile 2020

Resurrezione


Roma, 5 aprile 2020

Lo meritiamo. Sì, meritiamo che due commercialisti ci vengano a dire quali sono i nostri diritti e quali i nostri doveri, comprimendo i primi e ampliando i secondi, a piacimento. L’uno, un mediocre funzionario, l’altro un esserino dalla voce strascicata e annoiata d’eunuco bizantino. Giusto così. Tale farsa discende dall’umiliazione dell’intelligenza perpetrata attraverso decenni di deculturazione. Sostituita, l’intelligenza dei fatti, dai fatti nudi e crudi. Il ridicolo mattinale d’un dei due figuri, irto di cifre e dati incomprensibili, deprime ormai le giornate dell’Italiano medio. Ammesso e non concesso (io, almeno, non lo concedo) che siano veri, congrui e onesti, c’è da notare che i fatti, isolati, sono stupidi. Solo le migliori interpretazioni valgono; non c’è bisogno dell’assicurazione di Nietzsche per convincersene. Ma qui di interpretazioni, valutazioni, sistematizzazioni, non ce ne sono. Rileva solo la brutalità del numero grezzo, isolato, decontestualizzato e gettato in faccia alle passive platee dell’eterno presente. E così, in pieno 2020, in nome della sicurezza nazionale, due tizi che scambiano l’esofago per il piloro, hanno il potere di modellare la vita democratica d’una delle nazioni più avanzate del mondo. Su commissione, certo, però il Potere si concede ormai in tal modo. Le verità sono esposte in evidenza. L’assassino se ne gira coll’impermeabile insanguinato, lasciando impronte su tutto il mobilio poiché ha, nella manica, dell’impermeabile magari, polizia e giudici e politicanti. 

Costituzionalisti cercansi. Questa sciocca figura professorale, compiaciuta o altera, a seconda della complessione morale o del conto in banca (ingrassato, al solito, dai micchi italiani) presume sé stessa versatissima nelle fonti del ius patriae d’ogni tempo. Erudita, altresì, nelle pinzellacchere giuridiche che si celano negli interstizi della volontà dei Legislatori del 1946, sapiente nei cavilli, saputissima nelle gradazioni di decadimento gnostico-giuridico, dalla Costituzione ai regolamenti condominiali; e sofista puntiglioso quando ha convenienza d’esserlo, trasandato allocutore allorché il padrone ha voglia di manica larga. Questo causidico un tanto al chilo, incravattato come un salame e disponibile a tutto, persino a parlare dai più squallidi pulpiti televisivi, gode dell’assenza più formidabile. Dov’è finito? Lo cerco, da giorni, digitando su google il nome delle nostre glorie cattedratiche, così ghiotte, un tempo, a concionare le più esilaranti assurdità su referenda, riforme, abolizioni, competenze. Da google, che scioglie il passato e lo riordina sovieticamente a proprio piacere, escon fuori solo timidi spetezzi. I costituzionalisti s’adeguano alla nuova realtà: “Certo, potrebbe rinvenirsi un tale rischio, ma le procedure di bilanciamento assorbono come air bag costituzionali eventuali cadute nello stato d’eccezione. D’altronde, l’emergenza, caro signore ... ripeto, non esiste pericolo veruno ... come delineai nel mio Le fonti primarie, del 1998, esaminando le codificazioni austroungariche in tempi di sforzo bellico emanate dal von Kolovrat-Liebsteinsky che Lei ben conoscerà ...”. 

03 aprile 2020

Rovine cinesi [Ise]


Questa cosa notavo in Asia: quando una civiltà scompariva, le sue migliori vestigia restavano in quelle che un tempo sembravano le sue più insignificanti periferie
Ise

Per Chateubriand ‘tutti gli uomini hanno una segreta attrazione per le rovine’ ... Ma forse Chateubriand aveva torto, forse quell’attrazione e quel sentimento sono ... una peculiarità della cultura di tradizione europea ... per riassumere: in Cina le rovine di edifici del passato non hanno cittadinanza nella memoria culturale. Il pathos del trascorrere del tempo è espresso dagli oggetti di natura; quelli prodotti dagli uomini, una volta abbandonati, si diluiscono nellanatura e si confondono con essa; ma a questo punto, i simboli che la natura stessa offre per descrivere la decadenza, la rovina, l’irreparabile fluire del tempo sono sentiti come infinitamente più potenti, e occupano tutto lo spazio disponibile”.
Tali parole di Salvatore Settis, tratte dal catalogo Cina. La nascita di un impero, risalgono al 2006.
Egli instaura un parallelo fra i due imperi, il Romano e il Cinese, valutandone vari aspetti (la stabilità, a esempio) e soffermandosi, poi, sulla considerazione che occidentali e orientali hanno nei riguardi del fluire del tempo e della storia.
Dal 2006 sono passati secoli. L’Occidente è giunto al termine d’un processo di putrefazione nato nei deserti d’un illuminismo mendace che celebra continuamente trionfi: tanto da trionfare su sé stesso negando il proprio passato e un futuro qualsivoglia. La Cina ha accettato tutto questo, nel 1912, cinque anni prima della Russia. Nel comunismo, infatti, già brillano le medesime geometriche premesse del capitalismo. E oggi, lavato via l’ingannevole e folcloristico maquillage (protezionismo, liberismo et alia), che ha generato film, libri, vociferazioni e guerre buone per ammansire il gregge, Occidente e Oriente si specchiano l’uno nell’altro nuotando paralleli nel postcapitalismo definitivo, irreversibile.
Chiudiamo con una nota allegra, che comprenderete meglio dopo aver letto il pezzo di Ise (che ringraziamo). Nel 1950 uscì un memorabile raccontino di Damon Knight, Servire l’uomo (To serve man). Trama: i Kanamiti sono atterrati sulla Terra. Civiltà superiore, essi recano il progresso universale, totale. I benefattori interstellari aboliscono, con un colpo di spugna celeste, la malattia e la fame e la guerra. Il loro mondo incantato ammalia miliardi di esseri umani tanto che questi migrano, lentamente e irresistibilmente, verso il pianeta d’origine kanamita. Intanto qualche terrestre viene in possesso d’un libro capitale dei Kanamiti la cui scrittura potrebbe essere paragonata, da qualche zuzzurellone, al cinese. Il testo, tuttavia, resiste ai tentativi di decifrazione. Si viene, almeno, a capo del titolo, tradotto come: Servire l’uomo. Solo quando sarà troppo tardi ci si accorgerà che tale bibbia non è altro che un manuale di cucina che insegna, ovviamente, a servire l’uomo.

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Ise

Per capire un po' il rapporto dei cinesi col passato, la risposta che riporto più sotto, della mia amica M., cinese del Vecchio Ordine, è forse la migliore sintesi.
Tralascio invece quella della cinese del Nuovo Ordine a cui avevo chiesto, dato che forse la stessa incomprensione della domanda ha compromesso la risposta. Ella sembrava non ricordare neanche alcune delle maggiori devastazioni della sua città, Pechino, come le volte in cui i resti antichi trovati durante la costruzione dell’ennesima linea della metro, venivano tranquillamente ignorati e distrutti, perchè non potevano intralciare la velocità del progresso. Certo in superficie arrivavano solo le notizie di quelli “salvati”.
Le mura della città interna di Pechino furono abbattute già negli anni ’60 per costruire la metro che correva al di sotto di esse, seguendo la traccia del loro circuito perimetrico. Da allora lo scempio non si è più fermato. La distruzione è poi passata agli hutong, i vicoli caratteristici della Pechino antica, che ospitavano le siheyuan, caratteristiche abitazioni con cortile interno. Si tratta di edifici a un piano costruiti secondo rigorosi principi ispirati al Taoismo, il fengshui e varie “superstizioni” riguardo la protezione dagli spiriti maligni, l’armonizzazione dei 5 elementi et cetera.
Questi vicoli storici che si estendevano per chilometri e chilometri nella città, furono rasi al suolo in pochissimo tempo come in un bombardamento a tappeto. Negli anni 2000 ormai si abitava solo su grattacieli, i cosiddetti compounds che ho visto ora lodare in Italia: distretti abitativi recintati, con guardie all’ingresso e CCTV, per tenere tutti sotto sorveglianza. Ogni anno o quasi dovevo cambiare appartamento (e grattacielo) perchè l’affitto di quello in cui ero raddoppiava. Perchè raddoppiava? Perchè la distruzione del quartiere storico in cui si trovava era terminata; al suo posto era stato creato un quartiere artificiale di grattacieli, McDonalds’, grandi centri commerciali, fermate di metropolitana, enormi arterie stradali, tutto ammassato senza alcuna ricerca di armonia, rispetto della tradizione, vivibilità umana, effettive necessità, et cetera.
Ricordiamo che i primi miliardari in Cina son stati quelli del settore immobiliare: il cemento è stato l’oro del self-made man cinese. Ad un certo punto una rivista riportò il risultato di una ricerca scientifica in cui si definiva Pechino come un’area “non adatta alla vita”, testuali parole.
Questo “il modello” esteso al resto del territorio.

01 aprile 2020

Racconto poco serio su Principi e Corone in tempo di guerra o il trionfo della Cicoria [Il Fu Rabal]


Il Fu Rabal

1.
Il Principe Filippo, Duca di Edimburgo, qualche tempo fa, prima dell’incidente d’auto che ha complicato un poco il suo lento tramonto regale, espresse un desiderio: “If I were reincarnated I would wish to be returned to earth as a killer virus to lower human population levels”. Essendo lui il marito di quel gran pezzo di Regina che è Elisabetta II, il suo desiderio, che non è di un’altra categoria rispetto ai nostri, i quali valgono solo se espressi nel fuggente attimo del baluginio di una meteora e che possono riguardare solo piccole questioni personali, non certo i destini del mondo, ha avuto immediato ascolto nelle alte sfere celesti; Cherubini e Serafini, il Grande Architetto e il buon Lucifero si sono prontamente riuniti in conclave per decidere sul da farsi. “Immediato” ha un significato diverso Lassù, un loro conclave può durare diversi secoli del nostro tempo, tuttavia la questione, considerando il secolare e fedele servizio della casa Reale Inglese alla causa “divina”, è stata trattata con la massima urgenza, sua Maestà Lucifero stesso, tramite un decreto esecutivo che ha trapassato la burocrazia interstellare, ha accordato il nulla osta divino al desiderio principesco.
Fatto sta che il nostro buon Principe, che desiderava una reincarnazione, non era ancora morto al momento dell’editto. Che fare? Il buon signore della Luce ci pensa su, ma quello che è fatto è fatto e non si può disfare, qui è in gioco il prestigio del nuovo regno, che dopo tanti millenni d’attesa si è appena insediato … Il virus s’ha da fare, ora! Del resto, Filippo se lo è ben meritato, 90 anni di fedeltà assoluta contano assai … perché non conferirgli un ulteriore privilegio: reincarnarsi da vivo, la sua mente e la sua anima ancora ad abitare il corpo (seppur decrepito), e il suo spirito nel virus regale, ad aggiustare i torti e i malfatti della precedente gestione. Che il mondo sappia che il nuovo Signore è magnanimo e di larghe vedute e sa ricompensare a dovere i sui servitori, non risicato e severo come il predecessore.

28 marzo 2020

Indronati [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Lockdown. Quando ancora non vestivo i panni criptoeditoriali del Poliscriba, scrissi, come altri sproloquiatori seriali della blogosfera, che il mondo doveva essere azzerato, resettato.
Non mi ero reso conto che il Nemico tutto vedeva, leggeva, ascoltava.
Io mi ero fermato lì, lui è andato oltre, molto oltre, verso il confinamento sotto legge marziale … e l’arresto di tutto ciò che si muove sotto il sole … o quasi.

2011, annus horribilis. Usciva nelle sale il film Contagion diretto e sceneggiato da Scott Z. Burns, il produttore del documentario Una scomoda verità (2007) che regalò il Premio Nobel per la Pace ad Al Gore, nonché l’Oscar a Davis Guggenheim per la regia, in quell’occasione anche direttore della fotografia.
È l’anno in cui fu aperto il portale dell’Africa, divelto dalla falsa guerra civile libica imposta da LORO, così d’ora in poi li chiamerò gli architetti dei disastri che mantengono l’umanità nel caos perenne per poter strutturare il piano, qualunque esso sia, comunque venga chiamato o numerato: perché LORO adorano la numerologia, in special modo quella che rimanda alla ricchezza, ai fasti, all’aspirazione dell’eternità in questo mondo, all’estetica e alla bellezza narcisistica ben inscenata nel film La morte ti fa bella.
A noi lasciano la gematria o l’ isopsefia per trastullarci alla ricerca di segni… sogni… bisogni.

2007, l’anno del vero contagio. Tra febbraio e marzo del 2007 si rende noto al mondo intero che uno shock finanziario di proporzioni planetarie sta per abbattersi sulle banche e gli investimenti del pianeta.
Anche lì si era trattato di una pandemia: una truffa dal nome popolare, Crisi dei subprime, un virus inoculato nelle vene dell’economia reale, parliamo del mercato immobiliare, che non è mai stato sanato, il cui vaccino, fino a ieri, è stato il QE, l’elicopter money, l’emissione di moneta virtuale, di trilioni di euro e dollari, per drogare un mercato finanziario completamente stravolto dall’avidità umana: stessa cura che viene invocata a gran voce da tutti gli Stati infettati dal COVID-19.

26 marzo 2020

Il raffreddore di Reagan [James G. Ballard]


Roma, 26 marzo 2020

Di seguito un resumé del racconto di James G. Ballard Storia segreta della terza guerra mondiale (Secret history of World War 3, 1988), inserito nella riedizione italiana de La mostra delle atrocità (1990).
Vi si narra un episodio postmoderno, quanto probabile, in cui Ballard evidenzia, per usare le sue stesse parole, "il matrimonio fra ragione e incubo".
Ballard, che aveva previsto la presidenza Reagan con undici anni d'anticipo, qui si diletta nel resoconto d'un terzo mandato, immaginario e immaginifico. Eventuali agganci all'attualità sono a carico dell'intelligenza del lettore.
Intanto, in una città che registra ben 98 nuovi casi, mi dedico alla stampa del lasciapassare 5.0.

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James G. Ballard

Adesso che la Terza guerra mondiale è finita, e la sicurezza regna sovrana, mi sento autorizzato a esprimere la mia opinione su due importanti aspetti di questa terribile faccenda. La prima osservazione è questa: il confronto nucleare, che il mondo ha atteso e temuto così a lungo e che, tutti ne erano convinti, avrebbe dovuto distruggere ogni forma di vita sul nostro pianeta, è durato in realtà quattro minuti scarsi. Per quanto ciò possa sorprendere i lettori, la Terza guerra mondiale ha avuto luogo fra le 18.47 e le 18.51 ora standard orientale del 27 gennaio 1995. La durata complessiva delle ostilità, dalla dichiarazione formale di guerra del presidente Reagan, al lancio di cinque missili nucleari da sottomarini (tre americani e due russi), fino ai primi sondaggi di pace e poi all'armistizio concordato tra il presidente e il signor Gorbaciov, non ha richiesto più di 245 secondi. La Terza guerra mondiale era già finita prima che qualcuno avesse il tempo di capire che era cominciata. La seconda eccezionale caratteristica della Terza guerra mondiale è che io sono praticamente l'unica persona al mondo a sapere che essa ha avuto luogo.  Può sembrare strano che un pediatra della piccola città di Arlington, a pochi chilometri a est di Washington D.C., sia l'unico a essere al corrente di un evento storico di questa portata.  Dopo tutto, le notizie sull'aggravamento della crisi politica, la sofferta dichiarazione di guerra del presidente, e il conseguente scambio di missili nucleari, sono tutti fatti che il pubblico ha potuto conoscere grazie alle trasmissioni televisive diffuse in tutta la nazione. La Terza guerra mondiale non è stata un segreto. Ma l'attenzione della gente era rivolta a questioni più importanti ...

24 marzo 2020

Comma 22 (Andrà tutto bene)


Roma, 24 marzo 2020

"Dove sta andando?".
"A stampare il lasciapassare".
"Ha il lasciapassare?".
"No, mi sto
appunto recando a stamparlo presso un centro copie".
"Per andare al centro copie ha bisogno del lasciapassare".
"E proprio lì sto andando!".
"Dove sta andando?".


Titolo sublime: "Va a lavare la macchina nonostante il divieto da coronavirus".

Crescita esponenziale: se esistesse una crescita esponenziale della malattia, l'intera popolazione italiana sarebbe spacciata alla ventisettesima giornata. E come mai non lo è? Perché nessuno può impunemente lavare l'auto. Ringraziamo Voscenza.

Occhiuti esaminatori del complotto, gente che credeva ai Visitors o che Cristoforo Colombo fosse un rettiliano, è ora dolcemente rassegnata all'inevitabile. Non muove un alito. Come mai? Forse, ma è una mia debole supposizione, anche i fessi vantano una propria coerenza: micchi prima e micchi dopo.

Tutti a blaterare di Orwell. Poi, quando arriva, si parla d'altro.

Prima di leggere Orwell o Huxley si dovrebbe leggere Noi, di Evgenij Zamjatin. L'ho già detto? Pare di sì.

22 marzo 2020

L'invenzione di un'epidemia [Giorgio Agamben]


Traggo dalla rubrica "La Voce", curata dal filosofo Giorgio Agamben presso il sito della casa editoriale Quodlibet (https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-l-invenzione-di-un-epidemia), tali interessanti notazioni datate 26 febbraio. Rincarate, per chi voglia controllare, da un ulteriore articolo dell'11 marzo (https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-contagio)

Giorgio Agamben

Di fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo "non c’è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia", ma comunque "l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva".
Se questa è la situazione reale, perché i media e le autorità si adoperano per diffondere un clima di panico, provocando un vero e proprio stato di eccezione, con gravi limitazioni dei movimenti e una sospensione del normale funzionamento delle condizioni di vita e di lavoro in intere regioni?

21 marzo 2020

Immunità di gregge


Roma, 21 marzo 2020

"Ignobile plebaglia!" sbraita il Nerone di Ettore Petrolini nel più sincero incipit politico d'ogni tempo. E prosegue, rivolto al popolo in tumulto dopo il famigerato rogo della Città: "Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria!".
E dalle turbe gli rispondono: "Bravo!". E lui: "Grazie".
L'imperatore, quindi, rivolto alla corte: "È piaciuta questa parola, “pria”? Il popolo, quando sente le parole difficili, si affeziona. Ora glielo ridico!
E allora: “Più bella e più superba che pria!” “Bravo!!” “Grazie”.
Più bella e più superba che pr ...” “Bravo!!” “Grazie”.
Più bella e più superba che ... grazie” “Bravo!!!”.
Più bella ... grazie” “Bravo!!!”.
Bella grazie” “Bravo!!!!”.
Grazie!” “Bravo!!!!”.
E va avanti così, con Nerone che si prende un "bravo!" automatico a ogni sua mossetta. E allora sentenzia: "Lo vedi? Il popolo, quando s'abitua a di' che sei bravo pure che non fai niente sei sempre bravo!".
Il popolo si affeziona, evidentemente. A parole come "asintomatico", "crescita esponenziale", "immunità di gregge".