Unreal City, 28 ottobre 2021
Si smontano i teatrini dell’emergenza COVID che, come sanno tutti, compresi i fanatici dell’emergenza, inconsapevoli latori di tale verità, mai fu vera emergenza.
Il fetore della menzogna si avvertì da subito eppure, accanto ai fanatici, i controfanatici, invece di partire lancia in resta, patirono numerose esitazioni tanto che si ebbero, almeno nei mesi più duri del lockdown, distinguo sul sesso degli angeli anche da parte dei professionisti della controinformazione. A dichiarare a tutta bocca che quello era inganno e manipolazione restarono in pochi: fra i più lucidi, almeno fra quelli che lessi per primi, ove l’affermazione si sposava con la nettezza della pulizia logica, l’appartato filosofo Giorgio Agamben e, fra i mortali, Totalrec, alias Gianluca Freda, debitamente silenziato dal fuoco amico. Trucchi e trucchetti, anche se usurati, vantarono a quel tempo la loro efficacia: la sfilata delle bare, gl'infermieri prezzolati che testimoniavano in lacrime di polmoni esplosi, il salso cordoglio dei parenti delle vittime, le sfuriate h24 di mediconzoli improvvisati a Galeno catodici, la torma di attori reclutati per l’occasione, lo zoccolame televisivo sparso (sponda statale, privata e parastatale), i provocatori digitali, socialisti social, reazionari irrazionali - ognuno diede il proprio contributo per dilatare a valanga un pupazzo di neve nato già mezzo squagliato. Il resto lo fece il cretinismo di massa 2.0 che ebbe a dare ragione anche a becchini della postmodernità come me - oltre ogni ragionevole dubbio. L’utero reclamò la vittoria, l’Italia fu mobile, qual piuma al vento.
A babbo morto, quando cioè le trincee, invece d’esser tenute a ogni costo, cadevano in mano al nemico, vista la rotta rovinosa, i ratti della controinformazione si ripresero. Ora che i giochi eran fatti non si rischiava più la pelle mediatica e poteva, quindi, blaterarsi a piacimento (e, infatti, son ancora là che blaterano). Presero, quindi, a zompettare, eccitati, rossi in viso, contro gli illiberali decreti Conte … e contro lo stato d'eccezione ... e i costituzionalisti di malcerta costituzione ... e pur adesso zompano qua e là, squittendo non so cosa su Big Pharma, opposizione, governo e quant’altro … come se un tale, cui hanno sterminato la famiglia, si appellasse, per ottenere giustizia, al TAR.
Perché sei così pessimista? Perché? Basta col disfattismo! Non possono vincere sempre!
La ragnatela che ha
ingolfato le nostre migliori menti ci ha resi simili alle vittime di
Alien: esseri comabondi, salme, morti-in-vita la cui unica funzione è
covare al loro interno la Creatura che li assassinerà … L’omuncolo del
2021 ha rinunciato dapprima alla Metafisica e ai cieli, consegnandosi allo
strisciare sul terreno, quindi alla Verità, accontentandosi di
spiegazioni in corsa e mezze bugie, da ultimo persino alla Logica.
S’appaga, oramai, d’associazioni di idee … come quella fra il campanello
e il boccone di cibo dell’usuraio Pavlov … La Logica non contempla la
Verità, ma il retto ragionamento - ragionamento che può anche sfociare
nella menzogna se basato su premesse false … e, però, vanta almeno il
pregio d’una sua interna correttezza … ma l’ometto postmoderno manco
questo riesce a fare … egli si pasce di menzogne e basta, costruendo,
poi, altre menzogne, nemmeno correlate a quelle … vive ogni giorno in
una nube confusa di proposizioni a mezza bocca, contradditorie e
tonitruanti, cui reca una fede indiscussa per un’oretta … salvo poi
posarsi su un’altra … a piacere … come certe mosche cavalline ebbre di
merda … un essere profondamente uterino, femminilizzato, ad ali di
gabbiano …
Perché credete sia giusto che il lavoro, manuale o intellettuale, venga remunerato? Lasciamo da parte quella minuscola branca del sapere che è l’economia. Possiamo qui dare una definizione alternativa: il lavoro va premiato perché esso erige un vallo contro la dissoluzione. Arare un campo, intrecciare un canestro, leggere uno spartito, ordinare numeri in corrispondenza biunivoca, elaborare un post - che arditezza! Ciò equivale a opporsi al flusso inevitabile e tragico della regressione universale, alla corrente devastante che vuole riportarci al Nulla protozoico … si rifletta sulla storia umana, per favore … sulla lotta inesausta dell’uomo, accidente microscopico nel grembo della Totalità, contro la marea che aspetta a ghermirlo alla fine dei tempi … La civiltà è una serie di stratagemmi per ritardare questo … e la bellezza, declinata in ogni tempo in qualsiasi contesto decisivo per la vita, fu il katechon occulto in nostro soccorso … oggi, in epoca di confusione, oltraggiato costantemente …
Il Demonio, il Re del Nulla, ci ha sempre aspettati alla fine dell’arcobaleno. Oggi invade il mondo … imbruttisce, dilania, disprezza, deride … lorda … egli è un ladro e un grassatore, ovviamente, pur se il meglio lo dà come usuraio, al solito … pretende il vostro residuo oro in cambio di feccia, e, per soprammercato, vi calcola sopra degli interessi … è il migliore nel suo campo, un drago.
I cretini 2.0 sciamano sulla terra … come previsto, ben prima del previsto. Ai cretini hanno strappato ogni ben dell’intelletto, sono dei bambolotti, li metterebbe nel sacco chiunque. Non vantano naso, ecco il problema … ora se la fanno con Puzzer, presto con Zemmour … abboccano sempre all’amo del Potere che crea falsi miti di progresso … inscenandovi sketch da pupi siciliani … Pulcinella e il diavolo, a esempio, Arlecchino e Balanzone … Orlando e il Saraceno … non che i pupi siano tutti venduti, non dico questo … a volte sono in buona fede ... rinvenuti casualmente al mercatino delle pulci e utilizzati a diversi fini … loro inconsapevoli … se manca il pupo adatto a una parte che occorre recitare, per la riuscita della commedia, si gonfia a dismisura (leggi: a misura di micco) un qualunque pupo di quell’attitudine … e il gioco continua …
Ma non ti va bene niente! Sospetti di tutti! Di tutti i fenomeni mediatici, certo … i migliori, infatti, sui media non appaiono davvero … o li cooptano o li fanno lentamente sparire … in un modo o nell’altro … un’accusa qui, un incidente lì … è assai facile da comprendere la regoletta:
1. Chi va in televisione è venduto, lo sappia o meno
2. Chi chiede il voto è un venduto, e, di solito, lo sa
Entro in un bar della media periferia romana. Alexa esala in sottofondo una melodia strascicata, con una base percussiva di desolante povertà. Un ragazzotto, capelli legati in uno chignon, unghie laccate color ocra, mi serve il caffè. Ai tavoli esterni ecco una suora lardosa, immobile nella fissità meridiana dell’abito cinerino. Li per lì sono tentato di uscire, ma a che pro? Sono stanco come se avessi vagato per giorni nel deserto. Una pupetta isterica, col succo di frutta stretto nell'empito cianotico, l’occhio dilatato in una serie di puerili e futili rivendicazioni, sibila pretese contro il padre, insensibile e rassegnato. Quasi calvo a nemmeno quarant'anni, curvo, schiacciato da una responsabilità che sembra impossibile da sostenere, ecco qui un perfetto castrone di sesso maschile, preda di una dilagante depressione. Egli, infatti, è stato gettato dal Potere nel mezzo di una falsa scelta: o seguire la tradizione o convertirsi agli homines novi. In entrambi i casi perderà. Il pover’uomo ha scelto la morente tradizione (ha messo su famiglia!) e, quindi, lo vediamo scontento, infelice. Perché? Perché la famiglia, sabotata internamente nei suoi valori più vitali, s’è ridotta a un tunnel da luna park dell'orrore. La figlioletta (e la moglie, ça va sans dire) non sono certo più quelle della tradizione, ma adepte delle fanfaluche polcor; come può funzionare un impianto come quello familiare quando ogni legge secolare è sentita come oppressiva e fascista? E allora via libera all’inferno! No, il nostro castrone ha sbagliato, è davvero giù di corda, ora si rende conto di un futuro terrificante. Ma se avesse scelto il corno opposto? La vita blandamente edonista del postmoderno? Un'esistenza sostanzialmente miserabile, ma in linea con i comandamenti in voga: senza lavoro, senza proprietà, greensostenibilmente anonima, amorfa, fluida, interconnessa? Per un poco avrebbe goduto del conformismo che circonda tale modus vivendi; poi il tumore maligno della depressione avrebbe risalito le viscere, inarrestabile, poiché non si può mentire troppo a lungo al passato che sobbolle in noi … e allora avrebbe scelto il suicidio. E quale suicidio?
O il suicidio foscoliano, nobile, seppur nettamente minoritario, da veri birbantelli passatisti.
O quello green, anzi: alla Soylent Green; un’eutanasia dolce, totalmente legale grazie ai referenda sulla buona morte, magari dopo aver lasciato le residue proprietà di papà e mammà (il patriarcato è duro a morire!) a qualche grassa associazione internazionalista, giusto per sgravarsi da un fardello troppo oneroso di colpe.
Oppure avrebbe scelto il suicidio più eclatante, che va per la maggiore: la zombificazione in vita; sonni di dieci ore coadiuvati da pillole Oblivion, lunghe ore al PC o a giochicchiare a qualche extreme adventure ologrammata 4D (si può tornare nel passato, infatti), masturbazioni sempre più stracche, buone a svuotare testicoli e ovaie di fastidiosi fluidi … a meno che non si sia già passati per una giudiziosa estirpazione dei caratteri sessuali primari presso pietose multinazionali dell’indistinto, come la Attis e Cibele Inc. (nessun pagamento in crediti anticipati! Rateizzazioni in comode rate! Operazione indolore - no pain! - presso il domicilio, in tutta comodità!) ...
Bevo il caffè. La suora, intanto, s’è riscossa dal torpore da drago di Komodo e caracolla ondulatoria, come un millepiedi sazio di fogliame selvatico, verso i cessi. O tempora, o mores, potrei esclamare … eppure mi accorgo di far parte anch'io di tale natura morta di inizio millennio … sul banco ho poggiato un iPad … simbolo del Potere ... la copertina del quaderno degli appunti, invece, riproduce un Pokemon … chissà dove l'ho trovato ... il più ridicolo del consesso, insomma, alla fin fine, è il sottoscritto ...
L’astensione non serve a niente! Lo vedi! Se anche votasse un solo elettore, ogni consiglio verrebbe costituito! Il non-voto è un controsenso!
E come mai, replico, tutti, a destra e a sinistra, invitano alle urne? Lo sai perché? Perché anche il più efferato dei crimini reclama una legittimazione. Possibile che il povero Ernst Jünger non abbia insegnato nulla nel suo Trattato? Perché credete che durante l'Impero Sovietico, pur con un solo Partito, obbligassero al voto? Certo, qui da noi l’obbligo è impossibile, ma a questo c'è un rimedio: il digitale. Sostituiranno la disaffezione verso la democrazia con una democrazia da loro completamente manipolata. Guardate il referendum sulla buona morte… languiva nei consensi … l’hanno recato in digitale e oggi le firme superano il milione! Così si fa! E così faranno! La legittimazione è assai più importante della legalità! È sempre stato così. Il dominio totale esige il consenso delle vittime, estorto o meno. Ciò equivale a legittimare la strage, l'abominio … tu lo vuoi … tu lo avrai … la disfatta tu l’hai voluta … ti hanno ingannato, certo … ma la firma sanguinosa in calce al contratto la riconosci, no? È la tua, mio caro …
Ho frequentazioni discutibili. Suore, zingari, intellettuali reietti, fuori corso della vita. Un di questi figuri, che si rinvengono negli angiporti dell’esistenza al contrario, una suora, magra stavolta, mi parla dei lavoretti artigianali che produce per sostenere la consorellanza. Fra questi rilevo un Che Guevara e, opera ancor più ardita, un Giangiacomo Feltrinelli: entrambi dipinti su pietra. “E questi?”, le dico. “Sono su commissione”, si giustifica, storcendo un poco le labbra per occulti sensi di colpa … “Forse dovrei parlarne col confessore”, esita. “Per carità! Chi? Don Giggiani? Ma quello nemmeno sospetta chi sono questi qua!” (Giggiani, un pacioso africano sui quaranta, da me così soprannominato poiché in tal modo compitò l'evangelico "zizzania") … “Tranquilla, cara, the times they are a-changin’ …”.
Più si va avanti più rivaluto certo bislaccume d’antan. I ceffi lombrosiani, a esempio … alcune tare polcorrette generano, infatti, strane mollezze ... sculettamenti, vocine, cadenze bleso-catatoniche … per tacere della vischiosità dell’argomentazione … a volte, specie in presenza di trentenni, sembra di stare in un harem fricchettone … o a un congresso d’eunuchi … sopracciglia ad ali di gabbiano, pelli cauterizzate da depilazioni definitive, profumini … qui la mancanza di lotta, di confronto, di guerra, accampa il vessillo della vittoria … la mancanza di trincea, soprattutto … basterebbe mezza giornata nelle tempeste d’acciaio per ripristinare il testosterone … per riandare a naturali brame di possesso e di fede … ma quale despota ci donerà la guerra? Nessuno, almeno nessuno con un po' di sale in zucca e che voglia continuare in un dispotismo mai così inattaccabile … a femminilizzare queste generazioni è bastata la poltrona … asofalipse now … e dire che certe inverecondie non fanno nemmeno ridere … Ma non va meglio alle signorine. Per loro pare opportuno riabilitare la teoria dell’isterismo … certe enfiagioni dell’IO nelle giovani donne, o in quelle mezzane … gli sbalordimenti a tutta ganascia, la prestigesticolazione eccessiva, le eruttazioni stridule di sorpresa, inaspettate e terrificanti, certi sguardi a tutta pupilla … la vociferazione a scatti … tutto mi parla di un’antica nostalgia … la nostalgia del maschio, o di pezzi di maschio … sono spettacoli apocalittici che un etologo da finis terrae come me, pur aduso a certi orrori, trova raggelanti ... e quasi fascinosi … intrisi di quella malia che solo un maelström incombente può esercitare, col suo carico grandioso di ineluttabilità … il tratto patetico nell’esaminare maschi e femmine attuali … e per attuali intendo immersi costantemente e irreparabilmente nell’attualità, nel tristo scialo dei triti fatti … o fatterelli … un tratto che ognuno può osservare nelle minute manifestazioni quotidiane: uomini e donne implosi su sé stessi … nel conflitto straziante fra impulsi naturali e ansie di assecondare la ragnatela della sovrastruttura che le ghiandole dei media secernono ogni maledetto giorno …
Analisi, grafici, statistiche, interviste, incursioni giornalistiche, polemiche, scontri verbali, facezie … ma tale paccottiglia non ci aiuterà. Invito i più responsabili, lo 0,1 % di noi … gli unici in grado di contrastare l'Arcinemico … a inabissarsi nel passato e a ignorare l’attualità come fosse il dorso viscido e pestilenziale d’un ratto … nel passato: ecco la verità, intatta, lucente ... poiché tutto è già stato detto … la storia è come l’incartamento d’un antico delitto in cui son già indicati movente, svolgimento e assassino … e su cui magistrati negligenti hanno esercitato una dolosa dimenticanza …
A sorpresa mi chiama un'antica conoscente che si arrabatta ai margini dell’istituzione universitaria. Discretamente piacente, a cinquantadue anni suonati ancora lotta per sopravvivere tra insegnamento privato, ripetizioni e lavoro nero, illegale. Caustica, insinuante, temuta per la precisione nelle diagnosi psicologiche. Mi fa: “Sono andata alla Nazionale oggi ... non andavo da un sacco di tempo, quasi tre anni … è irriconoscibile … non c’era un cane … prenotazione obbligatoria da casa, greenpass, rilevazione temperatura, porta d’accesso automatica … tessera magnetizzata con foto … il badge, insomma … sai quante volte l’ho strisciato all’interno? In due ore?”. “Dimmelo, luce dei miei occhi, quante volte?”. “Diciotto … ma porca merda … diciotto! Le ho contate … due volte al guardaroba, una per ritirare i libri prenotati in una sala e una per i libri nell’altra, la Manoscritti e Rari …”. “E siamo a quattro …”. “Volevo un caffè, sono andata al bar interno … mezzo vuoto pure quello ... due volte … poi al guardaroba … che avevo dimenticato la penna maledetta … altre due volte …”. “Otto …”. “Almeno quattro volte per visionare "Il Messaggero" del 1971 … un incubo ... e una per ri-prenotare i testi per la settimana prossima …”. “E fa tredici …”. “Riconsegna dei testi in due sale, due strisciate, uscita, una strisciata, ancora al guardaroba, altre due …”. “Fa proprio diciotto, in effetti … e da tutto questo, colombella, cosa deduci?”. “Almeno diciotto ... deduco che non mi va più di andarci …”. “E quello vogliono, quello vogliono … ma poi che vuoi ricercare ancora all’età tua? Vai di Wikipedia, no?” “Ma niente … una tesi sull’ordine pubblico … dev'essere roba di buona qualità ... ”. “Legislazione emergenziale degli anni di piombo?” “Pressapoco … e tu, come va?” “Eh, insomma ... potrebbe andare meglio. Anch'io ho voglia di fare poco. Ascolto un po' di musica, leggiucchio ... scribacchio ... niente di decisivo, mi conosci … alle nove di sera mi si chiudono gli occhi ... sto facendo le prove per il grande passo ... mi son castamente invaghito … da un paio di mesi …”. “Che schifo. Sindrome prostatica di Von Aschembach”. “Che ne sai?”. “Lo so e basta. Occhi?”. “Neri. Capelli neri. Zigomi esotici”. Ridacchia. “Ce l’ha almeno l’età del consenso questa pupa?”. “Riattacchi tu?”.
Me la ricordo la Biblioteca Nazionale, circa trent’anni fa … un carnaio … due sale .. scaffali di consultazione in legno … fila al banco, fila alle fotocopie … richieste scritte a mano … professori canuti, studenti e ricercatori bisunti a contendersi le biro … ora regna la pace, ne sono sicuro, aria condizionata, comodità … la comodità è il segno certo del diabolico … come quando vi dicono: in cinquantotto comode rate, comodamente seduti a casa vostra … e ora? In tutta comodità, da casa, consultate le nostre banche dati … per la tesi che potrete comodamente compilare a casa … cinquantamila battute e sarete comodamente dottori! In legge, in economia, in virologia!
Il turbocapitalismo finanziario, Michail Bakunin, Emma Bonino, gli hippies psichedelici, Hugh Hefner, Harvey Milk, gli economisti antistatalisti: cos’hanno in comune? La libertà. Essi vogliono la libertà, a qualsiasi costo … a costo di iniettarvela in vena.
Quando sentite qualcuno cianciare di libertà, scappate a gambe levate o vi ritroverete ben presto in catene.
Una scena magistrale dal film di Scorsese, The Wolf of Wall Street: i grassatori della finanza bruciano gli avvisi di garanzia al grido di “Fuck USA!”, proprio come gli hippies con i precetti di richiamo per la guerra in Vietnam. Che a capo delle multinazionali ci siano hippies non deve, perciò, meravigliare: in loro l’odio pieno d'amore per la libertà del genere umano si spinge sino all’ansia fanatica, come in Raskol’nikov. Infatti essi non sono che dei raskol'niki, déracinées, homines novi senza alcun rapporto con la loro terra.
La vera libertà sorge, invece, dall’ossequio rispetto a Qualcosa di più grande della nostra meschinità; così come l’amore, nei trovatori, sorge spontaneo dal servaggio alla donna amata. Un amore così raffinato da temperarsi nella lontananza; e capace di ascendere nell’intensità di una purezza così alta da godere nel restare inappagato. Ma queste sono parole vane.
Cosa fare, allora? Cosa fare?
Come contrastare al Nulla?
Mi ha sempre affascinato la vicenda dei Vecchi Credenti.
La faccio breve. A metà del Diciassettesimo Secolo, alcuni patriarchi ortodossi (di Gerusalemme, d'Alessandria, di Grecia) sollevano, di fronte al patriarca russo Iosif, un grave problema riguardo le pratiche ecclesiastiche e liturgiche: secondo loro la tradizione russa si fonda su testi non corretti e, perciò, eretici.
S'impone, quindi, onde rimediare, un opportuno revisionismo che parta dall'ortodossia inequivocabile dei testi greci, più risalenti e, perciò, maggiormente fededegni.
Tutto ciò - lo diciamo subito - non è vero, anzi, è vero il contrario, ma lo si scoprirà solo a babbo morto.
La febbre riformista accelera sotto la guida del patriarca russo Nikon. Si crea una fazione filo-occidentale, che vuole aprire la Russia al mondo, e una parallela resistenza da parte delle frange più conservatrici e indipendenti.
Durante il sinodo del 1666 (en passant: l’anno dell’incendio di Londra, Reset ‘666) viene approvato “il lavoro della commissione che lo aveva preceduto e [Nikon] varò la riforma definitiva. Successivamente lanciò un anatema non solo contro coloro che si sarebbero opposti all'innovazione, ma anche contro gli antichi libri e rituali russi. Come effetto secondario della condanna delle antiche tradizioni russe si indebolì agli occhi della cristianità la teoria messianica che voleva Mosca la Terza Roma. Invece che guardiana della fede ortodossa, infatti, l'antico credo russo risultò agli occhi della cristianità, per ammissione delle sue stesse alte cariche, essere unicamente il cumulo di gravi errori liturgici” (cito, per comodità, da Wikipedia).
Fra i cambiamenti si notano alcune inversioni: a esempio, il senso delle processioni da allora, invece di andare incontro al sole, si dirigerà verso il suo contrario.
Variazioni, mutamenti, strappi, tutti sostanzialmente insensati, il cui unico scopo è disturbare il credo, disorientare, smarrire il gregge. Ben lo sa ai giorni nostri il Paffuto Divoratore di Asado che dissemina continuamente il sentiero del fedele con innovazioni sciocche, apparentemente inessenziali, ma capaci a medio termine di dissuadere dalla fede totalizzante.
Il “change” del 1666 (il Nulla si sostanzia di “reset” e “change”, sempre) vide la resistenza d'alcuni elementi fedeli all’antico Ordine, i Vecchi Credenti, i quali dichiararono lo scisma.
Scisma, ovvero “raskol’”: di qui il termine “raskol’niki”.
Cosa possiamo intravedere qui?
Questo: una delle tante tappe verso la distruzione. Dolosa? Sì. Qui cominciò a deperire l’antica Rus’, costretta a rassegnare al Nulla il proprio ruolo sacro e imperiale, e innescare la processione al contrario (verso l’oscurità) che duecentocinquantadue anni dopo esigerà la propria catastrofe con l’assassinio dei Romanov. Quando ci si scandalizza, a destra, o nella destra residua, per la strage di Ekaterinburg del 1918, incolpando superficialmente i cattivi bolscevichi, sarebbe opportuno rammentare che i colpi della Ceka li armarono da lontano, sin dal 1666.
È inevitabile quando vengono a sabotarsi i simboli profondi di un popolo.
La storia, come detto, è il fascicolo consunto d'una serie di delitti che ci consente di scoprire abbastanza agevolmente moventi e sicari.
Fëdor
Dostoevskij assegnerà il nome Raskol’nikov al proprio personaggio più
celebre: anch'egli uno scismatico rispetto alla società in cui si trova a
vivere.
E
però Raskol’nikov, differentemente dai Vecchi Credenti, è un homo
novus, colui che opera lo strappo epocale verso la tradizione, uno dei primi esserini del
futuro. Odiatore di sé stesso e, quindi, degli altri, si crede
falsamente un super-uomo, un Bonaparte, un benefattore dell’umanità.
Tale follia lo rende un assassino, di presunti colpevoli e di veri innocenti. Lacerato fra mondo antico e nuovo, patisce sensi di colpa,
megalomanie, depressioni, deliqui; lo si sorprende a volte bizzoso, altre gonfio d’amore per il prossimo, oppure vendicativo, isterico, malmostoso, di un lambiccato arzigogolare uterino. Nemmeno nel finale, di cui nemmeno Dostoevskij appare
convinto, tanto che ne vergherà due alternativi, egli trova pace; la
sua improvvisa acquiescenza nei confronti di Sonja assomiglia troppo ai pristini scatti umorali per valere qualcosa; l’amore è una svolta fra le tante, e soggetta al
cambiamento.
Raskol’nikov è il prototipo dell'ometto psicopatico che ognuno può incontrare per strada;
senza bussola, nichilista, minuscolo, inerme, ignorante. Un’entità indefinibile che non sopporta sè stessa e brama segretamente l’autodistruzione e l’apocalisse.
Ma noi, felici pochi, autentici raskol'niki, ordiremo lo scisma dai tempi di confusione.
* * * * *
“Perché piangi?”.
“Sono innamorato!”.
“Di chi?”.
“Di una ragazza”.
“È bella?”
“Bella ai miei occhi, sì”.
“Dove l’hai incontrata?”.
“Là: ero venuto per il pranzo, e l’ho vista alla mia tavola”.
“Pensi di farcela?”. “Oh, no, mio caro! E non farlo sapere a nessuno: dev’essere un segreto, questo amore”.
Agazia Scolastico, VI d.C.
Me sa che c'hai raggione su tutto.
RispondiEliminaPurtroppo.
Speriamo di no, ma la vedo nera.
EliminaQua ci toccherà vivere nelle catacombe.
Mi aiuta a prendere sonno l'idea di fuggire con mia moglie e mia figlia nei boschi, alla Junger; reimparare a sopravvivere.
RispondiElimina"Sopravvivere" è una parola usata impropriamente. Quello che ci propinano è un sottovivere.
Sono vite che non vale la pena vivere.
EliminaCaro Alceste la regressione è totale, negli anni di piombo si ammazzavano e si menavano inseguendo chimere. Oggi non sappiamo manco tenere una pistola in mano. Facciamo le rivoluzioni con i tacchi e i panini con la bresaola vegan. Si ripuliscono la coscienza con i rosari in mano e recitano i mantra del Raineesh. Tutto è compiuto. Restano solo le catacombe. Chi se lo può permettere si ritaglia uno spazio minimo di decenza altrimenti resta l'estremo gesto. Almeno una volta combattevano per salvare figli e donne. Non sprecherei manco una cartuccia per smidollati e baldracche
RispondiEliminaAnche perché, riprendo il tuo filo logico, le pistole fra poco saranno ad acqua. La vicenda dell'assassinio di Ercolano sarà sfruttata per un giro di vite sui porti d'arma ... rendere innocui, d'altra parte, contempla anche il disarmo totale ... morale, civile, logico.
EliminaDopo la rivoluzione bolscevica anche i " Vecchi Credenti " furono costretti ad entrare nelle fattorie statali e abbandonare le loro fiorenti aziende ( erano degli ottimi contadini ). Alcuni sparirono, altri fuggirono via, in Cina e da lì nel resto del mondo, in Brasile specialmente. Dove andarono a coltivare le terre più desolate del continente sudamericano, tanto da ottenere incredibili risultati e diventare tra i possidenti più ricchi e apprezzati. Sempre seguendo le regole del vecchio Credo, vivere in comunità, matrimoni tra i gruppi, fermo rifiuto di tutta la modernità. Ora il governo russo vorrebbe riportarli in patria per affidare loro le inospitali terre dell' estremo oriente, così da fronteggiare la grave crisi demografica di quelle lande abbandonate e incoraggiare l'agricoltura. È una storia molto significativa anche per noi " occidentali" oramai costretti per sopravvivere a essere marchiati come bestie dalle nostre " democrazie " per poi essere portati al macello, soli, abbandonati e senza Dio.
RispondiEliminaDi solito contro le monarchie oppressive e totali vi sono alcune vie d'uscita: 1. l'esilio, volontario o da ostracismo, come in Beowulf, in cui ci si riorganizza fuori della comunità o dello Stato; 2. le società segrete per un complotto ramificato; 3. le catacombe. Escluderei la prima: il mondo non offre terre selvagge, ogni andito è sorvegliato; escluderei la seconda: le società segrete era un altro modo di riorganizzare ciò che era già capilalrmente organizzato alla luce del sole (ambiti militari, universitari, corporazioni etc); forse è da considerarsi la terza. Occorre notare, però, che le catacombe furono essenzialmente cimiteri; le chiese che a volte si ritrovano accanto a esse sono tutte post costantiniane. In questa epoca limitiamo, perciò, almeno i danni, conserviamo soprattutto. Prima o poi ci ritroveremo.
Eliminahttps://www.breitbart.com/politics/2021/10/25/noam-chomsky-unvaccinated-should-be-isolated-from-society/
RispondiEliminaChomsky dice che i non vaccinati andrebbero isolati; inizialmente ho pensato che una malattia senile lo avesse colpito; poi mi sono chiesto se non avesse ragione: esistono in Italia tanti splendidi borghi sufficientemente isolati da cui ripartire su altre basi; ho vagato qua e la per la rete e ho trovato la storia di Plebs Sacci che mi è sembrata interessante per quei fini (in particolare
https://www.gastrosofia.it/storia/padri_benedettini/ ,
https://www.gastrosofia.it/storia/padri_benedettini2/ , https://www.gastrosofia.it/storia/padri_benedettini3/ );
l'impressione è che altrimenti ci dovremo accontentare di biscottini, anzi cookies non sia mai, da aprire e leccare con avidità (https://www.youtube.com/watch?v=Qo09YiyXem0)
Come avrai notato Chomsky non trova granché albergo da queste parti. Il classico intellettuale pifferaio che, al momento di affondare il coltello durante un attentato, si pente e chiama la polizia. COn ciò non voglio sminuire la sua genialità, sia chiaro.
EliminaCI sono anche borghi completamente disabitati. Nella Tuscia più di uno assomma a dieci-trenta abitanti. Le terre sono disponibili per l'affrancazione presso le Università Agrarie a poche migliaia di euri. Temo, tuttavia, che il rifugio verrà minato anch'esso dall'Usura ... già oggi risulta difficile campare anche lì a causa di leggi, leggine e regolette coniate a favore della grande distribuzione.
Chomsky in tempi recentissimi disse che Trump è peggio di Hitler.
EliminaIl suo amico italiano Paolo Barnard ha detto che bisogna vaccinarsi e che gli italiani sono i soliti isterici.
Pensa che uno dei paesini ci cui parli aveva un Giardino dei semplici in abbandono e mi ha chiesto se glielo gestivo; a quei tempi lavoravo ancora, non avevo tempo libero e ho rifiutato. Dalle parti di Tarquinia avevo trovato un appezzamento incontaminato con inclusa una fonte: ci potevi coltivare tutte le piante officinali che volevi, anche quelle acquatiche, rarissime, che vengono importate dalla Romania; alcune coltivazioni dismesse di tabacco erano disposte a regalarmi gli essiccatoi a condizione che li avessi smontati e trasportati via a mie spese ... anche una Università aveva espresso un qualche interesse, ma cosa produrre ? Allora sono andato a cercare informazioni statistiche in regione; mi hanno detto che non le avevano, avevano quelle della Spagna. Bisogna ripartire dal 1100-1200: Ora et labora et lege et noli contristari.
RispondiEliminaAmanuensi e benedettini, insomma ... dubito ce lo lasceranno fare, però.
EliminaE' un modo maldestro, il mio, per dire che dovremmo rifugiarci in un equilibrio, una verginità perduta ormai da molto tempo. Il vero problema è che l'equilibrio e la verginità non sono mai esistiti, ma solo immaginati.
EliminaIl potere ha storicamente sempre accettato che una parte del popolo si sottragga al suo dominio, relegandosi però ai margini della società, nei bassifondi. Però tale alterità deve essere quantitativamente insignificante per non rappresentare un problema.
RispondiEliminaUna nicchia di topi, tollerata perché improduttiva anche agli occhi di Shylock, ancorata al mondo reale, alla dura legge della natura, una riserva indiana di uomini-libro, da contrapporre alle poltrone e ai sofà viventi, potrebbe rappresentare un obiettivo minimo interessante. Ma prima occorre esser certi di essere in pochi, di non avere fatto oltremodo proseliti, altrimenti salta per aria la condizione principale.
Non son convinto che l'esiguità del numero sia così certa. Temo che si finirà poi per contarsi e scoprire di rappresentare quel numero che non può sottrarsi alla lotta, quel numero per il quale storicamente è sempre valsa la pena dell'azzardo.
"Tale alterità deve essere quantitativamente insignificante per non rappresentare un problema" ... vale a dire l'1%.
EliminaTu dici che saremo di più? Lo spero. Temo, tuttavia, che non sarò in vita per vedere la controrivoluzione.
Mi permetto una notarella; se i tamponi fossero stati gratis - anche quelli anali - nessuno si sarebbe alzato dal divano per andare in piazza a gridare "libertà"; in due anni abbiamo accettato tutto, arresti domiciliari, regole insensate ed assurde, il guinzaglio un po' più lungo o un po' più corto; abbiamo accettato i carabinieri in chiesa. Ma ci si muove solo quando si mette a repentaglio l'abbonamento a Netflix o il cambio del suv.
EliminaTroveremo vax e novax insieme a recitare mantra sul piattino che il basileus ci sta preparando
Infatti prima - coi tamponi gratuiti - si lamentavano in pochi. Credo che al 99% interessi poco la libertà, mentre il 99,99% sia convinto che basti protestare e tornare a sera con le consuete abitudini. Ma non si può manifestare per la libertà e poi, tornati a casa in tutta fretta, buttarsi sul divano a guardare la Champions League ... come ho già detto in qualche commento, durante le partite di Champions, i feedback e le interazioni online si dissolvono ... per tacere degli incontri in carne e ossa, impossibili da organizzare in contemporanea col calcio. E sono esempi minuscoli.
EliminaNon saremo in vita, è probabile. Di sicuro saremo vecchi. Ma non è granché importante. All'inizio di un processo si è sempre all'1℅. E poi che alternativa abbiamo? Partecipare alla dissoluzione? Tanto vale...
RispondiEliminaCome fare? Muovo citando le vie d'uscita prospettate da Alceste: 1) esilio sì, ma più come forma di comunità nella società, così come indicato da Agamben.
2) società o appunto comunità NON segrete, poiché ciò oggigiorno è impossibile. Tali forme di resistenza dovrebbero anzi essere sempre lampanti.
3) le catacombe, ovvero i cimiteri, come metafora, allineandosi al pensiero che Alceste suggerisce da tempo, di conservare e ripartire dai morti, dal culto di chi ci ha preceduto e che ha lavorato per ostacolare la deriva. Il che non vuol dire vagheggiare banalmente il ritorno al passato ma piuttosto scoprire nuove forme per riallacciare gli uomini di oggi al filo della vita, per gettare un salvagente ai naufraghi vaganti ognun per sé nel liquame tecnologico di quest'epoca di demenza incontrollata (cioè profondamente controllata).
E ricordare che non è la maggioranza l'obiettivo. La maggioranza è la carota per l'asino democratico.
Giusto, la maggioranza non è l'obiettivo. L'importante sta nello scegliere alcuni compagni di viaggio, la selezione è primaria. Credo che questa verrà da sé ... esiliati in terra ostile? Vedremo se lo permetteranno, come, in quali condizioni.
EliminaE sì, Alceste coglie appieno la missione solitaria della nostra Resistenza all’Entropia. I precedenti sono altrettanto illustri: “Ogni generazione si crede votata a rifare il mondo. Ma la mia generazione sa che non lo rifarà. Il compito è troppo gravoso. La mia generazione si impegna solo a impedire che il mondo si disfi, si distrugga [...] nel suo sforzo maggiore l'uomo può soltanto proporsi di diminuire aritmeticamente il dolore del mondo” (A. Camus, discorso al ritiro del premio Nobel). A proposito: Salvatore Satta (1902-1975): De Profundis; Il giorno del giudizio)…
RispondiEliminaOttima la citazione di Camus: "La peste", infatti, non è un romanzo, ma un aggregato fisico di parole e intelligenze contro il Nulla ... a ben vedere anche il libro fisico, cartaceo, con quelle frasi dotate di un senso e ben allineate da tipografi giudiziosi lo è ... persino il libraio che lo consiglia ... Satta non l'ho mai letto, ma posso rimediare.
EliminaA me tutto sommato Zemmour sembra in buona fede. Non che questo possa fare alcuna differenza, se vorranno eliminarlo lo faranno, in un modo o nell'altro. Ma ho letto i suoi libri, "L'uomo maschio " e soprattutto "Il suicidio francese", gli unici tradotti in italiano e non differiscono dalle idee di questo blog,a parte la megalomania bonapartesca di voler includere l'Italia settentrionale come provincia francese. Quì una sua conferenza in Italia di diversi anni fà https://www.youtube.com/watch?v=TrfTg8ZXgQs
RispondiEliminaMi sembra si sia spinto troppo in là per essere genuino. Staremo a vedere. I voltafaccia sono improvvisi ... basta voltarsi per accorgersi di quanti cadaveri politici alternativi si sono succeduti in questi ultimi vent'anni.
EliminaTi ammiro per la forza che hai di scandalizzarti ancora di fronte alla corte dei miracoli polcor quotidiana. Fino agli anni ’80 si storceva ancora il naso di fronte ad un paio di jeans, oggi incontrare un travestito al supermercato è più ordinario che trovare un prete in piazza (e se lo trovi come minimo è un sodomita che organizza orge a base di ghb; in fin dei conti ordinario anche questo). Se le femministe moderne provassero a leggere Giovenale, Catone, Cicerone, sant’Agostino o Leon Battista Alberti, gli prenderebbe uno sturbo dopo poche righe. Eppure costoro amavano profondamente le donne, molto più che Mattarella, Boldrini e la Cartabia. Ci sarà un motivo se i romani ed i greci (soprattutto i democratici ateniesi), che non erano proprio dei cretini, in quindici secoli d’esistenza relegarono le donne ai margini della vita politica e sociale. Allo stesso modo fece poi la chiesa cattolica, che al contrario di quanto si crede fu influenzata nella sua misoginia più dalla cultura romana, che da quella ebraica. Saluti!
RispondiEliminaNon mi scandalizzo, rimango come affascinato del privilegio concessomi: assistere in diretta al crollo della civiltà umana di cui l'Europa è pietra angolare e di cui l'Italia, a sua volta, è pura essenza distillata. Non mi abituerò mai.
EliminaLa morte della patria è certamente l’avvenimento più grandioso che possa occorrere nella vita dell’individuo. Come naufrago che la tempesta ha gettato in un’isola deserta, nella notte profonda che cala lentamente sulla sua solitudine egli sente infrangersi ad uno ad uno i legami che lo avvincono alla vita, e un problema pauroso, che la presenza viva e operante (anche se male operante) della patria gli impediva di sentire, sorge e giganteggia tra le rovine: il problema dell’esistenza» (S. Satta - De Profundis)
RispondiEliminaChissà se riesco a beccare l'edizione CEDAM ...
EliminaÈ molto affascinante questa visione della Storia e della Civiltà come ritardanti e difensori di una inevitabile entropia, che poi sarebbe quella nuda Verità per cui, disvelata completamente, è preferibile il non essere all'essere. Sarebbe un tema enorme da sviluppare, bè al di là delle contingenze. Nietzsche definiva i greci superficiali per profondità; sotto questa luce potrebbe prendere pienamente significato.
RispondiEliminaEppure mi chiedo se oggi ha ancora senso ritardare l'inevitabile. Estinta ogni idea di comunità, non possiamo che ritirarci nei nostri individualismi, intendo cercare di rimanere integri nelle nostre persone. Vediamo bene che ogni tentativo di resistere si traduce in farsa o in bluff, manca davvero il materiale umano necessario. Ed enormi sono diventate le forze che qui critichiamo, troppo potenti gli strumenti tecnologici e mediatici di cui dispongono. Voglio dire, basterebbe un semplice atto, una semplice accusa dall'apparato polcor per chiudere e silenziare per sempre questo blog, e con esso un piccolo spazio di dissidenza culturale. Non sarebbe forse meglio allora dare una ulteriore spinta al treno in corsa? Male che vada, il mondo perderà una razza che evidentemente ha già dato il meglio, il peggio chissà, forse ancora no, di sé.
Hai colto il segno.
EliminaLa frase "I Greci erano superficiali ... per profondità!" dice tutto. Rende ragione persino della presentazione, da parte di un autore, del gruppo di tre tragedie e di una satira ... la risata, anche greve, avveniva dopo l'immersione nel tragico. La superficialità, insomma, origina dalla sapienza: quella della morte ineluttabile del genere umano, da sempre condannato. L'apollineo e il dionisiaco sono così le pulsazioni della storia: al dionisiaco eversivo che discioglie e rompe la forma si oppone l'apollineo che è tutta forma e definizione.
Oggi siamo in pieno disfrenamento dionisiaco. La tecnica totalizzante rende questo momento assolutamente pericoloso per l'umanità che rischia di sparire, letteralmente.
Per questo pongo sempre l'accento sulla definizione, sull'esser qualcosa, sulla logica stringente: in opposizione alla poltiglia protozoica.
I Greci sentivano la fine come noi? Forse sì, per questo avevano escogitato l'arte tragica e la scultura. Ciò che non previdero fu il Cristianesimo che aggiunse all'umanità 2000 anni di sopravvivenza.
Riusciranno alcuni Vecchi Credenti a congelare la storia per altri 2000 anni? Ne dubito, ma è un dovere agire in tal senso.
Non senza l'aiuto di Dio, come per l'appunto accadde 2000 anni fa...
EliminaQuesto pezzo sembra un film...
RispondiEliminaE’ tempo di raccolta delle olive, narraci Alceste della tua raccolta di quest’anno. Ho aiutato un mio vicino anziano nella raccolta delle olive, ti descrivo lo stato dell’arte riguardo le famiglie attuali della provincia nascosta (siamo nel Piceno) per confermarti quanto hai scritto. Tre generazioni che vivono praticamente sotto lo stesso tetto ma senza più comunicazione: nonni che hanno costruito una ingente fortuna, fra terreni e case (anche in città) con una buona dose di furbizia, ma occorre ammettere anche con tanto lavoro.. instancabili nonostante l’età. Figlio ( come quello che hai visto nel bar) lavoratore anche lui ma impotente, bistrattato, preso in giro dal genitore per la sua remissività e preso a scappellotti (giocosamente)dal figlio ventenne e non considerato dal resto della famigliola; moglie non pervenuta...rimasta in casa a non far nulla, neppure cucinare per noi. Nipoti 2 : femmina non pervenuta.. studia. Anche durante le feste. Maschio: bighellone, non studia e neppure lavora, guarda tante partite però e tifa accanitamente. Come rendimento sul lavoro quando si presenta (solitamente sul tardi) è prossimo allo zero. Non possiede nemmeno la patente, con grande vergogna del nonno che a 10 anni arava già sul cingolo. Magari va a donne si dirà ...neppure! Uno smidollato totale. Il nonno e preoccupato per la situazione ed impreca e bestemmia di continuo. Gli altri attendono e sperano in una sua dipartita il prima possibile. Che fare? Io sono età da figli, mi converrà averne? Ho paura di dovere essere costretto a mangiarmeli un giorno....tipo Saturno. Un saluto e grazie per i tuoi ottimi scritti.
RispondiEliminaCaro Drengot, saranno i figli a mangiarti, non hai capito che siamo nel mondo al contrario? I figlioletti, superati i dieci anni, si trangugeranno Saturno con tutte le scarpe: i nostri carnefici sono loro. Nel tuo gruppo di famiglia in un interno già riconosco la dea Kali in persona: quella che studia ... studia ... studia, studia persino durante le feste. Ma cosa studia, ecco il busillis: studia come trasformare la famiglia in salsicce. Avrà la testa piena di nozioni psicopatiche, un alta autostima epocale (le donne, la carriera, il femminicidio ...) e la volontà di farla finita col bighellone, il nonno e il padre, peraltro già rassegnato alla forca ...
EliminaTi regalo un consiglio: trovati una signorina presso un gruppo etnico marginale ... una zingarella, una kirgisa, una patagonica ... finalmente un bel bagno di libertà ... ragazzotte che ragionano come dovrebbe ragionarsi, con la capoccia ancora sgombra di fregnacce ...
Egregio,
RispondiEliminaha ragione a temere che saranno i figli a far fuori i padri. Mi viene in mente una persona che conosco, a dire il vero neppure più giovanissima, che se ne esce spesso con idee di mettere a stecchetto genitori, nonni e anziani. "Perchè non riduciamo le pensioni dei vecchi, che costano molto allo stato?" "Perchè non facciamo pagare ai vecchi una parte delle cure Covid, dato che sono loro ad intasare gli ospedali?" e così via. Questa persona non vede, o non vuole vedere, come una parte non trascurabile del proprio benessere è dipesa e dipenda tuttora proprio da questi vecchi. Sospetto poi che questa bocconiana preoccupazione di togliere alle generazioni anziane per "sistemare i conti" nasconda semplicemente il desiderio di mettere a disposizione quelle risorse per la propria generazione. Come dire, mors tua vita mea.
In generale, in molti di questi giovani "contestatori" che vogliono cambiare il sistema vedo spesso solo il desiderio spasmodico di farne parte e la frustrazione di esserne ancora esclusi.
Si riguardi.
Ormai sono teleguidati da questa idea per cui i vecchi sono da sopprimere. In attesa di diventare anziano del tutto, mi trastullo al pensiero che questa sia una delle tante perversioni indotte, stavolta a livello economico. Se sperano che le pensioni del nonno si riversino su di loro hanno torto ... anzi, sarà il contrario: la mira è proprio quella di spezzare il filo della ricchezza che si tramanda da nonno a padre a nipote ... Sono dei micchi senza scampo; e con micco intendo il fesso turlupinato durante il gioco delle tre carte.
EliminaMi riguarderò.
La società si sta dissolvendo, ogni giorno cerco umani per proseguire il cammino che mi rimane, negli anni guidato da un pensiero che non sapevo spiegare raccoglievo attrezzi di ogni sorta, li trovavo con la sensazione di chi scopriva piccoli tesori, li raccoglievo e mi fermavo meravigliato ad osservarli, mi stupiva l'ingegno nel realizzarli, pezzi unici, irripetibili, fatti a mano da uomini che avevano un progetto, vivere la vita non sfuggirla affrontare la fatica dei loro sogni, perchè consapevoli che il loro lavoro sarebbe stato riconosciuto e finito da chi fosse poi arrivato dopo di loro.
RispondiEliminaOra è tutto una triste dissolvenza, non ci lasciano nemmeno gli ultimi sussulti o spasmi.....tutto deve essere e avvenire nel distanziamento sociale nelle non regole che giornalmente i nostri scienziati ci propinano, al li mite ci è concesso brindare con le mani cosparse di amuchina.
Grazie Alceste.
Crux sancta sit mihi lux
RispondiEliminaNon draco sit mihi dux
Vade retro satana
Nunquam suade mihi vana
Sunt mala quae libas
Ipse venena bibas
e' un esorcismo per rispedire al mittente il male che fanno ...
dai voce alla tua indignazione
Visto che viene citato magistralmente Dosto, direi che forse aveva già scritto tutto lui nel famoso passo dell'Inquisitore nei Fratelli Karamazov. La libertà è un peso, in modo particolare quella intellettuale. A me capita talvolta di stimolare il mio uditorio alla rivolta morale nei confronti del presente, per questo cerco di impostare la critica sul versante materiale, che è quello più immediatamente comprensibile; mi si risponde che sì, è vero, ma che cosa possiamo fare? In verità, ciò che nasconde questa ammissione di impotenza, non è altro che l'anelito atavico al non pensare, al demandare, al delegare. In fin dei conti, come insegna Pareto, la storia è un cimitero di aristocrazie, il popolo purtroppo sta alla finestra, sotto il giogo oppure ancora s'accoda all'ultimo vincente o all'ultima moda.
RispondiEliminaC'è un aspetto che viene toccato con grande finezza nell'articolo ma che non viene portato alle sue estreme conseguenze ( parlo della relazione tra i sessi): ma siamo sicuri che a "guadagnarci" da questo stato di cose sia davvero un'esigua minoranza? In altri miei commenti evidenziavo che noi non ci troviamo nel caos, ma all'interno di un processo storico che si tende a definire nichilista, ma che in verità è una nuova costruzione, è il capitalismo in salsa femminista. Il potere è ormai detenuto non solo da un elite globale economico-finanziaria, ma anche, laddove ci si occupa di questioni non meramente economiche, da un'élite di genere, quella femminista transnazionale. Si sono spartiti, in parole povere, il terreno di conquista. Il film è un insieme di episodi, ma ciò che ci deve interessare è capire chi ne è il regista.
Ora, se è pur vero che questa élite strumentalizza i sessi, è altrettanto vero che in Occidente ( e non sto parlando della libertà intellettuale che è sempre stata considerata un bene da pochissimi) oggi il potere è femminile. Per capire meglio la realtà in cui viviamo analizzatela sotto questo profilo: ciò che accade è confacente all'ideologia femminista? Vedrete che vi si aprirà un mondo. Perfino i "venti di guerra" in Ucraina, vanno letti anche sotto questo profilo, e non solo sotto quello geopolitico ed economico. Certo, poi la cornice è quella capitalistica, nessuno e nessuna viene liberato/a nè materialmente nè intellettualmente, ma basta pensare a tutte le agevolazioni di cui gode in Occidente il genere femminile per capire che questo sistema non penalizza tutti allo stesso modo.
Questi giorni in Sardegna la Boldrini gira per le scuole e le Università pubblicizzando il suo ultimi libro, tutto incentrato sull'odio nei confronti del maschile. Provi qualche uomo ad alzare la mano e a criticare, nei consessi che contano, le parole d'ordine femministe. Beh, può salutare il suo lavoro. Boldrini è la stessa che si batte a favore della migrazione in Italia di giovani uomini che provengono da disgraziati Paesi derubati dal potere economico globale. Qual è la vera Boldrini? L'immigrazionismo le serve per potere esprimere il suo odio misandrico senza incorrere nell'accusa di sessismo, e per lanciare un messaggio chiaro a chi detiene i cordoni della borsa: stiamo dalla vostra parte. L'uomo economico del nuovo Millennio, ben rappresentato dai tecnici che abbiamo mandato al governo di questo Paese negli ultimi decenni, non ha sesso nè patria, ha solo una missione storica, distruttiva, come giustamente viene spesso evidenziato da Alceste, e per poterla portare a compimento, ha bisogno di una copertura ideologica. Qui viene in soccorso il politicamente corretto, guidato dall'elite femminista transnazionale. Mi fermo qui, ma potrei continuare all'infinito.