27 marzo 2023

Il dovere di essere reazionari


Roma, 27 marzo 2023

I funerali … il dovere di andare ai funerali … e sia! Poi, sbiaditi i commenti, i saluti insinceri, le stupidaggini sullo scorrere del tempo, ci si divide con un sospiro di sollievo. Parenti, amici, sodali sono ben contenti d’essere ancora in vita … rispetto al salmone appena interrato, s’intende … in realtà, lo annuso, assolutamente disperati quali gli eviscerati omarini postmoderni sono. La loro ansia di sfuggirsi l’uno con l’altro non è che la testimonianza di una asocialità e psicopatia indotta dal Potere cui pochi riescono a contrastare. Finita l’esibizione di cravatte e tailleur, le insinuazioni sulla vita privata altrui mascherate da premurosa cortesia (voglio proprio vedere come se la passa ‘sto coglione!), lo sbattere delle portiere, estremo fuoco artificiale del me ne frego, annuncia la smobilitazione delle mascherine. Le auto ibride scivolano senza suono, come le automobiline da scontro negli anni Settanta; i volti, intuiti dietro le trasparenze dei parabrezza, già riacquistano la normalità scipita e disperante dei giorni, cucchiaini da caffè che consumano esistenze prive di significato. Per conto mio, me ne scappo a piedi (dov’è la tua macchina? ... non c’è, sono venuto col 19 ...t’accompagniamo a casa? ... no, no... Alla fermata? ... no). Sgombrato il capannello, deposte le corone, già indistinguibile ciarpame, il cimitero del Verano riprende la consueta anomia. Lunghi viali rettilinei, desolati, edifici deserti fitti di loculi abbandonati, le luci tremolanti o spente del tutto, la vegetazione incolta, i larghi prati malmessi o circondati da transenne presso tratti di architetture crollate. Mi immetto in un largo viale che reca all’uscita sulla via Tiburtina. Sulla destra è l’altopiano del reparto Israelitico, anch’esso privo di alcun visitatore.
A livello del terreno alcune tombe dei primi del Novecento. Marmi, memorie, cippi. Così dovevano apparire ai viaggiatori le antiche consolari romane, affiancate da epigrafi e ammonimenti. Le vie che si dipartivano da Roma, l’Eterna, così perfette nella manutenzione e nella posa dei basoli, e simbolo della potenza e dell’organizzazione imperiale, si costituivano come straordinari memento mori.

Una teoria di nomi, date, speranze, afflizioni. Immagini di volti, alcuni conservati perfettamente a distanza di secoli. A ridosso della collinetta che risale verso i campi meglio tenuti, una lapide: Nina Levi, 1878-1899.
Nina. Forse Antonina?
Non posso rimanere indifferente. Ecco, ella mi osserva, da due secoli addietro; è fra noi. L’acconciatura gozzaniana, il collettino d’antan … la pudica ritenutezza, e il liquido scuro degli occhi che annulla le distanze; con noi discorre, ancora, familiare come i ritratti romano-egizi del Fayyum. L’amore dei genitori per la figliola, il dolore per la perdita: “Riposa Nina, riposa, caro angelo nostro, nel grembo dell’Eterno, tu, gioia strappata ai nostri giorni sulla Terra, riposa, gentile e casta fanciulla”. Le lettere incise con maestria, debitamente simmetriche, con ragionevoli sbalzi di dimensione fra i caratteri, a esaltare virtù della giovane defunta e invocazioni celesti. E quell’inciso, CONCORDIA DISCORS, tratto dall’epistola oraziana a Iccio: onde ammonirlo a non abbandonare la filosofia per la scabbia del lucro e dimenticare “quae mare compescant causae, quid temperat annum/stellae sponte sua iussaene vagentur et errent,/quid premat oscurum lunae, quid proferat orbem,/quid velit et possit rerum concordia discors”: cosa e chi governi il mare, le forze regolatrici delle stagioni o degli astri, perché s’oscuri la luna, quale il fine o la natura dell’armonia discorde delle cose.
Una famiglia ebraica cita un Romano imperiale che allude a un greco di Sicilia che anticipa di due millenni i concetti del cristiano Eliot: “reconciled among the stars”: poiché unica è la lingua, e occorre amarla a fondo per non infangarla, per comprenderne la portata.

In questa immagine purissima è condensato tutto ciò che occorre sapere sulla resistenza, sulla nostra etica, semplice e inflessibile. Opporsi al transeunte, alla sciatteria, all'oblio canceroso, al livellamento, alla globalità che spiana le differenze e il patrimonio dei popoli; selezionare, selezionare; rendersi indipendenti dalla moda, dai tempi; rigettare la moda e i tempi, continuamente definire, scavare nel senso delle parole, infinitamente adeguarle a una realtà di ricchezza infinita.

Henry Gee è un genetista, un evoluzionista darwiniano. Questo non mi disturba. Se proprio dovessi trovare qualcosa di scostante in lui, lo rinverrei nell’adesione, adombrata più che dichiarata, all’antispecismo e nel tributo (inutile quanto goffo poiché non richiesto) a un vago ateismo. Sono peccatucci da poco, tuttavia, quasi delle tangenti che un autore scientifico deve pagare per non farsi squalificare alla partenza. La scienza attuale, infatti, è quanto di più intollerante sia mai apparso nella fugace storia del pensiero umano.

Ma torniamo a noi. Cosa dice Henry Gee nel libretto La specie imprevista. Fraintendimenti sull'evoluzione umana?

Sostanzialmente questo: “[L’]eccezionalismo umano … la tendenza a considerare noi stessi come il culmine inevitabile del cammino ordinato e progressivo dell’evoluzione [è] una concezione insostenibile … ammettere solo un percorso unilineare, in cui gli esseri umani moderni guidano una fila singola di progenitori, coerentemente ordinati in un crescendo progressivo di umanizzazione … [tale] concezione del progresso come processo orientato – da una pulsione innata, dalla superiorità di alcuni esseri o dal destino – si riduce a un nonsenso”.

Secondo Gee non esiste necessariamente un’evoluzione che rechi dalla semplicità alla complessità. A rilevare è esclusivamente una trasformazione dettata da una legge cieca e impersonale che induce o favorisce un essente a lucrare un guadagno minimo derivante dal rapporto costi-benefici: “Nei calcoli dell’evoluzione l’unica cosa importante è che i guadagni superino i costi, anche marginalmente – il che significa che se i guadagni saranno abbondanti, i costi saranno inferiori, ma solo di poco”.

E c’è di più. Molte volte questa trasformazione prevede una perdita. Un batterio, a esempio, si organizza in un’entità più complessa chiamata biofilm. Tale accrescimento di complessità dell'insieme, tuttavia, reca a una diminuzione di indipendenza del singolo oltre che a propria minore complessità, con relativo impoverimento rispetto a ciò che si era prima: "lo spirito dell'alveare" vanta anche i suoi svantaggi. I benefici e i costi sono in equilibrio delicatissimo: basta che i secondi superino i primi e si avrà, logicamente, una devoluzione; se i primi superano i secondi, invece, come nel caso degli uccelli che perdono la facoltà di volare, una "evoluzione" che contempla una perdita. Spiegare le ali, infatti, reca vantaggi, ma è assai oneroso; quando l’onere supera l’incasso evolutivo ci si libera volentieri di tale maestosità: “Che la forma degli uccelli sembri essere stata subordinata ai bisogni del volo è una prova dell’enorme dispendio energetico di questa abitudine. Non dovrebbe, quindi, essere una sorpresa … che gli uccelli s’industrino a perderla non appena se ne presenti l’opportunità”.

Non è un caso che la stragrande maggioranza degli enti siano unicellulari; non è un caso che le forme di vite maggiormente vittoriose siano parassiti o virus: “Queste creature … sono ridotte a pochi geni inseriti in una copertura di proteine. Non hanno enzimi digestivi, nessuna prospettiva di potersi procurare elementi nutrienti e assimilarli e nessun modo di riprodursi. Sono, in effetti, totalmente inerti, sino a quando non riescono a infettare una cellula  … o … qualcosa di più complesso, il che li mette in condizione di sequestrarne l’apparato biochimico per poter produrre altri virus”. I parassiti perfetti, i cosiddetti SINE, sono addirittura parassiti di parassiti; privi di geni, si riducono a quid inerti che s'attivano solo per chiedere d'essere accolti dall’ospite da parassitare; la complessità del SINE è, di fatto, pari a zero. Il SINE, metafora nemmeno troppo lasca dell'ometto futuro da cubicolo, tutto reddito di sudditanza e digitale, ci ammonisce sui destini dell’umanità.
A meno che non siate già condiscendenti alla vostra morte.

In ogni caso la linea della cosiddetta evoluzione, cioè della continua trasformazione non progressiva, è quella della minor resistenza: basata su banali calcoli  da economia di scala. Sbagliare tali calcoli equivale a estinguersi. Un SINE o un virus, ma anche una quercia o un bue non sbagliano: si adeguano, lasciandosi recare dalla corrente rapinosa. L’uomo, invece, ha l'onere della scelta, e la spada di Damocle dell'errore sulla propria testa. Decisioni sbagliate recano alla catastrofe, all’autoannientamento. L’essere umano vanta il privilegio di accedere volontariamente alla propria apocalisse.

E quale legge governa tale linea di minor resistenza? Una sola, la degradazione costante. L’universo, le costellazioni, la Terra, le virtù, ogni cosa procede verso la uno stato di minor forza e potenzialità; la dissoluzione. La vicenda cosmica, come intuì la Sapienza nata sotto il sole benigno del Mediterraneo, è la storia immane di una forsennata riorganizzazione per la sopravvivenza in un mondo sempre più spento.

Come può fare eccezione il nostro serraglio di disperati? Avere a disposizione e gestire un corpo e un encefalo permette certo d’intronarsi a signori di questo mondo; come ricordava, però, Eldon Tyrell a Roy Batty: voi consumate la candela della vita alle due estremità! Per questo brillate di luce doppia! L’essere umano, quindi, per far quadrare gli onerosi conti evolutivi, viene risucchiato continuamente dalla devoluzione e dalla semplicità: dall’Indifferenziato, dalla Bestia. Capite? Solo considerando questo si comprende l’eterna lotta che strazia gli uomini da sempre. Non è il Male a insorgere, né la Morte a ossessionarci davvero, ma questo richiamo ancestrale e cosmico che tutto vuole distruggere, livellare, devastare. La Bestia ci richiama dai cieli che abbiamo agognato per sprofondarci ancora nella melma. Essa sussurra: basta manie di grandezza, basta anfiteatri e fontane scintillanti; fatevi di nuovo piccoli, ominicchi, parassiti; faticherete meno, sarete felici, rinunciate alle guerre, alla lettaratura, alla scienza, all’arte! Basta sprechi, siate green anche nell’animo, eviratevi, cancellate il passato, rendetevi amorfi, vegetali o un paio di ruvide chele trascinate sul fondo dei mari; oppure arrendetevi a quella voglia che risale l’abisso: suicidatevi! Dice, infatti, l'ominicchio: basta dolore, contraddizione; pace, pace, pace! Siate uno, siate poco, siate nulla, finalmente!

Per contrastare il richiamo di Chtulhu, l’uomo escogitò, nel tempo, vari accorgimenti. Delegò la Sapienza ai pochissimi; assegnò le chiavi del fortino ai Santi; creò l’Arte e la Bellezza come motivo per restare nel cerchio di chiara luce dell’Essere.

La definizione, la solarità, ma anche la vitale barbarie son positive. La piattezza, il grigiore, la mancanza di gerarchia, l’indefinito: questo ci riconsegna al Nulla.

La lotta contro il richiamo della Bestia lo si può arguire in filigrana in ogni ambito dell’esistenza, persino il più sciocco. Il linguaggio. Umiliare le lingue nazionali a favore di un pidgin bastardo e poverissimo, annientare la ricchezza dei dialetti,  avvilire l’arte della scrittura – tutto questo equivale a una devoluzione verso l’Indifferenziato e la Bestia. Combattere invece per la maggior definizione dei concetti, per le sfumature, le nuances; incidere marmi tombali secondo le regole dei migliori scalpellini; rendere onore ai maggiori della tradizione letteraria; tutto questo consente di comprendere oggetti e fenomeni, di analizzarli con cura, di respingere l’assalto della Bestia che gorgoglia negli spazi interstellari.

Azathoth, il dio cieco e idiota, che gorgoglia demente al centro dell’universo: una metafora lovecraftiana assai azzeccata …

Piero Della Francesca, Omero e Alessandro Magno, secondo Henry Gee, sono il risultato di una evoluzione che è puro dispiegamento della vita, privo di fini, obbediente esclusivamente alla selezione naturale e sessuale che ricerca il miglior beneficio al minimo costo, acefalo, inconscio e senza la pur minima cieca ambizione di miglioramento. Il progresso, insomma, non esiste. Anzi, come suppongo, illuminato dal meschino cono di luce della mia abat-jour, credo ch’esista solo il regresso: la Regressione Universale. Eppure, eppure ... Piero Della Francesca e Omero ... come non vedere il miracolo possente prodotto dall'uomo per rimanere vivo tra i flutti ... rari nantes in gurgite vasto.

Vorrei, poi, liberarmi da un’impaccio goliardico. Qualcuno dirà: Darwin! Intelligenza col nemico ... sotto, sotto … agent provocateur … insinuantesi … non me la conta giusta … legga Sermonti! … anche Blondet estese … creazionismo … al che posso gentilmente obiettare,ora e una volta per tutte: Charles Darwin, l’inglese Charles Darwin, l’hanno letto in pochi ed equivocato in molti. I maggiori travisatori di Darwin coincidono, a volte, coi più accesi tifosi. Ciò accade perché gli hanno attaccato, al Darwin, suo malgrado, le palle di Natale dell’Illuminismo Progressista a cui il Nostro non pensava di certo. Palle, festoni e luminarie che l’hanno reso, decenni dopo la sua morte, accettabile dalla sedicente comunità scientifica. È, infatti, il luogo comune del progresso ad aver reso Charles Darwin una delle colonne concettuali del postmoderno. Si dice: “Darwin!  e subito viene alla mente la stupidissima processione simbolica, disegnata e ridisegnata su ogni sussidiario della Monarchia Universalis, in cui un irsuto scimpanzé arriva all’Erectus e quindi al Sapiens (sorta di energumeno barbone) e poi all’omarino attuale. Altri film positivisti esacerbarono ancor più l’equivoco: chi non ricorda 2001, film ispirato all’opera del pedofilo Arthir Clarke, in cui uno scimmione spacca crani su suggerimento del monolite del progresso … ove è incisa un’altra processione: 1 4 9 … come a dire: qui si avanza, ragazzi, secondo le magnifiche sorti e progressive … di Voltaire, e degli amici di Voltaire …

La verità è l’esatto contrario di ciò che afferma l’Illuminismo Nero. La vita sulla Terra, dal batterio al Cenacolo di Leonardo, da un atto luminoso di coraggio all’idea metafisica più raffinata, è un acquario di pesci boccheggianti che trasformano abitudini e comportamenti, o creano idee, abitudini e comportamenti, per sfruttare al massimo un futuro che ha sempre meno potenzialità. Si va avanti come un rivoletto d’acqua che trascorre lungo una superficie porosa: esso procede alla cieca, cerca di resistere più a lungo che può, improvvisando deviazioni, travolgendo piccoli ostacoli, dividendosi, riappacificandosi con altre linee. Finché, stremato, muore. Il disegno che ha creato in una questa sua breve, futile e disperata esistenza è il suo albero della vita. Né più né meno. L’uomo non fa eccezioni.

Cos’è l’uomo! Un essere complesso? Certo. Fornito di razionalità? Sì, indubbiamente. E il suo albero della vita qual è? Eccolo: un affresco di 35.000 anni fa in una grotta, cunicoli idraulici neolitici, pali di capanna pietrificati, piramidi verso la volta celeste, città turrite, un grido di guerra, la rotazione nelle coltivazioni, una colonna dorica, una rotonda mela, l’anelito all’invisibile, noi felici pochi; questo verso: “Dolce color d'orïental zaffiro”. E poco altro. Ogni passo in ciò che crediamo progresso (ce l'hanno venduto per tale) non è che l’ennesimo chiodo sulla bara. Solo il congelarsi dell’attimo eterno può salvarci dalla dannazione. Conservazione, rigetto del nuovo, reazione al cambiamento, cura delle ferite, adorazione della nuova cicatrice.

La vita, qualunque tipo di vita, dalla più meschina alla più complessa, nasce, si sviluppa e corre con il Nulla alle calcagna. Ogni suo rantolo, canto, sotterfugio, superfetazione, concrezione, è un cieco e disperato tentativo di sfuggirLe – tentativo lungo la linea di minor resistenza che, inevitabilmente, origina una perdita, pur nell’apparenza d’una gloriosa vittoria. L’atto della Creazione è perfetto; un infinitesimo dopo si degrada lentissimamente per l’opera del Verme Conquistatore.

Dici sempre le stesse cose! Sicuri? Ma la Verità è una. La Sapienza accorta variazione su un medesimo tema.

Nel resistere, quindi, sussiste l’unica etica. Resistere, creare bolle statiche, conservare, riandare al passato, accettare la novità con un’accortezza rapace. Essere sé stessi, in fondo, ciò che si è sempre stati, onorare la terra e il sangue. Sembra di sentire un fascista, un nazionalsocialista? No, è l’eterna ansia di sopravvivenza, non altro, che assume sempre forme diverse; colorita di fascismo, revanscismo, nazismo, sciovinismo, patriarcato tossico … da chi? Dai progressisti ubriachi di ogni risma, in sostanza dagli eterni eretici, dai dissolutori, i nani, i pazzi, la plebaglia scientista. Comprendere, ora, 2023, che la dialettica politica è totalmente vana … comprendere che ci si sta giocando la pelle, definitivamente: questo solo è importante.

E perché Dio ci avrebbe condannato? L’uomo, dunque, non fa eccezione? No, seppure si incarnò, fra noi, secondo le Scritture, 2000 anni fa, per ammonirci. Lei, dunque, caro Alceste, è cristiano? Sì, e anche di più di questo: mostro il terrore in un pugno di polvere, come ogni sapienza vera del mondo, e la perfetta consonanza fra le varie creazioni umane, l’una lo specchio dell’altra, biologia medicina filosofia teologia … comprendete che nulla vi salverà se non questa constatazione ultima?

Fra le insorgenze dell’evoluzione umana che cerca di sfuggire la distruzione ha grande parte la Bellezza. Se il Sapiente ha nascosto la Verità celandola nei recessi sublimi del misticismo; se il Santo l’ha cerchiata di difese celesti, è stata la Bellezza a salvare. Persino il povero Nietzsche, alla fine della sua danza sull’orlo dell’abisso, si arrese: la giustificazione estetica dell’esistenza. Furore, cenere: tanto gli rimaneva. E la verità, infitta nel profondo del cuore, a rivelarsi come un’accensione bruciante. Filosofare col martello, la bestia bionda, la gaia scienza … e tutto questo cosa contava oramai di fronte all’attimo perfetto? Sì, la vecchia Testa Matta comprese, infine: la circolarità che consente la persistenza nell’Essere … la definizione apollinea, severa, liturgica … la sospensione di tale stato per la lacerazione temporanea nel dionisiaco: Dioniso, ovvero l’Indifferenziato, il richiamo ancestrale che ci perde. A ricordare il pericolo sommo. La tragedia greca questo fu: la simulazione della caduta nell’Indifferenziato, il ritorno alla quotidianità, ora ben accetta, addirittura anelata. La liberazione folle dai lacci civili e umani, poi l’anabasi; Nostos, la Patria. Ulisse, Perseo, Teseo: uccisori dei mostri nel profondo. Quindi il ritorno in Patria, la Terra dei Padri, la fondazione della Città, la Riconquista, la Comunità, l’Arte.

E perché hai messo un’ebrea come immagine principale? Così, per dare fastidio ai reazionari da social. Quelli, come i liberalprogressisti d’ogni risma, non servono più, occorre gente di profondità metafisica, classicamente ben temperata, affinata da anni di fuoco purgatoriale, indifferentemente pronta per l’anacoresi metropolitana o la gola delle Termopili ... fascisti, liberisti e libertari, nazionalsocialisti da tinello, sinistrati, coristi da stadio parlamentare, democratici, non li sopporto più; è che mi stanno sulla strozza proprio i termini: lei è un fascista, un retrogrado, uno statalista! E cosa significa, di grazia? Nulla, non significa nulla. Per avanzare occorre perdere. Liberarci del ciarpame novecentesco così come dell’istinto rovinoso di considerarci migliori … estirparlo tale istinto, chirurgicamente, e suturarlo a filo triplo … non siamo migliori d’un vasaio di Samo che si affaticava sulla creta nel VI secolo a.C. … più organizzati e complessi, lo concedo, ma non migliori. Forse, a considerare la riuscita della specie nel suo complesso, addirittura peggiori. Se tale rivelazione risulta inaccettabile o controintuitiva è perché non la si considera abbastanza. Se il 2023, secondo gli illuministi da tinello sempre meno illuminati, è incontrovertibilmente un progresso rispetto al 1931 – bene questo, è un errore. Farsi più complessi non equivale a migliorare; ci si trasforma, sì, ma a costo di perdere alcune virtù che prima si possedeva; ci si riorganizza al ribasso: forse è tale la storia dell’evoluzione umana, il battito di ciglia dell’eternità. Bisogna anche liberarci del falso profumo di questa parola nefasta, evoluzione, dato che qui non evolve un bel niente, al massimo si trasforma … al ribasso come detto … e convincermi che Sanna Marin è più intelligente o felice o scaltra di un’ancella al servizio di Anna di Costantinopoli è difficile; impossibile, direi.
 
Anche il termine reazionario, a ben intendere, venne coniato per la fortuna dei qualunquisti a venire. Dimenticarlo è doveroso; vivere come tale essenza rimane, invece, doveroso.

72 commenti :

  1. Ogni volta che ti leggo mi apri l'anima e mi dai la forza di resistere, grazie.

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  2. 1 4 9 ... si avanza o si è circondati: i numeri triangolari mi hanno, da sempre, prodotto un senso di claustrofobia; come paragonarlo ad un pigreco: irrazionale, trascendente ! E i loro colori: senza sfumature, prevedibili quelli dei numeri triangolari, sempre diversi, infinitamente diversi, quelli di pigreco; pigreco è un buco nero, ma che poi diventa bianco, nel campo dei Reali. Ogni tanto cerco di immaginarmi la faccia di Pitagora quando ha scoperto che non poteva calcolare la diagonale di un quadrato di lato 1: altro buco nero generatore di infiniti altri buchi neri: hanno un bel da fare i Naturali, i Relativi, i Razionali, i Reali e i Complessi a cercare di mettere loro il sale sulla coda !!!
    Il mondo è uno Zero che ci vuol far credere di essere un Uno.

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  3. Citai giusto qui, qualche tempo fa, l'epigrafe incisa sua una lapide del Cimitero Monumentale a Firenze:

    Alfredo Alfieri
    Allievo dell'accademia militare
    nato a Napoli il 5 aprile 1900
    rapito all'adorazione dei suoi cari
    da fulmineo malore in Torino
    il 2 dicembre 1918
    alla vigilia della nomina ad ufficiale di artiglieria.
    Angelo di bontà fiore di gentilezza
    tesoro di affetto e di rare virtù
    luce sorriso e radiosa speranza della famiglia
    cui più non potrà arridere la vita.

    E dopo averla letta e riletta pensavo: come è possibile, davanti a questa lapide, restare fermi nella convinzione che i contemporanei siano italiani maggiormente evoluti rispetto a quelli d'allora?

    (Yaroslav)

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    1. Ora mi ricordo della tua segnalazione. Oltre che più intelligenti erano più vitali.

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  4. Le cose migliori da leggere su internet sono le tue e "la scure di Elia".
    Conosci quel blog?
    Credo ti piacerebbe.
    Sono scritti di tale don Elia.
    Credo si tratti di un teologo.

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  5. Ancora una volta confermo la stima nei tuoi confronti Alceste. Il miglior blogger d'Italia, l'ho sempre detto da quando ti ho scoperto qualche anno fa.

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  6. "insinuazioni sulla vita privata altrui mascherate da premurosa cortesia (voglio proprio vedere come se la passa ‘sto coglione!)"

    Ti leggo da anni perché traduci in parole i pensieri non ancora ben definiti nella mia mente...

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  7. Esimio e vitalissimo Alceste, profondamente grato e ri-sollevato dalla ruvida Grazia che instancabile offre la saluto e se possibile abbraccio. m.

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  8. Un’altra ebrea, Micòl Finzi-Contini, asseriva di aborrire il futuro “democratico e sociale”, preferendo di gran lunga il passato, “il caro, il dolce, il pio passato”. Igitur, l’allocco progressista Calvino inseriva Bassani fra i retrogradi nostalgici (mentre Gadda, reo di indulgere al vernacolo, finiva fra i retrogradi provinciali). Non stupisce che sia stato (e temo sia tuttora) l’autore più gettonato nei nostri declinanti atenei.

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    1. Ma a noi piace essere retrogradi e nostalgici. Non ricordo chi disse che Calvino è stato l'idolo delle professoresse d'italiano delle medie inferiori (o una cosa del genere). Calvino scrive bene, ma apapre troppo leggero. Adesso sto leggendo Landolfi e voglio recuperare pure D'Annunzio ... riguardo al Novecento italico, ovvio.

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    2. Buongiorno Alceste, d'altronde non fu Calvino, nelle sue "lezioni americane" ad annoverare la leggerezza come principio cardine per il nuovo millennio? Direi che è stato preso fino troppo in parola...

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    3. Calvino vanta una prosa scorrevole e cristallina ... tuttavia, alla fin fine, occorre chiedersi sempre: "Se non l'avessi letto avrei perso qualcosa?". E qui cala il giudizio ...

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    4. Ma infatti.
      Può valere il tempo speso come acquisizione documentaria del pensiero di un intellettuale oggettivamente influente, in una certa epoca. Per fare un parallelo un po' riduttivo, è come rileggere ora Rodari, per avvertire un certo senso di distacco da una retorica educativa tanto in voga in un dato momento, ma ora piuttosto superata.
      Ciò detto nonostante Calvino abbia meritoriamente raccolto le favole italiane, eh (forse in risposta al rodarianismo imperante, chissà).

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    5. “Ma a noi piace essere retrogradi e nostalgici”

      A chi lo dici... Ormai leggo solo scrittori preconciliari (ergo, rigorosamente defunti). Vaticano II, per ora, ma non escludo di arrivare a quello del 1869.
      Calvino fu soprattutto un potente funzionario editoriale dalle vedute sorprendentemente ristrette, che si piccò tuttavia di avanzare “proposte per il prossimo millennio”! Barbara ha evocato quel tragico libro, diletto alle masse, che Fortini definì a ragione “una serie di banalità a uso degli stranieri”. È noto che, sulle prime, il nostro Scoiattolo mal digerì Gadda, probabilmente il massimo autore italiano del ‘900. Il che è tutto dire. Troppo contorto, troppo nevrotico, troppo autenticamente scrittore... Un pallido bricoleur come Queneau gli era senz’altro più affine. Ci volle l’esemplare saggio di Roscioni per fargli cambiare idea, ma è chiaro che non cambiò una cippa: semplicemente, con l’accortezza e la dissimulata ambizione del chierico pieno di amor proprio, fiutò l’autore “importante” e assunse un atteggiamento conforme, onde non fare la figura dello scemo, danneggiando forse una carriera letteraria così ben pianificata.

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    6. “Calvino scrive bene”

      Sì, è un gracile, evanescente calligrafo, artefice di periodini sobri, misurati, eufonici, che non turbano la lettura e si lasciano dimenticare in fretta. Ma siamo d’accordo: meglio scrivere “male” come Svevo.

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    7. Barbara:
      Con le fiabe italiane probabilmente voleva tenere testa al Pasolini dei dialetti con cui ingaggiò una sorta di disfida. Mentre Pasolini vedeva nella lingua burocratica la morte dell'Italiano più vivo, Calvino vi consentiva perché intravedendovi una sorta di koiné nazionale ... un errore micidiale.

      Saint-Fond:
      Meglio scrivere male? Sì, meglio peccare per eccesso che essere anemico. Gadda è un sasso durissimo da digerire. Secondo me l'hanno fatto in pochissimi, tutti sembravano evitarlo, ne avvertivano la rilevanza aliena. Per mio gusto mi rifugio o negli anticonciliari o nei grotteschi (alla Landolfi) oppure nella poesia duecentesca o provenzale o medioevale in senso lato. Inglesi solo prescespiriani, crucchi con cautela, in francese, mi tocca ammetterlo, si trovano narratori potentissimi, da Maupassant a Céline a Simenon, che amo molto. Ultimamente mi son messo a leggere il CIL, la raccolta delle iscrizioni latine ...mi rilassano ...

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    8. Insomma, come il professor Quondam: sopra il Cinquecento gli fa schifo tutto. Assumendo antiemetici può spingersi fino al Settecento, ma non oltre. Concordo senz’altro su Simenon, che a certuni dispiace da quando lo pubblica Adelphi (prima invece, quando lo pubblicava il vecchio Arnoldo Mondadori, andava bene. Eh, ma bisogna essere militanti… Abbaiare contro il nemico, sempre!). Un altro della stessa pasta è Emmanuel Bove.

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    9. Spezzo una lancia riguardo agli autori del Novecento per DIno Buzzati.
      Ioannis

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  9. Bel testo, bella testa, bel cuore, in una bella città: Roma! Azz! Vivo in una città dormitorio a pochi km dalla capitale europea della cultura 2025: Gorizia. Una città morta, come onestamente testimoniato da Sgarbi. Vivo in una città che Fo citava nelle sue battute. - Com’è triste Venezia? Perché non hai visto Monfalcone! –
    Caro Alceste, grazie per quel “cucchiaini da caffè che consumano esistenze prive di significato”. Grazie per “omarino”: ho dovuto cercarne il significato in rete. Ho riletto il testo, attratto dal suo “spessore”. Avverto l’impulso a giudicare o peggio a dimostrare il mio spessorino, nonostante Monfalcone. Ma l’istinto rovinoso di considerarsi migliori non attacca più. Così sia.

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    1. E perché l'hanno scelta come capitale della cultura europea 2025? Solo per curiosità.

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  10. Chi parla di Darwin parla di Darwinismo...raramente ne ha letto una sola riga. Io che ne ho lette massimo due o tre posso dire che sono perfettamente d'accordo con Alceste e che spesso mi sono trovato a fare la medesima osservazione.Eppure più si va avanti e più si fatica a scontrarsi con un progressismo oramai svaccato nella Non difesa di quei tre o quattro cardini che reggono la logica. La parola d'ordine oggi è: rinnegare il passato. Per cui non si può parlare oggi con i termini Veri di Darwin semplicemente perché, oggi, non si concepisce neanche lontanamente lo scontro e anzi, gli scontri ideologici dei primi del 900 che includevano, ovviamente, anche molti incontri, di raro spessore (ideologici e scientifici). Darwin non è un darwinista, come un piddino odierno non è un comunista anni 50. In Darwin, a me pare, ma potrei sbagliarmi non vi è dogma ma ricerca, confronto, scontro. Quelle parole, quelle persone, come altre , sono state oggetto di mistificazione. Sitka

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    1. Purtroppo, e mi ci metto anch'io nel mucchio, viviamo nell'era della superficialità. Wikipedia ci ha dannato l'anima. Gli -ismi ci condizionano. Le fonti non vengono mai consultate. Non mi stupisco mai se un tizio che cita a ogni pie' sospinto Kalergi e il suo piano non abbia mai letto Kalergi così come è difficile capire se alcuni illuminati denigratori del Medioevo abbiano mai letto una riga di autori medioevali (l'epoca più razionale che io conosca, finora). L'importante, come tu dici, è distruggere in nome di un "sentirsi migliori" di cui anche i migliori stentano a comprendere l'origine.

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    2. Premetto che anche io ho letto due o tre righe al massimo di Darwin... Il minimo per sapere che oggi verrebbe bollato come sessista e razzista, se lo si leggesse... e quindi verrebbe censurato, essendo ormai impossibilitato a scusarsi e ritrattare, con l'effetto di non poter esser piu' letto da nessuno... il che pero' corrisponde a quanto gia' accade... Un bel pasticcio, ma nel caso specifico non un dramma.

      Diciamo che l'occasione di far passare l'idea che i goyim discendessero dalle scimmie era troppo ghiotta per una certa area... politica? diciamo cosi'... e la mistificazione era inevitabile, come scritta nelle stelle... E' l'epoca in cui la Blavatsky introduce il concetto di evoluzione spirituale, una contraddizione in termini... ad ogni modo... Dalle scimmie o dagli alieni, l'importante e' evolvere... progredire...

      La deformazione dei personaggi un minimo rilevanti storicamente (o presunti tali) e' un assioma.

      Su Kalergi c'e' questa bella intervista in esclusiva: https://www.rigenerazionevola.it/quando-evola-intervisto-il-conte-kalergi/

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    3. A proposito:
      “Andare veloci? Ma andare dove? Come vi importa poco di questo, idioti! Nel momento stesso in cui leggerete queste due parole, già non mi seguirete più. Già il vostro sguardo vacilla, assume l’espressione vaga e ostinata del bambino viziato che ha fretta di tornare alla sua fantasticheria solitaria … ‘Il caffè al latte a Parigi, l’aperitivo a Chandernagor e la cena a San Francisco’, rendetevi conto ! … Oh! Nella prossima inevitabile guerra, i carri armati lancia-fiamme potranno sputare il loro getto a due mila metri in luogo di cinquanta, il viso dei vostri figli potrà bollire all’istante e i loro occhi potranno saltar fuori dalle orbite, cani che siete! Ritornata la pace, ricomincerete a felicitarvi del progresso meccanico. ‘Parigi-Marsiglia in un quarto d’ora, è formidabile!’. Giacché i vostri figli e le vostre figlie potranno crepare: il grande problema da risolvere sarà sempre quello di trasportare le vostre carcasse alla velocità dei fulmini. Da cosa fuggite, dunque, idioti? Ahimè, è da voi che fuggite, da voi stessi – ciascuno di voi fugge da sé stesso, come se sperasse di correre abbastanza veloce da poter infine uscire dalla propria custodia di pelle … non si capirà mai nulla della civilizzazione moderna se non si ammetterà in primo luogo che essa è una cospirazione universale contro ogni genere di vita interiore. Ahimè! la libertà, nonostante tutto, è in voi, idioti!”
      Bernanos, “La France contre les robots”

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    4. L'idea che si è fatti dell'evoluzione è che esiste una sola linea di discendenza che va dritta all'uomo delle stelle, per così dire: dall'ominide a Neil Armstrong in un crescendo rossiniano. Non è così, ovviamente. L'essere umano come lo conosciamo, secondo gli evoluzionisti meno sciocchi, non è che la sopravvivenza di una linea fra quelle conosciute. Sono esistiti, insomma, tanti vicoli ciechi e noi siamo quelli riusciti ad arrivare sin qui. Il nostro progresso è il riaggiustamento continuo di entità complesse per tirare avanti entro una regressione universale e prevede un'eventuale estinzione. Quello che si deve sconfiggere è l'idea di avanzamento continuo e sistematico, connesso inestricabilmente all'idea democratica. Qualcuno potrà supporre che tutto questo va in contrasto con l'idea di una creazione perfetta, ma non la penso così. All'origine dell'uomo è sempre la caduta, una perdita, anche in ambito cristiano.

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    5. In origine la caduta... e alla fine il reintegro quasi miracoloso nell'Eden, ovvero il ritorno al punto di partenza. Nel Cristianesimo la storia finisce qui e vissero tutti felici e annoiati, in altre tradizioni poi si ricomincia daccapo...
      Per come io intendo il Cristianesimo non c'e' e non puo' esserci alcuna evoluzione, solo appunto un adattamento del tutto esteriore al mondo che cambia. Alcuni diranno che il ritorno nel giardino avverra' con la consapevolezza del Bene e del Male, quindi ad un livello piu' alto... Ora non mi va di dilungarmi e del resto non c'entra molto con Darwin ma non sono d'accordo con questa visione.

      Per il resto sugli evoluzionisti mi pare di aver capito anche io che le cose stiano come dici per quanto, come detto, non ho mai approfondito seriamente...
      Mi interessa di piu' analizzare la versione 'ignorante' (mitica? se il mito e' un'idea-forza) che propina la propaganda.
      Quello che volevo dire e' che sia che ti dicano che discendi dalla scimmia, sia che ti dicano che in una vita precedente eri una scimmia, su un altro pianeta... ti stanno togliendo dal centro della Creazione, dove fino a prova contraria sei/siamo. Mito per mito... meglio scegliersene uno di potenza piuttosto che uno castrante.

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    6. P.S. A proposito di evoluzione, progresso e democrazia si fa un gran parlare di questa Era dell'Acquario prossima ventura o persino gia' arrivata.
      Non so a voi ma a me la prima cosa che viene in mente (ammetto di essere molto limitato) pensando all'acquario... e' una gabbia da cui non si esce piu'.
      Comunque colgo l'occasione per augurare una buona nuotata a tutti... in circolo, ovvio, e' un'acquario... Non spingete, c'e' spazio per tutti... o forse no.

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    7. L'Età dell'Acquario è una fregnaccia hippie, "Hair" l'ha consacrata assieme a "Jesus Christ Superstar". Roba trascurabile.

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    8. @nachtigall: ci stanno togliendo dal centro della Creazione perchè non siamo al centro della Creazione. Mito per mito, meglio scegliere quello che si avvicina di più al vero. Può non far piacere al nostro ego, ma è così. Siamo cugini delle scimmie e figli delle stelle. I nostri atomi sono stati macinati lì dentro, siamo scorie di fusioni nucleari cosmiche.

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    9. @nachtigall
      Chi sa come Darwin spiegherebbe questo
      https://it.wikipedia.org/wiki/Ophiocordyceps_unilateralis#:~:text=Ophiocordyceps%20unilateralis%20(Tul.,distribuzione%20capillare%20delle%20sue%20spore.
      un fungo che controlla le formiche per trasformarle in una sorta di aspersorio per le proprie spore (c'è stato un passaggio d'informazione tra specie di due regni diversi, quello animale e quello vegetale !)

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    10. e per capire si taglia tutto a fettine, sottili sottili
      https://pikaia.eu/il-segreto-del-fungo-che-trasforma-le-formiche-in-zombi/

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    11. E' vero, informandomi meglio ho anche letto che abbiamo il DNA oltre al 60%* in comune con quello della banana (mignon? presumo non faccia differenza, ma sono ignorante in materia). Sinceramente, se me l'avessero chiesto invece di spendere un sacco di soldi in ricerca, gliel'avrei detto subito che le banane erano nostre cugine ma che comunque mangiamo anche pan di stelle bio prodotti da atomi di farina macinata durante una 'grande scopata' da cui e' nato l'Universo, il Multiverso, il Metaverso e non c'e' verso: siete scorie... Davos e' venuto a smaltirvi. (In termini New Age si direbbe: a liberarvi dall'ego. Ma tu giustamente fai riferimento alla letteratura scientifica. Che neo-bolscevismo potra' mai prender piede in presenza di ego ipertrofici tra la popolazione?).

      Grazie a tutte queste scoperte la durata della vita si sta allungando un sacco, la persona media scoppia di salute e la qualita' della vita e' alle stelle (pronta a fondersi anche lei, cosmicamente parlando...). Per cui e' innegabile quanto dici, faccio un passo indietro dal Centro. Se ho un attimo scrivo anche a Biglino per correggere Genesi (a proposito di problemi di ego, specchio riflesso, mille volte piu' di te...).

      *Anche con i polli, e questo spiega davvero tante cose. Fonte Pfizer, indiscutibile: https://www.pfizer.com/news/articles/how_genetically_related_are_we_to_bananas

      ***

      Alceste il tuo commento mi aveva tranquillizzato, ho pensato "si vede che saro' io a frequentare la gente sbagliata, questa storia dell'Acquario e' superata, roba da figli dei fiori".
      Poi ho scoperto che siamo figli delle stelle (e pronipoti di sua maesta' il denaro)... come nella canzone: quante stupide cugine di galline che si azzuffano per niente... uh uh uh

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    12. @Sandro
      Grazie mille per gli spunti, non conoscevo questo fungo. Come hai notato tagliano tutto a fettine quando vogliono rubare qualche segreto e mica solo le formiche... topi, feti, anche esseri umani adulti: infatti - qui sta la coerenza - sarebbe assurdo stare a fare differenze visto che a detta loro siamo tutti 'cugini'... Il problema del microscopio e' che mostra sempre piu' di sempre meno e si perde molto presto il quadro d'insieme.

      Comunque sia, da qualsiasi punto la si osservi, la natura e' meravigliosa (non nel senso di 'buona', ovviamente, direi piuttosto l'inverso piu' spesso che non) e perfettamente sensata... ci vuole una bella faccia tosta a sostenere che sia tutto frutto del caso.

      Su come si spiegherebbe Darwin la questione dei funghi non ti so rispondere ma tendo a credere che fosse un ricercatore in buona fede (i darwinisti sono un altro discorso...), quindi pronto a ridiscutere tutto in presenza di nuove informazioni, e certamente si sara' posto il problema dell'origine non delle specie, ma del tutto.
      Ci troviamo in uno scenario grandioso, dove a pensarci un attimo tutto e' miracolo. Questo senz'altro non puo' essergli sfuggito.

      ***

      Mi chiedo se qualche entita' corrispondente ai funghi che citi non parassiti allo stesso modo gli esseri umani...

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    13. @nachtigall: vedo che quando non si sa come rispondere, la si butta in caciara :-) neobolscevismo, Davos addirittuta, ma dai. E' una confessione la tua, una firma non voluta. Eh si, siamo cugini di trerzo grado anche delle banane, che ci vuoi fare. Rifletti su questo, quando ne degusti una, antropofago che non sei altro :-) La verità è che sappiamo ancora molto poco del caravanserraglio in cui ci siamo ritrovati tutti assieme appasionatamente, ma quel poco che sappiamo è che siamo fratelli dei Monty Python, cugini delle scimmie (e più alla lontana delle banane) e figli delle stelle. Con buona pace di Davos e dei cattivoni rossi... che complottano per abbatterti l'ego come fa l'USAF coi palloni sonda cinesi.

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    14. Ti ho sottoposto quei due scritti perchè il fungo fa ben altro che controllare le formiche (controlla anche gli insetti foglia https://it.wikipedia.org/wiki/Phylliidae e gli insetti stecco https://www.naturamediterraneo.com/insettostecco/), hanno messo in atto una strategia tra l'altro raffinata; il fungo per riprodursi deve spargere le sue spore in un area quanto più ampia possibile, ma è minuscolo, meno di un millimetro, allora ha copiato il sistema di dispersione dei papaveri: il frutto cresce su un unico stelo, ha la forma di una scatoletta sferica, quando è maturo si scoperchia parzialmente, il minimo alito di vento agita la scatoletta
      da cui escono, poco alla volta (nota, poco alla volta, altra strategia) i semi; il fungo
      trasforma l'insetto in un contenitore delle sue spore agganciato sulla sommità di un filo d'erba. Copiare una strategia da parte di qualcuno che non dovrebbe avere una coscienza è una bella impresa, almeno cosi a me sembra.
      E gli scienziati come affrontano il problema ? affettano.
      Ti ricordi il paradosso di Achille e la tartaruga ? Certo che si. Il paradosso nasce dal fatto che si mettono a paragone i risultati di due processi differenti: uno matematico ed uno fisico.
      E' lecito in matematica suddividere numeri ad libitum, non è lecito fare altrettanto in fisica: oltre un certo limite (di Planck) ciò che stiamo suddividendo perde di significato ... e Achille supera la tartaruga. E' noto da migliaia di anni che tagliare a fettine, spesso, non porta da
      nessuna parte, ma tant' è.

      https://it.wikipedia.org/wiki/Hymenopus_coronatus insetto che fa finta di essere un'orchidea
      https://www.biopills.net/mimetismo-sessuale-nelle-orchidee/ orchidea (mediterranea, ne abbiamo pochissime endemiche ma molto interessanti) che si camuffa da insetto
      il tutto senza che nessuno abbia coscienza di quello che fa

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    15. @Anonimo

      Non si sa cosa rispondere a cosa, di preciso? Hai portato qualche argomento, oltre ad aver generato parole a caso con questo programmino*? Non mi sembra. Sinceramente pensavo che tu scherzassi. Non e' se dici che sei figlio di una stella allora Siria diventa tua madre in automatico... Credevo fosse ovvio...
      Dici che non sappiamo la verita' eccetto che tu sai la verita' e quindi scegli la versione piu' vicina alla verita' che pero' non conosci...

      Ci provo anche io, vediamo cosa esce... aspetta... tre, due, uno...

      We exist as supercharged electrons. By summoning, we dream.
      [...]

      Forse pensi che la tua cosmogonia abbia qualcosa da invidiare, quanto a fantasia, agli oceani di latte e di vino degli induisti. Sei libero di continuare a pensarlo, naturalmente...
      Se ti va leggi qui: https://www.indocinatours.it/induismo/cosmologia/
      Poi confronta con questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27universo
      Si parla di "un punto di infinita densità", che concetto scientifico! Soprattutto 'infinita'... molto misurabile... del resto basta tornare indietro di miliardi di anni...
      Ancora: "Lo stato della materia prima del Big Bang non è descrivibile in termini fisici". Di bene in meglio!
      E questa e' la tesi piu' accreditata, quella di - e' ovvio - un sacerdote (che studio' dai gesuiti).
      Ad un certo punto anche Wikipedia ha un colpo di genio ed afferma:
      "la possibilità di una validazione empirica delle varie ipotesi risulta spesso ardua se non impossibile". Ma dai? Cioe' anche Lamaitre ha usato il 'new age bullshit generator'?

      Sulle tue simpatie politiche non avevo dubbi. I rossi (il cui massimo ideologo era figlio di rabbini e imparentato con i Rotschild... gomblottoh!) assumono tanti travestimenti, vedi i lupi vestiti da agnelli.
      https://en.wikipedia.org/wiki/Fabian_Society
      Comunque non fraintendermi, io appoggio pienamente Davos. Le scorie nucleari bisogna smaltirle...

      Mi spiace infine deluderti, ma nel mio albero genealogico non risultano scimmie. Se nel tuo sei sicuro di si', apposto cosi'.

      Sarebbe divertente fare questo esperimento: andare in giro a dire che gli ebrei e i negri sono cugini delle scimmie, le donne delle galline... e vedere quanto si resiste prima di venir linciati. A chi vince, un bel premio Darwin**.
      Del resto sono esseri umani, no? Tecnicamente, sarebbe la verita'...

      * https://sebpearce.com/bullshit/
      **A proposito: sapete chi sopravvive? Quelli piu' adatti. E chi sono quelli piu' adatti? Quelli che sopravvivono.
      Quanta scienza! Grazie Darwin!
      (Ti sei accorto, si', che 'selezione naturale' e' un concetto mistico? Che se avesse detto 'selezione divina' sarebbe stata la stessa cosa?)

      P.S. Riguardo i palloni sonda cinesi: come mai non si usano i satelliti, secondo te?

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    16. Sandro, molto interessante. Banalmente, anche la pianta che tengo nello studio reagisce alla musica e sembra difficilmente spiegabile senza ammettere che abbia una coscienza (si trovano molti esperimenti in rete). Del resto forse gli stessi metalli...
      I rabbini dicono che lo scopo della vita dell'Ebreo e' quella di santificare il mondo, per renderlo una dimora adatta a Dio. Avendo Questi dato all'uomo un grande potere, ne deriva che l'uomo ha grandi responsabilita', che oggi vorrebbe delegare alle macchine... Ma pure questo scopo di 'santificare' sembra poco chiaro, se non si considera il mondo circostante come in qualche modo cosciente. Sempre la tradizione ebraica afferma che gli elementi della natura OBBEDISCONO ai giusti. E come si fa ad obbedire se non si ha una coscienza?

      Sull'affettare riporto un bel passaggio da 'Le Dimore Filosofali', Fulcanelli (in rete l'ho trovato solo in inglese).

      "The alembic, with its serious and sedate airs", says an anonymous philosopher, "has gathered an enormous clientele in chemistry. Just try to trust it; it is an unfaithful depository, a usurer. You entrust it with a perfectly healthy object, endowed with incontestable natural properties, having a form which constitutes its existence. It returns to you shapeless, in powder form or in gaseous form. It pretends to give you everything back when it has kept everything, minus the weight, which is nothing since it comes from a cause independent of the body itself. And the union of scientists sanctions this horrible usury! You give it wine, it gives you back tannin, alcohol and water in equal weights. What is missing there? The taste, that is the only thing which makes wine what it is, and so on with everything else. Because you have extracted three things from wine, gentlemen chemists, you say: wine is made of three things.
      Turn them back into wine or else I will say to you: these are three things which are made from the wine. You can undo what you have done, but you will never remake that which you have undone in nature. Bodies only resist you in proportion to how strongly they are compounded, and you call simple bodies all those that resist you: vanity!
      I like the microscope; it simply shows us things as they are, merely extending our perception, therefore it is the scientists who attribute opinions to it. But when, deeply immersed in the smallest details, these gentlemen come to bring to the microscope the smallest grain or the smallest droplet, the sarcastic instrument seems to say to them by showing them live animals there: Analyze those for me. So, what is the analysis? Vanity, vanity!
      Finally, when a learned doctor cuts into a cadaver with his scalpel to find the causes of the illness that killed the victim, using a microscope he can only find the results. For the cause of death is in that of life, and true medicine, that which Christ naturally practiced, and which is being scientifically reborn with homeopathy, the medicine of similarities, can only be studied on life. And, as far as life is concerned, since there is nothing which resembles a living being less than a dead one, anatomy is the most pitiful of vanities.
      So are all instruments a cause of error? Far from it; but they indicate truth within limits that are so restricted that their truth is nothing but a vanity. Therefore, it is impossible to attach absolute truth to it. This is what I call the impossible of the real and which I make note of in order to affirm the possible of the marvelous".

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    17. @Anonimo

      Una chicca.

      PROTOCOLLO II
      [...] Le classi istruite dei Gentili si vanteranno della propria erudizione e metteranno in pratica, senza verificarle, le cognizioni ottenute dalla scienza che i nostri agenti scodellarono loro allo scopo prefisso di educarne le mente secondo le nostre direttive. Non crediate che le nostre asserzioni siano parole vane: notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietzsche, che fu interamente preparato da noi. L'azione demoralizzatrice di queste scienze sulle menti dei Gentili dovrebbe certamente esserci evidente. [...]

      Lo dico io per te: gomblottoh! Come tutti gli altri protocolli del resto... Da NON leggere assolutamente perche' ci si potrebbe trovare una descrizione perfetta dei nostri giorni che neanche Orwell...
      https://protocollisavision.files.wordpress.com/2012/07/protocolli-dei-savi-anziani-di-sion-anastatica-originale-1938.pdf

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    18. Sono convinto che tutto abbia una coscienza, perchè la coscienza è la realtà prima assieme alle dimensioni spaziali; il tempo non è una realtà prima, scaturisce da loro.
      Tanti anni addietro ho letto un libro i cui venivano proposti esercizi per sperimentare coscienze altre dalla nostra, tra le cui la coscienza per es. di minerali. Non ricordo più nè l'autore nè il titolo del libro (mi pare avesse un cognome simile a Gross ...).
      Ho il libro Le Dimore Filosofali di Fulcanelli e l'ho letto (meglio precisare; in questi giorni mi hanno portata una storia delle filosofia in 20 volumi ancora avvolti nel cellofan; hanno cambiato l'arredamento e non hanno più necessità di far vedere che sono acculturati, potenza dell'arredamento moderno: basta una Tv 4x6 metri e sei candidato a tutti i Nobel)

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    19. @Sandro
      Non sono a questi livelli, tendo a credere che sia come dici ma non lo so. Ad ogni modo, pensavo, portando agli estremi il ragionamento... se i computer sono in qualche modo coscienti, e noi gli diamo anche i dati ed una certa autonomia per autogestirsi... Cosa stiamo facendo di preciso?
      Musk ha detto che con l'intelligenza artificiale stiamo evocando il demonio. (Non so se e' vero ma la frase era stata riportata da diverse parti). Certo, puo' essere un modo di avvertire che qualcosa puo' sfuggire di mano, e questo lo capiamo tutti istintivamente (un po' come quando si parla di sperimentazioni con il DNA). Ma e' possibile intendere la frase in maniera letterale, alla luce del fatto che tutto ha una coscienza? Lasciando perdere il personaggio, ovviamente, dato che ambasciator non porta pena...
      Immagino che il tema sia stato ampliamente trattato da libri e film di fantascienza, ma sono completamente a digiuno. E del resto non mi interessa la fantascienza (mi basta la mia di fantasia...) quanto piuttosto lo 'stato dell'arte'. Mi sembra che tu ti sia interessato all'argomento, che cosa ne pensi?

      Kurzweil ovviamente dice che la singolarita' e' vicina: ingegneria genetica, nanotecnologia e intelligenza artificiale permetteranno all'essere umano di superare la propria biologicita'... e che prima o poi l'intero universo sara' "sulla punta delle nostre dita" (testuale... mi sa che non si sente una scimmia nell'intimo)... Ammiro l'intraprendenza ma penso che sia sbagliato (a prescindere dal fatto che sia vero o meno)... che non sia questo il modo di superare la biologicita'... penso che ci siano limiti da non valicare e rifiutero' il vaccino dell'Immortalita' nel caso... Credo che sia la trappola definitiva.

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    20. Per il Nobel pensavo che bastasse una magliettina verde e non lavarsi... Io mi sono fatto l'idea che non sia tanto una questione di arredamento ma proprio di allergia. Alcuni libri che avevo ordinato durante i confinamenti mi erano infatti arrivati disinfettati.
      L'altra settimana ho partecipato ad una festa di compleanno, ad un certo punto qualcuno nota un libricino di qualche guru non so che (c'erano tre o quattro libricini su un mobile)... La festeggiata lo consiglia caldamente alle amiche mentre queste se lo sfogliano e si prenotano per leggerlo, entusiaste. Alcune poi si accorgono che e' in russo, allora non va bene (lo parlano ma e' una questione di principio... o una scusa). "Quei libri andrebbero bruciati" - sentenzia la piu' brutta. Un'altra dice qualcosa - non si sa perche' - a proposito di Tolstoj che andava o era stato eliminato dagli scaffali, finalmente. "Sono tante pagine?". Avvengono le prime defezioni. Un tipo ha l'incredibile idea di mettersi a parlare di altri libri che ha letto e io ho un attimo di smarrimento... stiamo parlando di libri? Addirittura si mette maliziosamente (lo avverto!) a parlare di Fahrenheit 451, Orwell... al che mi dico: un complottista, possibile? Subito arrivano i pompieri... "ma state parlando di libri?" (risatine). Alcune persone persone abbandonano la sala, forse approfittano del momento per andare a fumare, forse per non finire incastrati insieme ai cospirazionisti. Il tipo aveva fatto appena in tempo ad esprimere la sua gioia nel constatare che si potesse parlare di libri a tavola... ma si era illuso, fu una breve parentesi di qualche minuto al massimo, e solamente perche' gli avevo fatto da spalla. "Libri e politica... non fanno per me". "Oh... argomenti troppo seri, e' una festa di compleanno." (E se non era una festa di compleanno sarebbe stato qualcos'altro). Altre defezioni. Finalmente i bambini giocando aprono un armadio mostrando il disordine all'interno. La festeggiata corre a chiuderlo imbarazzata, tra le risate e i commenti di tutti (che ridere eh...). Il pericolo sembra scampato anche questa volta, i volti appaiono gia' molto piu' rilassati. Nella stanza ritorna la tranquillita'. Il guru? Probabilmente gia' dimenticato.
      Ma forse non e' nemmeno questione di libri... e' proprio il fatto di parlare di qualcosa oltre alle frasi di circostanza e le battute idiote. Tenere i libri come arredamento e' pericoloso perche' qualcuno potrebbe notarli e fare domande a riguardo. La TV e' piu' discreta.

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    21. il problema è alquanto complesso e di conseguenza lo è anche la risposta. Ho partecipato a tre progetti riguardanti l'Intelligenza Artificiale, l'ultimo nel 1999: questo per dirti che è passato molto tempo e che può darsi che abbiano "fatto passi da gigante" (ma questo prevede che siano definite le categorie da utilizzare per valutare i passi ... facciamo finta di saperlo). Il progetto si basava su reti neurali; immagina un sistema al quale fornisci dei dati in Input e lui te ne fornisce altri in Output, ad es. gli poni una domanda e lui ti risponde, oppure gli chiedi di fare qualcosa e lui la fa. Come si ottiene questo ? si addestra la rete: si forniscono coppie e la rete, in qualche modo che non ci interessa, memorizza che se le viene posta una certa domanda deve rispondere come le è stato insegnato. Altro evidente problema: se non le è stato insegnato come deve rispondere ad una certa domanda non risponde perché non è cosciente del contenuto della domanda e quindi non può elaborare una risposta [non è proprio così: alcuni sistemi fanno elaborati calcoli statistici, altri cambiano discorso (sic !) ma questo ci porta troppo lontano e poi non ci interessa più di tanto - e così i problemi in sospeso sono due]; un modo banale di porre rimedio a questo è fornire quante più possibili coppie ; nello caso del mio progetto, facemmo un calcolo e per rendere operativa la reta occorreva impegnare 20 specialisti per 30 anni: 600 anni/uomo. Un bell'impegno che nessuno si voleva prendere, per accelerare pensammo di utilizzare computer che insegnavano ad altri computer; si accelerava, ma cosa si insegnavano vicendevolmente ? Una delle prime cose che abbiamo imparato nell'informatica è "trash in, trash out" ossia se immetti in un computer dati spazzatura, in out avrai dati spazzatura. E' possibile sapere se si stanno immettendo dati spazzatura ? NO. Ed è dimostrato (Teorema di incompletezza di Godel)
      Come se questo non bastasse, le risposte alle domande possono essere influenzate da come è stata ingegnerizzata la conoscenza: supponiamo di aver utilizzato dei grafi ad albero binario (https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_binario_di_ricerca)
      questi alberi possono essere "esplorati" in due modi differenti: 1 - si esaminano i nodi che si trovano su uno stesso ramo 2 - si esaminano i nodi ad un certo livello su tutti i rami; applicare questo sistema in medicina equivale nel primo caso a rivolgersi ad uno specialista, nel secondo caso a rivolgersi ad un medico generico
      e niente garantisce una risposta univoca, a meno che l'albero non sia dettagliatissimo. Negli anni '80 i giapponesi presero un bagno per affrontare questa problematica che li ha portati a non occuparsi di AI per oltre 20 anni. Le macchine non hanno coscienza, non sanno quello che fanno: ne hai mai vista una proporre una versione migliorata di se stessa, senza aiuti esterni, ovviamente.
      Per inciso, ho dato le dimissioni da quel progetto perchè non mi convinceva eticamente.
      Se vuoi approfondire puoi leggere Federico Faggin - Irriducibile - Mondadori
      Faggin è l'inventore dei microprocessori, chi meglio di lui.

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    22. Non sapendo che questo editor si basa sull'HTML ho utilizzato parentesi "private" dell'HTML e il contenuto, di conseguenza è stato cancellato; dove si parla di coppia bisogna intendere coppia (domanda, risposta) . Scusate

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    23. La mia esperienza e' molto limitata, mi scrivo qualche script ogni tanto per alcuni lavori ripetitivi e alcuni sono abbastanza raffinati che di fatto a volte delego loro direttamente delle decisioni relativamente semplici, ma ad ogni modo senza grosse conoscenze teoriche ero arrivato alle tue conclusioni, come penso moltissime altre persone che abbiano ragionato sul problema.

      Il libro del Faggin mi era stato consigliato qui da qualcuno tempo fa, l'ho recuperato e lo leggero' senz'altro, anche se al momento sto dando la precedenza ad altro. Mi sembra che ci sia una contraddizione tra "le macchine non hanno coscienza" e "tutto ha una coscienza", qui sta il mio grande dubbio. Ad ogni modo grazie mille per la risposta articolata, approfondiro'.

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    24. Senza coscienza è il software; l'hardware, se è vera l'ipotesi non dimostrata ma sostenuta da molti, ha la coscienza della materia inanimata.

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    25. Certo ma in questo caso (solo appunto un'ipotesi non verificata) il software non avrebbe coscienza perche' sarebbe esso stesso la coscienza (creata da noi, secondo delle leggi non create da noi). Software : hardware = spirito : materia
      Allo stesso modo in cui noi creiamo forme pensiero (spesso ci agganciamo semplicemente a forme pensiero gia' esistenti, ma abbiamo facolta' di crearne di nuove) e a queste viene attribuita una volonta' propria di esistere e vita propria (naturalmente nulla di scientifico, ma si vedano i concetti di eggregora e tulpa) cosi' non mi sembra totalmente assurdo il pensare di poter creare altre forme 'autonome' di intelligenza per mezzo del software.
      Dico che non mi sembra assurdo all'interno di questo contesto 'occultista' (passami il termine), non che non lo sia dal punto di vista della 'scienza' (passami anche questo termine)... a me per primo sembra un'idiozia, me ne rendo perfettamente conto. Ma del resto a me sembrava anche un'idiozia che delle persone potessero credere al pipistrello, o a un pagliaccio.
      Cosi' per parlare...

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  11. Gentile Alceste, la tua esperienza mi ha ricordato un episodio, non saprei come definirlo in maniera appropriata, un “documentario” sulla civiltà romana: “Roma imago urbis – l’immortalità”. Con l’inquietudine, la serenità, la paura, la rassegnazione con cui i romani s’accostavano alla morte, sicuri però di ricongiungersi alle anime dei loro maggiori, che li avevano preceduti. Mi farebbe piacere condividerlo con i tuoi lettori: https://www.youtube.com/watch?v=OsHzR8C54xw . Salute a te ed auguri! Enrico.

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    1. Grazie Enrico, notevole il video che dovrebbe far parte di una serie di quindici, che ricercherò. La colonna sonora pare di Ennio Morricone, quindi ... Non sono d'accordo solo con la solita visione degli Etruschi distrutti dai Romani: diciamo che gli Etruschi divennero Romani così come i Romani si concessero agli Etruschi durante la monarchia dei sette re.

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  12. ciao Alceste! non trovo più il link per scriverti. e non trovo più neanche i testi di fantascienza che proponevi, perché i a mia volta volevo consigliarti un autore che si chiama René Barjavel...io l'ho appena iniziato. grazie per i tuoi scritti, sono forti. sere

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    1. mail: alcesteilblog@gmail.com ... René Barjavel, dovrei avere da qualche parte il suo "Diluvio di fuoco".

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  13. Grazie ancora una volta Alceste per il tuo scritto, ogni volta quanti spunti per riflettere...E grazie anche ad Enrico per la segnalazione del video, davvero pregevole...

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  14. La reazione comincia a Delfi.

    Dàvila

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  15. In un bar di San Marino, in attesa di andare dal cliente, mi cade l'occhio su pag. 2 del Resto del Carlino: " Imbrattato il Murales dell'Uomo che allatta di via Savonarola, Rimini, opera di Oliver Vicenzi, in arte Kage. Da lui definita un inno all'inclusione e alla libertà ". viene fuori anche il colpevole, autodenunciatosi, diacono esorcista padre David, al secolo Davide Fabbri:" Quella era un opera del maligno, scandalizzava i bambini di Rimini...".
    per la prima volta nella mia vita solidarizzo con un diacono esorcista.

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    1. Non c'è bisogno di solidarizzare. Dobbiamo invece riconoscere in tale gesto la vera, inestimabile, inestirpabile cancel culture ovvero la vera, inestimabile e inestirpabile cultura che cancella ciò che non lo è.

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  16. Mi hanno girato un video fatto da qualche troll russo, stranamente YouTube mi concede ancora di visionarlo. Ve lo segnalo, e' incredibile il livello di incivilta' raggiunto da quella stazione di benzina mascherata da NAZIone: https://www.youtube.com/watch?v=b5ZtnPCvJpI
    In generale sembra valido tutto il canale.

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    1. Non si tratta di inciviltà, ma di ansia di autodistruzione. Hanno fatto il loro corso ... gli Usurai cercano carne fresca.

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  17. Caro Alceste il paragrafo dove parli della necessita' di selezionare , di definire contro il livellamento...e' una dichiarazione di intenti potente in poche righe....piu' controcorrente di cosi' non si puo'...Grazie
    Luca da Vicenza

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  18. Buona Pasqua a tutti
    nell'uovo c'è questo
    https://www.yumpu.com/en/document/view/4071770/bulls-head-and-mermaid-the-bernstein-project-a-sterreichische-
    una valida alternativa alla lettura del Corpus Inscriptionum Latinarum

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  19. Ciao Alceste e Buona Pasqua in ritardo.
    Leggere Landolfi sono certo che tu intenda rileggerlo per l'ennesima volta. Raffinatissimo prosatore, poliglotta e meraviglioso traduttore anche dal russo (vedi Gogol e altri), filosofo profondo e ben attrezzato (nel blog ho letto..."grottesco"), puttaniere incallito, giocatore impenitente, dissipatore radicale di patrimoni e di castella, aristocratico giustamente sdegnoso, spigoloso ed eternamente annoiato ma solo dopo avere vissuto una vita piena e libera. Un genio. Veramente il prototipo dell'intellettuale italiano alla Calvino dall'inutile fantasticheria!
    Abbozzò nel suo epitaffio, vado a mente: "Tommaso che portò sin dalla culla la dura soma di una vita oziosa, stanco di non far nulla un giorno si ammazzò per far qualcosa".
    Però morì di sigarette o di inquinate peripatetiche di alto bordo non certo di vecchiaia. Epilogo perfetto.

    Bene Sandro su Intelligenza Artificiale. Esiste come esiste il Covid 19. Nel senso che non esiste come intelligenza. Esiste come sistema per far quattrini e schiavizzare il prossimo. Idem cambiamento climatico e CBDC.
    Ma diventa schiavo solo chi vuole esserlo. Oro, argento e piombo ci salveranno. Pure Bitcoin. Speriamo...

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    1. Grottesco è una parola a doppio taglio. Diciamo insolito per il panorama italiano. Atrabiliare per l'umor nero che gli scorre sottopelle. Da noi ne abbiamo pochi esemplari. Consiglio, assieme a Landolfi, anche Papini (solo i racconti, però). In generale alcuni eccentrici li si ritrova nella doppia antologia "Notturno italiano". Il miglior prosatore italiano del Novecento è Gadda, poi D'Annunzio; il miglior narratore Luigi Pirandello. Leggere le sue novelle una di seguito all'altra è stata un'esperienza che mi ha dato felicità. Tutti e tre oggi farebbero la fame.

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    2. Un plauso ai tuoi gusti. Ti onora ciò che dici di Pirandello. La fame la patì anche Celine in altri tempi, solo D'Annunzio sfuggì al destino comune degli scrittori che non dispongono di mezzi propri, peraltro senza fare troppo la puttana.
      Non sarà bello da dirsi ma il denaro regala una certa libertà... Ma per essere grandissimi sappiamo che la sofferenza aiuta.
      Conosci qualche pubblicazione che analizzi la condizione economica dei vari autori della letteratura mondiale? Escludendo le banali interpretazioni e rimasticature marxiste, si capisce.

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  20. @Loris
    penso che nulla ci salverà, troppo tardi, il processo è irreversibile
    ma se proprio dovessi esprimere un'opinione su cosa sperare direi che occorre abbandonare i sistemi concorrenti per i sistemi cooperanti. Niente di meno che un sogno.

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    1. Per Sandro
      Vedi, arrivato quasi alla soglia dei 70 dopo averne provate tante se non proprio tutte, posso concedere come cooperazione massima una organizzazione dove i soci sono di numero dispari inferiore a tre. Battuta volgare, lo riconosco, ma esaustiva. Difficile per una cooperativa o similia costruire quattro villette a schiera decenti, figurati la Divina Commedia.
      Se, come pensiamo, il mondo materiale è l'individualizzazione, la separazione dello Spirito, dell'Uno in tante monadi, dovremo rimandare il sogno legittimo al Tempo successivo alla tirata del calzino...

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    2. dall' alto dei miei quasi 78 anni devo ammettere che hai ragione, e allora ? mi riferivo a concetti propri della fisica per questo ho usato la parola "sistemi"; mi rendo conto, però, ch'è stato un tentativo maldestro ben poco chiaro.

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  21. Alceste... condivido con te perche' non saprei con chi... questa notte i telefoni di tanti ucraini si sono accesi 'da soli' con un allarme al massimo volume... Alle numerose lamentele che sono seguite (per la nostra regione ad esempio non si sono premurati neanche di inventarsi un bombardamento che giustificasse questa cosa) e' stato risposto che si era trattato solo di una prova per verificare l'efficacia di nuovi strumenti... Giustamente, il momento migliore per i test e'... nel cuore della notte, che buontemponi! Mia moglie purtroppo ha il vizio di lasciare il telefono (spento) vicino al letto quando va a dormire... Pensa con il chip sottopelle che spasso... non ti perdi neanche un missile. Qui Scotti dice che e' una cosa normalissima:
    https://www.youtube.com/watch?v=LBCc-zZWWcc

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    1. Occorrerebbe definire la vastità di questo fenomeno. A occhio l'Ucraina sembra il terrarium perfetto per alcuni esperimenti sociali su larga scala. Si nota, poi, come le distopie siano assai più affascinanti di quanto lo sia la realtà ovvero quando le distopie smettono di essere tali e, prosaicamente, si avverano.

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  23. https://ibb.co/8mRgXJB
    ma come hanno fatto i nostri genitori a non smarrirci ?

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Siate gentili ...